Galileo, il “GPS” europeo, ha i primi satelliti in orbita

Se ne è parlato da tantissimi anni, ma il progetto Galileo ha avuto così tante difficoltà che sembrava impossibile vederlo finalmente attivo. Invece possiamo finalmente credere in questo grande progetto europeo, poiché il 21 Ottobre 2011 i primi due satelliti sono stati lanciati, e altri due li seguiranno molto presto, nel 2012.

Quando i primi quattro satelliti saranno in orbita, potremo finalmente vederlo in azione, anche se il progetto finale comprende la bellezza di 30 satelliti, per una copertura più completa della superficie terrestre. Questo risultato è previsto entro la fine di questa decade. I satelliti sono posizionati su orbite circolari, in tre diverse MEO (Medium Earth Orbit), cioè a circa  23 222 km di altitudine.

Il progetto Galileo è un progetto dell’ESA (l’Agenzia Spaziale Europea) in collaborazione con l’Unione Europea, per fornire un servizio di posizionamento globale estremamente preciso e al servizio di tutti, completamente civile e senza connessioni coi militari.

Una delle principali differenze con il servizio di posizionamento americano infatti, è che Galileo sarà completamente civile e la sua accurata precisione sarà al servizio di tutti. Al contrario, il GPS è si accessibile a tutti, ma sono inserite alcune limitazioni tecniche che ne limitano il range di funzionamento e la precisione. In ogni caso, inoltre, è sempre data la priorità di utilizzo al governo americano, in particolare per ragioni militari. Se vogliono, per esempio, impedire l’accesso al GPS a un’intera nazione per ragioni militari, è nel loro diritto farlo.

Certamente le nazioni europee potranno usare il servizio Galileo anche per un utilizzo militare, ma questo non potrà assolutamente limitarne l’uso civile, se non in condizioni estremamente eccezionali. Proprio per questa ragione il governo americano non è particolarmente favorevole al progetto, anzi, subito dopo l’11 Settembre 2001 ha fatto presente all’Unione Europea che avrebbero dovuto rinunciare al progetto, perché quest’ultimo toglieva la prerogativa del governo americano di bloccare il servizio di posizionamento per scopi militari (secondo me – opinione personalissima- ci vuole un bel coraggio a fare una richiesta del genere!).

Nonostante le pressioni, il programma Galileo è partito nel Maggio 2003, ma ha dovuto affrontare un sacco di difficoltà da un punto di vista economico. I costi infatti non sono da poco: la fase iniziale da sola è costata 1,1 miliardi di euro, mentre per la fase di lancio è previsto un costo di 3 miliardi di euro, compresi i centri di controllo a Terra, che saranno a Monaco in Germania, e nel piano del Fucino (Aq), in Italia. L’idea è di ottenere due terzi del costo da finanziatori privati, mentre il resto sarà pagato dall’Unione Europea e dall’ESA stesse.

Per i primi anni il servizio sarà gratuito per tutti, ma dopo qualche anno si avrà in forma gratuita solo un servizio meno preciso (equivalente al servizio GPS attuale, con una precisione del metro) mentre la versione più completa (con una precisione dell’ordine del centimetro) sarà a pagamento sia per i civili che per i militari, ma disponibile a tutti. Questo fatto, come accennato, ha messo su tutte le furie l’esercito americano, che ha addirittura fatto intuire che in caso di necessità militare sarà disposto a distruggere a forza i satelliti europei.

Tra i servizi aggiuntivi e gratuiti che il progetto Galileo offre, c’è da notare il così detto “safety of life navigation” ovvero un servizio di comunicazione estremamente veloce in caso di emergenza per il posizionamento e l’allarme di navi, treni e aerei. Lo scopo è di rendere la navigazione via terra, mare ed aria molto più sicura, rapida e organizzata di quanto non sia attualmente. Oltre che alla elevata velocità e precisione, il servizio Safety of Life permette anche un sistema di messaggi sull’integrità e il funzionamento di sistema. Un altro particolare servizio è “Search and Rescue” che permette di localizzare dei segnali di allarme lanciati dai dispositivi di persone disperse. In aggiunta alla comunicazione alle autorità o a chi di dovere del luogo dei dispersi, i satelliti Galileo possono comunicare con i dispersi stessi, facendogli sapere lo stato dei soccorsi. Oltre a questi servizi, altri saranno resi disponibili nel tempo.

Il sistema di posizionamento Galileo sarà perfettamente compatibile con il GPS e con il sistema russo GLONASS, e funzionerà quindi con gli stessi ricevitori.

Personalmente credo che sia molto importante avere questo progetto funzionante e supportato da tutti i governi europei, non tanto per avere un’alternativa europea al GPS, ma per avere un sistema di posizionamento puramente civile. Credo che questo sia molto importante, perché mi spaventa molto pensare che un esercito (un esercito potenzialmente “avversario”, tra l’altro… non che i “nostri” eserciti mi renderebbero più tranquilla, ma credo che così sia ancora peggio) possa decidere come e quando gestire un servizio che ormai è estremamente importante per la nostra società.

Mi ricordo quando a Trieste e dintorni, durante gli attacchi americani nella Ex Jugoslavia, i GPS delle barche a vela nella costa diventavano completamente inutilizzabili per diverse ore. Può sembrare una cosa poco importante, ma pensiamo se per qualche ragione il governo americano decidesse di “spegnere” i satelliti GPS proprio durante l’atterraggio di un aereo civile, o mentre siamo su un traghetto in piena notte in una zona trafficata. Insomma, secondo me ci sono cose che è giusto siano civili e gestite dai civili, e questa ne è un buon esempio.

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