Online o offline? questo è il dilemma

Zimbra mentre si sincronizzaUna delle promesse più grandi della prossima generazione di web è la possibilità di portare offline le applicazioni e fare il sincronismo appena si torna in rete; esiste già Google gears ed è inserito in un limitato numero di progetti (Zoho e Remember the milk giusto per citarne un paio), Mozilla con il suo Prism sta pensando a come rendere indipendenti le applicazioni web dal broser, Adobe ha rilasciato il suo AIR che fa qualcosa di simile. Ma non tutti sono d’accordo con questa via.

Ad esempio Dare Obasanjo, il creatore di RSS bandit, che in un suo post chiede di definire questa idea dell’offline scema o totalmente scema, senza mezzi termini. Lui definisce questa voglia di fare tutto online come una derivazione del sentimento anti-Microsoft e quindi di conseguenza anti applicazioni desktop, derivazione che ha portato agli utenti cose che non volevano per risolvere problemi che non avevano.  Su questo sinceramente non sono molto d’accordo, ma le argomentazioni hanno un loro senso:

  1. l’esperienza delle rich internet application impallidisce di fronte a quella  una applicazione desktop. Su questo possiamo essere d’accordo, anche se non possiamo prevedere il futuro e sapere cosa c’è dietro l’angolo.
  2. l’ammontare di lavoro necessario a portare offline una applicazione web è equivalente a quello per portare online un’applicazione desktop. Dare cita il suo caso con RSS bandit, ma dimentica una cosa fondamentale: la manutenzione dell’applicazione. Per fare una modifica a una applicazione desktop c’è bisogno di una patch, dell’utente che la scarichi e la installi, o al più che l’applicazione si colleghi, non gli sia negato l’accesso a internet, si aggiorni e spesso si riavvii. A una rich application basta una modifica sul server e il resto si sincronizza da sé.
  3. Quando si decide che l’applicazione andrà offline, non più “zero install” e diventa sostanzialmente uguale a una applicazione desktop. Anche qui non è del tutto vero. Se si sfrutta un framework già esistente, come ad esempio Google Gears, l’utente non si accorge di nulla.

Io non credo che domani tutte le applicazioni si trasferiranno online e avremo bisogno di sincronia per qualsiasi cosa, credo però che più le applicazioni web si fanno furbe e utili più le persone vorranno usarle, e quindi la necessità di sincronia si farà pressante. A meno che qualcuno molto più potente di noi decida di dare internet flat ovunque, risolvendo a monte il problema…

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