È questa la sconcertante tesi della PRM, l’equivalente della RIAA americana nel Regno Unito, che ha portato davanti al giudice una popolare catena di centri per la sostituzione rapida dei pneumatici, Kwik-Fit. La contestazione riguarda l’abitudine degli operai della catena di ascoltare la radio sul luogo di lavoro, in modo che anche l’avventore possa udirla mentre si trova nelle officine. Questa pratica, secondo PRM, equivarrebbe alla riproduzione o performance in pubblico e richiederebbe perciò il pagamento di una quota – la stessa che sono obbligati a pagare disco-pub e discoteche per riprodurre musica nei loro spazi. È utile sottolineare che la pratica contestata non riguarda impianti di amplificazione installati nelle officine, quanto piuttosto apparecchi di proprietà dei meccanici, i quali se ne servono presumibilmente non per attrarre clienti, quanto piuttosto per alleviare la noia di 8 ore al giorno passare a svitare bulloni, estrarre pneumatici, avvitare bulloni.
Dopo la prima audizione, il giudice competente ha acconsentito a procedere nell’iter giudiziario, che potrebbe terminare con l’accoglimento delle richieste della PRM, pari a 200.000 sterline di danno. Il tutto, malgrado le stazioni radiofoniche già paghino diritti per il broadcasting di materiale protetto da diritti d’autore. Il management di Kwik-Fit si è difeso sostenendo che ormai da 10 anni ha emanato una direttiva che impedisce l’uso di radio personali nel luogo di lavoro.
Nello scorso articolo sul tema, sostenevo di non sapere più se ridere o se piangere. Inizio a propendere per la seconda ipotesi: il solo pensare a dove arriveremo di questo passo fra una decina d’anni, mi fa drizzare i capelli in testa.
10 Commenti »
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e se un mio vicino di casa per sbaglio vede qualche fotogramma della mia TV attraverso la finestra cosa succede, mi arrivano le teste di cuoio della SIAE? :D
dai, si sta rasentando il ridicolo…
ormai siamo ai limiti dell’assurdo…
e non capiscono che facendo così favoriscono la pirateria!
Francamente ho l’impressione che siano veramente impazziti
o che piuttosto le “persone” che si occupano del marketing o dei controlli stiano veramente diventando dei troll… ma di quelli veri.
Si puo’ essere cosi’ abnormi da rivendicare 200.000 sterline su operai che ascoltano la radio mentre smontano gomme o ti riparano la macchina?
Ahahahahahahaha!!!!
Provate ad andare in un supermercato conad oppure Coop,
e vedete se non c’è la musica dalla radio….
Che schifo! Prima o poi bisognerò fare una rivoluzione per questo tipo di problemi e bisognerà far volare e rotolare qualche testa! :D
e se gli operai usassero gli auricolari?
arriava il cliente e fa:” scusi, mi controlla il pneumatico?”
e l’operaio:”eh?”
cliente:” mi sa che ho bucato, puo dare un’occhiata alla gomma?”
Operaio:”cosa?”
cliente:”scusi, puo togliere gli auricolari?” (facendo segno)
operaio:” non posso, non sia mai che scappi qualche nota e vada per caso nei suoi timpani” :D
ma siamo impazziti è l’unica cosa che hanno poveretti per ammazzare la noia e glielo tolgono pure quello…eh già evidentemente sti tizi sadici non conoscono bene la parola LAVORO ma solo rompiamo le palle a chi lavora…. non è la stessa cosa
Ma… se uno ascolta la radio (e non un cd o una musicassetta o un mp3) i diritti non sono gia stati pagati dall’emittente che diffonde la musica?
Io mi ricordo di uno stereo in un bar con il cassettino dei cd bloccato con delle viti per poter dimostrare che la musica riprodotta era solo quella via etere.
[…] Regno Unito torna a fare parlare di sé in tema di pirateria, questa volta in relazione al classico problema dei download illegali da […]
Capisco il voler ragionare per aver ragione, ma avete mai sentito parlare della SIAE? Se in un locale pubblico (bar, officina, negozio ecc.) diffondete musica (non importa se la radio è del dipendente o della ditta) va pagata una tassa…. ma in che mondo vivete? E poi, il commento su Conad e Coop… pensate che se diffondono musica non paghino la SIAE…. ma va là…