La parola all’esperto: rinnovabili, nucleare e inquinamento – 1

Attorno alla questione energetica e all’inquinamento, ruota una grossa fetta dei dibattiti politici e degli sforzi scientifici del nuovo millennio. Abbiamo oggi l’occasione di affrontare la questione con Armando Tarquini, esperto del settore e attivamente coinvolto in una una società che si occupa di progettazione, direzione lavori e attività consulenziali per la costruzione di impianti nel settore delle energie rinnovabili, la ICQ Holding Spa.

Appunti Digitali Vuoi spiegarci di cosa ti occupi?

Armando Tarquini Mi occupo di valutazioni investimenti e ricerca finanziamenti per energia rinnovabile e risparmio energetico.

AD Veniamo al dunque: il petrolio scarseggia – almeno così sentiamo ogni giorno in televisione. Allo stato attuale della tecnologia, quale fra le fonti rinnovabili ti sembra più vicina a rappresentare un’alternativa?

AT Il solare sta avendo notevoli economie di scala, credo potrebbe rappresentare la novità dei prossimi anni.

AD In paesi come la Germania, esiste un gran fermento attorno alle rinnovabili. In Italia la crescita nell’uso di queste fonti procede a rilento, malgrado un grande potenziale di produzione di energia solare. Qual è il nodo del problema?

AT Anche in Italia il rinnovabile sta crescendo molto; il problema rispetto ad altri paesi è che gli iter autorizzativi sono molto complessi e burocratizzati: anche in questo settore soffriamo le inefficienze del settore pubblico

AD Qual è la tua opinione riguardo alla famigerata formula “fonti rinnovabili e assimilate” che qualifica anche gli impianti di incenerimento di materiale non organico per la remunerazione incentivata?

AT Per il problema dell’immondizia, l’unica soluzione è il riciclaggio e l’incenerimento. Per quest’ultimo è necessario individuare una remunerazione dell’investimento, non credo sia molto importante che si chiami incentivo alla fonte assimilata o tariffa di termovalorizzazione, l’importante è che sia ben calcolata, in maniera da evitare di buttare via denaro dei contribuenti. Per quanto riguarda organico e non organico purtroppo non sono molto informato.

AD Nel caso di un’adozione massiccia del solare, credi che in una prospettiva di medio/lungo termine, arriveremo ad un problema di smaltimento dei pannelli?

AT Il problema del solare (di cui non si parla) è che comunque per produrre i moduli si consuma energia; relativamente al recupero, i moduli dovranno essere riciclati come qualsiasi materiale; la speranza è che fra 20 anni le tecnologie di riciclaggio siano più efficienti delle attuali.

AD Negli ultimi mesi abbiamo visto molti prototipi di generatori eolici alternativi, capaci – secondo le dichiarazioni dei produttori – di adattarsi meglio alle condizioni di vento e generare meno rumore. Da esperto, vedi qualcosa di concreto?

AT Le turbine sono tecnologicamente mature ma le innovazioni a cui possiamo assistere difficilmente potranno essere rivoluzionarie; più probabilmente andremo verso una riduzione del loro costo per via di economie di scala; altra cosa sono sviluppi tecnologici di tecnologie assolutamente sperimentali quali la Kite power plant.

AD Qual è il tuo punto di vista sul nucleare? Abbattuto il rischio d’incidenti con le centrali di nuova generazione, ritieni che il problema delle scorie sia superabile?

AT Pare di no, tuttavia bisogna considerare che anche le centrali convenzionali hanno delle esternalità negative, legate essenzialmente al CO2, al NOX, a polveri sottili, etc. Il nucleare potrebbe essere una soluzione transitoria fino all’individuazione di tecnologie di produzione di energia che consentano l’autosufficienza.

La seconda parte dell’intervista sarà disponibile domani alle 10.30.

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