Uno dei primi modi in cui mi sono avvicinata all’astrofisica, da piccola, era fare la raccolta “L’Astronomia”, di cui si potevano comprare i fascicoli in edicola. Era suddivisa in varie sezioni, a seconda dell’argomento: “Sistema Solare”, “Stelle e Costellazioni”, “Osservazioni e Strumenti” eccetera eccetera.
Negli anni ’90, però, nessuno si sarebbe sognato di inserire una sezione “Pianeti Extrasolari”. Eppure era proprio in quegli anni che gli astronomi hanno cominciato ad osservare il resto della nostra Galassia, alla ricerca di pianeti simili al nostro. L’interferometro W. M. Keck Observatory ha ottenuto il primo finanziamento nel 1985 e poco dopo alcuni astronomi molto lungimiranti hanno cominciato le osservazioni, per scoprire pianeti orbitanti attorno a stelle lontane da noi. All’epoca questi scienziati erano visti quasi come dei folli, in paragone cercare un ago in un pagliaio è un gioco da ragazzi.
Oggi, invece, la ricerca degli “exoplanets“, ovvero pianeti extrasolari, è uno dei campi più all’avanguardia dell’astronomia: se fai astrofisica e non ti occupi in qualche forma di questo, sei “out”!
Steven S. Vogt dell’Università della California, Santa Cruz, e il suo gruppo hanno cominciato ad occuparsi di questa ricerca circa venti anni fa, e si sono muniti, come si suol dire, di santa pazienza. Sono state necessarie 238 misurazioni, ciascuna delle quali prende un’intera nottata, lungo ben 11 anni di lavoro, per ottenere il risultato in fase di pubblicazione sull’Astrophysical Journal (qui disponibile la versione elettronica). La soddisfazione di trovare il primo pianeta nella “Zona Abitabile” attorno ad una stella, però, è valsa l’attesa.
Lo strumento utilizzato per questa scoperta è HIRES (High Resolution Echelle Spectrometer), il più complesso degli strumenti del Keck Observatory, nelle Hawaii. L’osservazione di un pianeta è molto più difficile rispetto a quella di una stella, visto che i pianeti non emettono luce se non di riflesso, e sono significativamente più piccoli rispetto alle stelle. Diversi metodi, però, sono stati studiati per poter effettuare queste osservazioni. Uno di questi è il metodo delle Velocità Radiali (RV).
Quando una stella ha un pianeta che le orbita attorno modifica leggermente la propria orbita, a causa dell’interazione gravitazionale col pianeta. Questo causa una variazione nella velocità con cui la osserviamo muoversi dalla Terra.
In particolare la velocità radiale, ovvero la componente della velocità della stella nella direzione di osservazione dalla Terra, risulta modificata quando il pianeta effettua i suoi giri attorno all’orbita. Questo fenomeno può essere misurato osservando le linee spettrali della stella, che cambiano a seconda della velocità di spostamento, a causa dell’effetto Doppler (per questo il metodo è anche chiamato “spettroscopia Doppler”).
La stella rossa Gliese 581, distante circa 20 anni luce dalla Terra, è un’ottima candidata per questa ricerca, infatti essendo una “stella nana” (red dwarf) subisce in maniera più significativa gli effetti gravitazionali dei propri pianeti. Ben 6 pianeti orbitano attorno a questa stella, e due di essi, nominati C e D sono incredibilmente vicini alla zona abitabile attorno alla stella. Peccato che C è leggermente troppo caldo e D troppo freddo per poter rientrare in questa zona.
La Zona Abitabile, o “Goldilock Zone” (facendo riferimento alla storia dei Tre Orsi, a casa dei quali Riccioli d’Oro deve trovare la sedia della misura giusta, il letto soffice in misura giusta …), è una zona all’interno della Galassia in cui vi possono essere stelle che ospitano pianeti abitabili, e una zona attorno a queste stelle dove le condizioni di temperatura e luminosità sono tali da permettere all’acqua di rimanere allo stato liquido e quindi alla vita di evolversi.
Se per il Sole la distanza ideale è, ovviamente, quella della Terra, per altre stelle la distanza può essere diversa. Nel caso di Gliese 581, per esempio, un pianeta deve essere considerevolmente più vicino alla superficie della stella rispetto a quanto non lo sia la Terra. Questo perché Gliese 581 ha solo l’1% della luminosità del Sole, quindi bisogna starci molto più vicino per raccogliere sufficiente calore.
Steven S. Vogt e i suoi collaboratori hanno scoperto un altro pianeta attorno a questa stella, Gliese 581G, in orbita a circa 21 milioni di km attorno alla propria stella (0.14 U.A. cioè 0.14 volte la distanza Terra-Sole), che è proprio nella Zona Abitabile di quella stella.
Il pianeta Gliese 581G ha una massa circa 3 volte superiore a quella della Terra e quindi è probabilmente roccioso. Data la sua massa e la sua distanza dalla stella, si può dedurre che abbia un’atmosfera sufficientemente densa, simile a quella della Terra, e una temperatura media sulla superficie tra i -30 e i -4 gradi centigradi.
Vista la vicinanza e la differenza di massa con il proprio sole, è facile dedurre che il pianeta G mostri sempre la stessa faccia alla stella, proprio come fa la Luna verso la Terra. In questo caso ci saranno zone sul pianeta considerevolemente più calde, e sarebbe sufficiente viaggiare da un continente all’altro per trovare diverse condizioni climatiche.
Ovviamente in un tale scenario, solo la metà illuminata potrà essere abitabile, ma questo pianeta può offrire un’ottima opportunità per lo sviluppo della vita, offrendo una vasta variazione climatica alle varie latitudini.
Un altro vantaggio di questo sistema è la natura stessa della stella. Sebbene le nane rosse siano considerevolmente meno luminose del Sole, hanno un’aspettativa di vita decisamente più lunga. Il nostro Sole ha materiale bruciare “solo” per circa 10 miliardi di anni, dopodiché collasserà per diventare una Nova, portandosi dietro ogni forma di vita nel proprio sistema.
Le nane rosse, al contrario, possono andare avanti per centinaia di miliardi di anni, più dell’intera vita dell’Universo finora. Gliese 581G non ha quindi fretta: ci saranno in futuro, se non ci sono state in passato, occasioni per sviluppare qualche forma di vita sulla propria superficie.
Ma il valore maggiore di questa scoperta sta proprio nel fatto che è stata fatta dopo circa 20 anni da quando si è cominciata la ricerca. Sembra un tempo molto lungo, ma non lo è affatto. Se si considera la quantità di stelle presenti nella nostra Galassia e quante ne sono state osservate per trovarne i pianeti, si capisce come sia quasi incredibile averne già trovato uno. Inoltre Gliese 581 dista solo 20 anni luce da noi: solo altre 100 stelle circa sono cosi vicine al Sole, e di queste solo una decina sono state osservate.
Viste le probabilità in gioco, o abbiamo praticamente vinto il SuperEnalotto, oppure possiamo concludere che una frazione tra il 10 e il 20% delle stelle nella nostra zona della Galassia ospita un pianeta abitabile. Se estendiamo questo numero a tutta la Galassia (o almeno a tutta la zona abitabile della Galassia…. non in pancia al buco nero centrale) e magari a tutte le galassie presenti nell’Universo, si capisce subito la portata di questa scoperta.
Il fantascientifico futuro in cui l’Uomo convive con altre razze all’interno della nostra Galassia, magari viaggiando da un pianeta all’altro, potrebbe non essere poi così tanto fantascientifico…
Ogni volta che leggo questa notizia mi viene in mente Battlestar Galactica
Articolo fantastico!
Le prospettive aperte da questa scoperta sono esaltanti a dire poco, l’unico mio cruccio è che non so ancora se vivremo abbastanza per poter mettere piede di persona su Gilese 518G.
Ma chi lo sa… oggi diamo per scontate tante cose che fino a 40 anni fa reputavamo impossibili o quantomeno improbabili! ;)
A me Mass Effect! :-)
Molto, molto affascinante.
Un paio di dubbi sulla tecnica: la stella avrà in genere più di un pianeta attorno a se, e la variazione di velocità misurata sarà funzione della massa e distanza e posizione angolare di tutti i suoi pianeti assieme; come si fa a ricavare le informazioni per più pianeti separatamente?
@Caterpillar
Magari pensi al momento di quando i ‘coloni’ arrivano sulla Terra ? :D
Quando ho letto il titolo del’articolo mi è venuto un brivido: un pianeta abitabile che non è la Terra?
Poi dall’articolo si capisce che si parla di zona abitabile e quindi ho ridimensionato l’entusiasmo.
Comunque bisognerebbe vedere anche se ha atmosfera e questa non è
simile a quella di Venere.
Mi sembra di aver letto che se un pianeta ha ossigeno molecolare nella sua atmosfera molto probabilmete deve essere presente un processo chimico che lo rigenera continuamente, altrimenti nel giro di poche miliaia di anni l’ossigeno dalla sua atmosfera si legherebbe tutto con i minerali della superficie.
Adesso ci servirebbe un motore warp :)
Articolo molto interessante, anche se mi vengono dubbi sulla effettiva abitabilità di tale pianeta, essendo la temperatura compresa tra – 3° e -40°, (la temperatura media di marte è -15°, ha un orbita stabile e mostra entrambe le facce al proprio astro) di conseguenza non permette la permanenza di acqua allo stado liquido, un altro dubbio viene dalla massa di tale pianeta, circa 3 volte maggiore, di conseguenza ci troveremmo in un pianeta con una gravità altissima dove sarà molto difficoltoso muoversi, un’altra caratteristica delle nane rosse è la loro variabilità, aggiunta dal fatto che pianeti cosi vicini all’astro penso siano facilmente soggetti ai flare della stella, senza contare pianeti di massa cosi grande (uno di loro è come nettuno e gliese581c è una volta e mezza la terra), compresi in uno spazio cosi piccolo, 1/10 della distanza terra sole, da creare quindi enormi effetti mareali e scompensi gravitazionali…basti pensare che giove dalla distanza di 3 unità astronomiche non ha permesso la formazione di un pianeta intermedio (ora fascia di asteroidi)….di conseguenza dal “basso” delle mie conoscenze ritengo sia altamente improbabile sviluppare una civiltà in un posto con un clima cosi inospitale…e non capisco perchè tutti questi sforzi non vengano fatti verso Alpha Centauri distante appena 4 anni luce e composta da 2 stelle (non cito proxima) quasi identiche al nostro sole…
e a quel che ha detto fabio985 aggiungo che senza un grosso satellite come la luna e un atmosfera relativamente densa saremmo bombardati dai meteoriti. figuriamoci un pianeta con il triplo della gravità…
io non riesco ad essere così entusiasta della scoperta..
condivido il dubbio sollevato da dargor17
Beh, più che un dubbio la mia è una curiosità tecnica…
Quanto al fatto che ha la massa 3 volte maggiore, la gravità superficiale dipende anche dal raggio (che non mi sono preso la briga di controllare), se è un po’ maggiore del raggio terrestre potrebbe bastare a compensare.
Inoltre per quanto ne so la vita che si è sviluppata sulla Terra sarebbe impossibile con g molto maggiore o minore, ma non so quanto sia la tolleranza…
si dicevo il triplo della forza di gravità a parità di distanza dal centro, che è quel che interessa ai meteoriti =)
siccome la forza di gravità decade con l’inverso della distanza al quadrato, per avere una gravitazione uguale a quella terrestre sulla superficie bisognerebbe che il raggio del pianeta fosse radq(3)=1.7 volte maggiore di quello della terra.. ma di solito i pianeti più vicini alle stelle non sono i più piccoli?
La definizione di zona abitabile è proprio quando l’acqua può essere allo stato liquido… anche se la temperatura media del pianeta è bassa, come ho accennato, si ha una diversità climatica molto interessante e a certe latitudini è sufficientemente caldo da avere acqua.
Per quanto riguarda i meteoriti, difficilmente colpirebbero questo pianeta sulla faccia che da verso il sole. Semmai nell’altro lato, ma tanto quello è intoccabile!
Inoltre sottolineo come l’entusiasmo della scoperta non va ricercato nella possibilità di trasferirsi in quel pianeta dopodomani, quanto nel fatto che in relativamente poco tempo si è riusciti a trovare un pianeta con condizione piuttosto buone per una possibile formazione della vita. Questo ci porta a pensare che le chance di avere pianeti con forme di vita, considerando il numero di stelle e pianeti che ci sono nella nostra Galassia, siano molto alte.
A prescindere dalla gravità, si ha un pianeta come “Nettuno” (di massa 18 volte la terra!!!!) a meno di 0.05 unità astronomiche quando ci si trova in opposizione (dovrebbe essere gliese581b se celestia dice bene).. e altri 5 pianeti oltre al recente scoperto G raggio intorno ai 12000km…tutti compresi nel raggio di 0,2 unità astronomiche..posso solo immaginare le perturbazioni gravitazionali che possono causare…considerato che Nettuno perturba leggermente l’orbita di Urano (non proprio un cucciolo) posto a 10 unità astronomiche di distanza..a questo punto ripeto…è molto piu adatto marte
“magari viaggiando” è e sarà sempre fantascientifico
beh, sempre meglio di LV426!!!!! (aliens’ colony) :-)
x Eleonora…che un trasferimento è impossibile penso sia scontato, dato che con i moderni mezzi arriveremo su alpha centauri in 150000 anni….quindi qui in quasi 1 milione, (ho considerato le sonde che trasportano le persone, non le sonde che raggiungono i 50 km/s grazie all’accelerazione gravitazionale del sole)…riguardo i meteoriti anche se un meteorite colpisse la parte “esterna” come sulla terra la nube che si sprigionerebbe andrebbe ad oscurare anche l’altra parte…e di conseguenza impedirebbe la fotosintesi….e senza giganti gassosi esterni (nel nostro caso giove e saturno) che indirizzano le comete verso i pianeti interni vedo alquanto remota la possibile presenza di acqua allo stato solido e liquido che sia, e di conseguenza la possibilita che la vita di sviluppi, e sempre parlando di fotosintesi non essendo presente l’alternanza giorno notte le piante atte a produrre ossigeno ed eliminare anidride carbonica non potrebbero “rifiatare”….
Potrebbe essere abitabile da esseri umani geneticamente modificati per resistere e adattarsi all’ambiente.
Sarebbe difficile che un essere umano,nato e cresciuto su questo pianeta,possa viverci,tutta la sua struttura corporea,sarebbe messa a dura prova.
Poi l’evoluzione in migliaia di anni,modificherebbe i corpi ma attualmente,l’adattamento all’ambiente sarebbe molto ma molto duro.
Ancora complimenti alla dottoressa Presani per l’articolo.
In effetti abbiamo vinto il super-enalotto se abbiamo scoperto che il 10-20% di sistemi vicini hanno probabilmente pianeti in fascia abitabile.
Comunque questo dovrebbe far riflettere molti che sproloquiano sull’inutilità della ricerca di base :P
“Il fantascientifico futuro in cui l’Uomo convive con altre razze all’interno della nostra Galassia, magari viaggiando da un pianeta all’altro, potrebbe non essere poi così tanto fantascientifico…”
Forse, di queste ultime parole, una rimarrà fantascientifica: “convive”…:D. Scherzi ( o quasi ) a parte, è di sicuro notevole che con così poca osservazione si sia trovato qualcosa come questo pianeta, se non altro i cinesi potranno smettere di controllare le nascite e diventare 2 miliardi…:D ;rischerzo, comunque, ovviamente,quando si parla di vita possibile ci si riferisce sempre al nostro tipo, non sapendo peraltro come lo stesso si sia originato, chissà che a dispetto delle basse temperature non vi siano mega feste e baccanali in quel di Gliese…:D. Comunque per me è una bella scoperta.
Il nostro sole diventerà una nova ?!?!?
Per quanto ne so il Sole diventerà una gigante rossa e successivamente una nana bianca.
Sono praticamente certo che altre forme di vita esistono,sono esistite o esisteranno. Come ben detto da Eleonora se consideriamo l’universo intero le chance che vi siano le condizioni ideali sono altissime. E dire che stiamo osservando bene soltanto da un nanosecondo perchè esistiamo da appena un minuto….
xDoc….Il sole secondo le teorie più accreditate una volta bruciato tutto l’idrogeno al suo interno inizierà a bruciare elio, ciò comporterà un enorme aumento di dimensioni (http://it.wikipedia.org/wiki/File:Sun_red_giant_it.svg) e mercurio venere e forse anche la terra verranno inglobati… Una volta bruciato tutto l’idrogeno gli strati più esterni verranno espulsi e formeranno una nebulosa planetaria, quelli più interni collasseranno diventando densissimi e formeranno una nana bianca, una stella super compressa di dimensioni paragonabili a quelle della nostra terra (Sirio B una delle nane bianche più vicine ha dimensioni leggermente piu piccole della terra, e si pensa che durante la sua fase di sequenza principale sia stata 2 volte più massiva rispetto al sole)…successivamente questa nana bianca inizierà a raffreddarsi e spegnersi fino a diventare una nana nera (quest’ultima è solo un’ipotesi visto che l’universo è ancora molto giovane e non sono state finora scoperte nane nere, anche perchè non brillando di luce propria sarebbero in teoria molto difficili da rilevare)…ciao a tutti!! e cmq mi sn dimenticato di fare i complimenti ad Eleonora l’articolo è davvero stupendo!!!
#cargo
Cara Eleonora, questi sono argomenti che mi appassionano. Cosa ne pensi dei flare a cui sono soggette le nane rosse, specialmente nei primi 2 o 3 miliardi di anni? Avevo letto che potevano essere un problema, in quanto capaci di sterilizzare un pianeta altrimenti teoricamente capace di ospitare vita, almeno nel lato sempre esposto alla stella. Anche il fatto che mostri sempre la stessa faccia (“tidal locked” dicono gli inglesi, non so se c’è un termine coinciso nostrano) è problematico, un po’ per l’eventuale atmosfera (posto che non congeli nella parte nascosta, ci saranno dei bei venti), un po’ per il fatto che ruotando lentamente (una rotazione per “anno”, per rivoluzione) sarà più difficile che possa avere un campo magnetico adeguato per deflettere il vento solare. Può darsi che Riccioli D’Oro abbia proprio bisogno di un pianeta come la Terra alla distanza giusta e magari una luna proporzionalmente gigante come la nostra, che mantenga stabile l’asse di rotazione. Le ricerche su Marte (e in futuro magari altrove) sono interessanti anche per questo: se si trovassero tracce di forme di vita su Marte o nei possibili oceani sotterranei di Europa, allora potremmo pensare che Riccioli D’Oro è di manica più larga la vita può nascere in condizioni meno stringenti. Le nane rosse hanno anche il problema che la zona abitabile dovrebbe essere più stretta, in compenso resta stabile per molti miliardi di annni. Il Sole è in crescendo di energia emessa: fra un miliardo di anni, ma forse anche solo mezzo, la zona abitabile del sistema solare si sposterà all’esterno dell’attuale orbita terrestre. Resteranno dapprima probabilmente solo i tardigradi e pochi esseri estremofili, poi addio Terra.
Comunque il fatto che si riesca già a trovare pianeti di queste dimensioni è fantastico. Peter van de Kamp negli anni ’60 pensava che potesse esserci un sistema planetario intorno alla stella di Barnard, con tutte le controversie che ne conseguirono. La storia era ricordata anche sulle enciclopedie divulgative degli anni ’80, ma in realtà i limiti della strumentazione dell’epoca avevano tratto l’astronomo in inganno, tuttavia la sua idea nel ricercare tramite le oscillazioni del moto stellare non era affatto sbagliata, anzi. Dagli anni ’90, con questo e altri metodi abbiamo avuto le prime conferme e da allora le scoperte si susseguono velocemente. In neanche due decenni siamo a circa 500. Col migliorare degli strumenti e delle tecniche, mi sa che ne vedremo delle belle :)
Comunque viviamo proprio in un epoca fantastica, almeno sotto questo aspetto, in cui tecnologia e conoscenze progrediscono vertiginosamente.
@ Eleonora Presani post 12
innanzitutto complimenti per l’articolo, riguardo all’ottimismo sarei più cauto. da un lato può essere una buona notizia che la vita possa svilupparsi su un 10-20% dei sistemi e che il nostro sistema non sia così particolare. da un altro lato può essere una cattiva notizia il fatto che la vita sia così comune ma comunque quasi mai riesca a raggiungere il livello nel quale è normale viaggiare nello spazio come lo è nei film di fantascienza. se la vita è presente, o meglio, è stata presente anche “solo” nel 10% dei sistemi e nessuna specie è sopravvissuta o è arrivata ad un livello tale da essere capace di viaggiare nella galassia (visto che non comunicano quasi sicuramente nello spazio a noi prossimo), allora la notizia potrebbe anche essere amara, perchè probabilmente è una cosa che non riusciremo mai a fare nemmeno noi e siamo condannati all’estinzione proprio come tutte le altre (comuni) specie aliene piuttosto che a “conquistare la galassia”.
comunque andare a colonizzare questi pianeti è una cosa che a mio parere non avverrà mai fino a che non faremo dei passi avanti come specie umana, non tanto nelle tecnologie. alla fine degli anni 60 sembrava che da li a poco saremmo andati tutti in villeggiatura sulla luna. invece sta la a pochi passi e non ci vuole tornare più nessuno. figuriamoci gli altri pianeti del sistema solare o pianeti extrasolari. non ha nemmeno senso andarci attualmente e non vedo perchè dovrebbe. mi dispiace per la doccia di realismo ma io la vedo così. tra l’altro non mi pare proprio che la specie umana abbia le carte in regola per compiere queste imprese. l’unica cosa che spingerebbe l’uomo a lasciare la terra sarebbe di non avere altre possibilità o di aver trovato un posto dove sa che avrà una vita migliore, situazioni che reputo improbabili o sinistre.
@mede: ci sono un paio di considerazioni da fare: una è che anche se si forma vita, non è affatto detto che poi sviluppi una specie intelligente abbastanza da produrre strumenti fino ad arrivare ad una civiltà tecnologica. Anche se un pianeta è delle dimensioni, massa, chimica giusta ecc. e alla distanza giusta, può darsi che senza una grossa luna sia un problema, con l’asse di rotazione che non riuscirebbe ad essere abbastanza stabile nel lungo termine, non ci sono grosse maree che aiutano ad arrivare sulle terre emerse… allora le probabilità sono ben meno di un 10%. Quelle sono solo le probabilità di cascare nella zona abitabile, ma di fattori in gioco ce ne sono parecchi. C’è perfino un’ipotesi della Terra unica o rara. Se ci pensiamo, il sistema Terra-Luna è abbastanza straordinario e forse non è un caso (insieme a tanti altri fattori), bensì quel sei del superenalotto fra le tantissime possibilità, che ha permesso la nostra nascita.
Ma immaginiamo che si evolva una specie “senziente” su un pianeta: non vuol dire che ci siano comunque le condizioni sufficienti per la tecnologia. Ad esempio, nel nostro pianeta ci sono gruppi di umani che sono rimasti tecnologicamente “primitivi”, pur essendo intelligenti come tutti gli altri. O, se per ipotesi, i delfini fossero intelligenti quanto gli umani, comunque non avrebbero le mani e con la bocca non si manipola molto bene. Forse con pinze e tentacoli… anche se in acqua non si potrebbe accendere un fuoco e fondere metalli e magari si trovano su un pianeta o una luna senza terre emerse.
Un’altro problema: noi stessi abbiamo iniziato ad inviare segnali nello spazio da pochissimo, veramente un niente, su scala geologica. Chi ci “ascoltasse” da un centinaio di anni luce di distanza, penserebbe che sulla Terra non c’è nessuna civiltà tecnologica. Chi lo sa? Uno stadio tecnologico su un altro pianeta potrebbe venire raggiunto fra milioni di anni o la sua specie potrebbe essersi estinta da un miliardo. Noi abbiamo iniziato coi segnali televisivi da appena mezzo secolo e quelli audio sempre via radio da un po’ prima, ma non da millenni o milioni di anni, ma veramente da poco… E da lontano sono segnali debolissimi. Non solo: magari fra pochi decenni ci saranno solo trasmissioni cablate via internet a fibre ottiche e giusto deboli segnali wireless. C’è caso che la “finestra” di emissioni radio duri un batter di ciglia nella storia di un pianeta abitato. E noi cosa trasmettiamo? A parte un paio di casi, noi di messaggi inviati attivamente e appositamente non ne abbiamo mai fatti. Se tutti ascoltano e basta…
Poi, nell’ipotesi che esistano già civiltà interstellari da qualche parte, potrebbero essere lontanissime, fuori dalla portata dei nostri strumenti, forse dall’altra parte della Galassia.
Oppure potremmo non essere in grado di sapere come comunicano… questa vignetta può essere illuminante:
http://xkcd.com/638/
C’è anche un altro discorso. Si parla di colonizzare, ma credo sia più interessante scoprire cosa ha da dirci una specie dall’intelligenza aliena. Forse potrebbe essere pericoloso, forse potrebbe insegnarci molte cose, direttamente o indirettamente. Oppure sono talmente avanzati che a loro non gliene frega molto, come a noi di comunicare con le amebe. Arrivare lì per colonizzarlo? Un viaggio di decenni o secoli per noi è troppo. In “stasi” o in ibernazione, come in certi racconti di fantascienza, forse… e poi a velocità relativistiche il tempo per gli astronauti scorre diversamente (anche se ovviamente questo non vale per i curiosi rimasti sulla Terra). Ma non è detto che questo valga anche per specie aliene: un’altra specie potrebbe vivere mille anni o molto di più. Potrebbe anche essere post-biologica. A noi potrebbe anche non importarcene più di colonizzare un’altra Terra, nel momento in cui diventassimo post-umani oppure semplicemente in grado di adattarci ad ogni ambiente (e chissà il terraforming). Se puoi vivere sulla Luna, su Marte, su una luna di Saturno o un oggetto della fascia di Edgeworth-Kuiper, magari creando bellissimi scenari olografici o virtuali, che te ne frega di un’altra Terra da abitare? Anzi un altro pianeta con forme di vita sarebbe piuttosto un bellissimo giardino da studiare, scoprire e imparare, senza alterarlo.
Insomma è troppo presto per trarre davvero conclusioni, siamo appena agli inizi.
appunto, ma che il pianeta sia nel sentiero “abitabile” (abitabile poi da chi? da specie di vita come la nostra?) ha un interesse relativo se comunque non è abitato, rimane il fatto curioso che siamo “speciali” e penso sia improbabile la luna sia così importante nella formazione della vita, più probabile che abbia avuto un ruolo determinante a portare l’attuale stato di evoluzione. oggi come oggi qualsiasi dato sarebbe interessante, anche sapere che la vita si sviluppa normalmente ma solo in un modo che considereremmo vegetale o comunque una forma che non chiameremmo “animale”. sarà sicuramente più semplice trovare forme di vita meno complesse di questi ammassi cellulari che siamo noi e gli appartenenti ai nostri “regni” terrestri. la possibilità evolutiva che si vada verso un essere senziente e che domimi l’universo gli elementi lo spazio e il tempo sono praticamente nulle anche considerando le tue osservazioni sul tempo, perchè c’era tutto il tempo per farlo, ma nessuno pare dominare la galassia, ne dalle stelle più centrali, ne da quelle più esterne, il che la dice lunga sul nostro destino non a breve termine se la vita è così comune, IMHO, posso anche sbagliare… anche perchè per una serie di motivi mi aspetterei di trovare la vita più facilmente nei pressi del sistema solare che da altre parti se davvero è così comune.
andrei cauto con gli esempi del superenalotto, perchè è vedo che per una persona è difficile vincere, ma è improbabile che nessuno vinca per più di tot estrazioni, dunque si passa da quello che sembra un caso strano a qualcosa che piuttosto prima o poi deve succedere per necessità data l’enorme casistica, stesso discorso per la questione terra-luna. e comunque non è assolutamente detto che non possano esistere condizioni ancora migliori di quelle della terra per lo sviluppo ed evoluzione della vita complessa con altri scenari che non conosciamo, magari con due lune o con due pianeti gemelli, che magari potrebbero essere addirittura più comuni del sistema terra-luna.
da non sottovalutare poi l’importanza del fuoco, infatti praticamente ogni tecnologia umana è basata sul fuoco senza il cui dominio non avremmo la nostra civiltà (non come la conosciamo), e per dominarlo bisogna quasi necessariamente uscire dall’acqua, nel quale però pare che la vita si sia originariamente formata o abbia trovato l’ambiente adatto ad evolversi e adattarsi (anche fosse venuta dallo spazio). abbiamo dunque percorso una lunga strada per sopravvivere alla vita (o alla morte) in questo pianeta, e solo a pensarci appare chiaro che la vita da un’altra parte deve essere davvero molto ma molto diversa, per noi oggi è difficile pensare una civiltà che possa essersi sviluppata in modo differente, certamente siamo unici, ma potremmo non essere i soli. Se però vogliamo credere alla teoria che la vita proviene da un unico seme in grado di viaggiare nello spazio allora non è detto che avremmo specie tanto diverse da quelle terrestri in un pianeta con spinte evolutive almeno simili. sempre contando che già solo sulla terra di specie “bizzarre” ce ne sono e ce ne sono state tante.
come diceva DEGRASSE TYSON nel libro ORIGINI, questi discorsi sono altamente speculativi perchè abbiamo una casistica inesistente al momento, conosciamo solo la terra. nemmeno tanto tempo fa secondo me gli scienziati si aspettavano di trovare vita su tutti i pianeti del sistema solare o quasi, questo avrebbe reso le cose meno complicate. se non troviamo altri pianeti “abitati” (o che sono stati abitati) anche solo da piante o cellule rimarremo in questa situazione. e non credo ci sia un modo semplice per determinare se a 20 anni luce un pianeta possiede la vita, non per i prossimi 100 o 200 anni quasi sicuramente.
questa cosa mi manda al manicomio: praticamente ogni essere terrestre vivente oggi non è altro che un adattamento cellulare durato centinaia di migliaia d’anni di un’unica forma primordiale. anche se siamo tanto diversi tra di noi mi aspetto che guardando forme di vita non terrestri saremmo in grado di distinguerle ad occhio nudo da quelle terrestri.
Quanto segue illustra vari motivi per cui la Luna potrebbe essere stata importante per la vita sulla Terra:
http://en.wikipedia.org/wiki/Rare_Earth_hypothesis#Large_moon
Non si può stabilire facilmente cosa sia “improbabile” o meno, non avendo noi umani abbastanza informazioni, tuttavia per arrivare a forme di vita multicellulari o complesse e soprattutto ad una civiltà aliena, potrebbero essere necessari molti fattori, tra cui questo, rendendo la combinazione alquanto rara. Forse è un caso, ma di fatto, abbiamo l’evidenza che l’unico pianeta del Sistema Solare ad ospitare vita (che noi sappiamo) è anche l’unico ad avere tale configurazione. Non è normale nel nostro Sistema Solare: gli altri pianeti terrestri del Sistema Solare non è che abbiano qualche luna più o meno grande, sono proprio privi di lune o al massimo qualcosa delle dimensioni di piccoli asteroidi, come le due lune di Marte; mentre la Terra si ritrova con una luna paragonabile a quelle più grandi dei giganti gassosi (è grande circa come Io e Europa e neanche Nettuno e Urano hanno una luna così grande e Tritone forse è un oggetto della fascia di Kuiper catturato da Nettuno). Nella fascia di Kuiper (incluso Plutone) i sistemi doppi sono relativamente comuni (13%, se non ricordo male), ma parliamo di un altro tipo di corpi celesti.
Ovviamente la zona abitabile, per come è definita, si riferisce alla vita come noi la conosciamo. Non conosciamo nessun altro tipo di forma di vita, anche se ne sono state ipotizzate di tutte le salse, basate anche su una chimica diversa o anche completamente diverse (e sarebbe estremamente interessante casomai le scoprissimo davvero). Per quel che ne sappiamo, però almeno della vita che conosciamo siamo relativamente sicuri di dove e cosa guardare: dove ci sono condizioni simili all’unico posto di cui siamo certi che è nata la vita, la Terra. Eventuali scoperte su Marte o Europa o altrove potrebbero fornirci ulteriori indicazioni su quanto queste condizioni possano essere più o meno stringenti, per la nascita di quello che noi chiamiamo vita. Il resto, come giustamente dici, è speculazione, come l’ipotesi della panspermia.
Il problema del tuo discorso sul tempo è che noi sappiamo ancora poco di cosa c’è realmente lì fuori. Certamente lascia perplessi (è il famoso paradosso di Fermi), ma come ho già detto, non vuol dire che non ci siano altre specie senzienti e tecnologiche: forse semplicemente non ce ne accorgiamo, perché o cerchiamo la cosa sbagliata (vedi la vignetta delle formiche) e/o per via dei nostri limiti tecnici e/o perché cerchiamo da troppo poco tempo e/o tutti ascoltano solo e/o l’idea di dover dominare la Galassia è un nostro limite mentale o poco pratico (e non è neanche detto che alla fine interesserà a noi che, a dispetto di qualche sognatore, non ci stiamo certo sfiancando neanche per colonizzare i pianeti vicini di casa), le civiltà finiscono in una “singolarità tecnologica”, non ci vogliono contattare o non interferire per mille motivi, non sono interessati perché la Terra è uno zoo o perché semplicemente sono alieni e non ragionano come noi o non sanno che ci siamo e altro ancora, ecc… Potremmo anche essere fra i primi, perché no? Chissà? Finora non abbiamo avuto alcun contatto, ma ciò non dice molto, non vuol dire che non c’è nulla e che ci si estingua ecc., semplicemente i possibili motivi sono molti e non sappiamo quale sia quello giusto, tra cui quella che non ci siano altre specie senzienti e tecnologiche nella galassia è solo una delle tante possibilità.
Allo stesso modo, l’ipotesi della Terra rara (e sul sei concordo con la cautela, tant’è che è espressa dal mio forse). Da noi è successo, se è successo anche altrove… semplicemente non lo sappiamo. Non ne sappiamo abbastanza nemmeno per conoscere davvero le probabilità e quanto possa essere effettivamente raro. Frugare su Marte ha la sua importanza, per capire qualcosina in più.
Eventuali alieni potrebbero essere così diversi da qualunque essere vivente che conosciamo, che neanche riusciamo ad immaginarlo. Se si sono evoluti in condizioni simili, cioè in un habitat molto simile alla Terra, è probabile però che ci sia stata una qualche convergenza evolutiva. Una specie post-biologica invece potrebbe essere veramente aliena.
@ Flare
concordo su mote cose, in effetti quello di dover comunicare o di curiosare può essere una necessità tutta umana e tutta attuale o un condizionamento culturale. un’altra specie anche tecnologica potrebbe non avere le stesse necessità, anche se spesso fantastichiamo sul fatto che una tale civiltà dovrebbe aver appreso tali tecnologie tramite le stesse spinte di curiosità che proviamo noi per capire il cosmo e il suo funzionamento. dunque in una specie dovrebbe arrivare la consapevolezza che per la sopravvivenza OLTRE al periodo in cui la vita è possibile su un dato pianeta, e oltre il periodo in cui una stella brucia in maniera costante e non presenta minacce, e al limite per continuare a mantenere la specie oltre qualche catastrofe galattica, per fare tutto questo (ma anche solo sperare come specie di poter sopravvivere ad un disastro planetario molto probabile dopo millenni) serve un certo tipo di tecnologia per aumentare la possibilità di sopravvivenza a lunghissimo termine, e colonizzare serve anche a questo. ma colonizzare altri pianeti significa raggiungere un determinato livello tecnologico piuttosto difficile da nascondere.
difficile pensare che una specie acquisti tale consapevolezza e allo stesso tempo non sia interessata a comunicare con altre specie intelligenti (non dico con gli umani), ma penso difficilmente una civiltà del genere si preoccuperebbe di nascondersi a noi. sarebbe come nascondersi da una formica appunto.
sulla terra rara mi informerò meglio. ma il discorso della grandezza della luna, pur comprendendo il ruolo importantissimo che ha per il pianeta, non mi convinco che sia stato così determinante. se avessimo 10 pianeti abitati e almeno 9 di essi presentassero sistemi di pianeti-lune simili come proporzioni potrei essere persuaso. se invece è più deteminante il fatto che ci sia acqua allo stato liquido è molto più importante la posizione e la temperatuta raggiunta dalla superficie. la luna può essere importante per tenere l’acqua in superficie, ma anche una rotazione maggiore del pianeta potrebbe dare questo risultato. il fatto che solo la terra abbia un satellite con quelle proporzioni non lo lego alla nascita della vita, perchè la terra ha molte altre caratteristiche piuttosto bizzarre se vogliamo, e forse sono più deteminanti per la nascita della vita. non mi pare che altri pianeti del sistema solare abbiano oceani superficiali come i nostri.
Peccato che questo pianeta non abbia una rotazione sul proprio asse
una parte ghiacciata l’altra rovente :(
@ Alanford
interessante, chissà se comunque non ci sia una parte in mezzo dove la temperatura è accettabile, comunque se c’è un’atmosfera consistente un minimo dovrebbe mediare se può spostarsi. anche qui sulla terra abbiamo due fasce un po’ ostiche per la vita, la parte dell’equatore è abitabile più facilmente sotto l’acqua che sopra, e ai poli è porprio difficile per tutte le forme di vita. abbiamo però due larghe bande abitabili tutto intorno al pianeta, chissà se pur essendo inferiore non possa essere possibile anche li..
@ Alanford : ma cosa dici ? Dio mio che cretinata gigantesca che hai detto. Ma secondo te neanche la luna ruota sul proprio asse ?
Certo che quel pianeta ruota sul proprio asse, solo che e’ in rotazione sincrona con la stella. E questo fa si che’ rivolga sempre la stessa faccia alla stella.
Vedi il caso della luna. La luna gira sul proprio asse nello stesso tempo che impiega a compiere una rotazione intorno alla terra. La conseguenza e’ che dalla terra vediamo sempre la stessa faccia della luna. E chi sta sulla luna vede sempre la stessa faccia della terra.
ma come avrebbero fatto a stabilire anche la rotazione? fonte? io pensavo che derivassero i dati dall’effetto doppler sulla luminosità della stella. come hanno fatto a capire la rotazione del pianeta?
tra l’altro se davvero fanno così secondo me non sono nemmeno in grado di dire l’esatta grandezza (massa) del pianeta solo approssimata per difetto, ma soprattutto non possono dire in maniera semplice e sicura se si tratta di un pianeta singolo o di un sistema pianeta-luna.
sarebbe interessante se non avesse rotazione, significherebbe che il sistema è diverso dal nostro come formazione o che tal pianeta ha un’origine diversa rispetto a quelli del sistema solare
Visto che i pianeti si formano nella nebulosa protoplanetaria contestualmente alla formazione di una stella, la conservazione del momento angolare di tali sistemi impone che i pianeti “ruotino” intorno al loro asse.
Quindi no non ci sono pianeti che non ruotano.
ma ci sono altri pianeti nel sistema solare che hanno rotazione sincrona col sole? scusate l’ignoranza…
Nel sistema solare molte lune sono in rotazione sincrona intorno al loro corpo di riferimento, la luna ovviamente ma anche alcuni satellite di giove e saturno ad esempio.
Per i pianeti veri e propri credo che Venere si avvicini molto alla rotazione sincrona (anche se non e’ proprio esatta).
Il giorno Venusiano e’ di 243 giorni (terrestri), mentre l’anno Venusiano e’ di 224 giorni terrestri.
In pratica l’anno Venusiano e’ piu’ corto del giorno Venusiano. ^_^
questo forse suggerisce che pianeti e lune non si formano allo stesso modo. e che forse i pianeti si formano insieme alla stella agli albori del sistema, mentre alcune lune si formano con materia espulsa dal pianeta stesso, tanto per dire una cavolata. la cosa importante è che dovrebbero suggerire due metodi di formazione diversa se quasi tutti i pianeti hanno una rotazione, mentre la rotazione sincrona non può certo essere un caso visto che tra l’altro è abbastanza comune. ma nemmeno la rotazione, e nello stesso verso dei pianeti. sarebbe interessante sapere se davvero questo pianeta ha una rotazione sincrona, e come è stato stabilito.
@goldorak
Si è come dici tu è quello che volevo scrivere ma stavo uscendo ed avevo fretta (era un modo di spiegarlo in maniera meno complicata )comunque la sostanza non cambia
@goldorak
Un po di confusione ci stà sempre ;)
avevo letto troppo velocemente la notizia :)
@ Alanford : Mi scuso per essere stato irruento nel mio intervento, ma vedere scritta quella frase mi ha lasciato di stucco.
figurati :)
io sono sicuro che è possibile che ci siano milioni e milioni di pianeti abitabili come la terra e sono ancora più sicuro che esistono forme di vita simili a noi ma con caratteristiche diverse e credo che molte di queste cose che io dico siano nascoste dall’america e non solo sono sicuro che tra pochissimi anni ne vedremo almeno uno di questi pianeti abitabii (ovviamente è un’ipotesi) in conclusione io dico che nella nostra galassia ci siano milioni di pianeti abitati da altre forme di vita a noi sconosciute e concludo facendo i complimenti alla dottoressa.