Impianti di riscaldamento domestici – sistemi scaldanti, regolazione e contabilizzazione

Riprendiamo e concludiamo l’argomento iniziato la scorsa settimana relativo agli impianti di riscaldamento domestici, andando ad esaminare le tipologie dei sistemi scaldanti e le problematiche relative alla contabilizzazione e gestione.

SISTEMI SCALDANTI

Tra le soluzioni utilizzabili come sistema radiante si possono individuare:

  • pareti radianti
  • riscaldamento a pavimento
  • convettori a battiscopa
  • caloriferi
  • ventilconvettori

Vediamo ora brevemente, senza una trattazione approfondita, le varie soluzioni:

Pareti radianti

La soluzione a pareti radianti può venire realizzata in diverse configurazioni, ma in generale si basa sul riscaldamento della parete laterale dell’ambiente da scaldare (ad esempio mediante una serpentina nascosta in una intercapedine del muro, oppure annegata in una malta e successivamente intonacata) permettendo temperature dell’acqua circolante abbastanza contenute, essendo la superficie in gioco piuttosto estesa.

Riscaldamento a pavimento

La soluzione a pavimento presenta notevoli analogie con la precedente in quanto consiste di un sistema scaldante “annegato” nel pavimento, operante ad una temperatura abbastanza contenuta su superfici di scambio termico estese.

Convettori a battiscopa

I convettori a battiscopa operano con acqua a temperature abbastanza elevate, tra i 50 e gli 80°C e permettono un ridotto ingombro rispetto a soluzioni tradizionali con termosifoni.

Caloriferi o termosifoni

La soluzione più conosciuta e diffusa è quelle che prevede l’impiego di termosifoni, soluzione sostanzialmente economica, nella quale generalmente l’acqua scorre a temperature tra ai 60 e gli 80°C.

Esistono anche soluzioni basate su un corpo scaldante a forma di piastra, nel quale la temperatura dell’acqua può venire ridotta rispetto ai termosifoni tradizionali.

Ventilconvettori

I ventilconvettori sono dispositivi che massimizzano lo scambio per convezione in quanto un ventilatore provoca una circolazione dell’aria attraverso il radiatore e permettendo un rapido miscelamento dell’aria calda con l’aria del’ambiente da scaldare, riducendo l’inerzia del sistema.

REGOLAZIONE E CONTABILIZZAZIONE

Se per un impianto indipendente la regolazione, soprattutto in presenza di una caldaia a condensazione, rappresenta un argomento non trascurabile, in un contesto centralizzato può diventare una questione estremamente complessa, soprattutto in virtù delle difficoltà oggettive che si incontrano nel dovere trovare soluzioni gradite e condivise dai vari condomini.

Un impianto centralizzato che non preveda una contabilizzazione separata dei consumi dei singoli appartamenti può portare a dei malumori tra condomini in quanto, pagando in base ai millesimi, non vi sarà una diretta rispondenza delle spese con il reale utilizzo dell’impianto, inoltre, dal momento che la somma da pagare rappresenta una costante aldilà che si utilizzi o meno l’impianto,sono sicuramente più frequenti pratiche d’uso poco efficienti, come ad esempio lasciare aperte le finestre per lunghi periodi per cambiare l’aria o per ridurre la temperatura delle stanze.

L’impiego di strumenti per una contabilizzazione diretta dei consumi però si scontra con la tipologia dell’impianto, rendendo necessario l’impiego di soluzioni non sempre precise.

Riallacciandoci al precedente post, erano state esposte le due tipologie di impianto, a colonne montanti ed a sviluppo orizzontale con colonna montante singola:

Nel caso di un impianto a sviluppo orizzontale è possibile procedere ad una contabilizzazione del calore utilizzato dall’appartamento piuttosto precisa mediante l’installazione nel punto di presa dell’impianto dalla colonna montante di un contatore di calore, ovvero di un dispositivo capace di misurare la portata d’acqua calda entrante nell’impianto, misurandone al contempo le temperature di ingresso ed uscita in modo da valutare l’energia termica utilizzata dall’utenza.

In tali condizioni risulta possibile regolare la temperatura entro un certo range (nell’ordine dei 20°C) e pagando “per quello che realmente si consuma“, così come avviene per gli impianti indipendenti.

Contatore di calore

In realtà una quota dei consumi (in genere dal 20 al 50%, in base alle decisioni del singolo condominio) viene mantenuta fissa e ripartita secondo proporzioni sempre stabilite dal condominio, per tenere conto delle dispersioni dell’impianto lungo la linea di trasporto

In aggiunta al contatore di calore è possibile, mediante l’installazione su ogni radiatore di valvole termostatiche, gestire le temperature ed i consumi in maniera davvero efficiente, trattandosi di valvole capaci di regolare il flusso di acqua alla mandata del singolo radiatore in funzione della temperatura impostata sulle stesse, in modo da mantenere la temperatura dell’ambiente costante al valore stabilito.

Valvola termostatica


Valvola termostatica (spaccato)

Nel caso di impianto a colonne montanti non si è in presenza di un unico punto di ingresso per ogni appartamento. bensì di una colonna montante in corrispondenza di ogni radiatore, pertanto la soluzione che si può utilizzare in questo contesto consiste nel ripartitore di calore, ovvero un dispositivo installato sul singolo radiatore in grado di valutare il consumo relativo ad esso da una misura della temperatura del radiatore (eventualmente con una misura della temperatura ambiente, altrimenti assunta pari a 20°C) e comunicare ad una centralina tale valore, ed ovviamente la sommatoria dei singoli radiatori rappresenterà il consumo complessivo dell’appartamento.

Ripartitore di calore

Tale sistema rappresenta una soluzione meno precisa rispetto alla precedente, ma sicuramente valida rispetto ad una NON contabilizzazione dei consumi.

Questa panoramica sugli impianti di riscaldamento domestici si conclude qui, rinnovo l’appuntamento a lunedì prossimo, sempre su AppuntiDigitali, sempre con la rubrica Energia e Futuro .

Press ESC to close