di  -  venerdì 10 Settembre 2010

Siamo abituati ad attribuire le grandi innovazioni del settore informatico ad aziende e a tecnici statunitensi, così come quelle elettroniche alle geniali menti del Sol Levante.

Purtroppo in questo walzer tra un lato e l’altro del globo, l’Italia è quasi sempre un semplice  spettatore che fatica a tenere il passo e a captare le nuove opportunità.

Eppure proprio un italiano ha accesso la fiamma che scalda il cuore dei nostri computer, il microprocessore. Si tratta di Federico Faggin, vicentino doc, laureatosi in Fisica all’università di Padova nel 1965.

Prima di raggiungere l’obiettivo accademico, Faggin passa alcuni anni alla Olivetti, ricoprendo anche il ruolo di responsabile del progetto di un piccolo computer digitale.

Forte dell’esperienza maturata e della tesi sui flying spot scanner (sensori), si dedica per due anni, dopo la laurea, all’attività di ricerca presso l’università, prima di approdare nel 1967 alla SGS-Fairchild (oggi STMicroelectronics) in Brianza. Qui sviluppa i principi della tecnologia MOS, Metal Oxide Semiconductor, destinata a diventare la base per la produzione dei moderni circuiti integrati.

Nel 1968 la società lo invia presso la consociata Fairchild Semiconductor (ne abbiamo parlato qui), nella mitica Palo Alto in California, dove assume, in breve tempo, il ruolo di Team Lead nel progetto che concretizza i suoi studi sulla tecnologia MOS.  A due anni di distanza il fisico italiano approda alla Intel, fondata da altri due ex dipendenti della Fairchild, Robert Noyce e Gordon Moore.

Faggin entra così in contatto con gli ingegneri americani Marcian Edward Hoff Jr. e Stanley Maze per il progetto commissionato dalla giapponese BusiCom, interessata ad un sistema elettronico per la sua nuova calcolatrice da tavolo. I tre tecnici riprogettano l’intero circuito computazionale in modo da essere contenuto in un unico chip e nel 1971 presentano l’Intel 4004,  il primo microprocessore su singolo chip della storia. In realtà viene realizzata un’intera famiglia di chip, l’ MCS-4, composta, oltre dal 4004 a 4bit, anche dal 4001 (ROM), dal 4002 (RAM) e dal 4003 (Shift Register).

Figura 1 – Intel 4004

Il costo di sviluppo fu di circa 150.000$, un infinitesimo se confrontato con i costi dei sistemi hardware del periodo, molto più complessi e, soprattutto, inferiori, a livello computazionale. Il 4004 è in grado di elaborare 60 mila operazioni al secondo, indirizzare fino a 4 kbit di memoria e viene proposto ad un prezzo di 400$. Ma l’innovazione non si ferma e i laboratori Intel, a solo un anno di distanza, presentano l’8008 (ne abbiamo parlato qui), sempre sotto l’attenta guida di Faggin. Si tratta del primo chip interamente a 8 bit, su cui Scelbi realizza il primo microcomputer in “scatola da montaggio” al prezzo di 450$.

Ma nel mondo dei microprocessori manca ancora il supporto agli interrupt per la gestione delle periferiche esterne, richiesto a gran voce dai big del settore OEM, e Faggin risponde progettando l’8080, che, nonostante le remore iniziali del management societario, conquista rapidamente il mercato dei microcalcolatori. Soprattutto la nuova CPU diventa la base di sviluppo per l’8088 utilizzato da IBM nel progetto originale del suo PC.

Nonostante il successo, il legame tra Faggin ed Intel si è ormai incrinato e nel 1974 il fisico lascia la società per fondare la Zilog,  Z(latest)-i(ntegrated)-log(ic) devices (ultimissimi ritrovati nei circuiti integrati), a Cupertino. A due anni di distanza nasce lo Z-80, il microprocessore più evoluto dell’epoca, rimasto sulla cresta dell’onda per oltre quindici anni ed utilizzato, in forma di clone, persino sul GameBoy di Nintendo.

Figura 2 – Z80

Faggin, però, guarda ancora oltre e, dopo aver lasciato la Zilog, per contrasti con i finanziatori, fonda agli inizi degli anni ‘80 la Cygnet, operante nel settore delle telecomunicazioni, e nel 1986 la Synaptics con cui realizza il Touchpad.

Come evidenziato, Faggin è stato sicuramente fautore di invenzioni che hanno cambiato il concetto stesso di tecnologia, anche se i Big del settore hanno spesso cercato di offuscarne i successi. Intel non gli ha  mai perdonato l’addio, tentando addirittura di attribuire la paternità del 4004 ad un altro suo fedelissimo progettista. Tentativo del tutto inutile visto che sui Wafer del processore sono chiaramente visibili le iniziali “F.F.” e che i primi due brevetti riguardanti il 4004 sono proprio a nome di Faggin.

Anche i rapporti con IBM non sono mai stati facili, essendo la Zilog finanziata dalla Exxon (proprietaria, tra gli altri, della ESSO) in diretta contrapposizione con BigBlue. Questo, probabilmente, fu uno dei motivi per cui il PC IBM venne progettato sul meno potente 8088/8086 invece che sul prestante Z80. La ruggine accumulata è perdurata fino al decennio scorso, come prova il fatto che IBM ha tentato, in ogni modo, di trovare una soluzione alternativa al touchpad per i suoi notebook.

Attualmente Faggin è amministratore delegato della Foveon, compagnia che produce avanzati sensori di immagine per fotocamere digitali, tra cui Foveon X3, ritornando un po’ alle sue origini, ovvero all’argomento della sua tesi e ai primi anni da ricercatore.

Insomma un Italiano con la “I” maiuscola che ancora una volta dimostra come il nostro Paese sia ai vertici quando si parla di eccellenze e di innovazioni destinate a condizionare il futuro. L’unica amarezza è che poi il “sistema Italia” non è quasi mai in grado di cogliere l’attimo, perdendo il treno che altri prendono al volo. Un esempio ulteriore: Olivetti…. ma questa è un’altra storia che presto racconteremo.

Video sul 35esimo anniversario dell’Intel 4004

47 Commenti »

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  • # 1
    [D]
     scrive: 

    Se i pezzi d’Italia ce li tenessimo in Italia finanziando concretamente le loro ricerche, invece di costringerli alla fuga per poi fare la figura dei pezzenti ipocriti, ricordandoli quando hanno raggiunto il successo lontano dai lidi natii, sarebbe molto ma molto meglio

  • # 2
    Mattia
     scrive: 

    Se fosse rimasto all’Olivetti chissà oggi che sarebbe successo

  • # 3
    Gibbo
     scrive: 

    Non sapevo che Faggin avesse fondato anche Synaptics!

    Ps: Ultimo paragrafo: “Insomma un Italiano con la “I” minuscola…” povero Faggin! :P

  • # 4
    alessandro
     scrive: 

    incredibile! è emozionante tutto questo, non pensavo che un italiano avesse fatto tanto!!! e poi i touchpad!!!! grande

  • # 5
    Human_Sorrow
     scrive: 

    Lo Z-80 lo programmavamo a scuola!
    Non avevo la minima idea che fosse ‘Made by Italian’ :D

    L’Italia occasionalmente sforna grandi menti ma l’italiano medio, bè sappiamo tutti a che livelli sia … e questo è il problema secondo me.

    PS: ottimo articolo!

  • # 6
    homero
     scrive: 

    splendido articolo…
    mi sento male a pensare come sia stato sottovalutato nel suo paese…

  • # 7
    iva
     scrive: 

    Eheh, qui al lavoro in uno degli sfondi del desktop ho l’immagine ingrandita del chip del 4004.
    Sulla parte dove c’e’ “F.F.” ho messo una nuvoletta con scritto “italian design” tanto per ricordare agli americani, con una certa arroganza, da dove e’ iniziato tutto :)

    ps nell’articolo si fa un po’ di confusione tra 4004 e 4040 (che e’ venuto dopo, nel 1974)

  • # 8
    [D]
     scrive: 

    “da dove e’ iniziato tutto”

    Eh da dove è iniziato tutto ? Dai soldi e dalla fiducia verso le nuove tecnologie degli americani.

  • # 9
    iva
     scrive: 

    “da dove e’ iniziato tutto”, voleva dire da quale cervello e’ iniziato tutto il percorso nel diventare il maggior produttore al mondo di microprocessori.

    l’Intel e’ nata producendo memorie non cpu, ma questo non tutti lo sanno o ricordano.
    la decisione di muoversi finalmente fuori dal mercato delle memorie non fu una scelta facile ed indolore, anzi.

    ho messo lo smile per evidenziare la frase intesa in senso scherzoso, ci sono americani che credono loro abbiano inventato pure la pizza :)

  • # 10
    TheFoggy
     scrive: 

    Mi sembra incredibile che, nonostante siamo in Italia, NESSUNO a scuola abbia mai accennato che, in qualche modo, la paternità dei microprocessori moderni si debba ad un italiano. Faccio ingegneria informatica e arrivo dal corso di perito informatico..il 4004 e l’8080 sonos tati trattati abbastanza bene, ma nessuno ha mai detto “sapete che li si deve ad un italiano?” (anche solo per gonfiare un po’ il nostro ego, ed aumentare il tasso di attenzione..). E invece? nulla. All’università si parla di come si realizzi un MOS, di come funziona, di dove viene usato, ecc ecc..ma qualcuno ha mai dettoche le basi le ha gettate un italiano? No. Di nuovo. C’è una strana tendenza a credere che le menti italiane non valgano nulla. Magari è vero che ne abbiamo meno degli USA e del giappone/cina (favoriti anche dal numero di persone, non dimentichiamolo..), ma quelle poche che ci sono andrebbero valorizzate. Anche se, per vari motivi, le loro invenzioni migliori sono avvenute all’estero. Chissà se avremmo già gli i7, senza le ricerche di Faggin, o se le sue idee sarebbero state realizzate solo diversi anni dopo, con conseguente ritardo nello sviluppo tecnologico.. Martedì ho un esame su microelettronica, dove si parla dei MOS..vado a riferire al professore, che avrebbe anche potuto dircelo (sapevo che Faggin avesse fatto molto, ma non sapevo fino a questo punto..addirittura la Synaptic..cioè la produttrice di un buon 85-90% dei touchpad dei portatili venduti!)

  • # 11
    [D]
     scrive: 

    Il problema è che senza il cervello di chi possiede il grano o ha il potere di metterlo in movimento, non si va da nessuna parte.
    Gli itagliani d’oggi, sono figli di quei fanatici che quando Galileo ha chiesto loro, in ginocchio, di guardare dentro il telescopio e di valutare con i loro occhi la forma non perfetta della luna, questi gli hanno risposto che non si sarebbero avvicinati ad uno strumento del demonio.
    Gli itagliani che comandano oggi sono quelli che si permettono di fare leggi assurde per mettere il guinzaglio a cose e tecnologie che non concepirebbero neanche se al posto del cannocchiale di Galileo, avessero l’ Hubble.

  • # 12
    Stefano P.
     scrive: 

    Bell’articolo su un grande protagonista nella storia dei microprocessori.
    Ovviamente concordo con: “… L’unica amarezza è che poi il “sistema Italia” non è quasi mai in grado di cogliere l’attimo, perdendo il treno che altri prendono al volo. …”
    Il sistema-Italia non è fatto per fare innovazione.

  • # 13
    phabio76
     scrive: 

    Molto interessante.
    Solo una precisazione: i costi di sviluppo dell’intel 4004 furono rimborsati da Bob Noyce a Busicom per riacquistare i diritti del design del chip e per il suo riutilizzo all’interno di altri dispositivi.
    Ma 4bit non erano sufficienti nemmeno per pilotare una teletype…
    All’epoca Intel aveva in testa calcolatrici e semafori!!!

  • # 14
    Flare
     scrive: 

    Grande Faggin! Un mito e non se lo ricorda nessuno. I nostri eroi nazionali sono i calciatori & Co.

  • # 15
    The Solutor
     scrive: 

    Giusto per precisare, Exxon non è proprietaria della Esso, Exxon e’ la Esso, solo che non può più usare il marchio Esso negli USA a causa di una vertenza con una delle altre “baby standard oil”.

    Esso sta appunto per S.O. (con lo spelling in inglese).

  • # 16
    Arunax
     scrive: 

    Da noi a lezione (Ingegneria Elettronica a Bologna, e più precisamente nel corso di Calcolatori Elettronici) è stata fatta un’ampia digressione su questo genio; direi che la sua idea più grande e rivoluzionaria è stata proprio quella di piazzare tutti i componenti fondamentali del processore su un unico chip: ha dato inizio ad una tendenza a portare tutto on-chip che continua tuttora (basta pensare ai System-on-a-Chip che ormai sono ubiqui nell’ambito mobile). Onestamente che sia italiano o meno lo trovo secondario; mi dispiace invece molto che un inventore di questa portata sia poco conosciuto, a prescindere dalla nazionalità.

  • # 17
    The Solutor
     scrive: 

    @Arunax

    E che vogliamo dire di un altro italiano (anche se emigrato da ben più giovane che Faggin, che è assolutamente sconosciuto qui da noi ?

    Tale Andrea/Andrew Viterbi cofondatore di una azienducola come Qualcomm, nonchè creatore dell’omonimo algoritmo ?

    O di Massimo Marchiori, creatore dell’algoritmo Hypersearch genitore di quel PageRank che ha fatto le fortune di google ?

  • # 18
    phabio76
     scrive: 

    @The Solutor
    … e di Lorenzo Thione creatore di Bing
    … e di Leonardo Chiariglione co-inventore del formato MP3

  • # 19
    The Solutor
     scrive: 

    Grazie, Thione mi mancava, e in effetti mi mancava anche il fatto che bing fosse frutto di una acquisizione.

    Mea culpa, continuo a farmi sfuggire sempre che quando c’è una cosa MS che funziona è perché hanno comprato una ditta che la sapeva fare. :-)

  • # 20
    Pleg
     scrive: 

    @ The Solutor

    Beh Viterbi e’ praticamente americano, essendo emigrato negli US a 4 anni. Italiano invece e’ il CTO di Qualcomm, Roberto Padovani (che e’ anche professore a UCSD).

    E come dimenticare Alberto Sangiovanni-Vincentelli, cofondatore di Synopsys (e professore a Berkeley, e POlitecnico di Milano prima)? Synopsys non fa chip… ma permette a tutti gli altri di farli :)

  • # 21
    Dustin Offa
     scrive: 

    Aggiungerei anche marini e zappacosta, fondatori di Logitech.

  • # 22
    Gas
     scrive: 

    [OT]
    @Arunax: con chi hai fatto Calcolatori ?
    [\OT]

  • # 23
    Pleg
     scrive: 

    PS: facciamo una mappa dei ricercatori/inventori menzionati in questo thread:

    Chiariglione => credo fosse al Fraunhofer? Quindi Germania

    Faggin, Thione, Viterbi, Padovani, VIncentelli => USA

    Qualcuno nota un… “pattern” ? ;)

  • # 24
    simon71
     scrive: 

    io quando leggo certi articoli sono indeciso se piangere o incazzarmi come una iena….

    Sapevo già di Faggin, meno degli altri….Spero che Intel (che lo ha licenziato con disonore) faccia ammenda e come fece Bush con la vertenza Meucci/Bell riconosca a questo genio la paternità che gli spetta….

    Potrei dire però che l’attuale CEO Intel, Paul Otellini,, pur se americano americano…beh…il cognome la dice lunga….

  • # 25
    The Solutor
     scrive: 

    Beh Viterbi e’ praticamente americano, essendo emigrato negli US a 4 anni. Italiano invece e’ il CTO di Qualcomm, Roberto Padovani (che e’ anche professore a UCSD).

    Beh, si, comunque dipende sempre dal singolo, a me (che abito in piemonte da quando di anni ne avevo 1,5) non mi passa per la testa di sentirmi o definirmi piemontese, a casa parlo il mio dialetto correntemente, anche se comprendo tranquillamente quello indigeno e così via), c’è chi invece si trasferisce qua, magari a 20 anni, e nel giro di 1 o 2 ha tagliato qualsiasi ponte col passato.

    Certo Viterbi è comunque un caso particolare, alla fine la sua azienda e’ conosciuta ai più per lo standard CDMA, che è quanto di meno europeo possa esistere, anche se, ovviamente dietro le quinte la situazione è tutt’altra.

  • # 26
    The Solutor
     scrive: 

    @simon

    Ti consiglierei di guardarti questo

    http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo.aspx?id=2169

    Parla di Marconi, ma è di una attualità disarmante.

  • # 27
    Cochrane
     scrive: 

    Intel 4040 o, meglio, 4004?

    Direi che c’e’ un errore nell’articolo, comunque ottimo.

    Per non dire del video: emozionante vedere Faggin parlare del 4004…

    Grazie per i vostri articoli.

  • # 28
    degac
     scrive: 

    Complimenti per l’articolo.
    Completamente incredulo sul fatto che Faggin abbia creato la Zilog (Z80, un’altra generazione di computer! Mancava solo che avesse preso parte pure ad Amiga!) e tantomeno Synaptics-Touchpad!

    Dire agli americani che NON fanno/sanno tutto loro è molto dura… e sono piuttosto ipocriti in questo (tralasciando i meriti dei nostri italiani, ci sono un sacco di altri ‘stranieri’ che hanno portato a grandi scoperte).

    Mi domando: se Faggin fosse rimasto in Italia?
    Secondo me non avrebbe combinato nulla, sarebbe diventato – forse – professore in qualche università e poco altro, dubito che le sue conoscenze in Olivetti avrebbero portato a cambiamenti significativi.

    Triste ammetterlo, ma l’unico posto giusto era la Silicon Valley dove si sperimentavano nuove tecnologie per la produzione di chip (cosa che non mi risulta Olivetti facesse – tanto meno altre imprese italiane e/o europee)

  • # 29
    Felice P. (Autore del post)
     scrive: 

    @Cochrane e @iva: grazie per la segnalazione… ovviamente è il 4004.

  • # 30
    simon71
     scrive: 

    @DEGAC

    Che io sappia Olivetti è stata subito dopo la guerra e per tutti gli anni ’60 una delle Aziende più all’avanguardia. Già negli anni ’50 ad Ivrea si era capita l’importanza dei computer, e se Olivetti non ha “soffiato” il posto ad IBM come prima azienda produttrice di “calcolatori elettronici” è stato per una serie di concause, non ultima la dirigenza miope alla morte del fondatore. Sta di fatto che Olivetti era all’avanguardia nel mondo: la prima azienda dove i dipendenti potevano entrare in ufficio quando volevano (a patto di rispettare compiti e consegne), dove i salari erano i più alti in Italia e dove le condizioni contrattuali erano anni luce avanti..Persino a livello americano…

    Il piacere e il ricordo di avere “smanettato” nei miei 13 anni con un M10 (il primo portatile della storia) è per me fonte di orgoglio e nostalgia…

  • # 31
    Mattia
     scrive: 

    @ degac

    Olivetti aveva un centro di ricerca nella silicon valley, e se non sbaglio la apple a quei tempi prendeva consulenze da essa
    io sono di Ivrea, non sai come si sta a passare attraverso ai palazzi che ospitavano gli uffici, ora si sono ridotti molto ma per fortuna la proprietà è sempre Olivetti, si poteva avere un posto di lavoro sicuro per migliaia di giovani, me compreso.
    Spero che esca un bell’articolo su tutto questo, magari la redazione potrebbe farsi un giretto a Ivrea, Scarmagno, sede di un enorme stabilimento modello, con parchi che farebbero invidia a un giardino botanico o ad Arnad dove esiste ancora la Olivetti I-Jet che produce testine per stampanti (il brevetto è ancora in mano degli italiani, chissà per quanto)

  • # 32
    degac
     scrive: 

    @simon71 e @mattia: non intendevo dire che Olivetti non è stata grande, volevo solo far notare come Faggin è andato alla SGS-Fairchild che produceva tecnologie per i chip, non computer; alla Olivetti sarebbe stato ‘fuori posto’ in quanto le sue competenze – probabilmente – non sarebbero state sfruttate nella maniera più efficiente.
    Che poi la stessa Olivetti avesse un centro di ricerca (per cosa? sarebbe bello saperlo) nella Silicon Valley indica ‘quanto avanti già allora’ erano nel capire ‘dove’ era il terreno più fertile per l’innovazione tecnologica.

    M10 – da quanto so – è un ‘clone’ rimodellato e rimarchiato Olivetti dell’83, quando oramai la ‘supremazia’ era svanita: un buon esempio nel sapere utilizzare la tecnologia (di altri) e rivenderla – non di certo un esempio di ‘estro creativo’ degli anni ’50 e ’60…

  • # 33
    Alex
     scrive: 

    Ragazzi non esageriamo con la storia degli italiani. Per un 1% di italiani che rendono onore e prestigio alla nostra nazione possiamo trovare un 99% di scienziati americani che hanno fatto la storia dell’informatica. E ricordatevi che con l’orgoglio non ci condite neanche l’insalata. Quello che invece ci deve far riflettere è che nella vita la passione e la costanza vengono sempre ricompensate indipendentemente dalla nazionalità.

  • # 34
    The Solutor
     scrive: 

    degac

    L’ m10 era un Kiocera.

    http://oldcomputers.net/kc85.html

    Lo differenziava quel pizzico di sedign italiano che Olivetti riusciva ancora a produrre dopo la debacle dell’M20.

    E non era già più la Olivetti con la O maiuscola quella del comunista.

    Nonostante questo oltre a clonacci come l’M10 o l’M24, qualche idea giusta frullava ancora nella teste di quella azienda.

    Vedi il quaderno, in anticipo di 25 anni sui netbook, o l’Envision, in anticipo di 15 anni sui vari mediacenter attuali.

    Troppo in anticipo, e senza un Jobs in grado di piazzarli, purtroppo.

  • # 35
    ono-sendai
     scrive: 

    a proposito di grandi cervelli ai più sconosciuti, c’è anche Bruno Murari
    http://www.wired.it/magazine/archivio/2009/04/storie/mr-accelerometro-un-uomo-al-silicio-.aspx

  • # 36
    simon71
     scrive: 

    @Solutor…

    Hai ragione….su questo non posso dire nulla….

    Magari ci fosse stato uno Steve Jobs alla Olivetti…Ma pure un Raskin o un Wozniak…..

    :(((

  • # 37
    simon71
     scrive: 

    @Alex

    Marconi, Meucci, Fermi, Majorana, Faggin, Rubbia e ne dimentico senz’altro tantissimi altri…e mi limito al mondo scientifico del ‘900….Non a quello artistico e non (altrimenti la lista sarebbe più lunga, vedere Agnelli Senior, Ferrari,Olivetti, Piacentini,Pirelli,Bugatti,eccc..ecc….) mi pare che bastino per affermare che si, saranno stati pure l’ 1%, ma che hanno direi fatto la storia del ‘900….In ogni settore, dentro e fuori del loro Paese…

    Se metti insieme tutti gli stati Europei, la maggior parte di essi, insieme non hanno dato in 100 anni (non parliamo poi se dovessimo considerarne 2000) quello che “certi” italiani hanno dato….

    Parlo di CREAZIONE, INTUITO, GENIO….

    Che poi abbiano pagato (non tutti) lo scotto di vivere in un Pese da sempre politicamente ed economicamente disastrato è vero…..
    Gli americani invece hanno avuto la “pappa pronta”….agevolati da strutture ed infrastrutture che in Italia non ci sono mai state…Ed ecco perché gli italiani sono stati ancora più GRANDI!

    Leggiti la storia di Sabin, il primo “fisico acustico” della storia, colui che ha capito per primo come e da dove si propaga il suono…..

    ciao

  • # 38
    HalfBoy_halfmachine
     scrive: 

    La lista dei nomi e delle loro attività è sinceramente disarmante e incredibile. Ma ci sono dei giovani?

  • # 39
    Alex
     scrive: 

    @simon71
    Nessuno mette in dubbio i contributi di questi italiani. Ma giusto per farti rendere conto guardati la lista dei Turing Award (l’equivalente del premio Nobel per l’informatica)

    http://en.wikipedia.org/wiki/Turing_Award

    Ci vedi Italiani o scienziati di origine italiana?

  • # 40
    Marco
     scrive: 

    Senza togliere nulla a nessuno, ecco un’asettica lista degli eventi che portarono alla realizzazione del microprocessore:

    1959 – Jack Kilby (Texas Instruments) brevetta il “circuito integrato”.

    1959 – Robert Noyce (Fairchild Semiconductor) brevetta il transistor planare.

    Successivamente gli IC prendono piede grazie alle commesse militari (Minuteman II assorbirà quasi tutta la produzione dei primi anni) e civili (Apollo Guidance Computer).

    1970 – Le memorie a semiconduttore cominciano ad essere impiegate nei computer commerciali (Data General Super Nova).
    Noyce e Moore, assieme a Groove (sempre della Fairchild) fondano la Intel e cominciano a produrre il famoso Intel 1103, un chip di memoria della capacità di 1024 bit.
    Ted Hoff viene assunto in Intel per lavorare alla commessa Busicom.
    Al posto di un set di chip a logica cablata, Hoff progetta e brevetta, assieme a Stan Mazor e Federico Faggin, una sorta di “computer su un chip”. L’intento principale è quello di creare un mercato per le proprie memorie.
    Stando alla letteratura IBM il progetto dettagliato del 4004 è stato fatto da Stan Mazor e Federico Faggin (le iniziali di quest’ultimo compaiono nel die, e verosimilmente Intel non ha ritenuto sponsorizzare troppo l’operato di Faggin, visto che ha fondato un’azienda concorrente). Masatoshi Shima di Busicom ha altresì collaborato alla progettazione.

    Recentemente Gil Hyatt di TI ha pure rivendicato l’invenzione del microprocessore.

    Per finire, nel 1997 è stata resa nota della documentazione, fino a quell’anno secretata, di un computer militare, precisamente il CADC, utilizzato a bordo dei primi F-14. Progettato presso la Garrett AiResearch da un team capeggiato da Steve Geller e Ray Holt e costruito attorno al chipset MP944, da alcuni considerato il primo vero microprocessore.
    Citando wikipedia:
    “However, David A. Patterson argues that the F-14 CADC should not be considered a microprocessor in the modern sense and instead a “microprogrammed special purpose computer, using a variable number of custom chips.”[2][not in citation given] Russell Fish, noted Motorola designer, said that “Is the CADC designed in 1968 by Ray Holt and Steve Geller a microprocessor? The answer is ‘YES’. Their PDU and PMU chips are probably the world’s first math coprocessors.. Three decades later, Mr. Holt’s solution must still be viewed with awe. It is by any definition a technical tour-de-force of the first order.”

  • # 41
    Jacopo Cocchi
     scrive: 

    parte degli eventi erano stati citati qui seppur in altro contesto :)

    alla fine si finisce a fare del crosswriting in questo ambito, per forza di cose..

  • # 43
    Zeirus
     scrive: 

    Signore e signori, il nostro illustre Federico Faggin è stato insignito di un prestigiosissimo premio alla “National Medal of Science Awarded” come “Inventors of the Microprocessor”, insieme ad altre due persone: Marcian E. Hoff Jr. e Stanley Mazor. Sarà niente meno che il Presidente Obama a consegnar loro il premio alla Casa Bianca.

    Fonte: http://www.whitehouse.gov/the-press-office/2010/10/15/president-obama-honors-nations-top-scientists-and-innovators

    Questo titolo è fra i più prestigiosi ed ambiti negli Stati Uniti d’America, se escludiamo il premio Nobel, ovviamente… ;)

    Congratulazioni al nostro italianissimo Federico Faggin! :)

  • # 44
    nibble
     scrive: 

    Complimenti per la competenza e la memoria lunga.
    Si potrebbe inserire negli articoli una bibliografia minima?
    ciao

  • # 45
    Felice Pescatore (autore del post) (Autore del post)
     scrive: 

    @nibble
    Provvederò sicuramente.

  • # 46
    nibble
     scrive: 

    @Felice Pescatore
    Ti ringrazio.

  • # 47
    ferry
     scrive: 

    Ferry24

    Intervengo sull’argomento e sul contributo di Faggin alla realizzazione del primo microprocessor (o forse per essere più esatti, del mezzo-microprocessor). Faggin è “uno dei realizzatori del primo microprocessore, il 4004 di Intel”. Questo è vero., ma non è uno degli inventori dei microprocessor. Il microprocessor come idea non era e non è brevettabile. Le idee non sono mai brevettabili ma solo la loro realizzazione. L’idea di avere in unico chip un’intera funzione (come il microprocessor) era di tutti. Era il tred tecnologico che portava a questa richiesta. Gli architetti, come il sottoscritto, chiedevano ai tecnologi di integrare sempre più funzione in un chip, in modo di avere a disposizione sempre più funzioni prefabbricate (per fare un paragone è come per costruttori di auto di formula 1, che invece di ricevere pistoni, bielle, cilindri , ricevono il motore già bello e fatto da un costruttore di motori) . Nella storia dei computers solo due sono stati gli eventi che hanno rivoluzionato i computer; la scoperta (casuale)/invenzione del transistor (Bell Lab) e l’invenzione brevettata del “transistor PLANAR” da parte Jean Hoerni della Fairchild che ha permesso la realizzazione dei circuiti integrati. Il resto è stato solo un’evoluzione natutale dell’integrazione. Il primo che è riuscito a mettere dentro un chip tutto il necessario per l’elaborazione dei dati non ha gran merito (casomai il merito ce l’hanno i costruttori delle atrezzature (fisici, meccanici e ottici) per produrre transistors sempre più piccoli). Innanzitutto l’Intel ha brevettato solo alcuni aspetti secondari del 4004 e non certo il microprocessor che come inventore formale è stato riconosciuto Gilbert Hyatt (brevetto del 1990, ma la richiesta risaliva al 1970, che descriveva una possibile realizzazione – se fosse stata l’unica possibile soluzione sarebbe il più ricco del mondo, in realtà dal suo brevetto non ha avuto praticamente royalty). Nel 4004 Faggin era il tecnologo che aveva portato dalla Fairchild la tecnologia necessaria e che aveva il compito della realizzazione fisica, l’architetto era Ted Hoff e Mozar si occupava del software. Dovevano realizzare una calcolatrice su richiesta dalla Busicom Corp. (lo schema di questa calcolatrice lo si può trovare in :http://gizmodo.com/5089345/replica-4004-calculator-features-first-intel-microprocessor-used-by-mankind). Il 4004 era un mezzo-microprocessor perché trattava solo numeri e perciò usava solo 4 bits (per un vero microprocessor sono necessari minimo 6 /8 bits per trattare anche i anche i caratteri – vedi la storia del bytes da me personalmente scritta in Wikipedia, sia in italiano che in inglese – http://it.wikipedia.org/wiki/Byte, http://en.wikipedia.org/wiki/Byte). Ted Hoff era riuscito a progettarla con solo 4 chips (uno era il 4004). L’Intel considera Ted Hoff il realizzatore del del primo microprocessor (non l’inventore perché non ha alcun brevetto in merito). Certamente Ted Hoff fu il principale artefice del 4004 perché era l’architetto che l’aveva ideato. Inizialmente l’Intel ha tentato di accreditarsi come inventore del microproccessor, poi però ha desistito di fronte alla realtà e si è accontentato di dichiarare di essere stato il primo a realizzarlo (perchè era solo un 4-bit mentre Motorola e altri lavoravano per un 8 bit).

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