Come tutti i giorni mi reco in ufficio, accendo il mio fidato computer e comincio a lavorare. Tutto in regola: GEM risponde che è una meraviglia e Netscape annuncia la disponibilità di un nuovo aggiornamento. Leggo la mail con Mailer e, dopo il primo briefing giornaliero, apro il mio fidato WordPerfect per scrivere il documento di progetto relativo al nuovo prodotto, creando una serie di tabelle con Lotus 1-2-3.
No, non sono impazzito, è solo uno dei plausibili scenari in cui ci troveremmo oggi se Microsoft non fosse il gigante che conosciamo e non avesse letteralmente fagocitato tutti i concorrenti. Un’evoluzione alternativa del mondo IT, un po’ come accade in Ritorno al Futuro II dopo che il vecchio Biff porta a se stesso nel passato una copia di un Almanacco Sportivo.
Rileggiamo allora la timeline degli ultimi 30 anni in modo “alternativo”.
Anno 1980: Gary Kildall incontra IBM siglando l’accordo della sua vita, che renderà il CP/M-86 il sistema operativo standard dei nuovi PC, creando un connubio destinato a conquistare rapidamente il mercato.
Contemporaneamente Digital Research (DR) è al lavoro anche sull’ambiente grafico GEM (Graphics Environment Manager) per sistemi Atari e, in seguito all’accordo, comincia a prepararne il porting per la nuova piattaforma Intel based. Nel 1985 GEM fa la timida comparsa su PC, ma ciò è sufficiente affinché WordPerfect e Lotus decidano di accordarsi con DR per realizzare specifiche versioni per il nuovo ambiente a finestre.
Nel frattempo una semi sconosciuta Micro-Soft realizza Windows, forte dell’esperienza maturata con i propri software per Mac (Word ed Excel) e tenta di sfidare il gigante Digital Research.
In meno di un decennio DR è sinonimo di computer e IBM, resasi conto dell’errore di non aver sviluppato on-site il sistema operativo per i propri PC, si allea con Micro-soft per realizzare un nuovo sistema operativo GUI based a 32bit. Nasce così OS/2, basato su un kernel innovativo, sulla GUI e sulle API di Windows, che, nel frattempo, viene abbandonato.
Sul versante grafico nel 1994, Aldus compra Adobe e comincia una lenta scalata al settore, che passerà attraverso l’acquisizione della morente Corel fino al rilascio di una specifica suite per i designer.
Il nuovo OS/2 riscuote un buon successo, anche grazie al porting di Word ed Excel dal Mac e all’uscita di MIB Office, ovvero Microsoft IBM Office, in cui viene incluso anche il database DB2 di IBM e PowerPoint, derivato dall’acquisizione di Forethought Inc. da parte di Micro-Soft.
Sul fronte opposto DR si prepara a chiudere definitivamente la partita: nasce GEM 95, un sistema che finalmente porta il mondo del PC alla pari dei sistemi MAC, se non un gradino oltre. Anche Lotus fa la sua mossa e, dopo aver acquistato nel 1993 WordPerfect e sviluppato Lotus Presenter rilascia Lotus Office 95 per GEM95 con cui consolida il proprio ruolo nel settore Office per PC.
Lo scontro si fa agguerrito e IBM, stanca dei continui diktat di Kildall, decide di rafforzare la propria strategia: acquista Micro-Soft e fornisce i PC IBM con OS/2 3 e IBM Office 3. Nonostante le battaglie legali DR non riesce a bloccare l’azione del gigante dell’hardware e sceglie di concentrarsi sui cloni dei PC, stringendo accordi con HP e soci. Gates, dopo la vendita della società, affianca il co-fondatore Allen nella creazione della nuova Fly-Motion Inc., che si dedica alla realizzazione di software per il controllo degli aerei e dei veicoli spaziali.
Arriviamo così nel 2000, alle soglie della Internet Revolution con un mercato dei micro-calcolatori, conteso tra tre protagonisti principali: IBM, DigitalResearch/HP ed Apple.
I primi due si dividono il grosso del mercato con IBM che ha appena rilasciato OS/2 2000 e Digital Research che, dopo un riassetto dovuto alla morte del suo fondatore, rilascia GEM 2001 e DR Office 2001, derivato direttamente da LOTUS Office dopo l’acquisizione della società con la più grossa OPA mai realizzata.
Intanto Apple, che era riuscita ad acquistare da Micro-Soft il settore delle applicazioni Mac-OS, rilascia il nuovo BeMac, basato su BeOS, acquistato da Be Inc. Steve Jobs (CEO Apple), ormai surclassato dai suoi ex colleghi, decide di lanciarsi nel settore della telefonia e di dedicare i primi anni della neo-nata NeXT Telecommunication ad attività di pattern recognition.
Come dicevamo, Internet preme per entrare e la new entry Netscape propone al mondo un browser minimale e semplice da usare, disponibile per GEM, OS/2 e BeMac. Nel giro di pochi anni Netscape conquista il mercato e diventa la base per lo sviluppo dei nuovi standard e delle nuove web application.
I professionisti del settore sono completamente imbrigliati dalle scelte di Borland, che ha ormai eletto Delphi come ambiente di sviluppo preferenziale, rilasciando al contempo un framework cross-platform con cui sviluppare applicazioni per GEM ed OS/2. L’unica alternativa esistente è JAVA di Sun e gli strumenti opensource come Eclipse, che supportano anche il C++ ed il PHP.
Nel 2001 la NeXT Tlc. di Jobs annuncia l’NPod, un dispositivo portatile per la riproduzione della musica digitale, scuotendo così il settore musicale come mai in precedenza.
Nel 2005 Digital Research presenta al mondo GEM 2005 e GEM Office 2005, formalizzando l’interesse per il mercato mobile, proprio mentre Jobs annuncia l‘NPhone che fa rabbrividire i big Nokia e Motorola.
Nello stesso periodo IBM, dopo un tentennamento iniziale, vende il settore hardware alla cinese Lenovo, strappando però un accordo decennale per privilegiare i propri sistemi software. Nel 2008 BigBlue rilascia OS/2 2008 rinnovandone completamente la GUI e introducendo un uovo concetto di security. Segue a stretto giro IBM Office 2008, finalmente utilizzabile attraverso comandi vocali. GEM si aggiorna l’anno seguente con GEM 2010, seguito da GEM Office 2010.
Anche BeMac viene aggiornato alla versione “Giove” e, successivamente, Apple utilizzerà i nomi dei pianeti per etichettare le nuove versioni.
Il resto è ancora da scrivere.
In fondo questa timeline alternativa non è poi molto diversa dalla realtà in cui siamo calati oggi. Cambierebbero parte degli assetti ma la maggior parte degli attori resterebbero probabilmente gli stessi.
Sono convinto che se fosse stata Digital Research a dominare il settore, la frammentazione (cosa ben diversa dalla “concorrenza”) sarebbe stata sicuramente maggiore. Questo perché Kildall era un ottimo tecnico, mentre Gates è un visionario, disposto a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi.
..complimenti, davvero….io, per quanto mi riguarda, aggiungo che l’ultima “sliding doors” a sfavore dell’attuale leadership microsoftoniana sarebbe potuta avvenire anche una decina di anni dopo, col lancio di os/2 warp, nei primissimi momenti favorito a windows (o almeno io ricordo così)…poi che diamine successe, io ancora non l’ho capito….
ma cosa ti sei fumato prima di scrivere queste cose? perchè non metti a giro? :)
Mi piace questa fantascienza :D
Forse ci sarebbero stati sempre dei dominatori con nomi diversi, ma forse ora starei usando BeOS 9 a bordo di un computer con processore DEC Alpha, altroché! :D
…Solo che il povero Gary Kildall non potè vedere la sua creatura, GEM 95, venire alla luce perchè scomparve prematuramente nel 1994… e nella sceneggiatura IBM dovrà trovare qualcun altro con cui litigare!
secondo la tua timeline linux non sarebbe mai nato?
Linux? Sono passati venti anni dal primo abbozzo di kernel e ancora rappresente appena l’1% dell’installato, forse…
l’1% del desktop
lato server le cose sono diverse
lo strapotere di MS è stata una delle molle dello sviluppo, senza MS ci sarebbe stato lo stesso sviluppo?
Già manca linux inoltre secondo me avrebbero potuto avere qualche possibilità anche altri storici competitori come commodore!!!
@phabio76: è ovvio che il tira e molla tra Kildall ed IBM avvengono prima della morte del fondatore di DR. Tra l’altro l’acquisizione di una società è qualcosa che matura in molto tempo… e poi è solo un racconto :-)
@linux & Co.: in realtà Linux è stato abbastanza distante dalle dinamiche commerciali e quindi, probabilmente, non avrebbe avuto un destino molto diverso.
Bella la sliding door di Be!
Secondo me è uno dei più grandi “what if” della storia, del resto Apple ha market share relativamente basso ma utili stellari. Sono convinto che se sotto Leopard al posto di Darwin avessero scelto Be, non sarebbe cambiato quasi niente.
A monte di tutto questo, il PRIMISSIMO bivio credo che se lo meriti Xerox: potevano essere i padroni del mondo, ma sono rimasti al palo a fare fotocopiatrici…
Si puo’ fare una ipotesi di scenario nel caso Commodore e Amiga non fossero morti?
Geniale, complimenti vivissimi all’autore.
Questa “scena” alternativa mi ha veramente appassionato!
Complimenti all’autore!!
Queste realtà alternative mi hanno sempre affascinato tantissimo e l’idea di legarla al mondo dell’informatica la rende ancora più gustosa. Perché non allargarlo più in generale all’elettronica di consumo e svilupparlo sotto forma di racconto breve? ;)
cmq geniale!
Fa pensare.
@felicep
linux distante dalle logiche commerciali è un falso mito: il 75% del codice del kernel è scritto da corporations non da volontari
intel, ibm, novell e oracle sono tra i maggiori contributori
l’avrebbero fatto lo stesso in mondo senza il monopolio MS?
http://apcmag.com/linux-now-75-corporate.htm
La Fantastoria è una materia avvincente!
Io però cambierei alcuni nomi con Commodore, Debian, Red Hat…
Poi, ue, magari sbaglio, eh?
Manca assolutamente il vero protagonista di fine anni 80, inizi anni 90 che è l’Amiga: nel settore home, video, grafica e in tutto quello che oggi è un computer casalingo (MULTIMEDIALITA’), Hardware Amiga + AmigaOS erano eccezionali: con la metà dei soldi e del marketing Apple a quest’ora ci sarebbe un AmigaOS anche nei forni.
Io avrei visto più un A-BOX da gioco che un AmigaOS da scrivania.
Inoltre Commodore si sarebbe tirata dietro tutta la sua cricca, Motorola in primis che non avrebbe sposato il partito IBM per poi morire coi suoi PPC.
Peccato! Mi pare che con questo articolo si sia caduti piuttosto in basso… e te lo dico anche come appassionato di letteratura e fantascienza. Tentare un’oparazione di fantasia di questo calibro necessita di riflessioni ben più complesse per riuscire a costruire una “sceneggiatura” credibile. Quella che hai fatto si basa su luoghi comuni, partigianeria e una certa puerilità critica: non funziona per nulla!
Se dovessimo trarre delle riflessioni su quanto detto, comunque, ci sarebbe da parlare molto: sicuramente senza alcuna possibilità di fare storia con i “se” perché, come ben dimostrato, si tratta di fenomeno olistico e perciò indeterminabile.
Tieni presente almeno che:
1- la concentrazione industriale e commerciale è un fenomeno imprescindibile (se DR non avesse dominato il mercato sarebbe stata acquistata da un altro più grosso).
2- Non è assolutamente vero che le tecnologie migliori si affermino (non vale nemmeno la pena fare esempi in questo senso, comunque anche DR-DOS era meglio di MS-DOS).
3- Personaggi come Gates e Jobs (che addirittura risorge dalle sue ceneri) non avrebbero accettato per loro natura un ruolo defilato. Come loro, in realtà, anche molti altri: non perchè sono dei “visionari” come vorrebbero far credere, ma perché sono degli “squali” del mondo industriale.
4- Considera anche che l’informatica personale è stata per molto tempo una defezione di tecnologie ben più avanzate già ampiamente sviluppate in ambito professionale.
5, 6, 7, … e così via…
Riamaniamo con i piedi per terra! Buon lavoro
Saluti
… per esempio credo che se anche Kidall avesse dato il SO a IBM, Gates (che aveva già riscosso il successo del BASIC) se lo sarebbe “pappato” facilmente in una successiva occasione…
non so che lavoro facciate voi, ma la mia esperienza sarà forse di parte, comunque quella dei meriti e delle capacità tecniche è una componente che contribuisce solo marginalmente sul successo… il mondo, ahimé… è dei furbi!
ancora ciao
Per quanto riguarda il ruolo di Commodore,
sebbene nell’immaginario collettivo sia rimasto un segno indelebile e chi ha avuto la fortuna di usare il commodre 64 e l’Amiga ne conservi gelosamente il ricordo, il suo impatto sul mercato complessivo dei personal computer fu di una certa importanza ma non determinante. Verso la metà degli anni ’80, nel momento di massimo splendore, era la terza forza del mercato, dietro IBM, Apple e davanti a Tandy Radio Shack.
Era leader nel settore degli home computer ma questi erano usati quasi esclusivamente come macchine da gioco (nonostante avessero tutte le caratteristiche di computer general porpose).
Infatti il mercato degli home computer si è istinto nella prima metà degli anni ’90 quando il PC si è affermato come piattaforma di riferimento anche per i videogiochi, basta pensare ad Alone in the dark, doom, indycar, ecc..
Quando il PC è entrato nelle case, la stessa definizione di home computer ha perso il suo significato.
L’unica possibilità per Commodore sarebbe stata quella di puntare su una macchina da gioco dedicata, una console vera e propria, che tagliasse i ponti con il passato e avrebbe avuto tutto il tempo, fino al 1995, anno in cui debuttò la PlayStation…
@Giovanni: grazie per l’attenzione. Ovviamente è solo un’idea, un pensiero, nessuno può dire realmente come sarebbero potute andare le cose se alcuni eventi non fossero avvenuti o fossero stati siglati accordi diversi.
Non era nelle mie intenzioni realizzare l’ennesimo articolo di approfondimento o di critica, ma semplicemente lasciare spazio all’immaginazione, cosa che è in parte è riuscita da quanto leggo nei vari commenti.
Giusto per continuare la discussione da te avviata:
1) Non è proprio così. A metà degli anni ’70 nessuno sapeva dove avrebbe condotto il mercato dei microcalcolatori e che espansione avrebbero avuto. Tant’è che Xerox, come giustamente evidenziato da SorenStirner, poteva dominare il settore ma ha abbandonato tutto. Anche IBM creò il PC perché “lo facevano tutti” e non perché all’inizio ci credesse poi tanto, motivo per cui non si preoccupò di realizzare un proprio OS, ma solo di debuggarlo.
2) A lungo andare le tecnologie si equivalgono, se chi insegue può investire ed è in grado di innovare. Esempio lampante: Word vs Wordperfect. Alla maggior parte degli utenti alla fine interessa poco chi produce il sistema, l’importante è che faccia quello che deve fare senza troppe complicazioni. Come negli altri settori le idee migliori si “copiano e si migliorano”, quello che da un vantaggio fondamentale è essere i primi. Digital Research sottovalutò gli utenti che preferirono un sistema non perfetto (e qui sono gentile) come l’MS-DOS al CP/M-86, più funzionale ma venduto a quasi il quadruplo. DR DOS fu solo il tentativo di rimanere a galla, dopo il DOS PLUS, invertendo i ruoli: ormai era la società di Kildall a inseguire e copiare le scelte di quella di Gates.
3) Gates e Jobs sono più uomini di marketing e visionari che tecnici. Ma nessuno di loro avrebbe potuto scontrarsi con i Big se si fossero trovati in una situazione subalterna e non da leader del settore.
4) Su questo punto non sono assolutamente d’accordo. Soluzioni come Amiga (inizialmente pensato come console per il mondo ludico) dimostrano il contrario e anche IBM con il PC Jr. tentò di entrare nelle “case” con un approccio completamente diverso da quello usato per il mondo B2B.
5) , 6), 7)…
Mi piace questo esercizio, non condivido le posizioni di chi lamenta scarsa riflessioni né tantomeno l’affermazione “la concentrazione industriale e commerciale è un fenomeno imprescindibile” presa senza correttivi.
Detto questo vorrei solo aggiungere non avremmo probabilmente visto mai una DR prendere le sembianze di MS e produrre applicazioni (con l’eccezione di compilatori e interpreti) poiché Kildall riteneva che sviluppatori di OS e di applicazioni dovessero rimanere distinti. Partendo da questa posizione non si sarebbe mai preso la responsabilità o il rischio di testare la tolleranza della un tempo sollecita autorità antitrust USA – cosa che invece ha fatto Gates, nel più placido sonno dell’antitrust.
ok.. ok.. vorrei scusarmi per essere stato un po’ affrettato e sicuramente troppo duro nel “troncare” l’articolo… e poi, nulla di personale: era solo una mia opinione di lettore abituato ai ricercati “camei” del venerdì sera che solitamente proponeva Di Domizio.
Comunque, gradisco di gran lunga all’articolo la tua risposta al mio post e spero che questo possa condurre tutti ad ulteriori riflessioni.
Io ho voluto essere forse eccessivamente cinico nei giudizi, ma questo è quanto mi torna alla mente quando penso ad un mercato in fase di sviluppo, estremamente promettente, ma anche incredibilmente instabile come quello dei personal computer alle sue origini. Ma forse tutto ciò è solo nella mia immaginazione e dovrei documentarmi meglio. In effetti i big di allora erano davvero potenti (HP, DEC, la Sperry subito dopo IBM poi UNISYS…) e probabilmente non avrebbero lasciato spazio a certi singoli ambiziosi.
@Di Domizio
certo, avrei dovuto argomentare meglio l’affermazione… forse ero trascinato dal cinismo iniziale e ti assicuro che credo, specialmente in seno al contesto di cui si parla, nella possibilità di rapide riscosse contro i “Golia” dell’IT (in questo senso ti inviterei a leggere la mia “visionaria” recensione di “hackers” di Levy che avevo mandato a Jurassicnews e che é tra le poche cose che sono riuscito a mettere nel mio sito).
Comunque Google mi pare che rappresenti abbastanza bene un esempio contemporaneo di concentrazione.
Aggiungiamo che se i dirigenti di commodore non fossero stati foraggiati dalla concorrenza probabilmente avrebbe sfornato macchine piu competitive.
Ovviamente tutti di diritti intellettuali della commodore , che
sono alla base di tutti i moderni pc, sono stati recuperati con le successive operazioni di acquisizione e fallimento.
Ovviamente questo e’ solo un mio viaggio di fantasia …. o forse no…
Ciao Giovanni, ora capisco meglio quel che intendi. Purtroppo l’esercizio nell’ambito del possibile è fallace per definizione perché dei vari iceberg che chiami in causa vedi sempre e comunque la punta. Magari da angolazioni diverse, ma sempre la punta è.
Tanto è vero questo che, pur trovando stimolante e ottima per AD la visione di Felice, io lo stesso pezzo lo avrei scritto in modo molto diverso. Per esempio partendo dal presupposto che Kildall (come altri della sua generazione) era un genio innovatore più che uno squalo commerciale (come invece era la dirigenza IBM, come era Gates, Jobs, Ellison, Bezos etc. etc.) e che quindi difficilmente DRI avrebbe mai potuto occupare su questo mondo una posizione lontanamente analoga a quella di molte aziende hanno costruito le proprie fortune su patent trolling e altre pratiche di mercato discutibili – e sull’inazione delle autorità di controllo.
Tuttavia Kildall non era un allocco, e dunque avrebbe potuto ben fare mente locale e affilare le unghie. Per inciso, non credo che avrebbe fatto la stessa tragica fine se la sua vicenda lavorativa avesse preso un’altra piega ai tempi di IBM.
Insomma, per nostra sfortuna (o fortuna?) tutti i mondi possibili sono solo materia di opinione: l’unica cosa indiscutibile è il presente.
Venendo alle concentrazioni, le definirei una cattiva prassi più che un dato imprescindibile. Cattiva prassi consolidata negli anni e sovvenzionata dai cortocircuiti (alle spalle dei cittadini/consumatori) che s’innescano fra potere economico e potere politico. Google è oggi l’emblema dell’inazione della un tempo sollecita autorità antitrust USA e, per il potere che concentra nel mondo Internet (tipo il fatto di tenere in pugno la maggioranza degli introiti di moltissimi editori da cui dipende la “libertà di stampa” tanto per dirne una), è un colosso che mi spaventa. Peraltro dotato di ambizioni di “controllo planetario” nemmeno troppo ben dissimulate e coperto ormai dal motto “don’t be evil” tanto quanto un elefante può ritenersi coperto da un filo d’erba.
Questo non toglie che certe concentrazioni abbiano avuto i loro lati positivi: la possibilità di scambiarsi dati, portare applicazioni da un computer all’altro, avere un terreno comune per il networking, nel 2010 rappresenta in certa parte un’emanazione di concentrazioni industriali spesso con importanti profili anticoncorrenziali. Ecco, in un mondo perfetto le autorità competenti si sarebbero accorte dell’importanza degli standard prima che aziende private se ne appropriassero, e in questo avrebbero reso un grosso servizio ai consumatori. Ma se negli opulenti anni ’80 la situazione non appariva ancora abbastanza chiara, nel 2010 è forse tardi per imprimere al mercato un’inversione a U, tanto più con questi chiari di luna…
Trovo molto interessante l’idea su come sarebbe potuta essere un’epoca informatica alternativa a quella che viviamo oggi. Se però non fosse stata Microsoft la leadership del mercato ma fosse stato invece un altro, per esempio DR come ipotizzato in questo articolo, avremmo avuto oggi dei personal computer con hardware e software ancora più avanzati ?
Io dico sempre che La più grande spinta per l’evoluzione dell’ Hardware e del software è arrivata dal fatto che i PC hanno iniziato a diventare “macchine da intrattenimento” globale. Videogiochi compresi! Questo, insieme alla pantagruelica fame di risorse di Windows ha fatto si che in poco meno di 10 anni i computer abbiano decuplicato potenza e prestazioni…
Il mondo dell’azienda, sembra paradossale è più chiuso, più prudente, anche a fronte di investimenti “obbligati” (c’est à dire, no P2P) milionari.
Proprio oggi un mio amico mi diceva che nella sua azienda hanno ancora AS400 su PC Pentium con Windows XP. (tralasciamo ovviamente server, mainframe, eccc..ecc…)…
Parliamo di “Home computing” o informatica da azienda “media”…
E ciò che ha creato questa corsa all’Hardware, PER ME e lo sottolineo è stato Windows e i Videogiochi.
Stesso discorso per l’evoluzione software…
Secondo me per riequilibrare la situazione odierna un ipotetico crononauta con le dovute conoscenze e possibilità d’azione dovrebbe semplicemente stroncare sul nascere gli accordi di fatto esclusivi che legano Microsoft e gli OEM.
Secondo me basterebbe agire su questo parametro nella linea temporale per dare automaticamente spazio ad altri concorrenti. Per esempio gli OEM avrebbero liberamente allegato OS/2 lasciando scegliere agli utenti cosa usare senza essere minacciati da Microsoft.
BeOS avrebbe avuto anche lui le sue possibilità e venendo ai giorni nostri altri os avrebbero più spazio come FreeBSD essendo nato in una condizione di non monopolio.
Certo. Non necessariamente la concentrazione industriale rappresenta il male; il fatto che l’abbia definita “imprescindibile” era una amara reminescenza di determinismo marxista-leninista (“imperialismo come fase suprema del capitalismo”) perché sembra che il verso di ogni concentrazione industriale miri al monopolismo e al dominio globale (in fondo anche i cittadini di Orwell erano felici).
Comunque sono perfettamente d’accordo sul fatto che tutti avremmo voluto descrivere lo stesso periodo in modo diverso… poiché nessuna ipotesi che formuleremmo potrebbe essere dimostrata allora sarebbero tutte possibili. In questo senso, piuttosto che condividere la formulazione di Felice dovremmo solo apprezzarne la provocatorietà di fondo (e magari divertirci a contestare, ma con rigorosa e antipatica cognizione di causa, ogni posizione che “non ci piace”).
@Michele
Credo che DR-DOS era più avanzato di MS-DOS solo nel tentativo di sopravvivere e tentare di raggiungerne i primati di vendite. Non credo che si debba imputare a Microsoft in particolare qualsiasi forma di “oscurantismo” tecnologico. E’ evidente che come leader assoluto di un mercato ha cercato di mantenerne il primato anche rallentando la velocità di innovazione. Tutti gli altri avrebbero voluto trovarsi al suo posto ma solo per poterne imitare le azioni: non per fare i benefattori dell’umanità, ma bensì benefattori di sé stessi (vedi per esempio la prepotente espansione di Novell all’inizio dei ’90 quando, più ambiziosa di tutti gli altri dopo il successo di Netware, tra i vari acquisti indiscriminati nel mondo IT ha pure pensato di comprarsi UNIX).
e poi …@Runway
Purtroppo, alcune volte i metodi di Microsoft sono stati contestabili… e alcune, anche se troppo poche volte, gli sono anche stati contestati (vedi internet explorer di w95).
Non credo però che sia stato il caso dei contratti OEM che, se sono stati avviati, probabilmente permettevano vantaggi ad entrambi: probabilmente a MS di arricchirsi e agli OEM solo di sopravvivere!
Ricordo che OS/2 aveva altri problemi piuttosto che l’impossibilità di essere liberamente distribuito presso i rivenditori, per esempio: almeno due anni di ritardo sulla presentazione, problematiche tecniche di funzionamento soprattutto nella retrocompatibilità con MS-DOS, requisiti hardware troppo ambiziosi per una vasta fascia di mercato a cui bastava solo un OS per gli AT più adeguato di MSDOS e non “un sistema operativo 32 bit completamente nuovo”… IBM si è trovata a doverselo fare da sola mentre MS è passata a NT.
Ma forse, non ne sono al corrente, qualche intimazione da parte di MS presso gli OEM ci sarà pure stata, ma magari è solo politica commerciale molto agressiva.
e infine… @simon71:
è logico che per le aziende non è divertente dover continuamente comprare nuovo hardware e software solo per rimanere al passo coi tempi… una certa continuità è indispensabile anche per i necessari processi (e costi) di apprendimento nonché per l’affidabilità dei prodotti. Ci sono comunque aziende che puntano anche sulla carta dell’innovazione estrema, ma solo a fronte di sicuri vantaggi. Se nomini AS400 probabilmente ti stai riferendo ad ottimi programmi gestionali per cui le problematiche che ho indicato sopra sono letteralmente la guida all’investimento e sono importanti.
I videogames, in effetti, sono “usurpatori” di risorse, ma non credo che siano sufficienti a costituire la molla dell’avanzamento tecnologico (infatti ci sono sempre state le consolle, forse ancor prima dei personal).
Ci sono invece anche settori in cui operano le aziende dove la “sete” di innovazione tecnologica è importante per rimanere nel mercato o per sopraffare la concorrenza: questi hanno sicuramente beneficiato dei progressi hardware e software per aumentare competitività, efficienza e magari raggiungere il successo. Mi riferisco in generale ad aziende che operano nel settore medico, nei trasporti, nelle comunicazioni, l’editoria e, per quanto mi riguarda, nella progettazione e produzione tecnica ed industriale… insomma, il computer è da un po’ di tempo che, anche nelle aziende medie e piccole, non serve solo a registrare fatture o stampare bilanci.
PS: magari sono anche settori in cui i prodotti hardware e software hanno margini più interessanti… analizzate prezzi e prestazioni di nVidia GeForce e nVidia Quadro!!!… (io sono una “mosca bianca” mi piace la grafica avanzata… ma preferisco ATI).