Non sempre nella storia informatica sono i prodotti migliori a trionfare. Molto spesso anzi, fredde logiche commerciali e/o errori palesi di marketing, decretano la fine di prodotti validi, consegnando al mercato soluzioni tecnicamente inferiori.
Senza tema di smentita, è questo il caso dell’OS progettato congiuntamente da IBM e Microsoft per rappresentare il successore di MS-DOS e delle prime, poco fortunate, versioni di Windows: parliamo di OS/2, il primo sistema operativo nella storia dell’informatica attorno a cui si è costituito un gruppo di supporter volontari.
L’argomento è fin troppo vasto per poter essere affrontato esaustivamente nello spazio concesso da un blog. Desidero tuttavia tratteggiare per sommi capi la parabola di OS/2, il sistema operativo che avrebbe potuto portare il multitasking nel mass market già ai tempi del PC AT (basato sulla CPU Intel 80286), ovverosia il 1984. Se non fosse stato per Windows…
Va innanzitutto ricordato che, ai tempi dei primi PC IBM, se durante la scrittura di una lettera commerciale avessimo avuto bisogno di fare un calcolo, ci si sarebbero presentate tre alternative: fare il calcolo a mente, mollare il nostro costoso giocattolo per cercare una calcolatrice da 10.000 lire, o salvare la lettera, cambiare dischetto, riavviare il PC e lanciare l’applicazione “calcolatrice”. Insomma: c’era bisogno di multitasking: dopotutto gli esseri umani, chi più, chi meno, sono macchine multitasking.
Fu così che, dopo aver vinto la riluttanza di Bill Gates a scrivere un OS che fosse in grado di trarre vantaggio delle intrinseche capacità multitasking dell’80286 – Gates riteneva fosse il caso di aspettare il 386, al tempo ancora in fase di sviluppo – IBM e Microsoft nel 1987 diedero alla luce OS/2 1.0: un OS ancora immaturo, dotato di una scarna interfaccia testuale ma già compatibile con MS-DOS e ricco di soluzioni all’avanguardia, tra cui, per l’appunto, il multitasking.
Va rimarcato che, a Redmond, lo sviluppo di OS/2 – lanciato in concomitanza con i sistemi IBM PS/2 – fu per alcuni anni contemporaneo a quello di Windows (la 1.0 è dell’85, la 2.0 dell’87), che però era poco più che una shell grafica costruita su MS-DOS, con rudimentali capacità di multitasking. Le novità di OS/2 al contrario, erano ben superiori alla sola GUI. Non dimentichiamo poi che negli anni ’80, fra MS e IBM, il gigante era IBM.
Nel 1990 si consumò dunque l’inevitabile scisma: da un lato MS realizzò che Windows 3.0 generava più danaro e aveva prospettive migliori di OS/2. Dall’altro, la visione di IBM, che intendeva usare OS/2 per incrementare le vendite dei suoi PS/2, era incompatibile con un mercato nato attorno a standard aperti – tra l’altro creati dalla stessa IBM – e perciò sempre più competitivo.
Fu così che dal ’90, lo sviluppo di OS/2 1.0 (e la prossima ventura versione 2.0) rimase nelle mani di IBM, che ne fece da allora un sistema più stabile, leggero e veloce di quanto non fosse mai stato ai tempi della partnership con Microsoft. OS/2 3.0, rimasto a MS ma ancora in fase preliminare, fu ribattezzato Windows NT.
Lo sviluppo dei due sistemi procedette da allora in modo competitivo, con Microsoft sempre più forte delle partnership con gli sviluppatori software e, soprattutto, coi produttori di “cloni”: gli stessi soggetti che andavano relegando IBM a un ruolo sempre più marginale nel mercato PC.
Nel 1992 OS/2 raggiunse la versione 2.0, unanimemente considerata a better DOS than DOS, a better Windows than Windows. Non a caso: coeva di Windows. 3.1, la seconda release dell’OS di IBM offriva un file system paragonabile a NTFS, il supporto a nomi file lunghi, la gestione contemporanea di varie istanze di MS-DOS, ciascuna isolata dalle fondamenta dell’OS. Tutto questo, quando il top delle CPU era il 486 e 8 mega di RAM erano un lusso.
Purtroppo per IBM, e un po’ anche per noi, era già troppo tardi. Con Windows 95 si sarebbe di lì a poco consumato il più grande lancio mai avvenuto nella storia informatica, e contestualmente, la definitiva marginalizzazione di OS/2.
OS/2, prima di essere venduto alla Serenity System, che lo ribattezzò eComStation, raggiunse la versione 4 (OS/2 Warp 4). Ad oggi, le pressioni su IBM per il rilascio dei sorgenti dell’OS – ormai commercialmente morto – sono andate deluse.
Col senno di poi, la fine di OS/2 è responsabilità di entrambe le aziende coinvolte nel suo sviluppo. Con la differenza che Microsoft ha avuto tutta la convenienza a soffocare OS/2 con accordi commerciali aggressivi e “monopolizzanti”, con produttori di PC e sviluppatori.
IBM dal canto suo, dopo aver pagato la scelta di aprire l’architettura PC con la progressiva marginalizzazione della sua quota di mercato nel settore – consumatasi visibilmente proprio ai tempi del PS/2 – ha tardato a capire che non era col software che poteva riconquistare il mercato hardware PC: nemmeno col migliore in circolazione.
Per ulteriori approfondimenti: A short story of OS/2 sulla cache di Google.
Avrebbe portato anche il grid computing … gia’ all’epoca, ci stavano pensando!
Un vero peccato… devo dire che comunque Microsoft non si è mai smentita da questo punto di vista: sono bravi, bravissimi a fare marketing e a venderti i loro prodotti, ma “un pò meno” a crearli.
Microsoft IMHO è il più grande squalo commerciale che si sia mai mosso nella silicon valley. Scaltra, opportunista e senza scrupoli nell’approccio sul mercato, resta storicamente molto indietro alla concorrenza in quanto a qualità dei prodotti. Il fatto che oggi ce la ritroviamo come detentrice del 90% del mercato OS PC ci fa capire molte cose. Ma non è solo merito di MS: anche IBM ha fatto la sua parte di stron**te.
Il fatto che IBM non sia riuscita a salvare il suo settore PC con OS/2 getta un raggio di luce anche sulla decisione di Steve Jobs di chiudere il mercato dei cloni, non credete?
Alessio,
Dipende dai punti di vista: la m$ e’ una azienda che, commercialmente parlando, si sa muovere; l’unico esempio simile (recente) che abbiamo nello stesso campo … e’ Google, che inizia anche lei a ricevere commenti negativi.
Mi occupo di informatica da ormai vent’anni, e posso dire con certezza che in questo ambito *non* vince mai il migliore, ma il piu’ furbo!
Leggende narrano che la fortuna della m$ nasca dal fatto che il dos fu scelt dalla mamma di bill era nel consiglio di amministrazione dell’IBM, e che i capitali glieli forni’ il babbo, all’epoca uno degli avvocati piu’ influenti d’america. Non so nemmeno se sia vero … ma che importa? molte aziende “padronali” sono andate in rovina appena passate di mano; non si puo’ dire che zio guglielmo non ci sappia fare.
os/2 era una meraviglia, funzionava bene ed era supportatissimo: c’erano progetti mirabolanti, per introdurre tecnologie a cui e’ stato dato un nome solo di recente – parlo del grid computing: in IBM pensavano che in una rete aziendale si potessero trasferire processi dal server ai PC “inattivi”, e/o che gli stessi potessero trasferirsi a vicenda parti di lavoro: immagina un processo di rendering di un filmato, i cui fotogrammi sono elaborati in parte dai PC dell’azienda, un fotogramma a testa, nei momenti il cui il pc e’ inutilizzato. C’era l’idea di un filesystem distribuito, si iniziava a parlare di “macchine DOS isolate” all’interno della stessa macchina – da qui a pensare alla virtualizzazione il passo e’ breve.
Potrei parlare per delle ore, ma divento rapidamente emetico e melodrammatico : alla prossima.
ERRORI
C’è qualche errore e qualche precisazione da fare.
Bill aveva ragione a voler aspettare il 386. Il 286 infatti, una volta entrato in modalità protetta (necessaria per un sistema multitasking) non poteva più uscirne per consentire l’esecuzione dei programmi DOS, cosa che invece il 386 può fare.
Quindi, sebbene il 286 permettesse del vero multitasking, lo faceva a scapito della compatibilià con i diffusi programmi DOS. In OS/2 1.0 per 286 si poteva usare un programma DOS… ma senza multitasking, e quindi ogni vantaggio andava a farsi benedire. Infatti OS/2 2.0 già non supportava più questo processore.
Dire che Windows era solo “una shell grafica sopra il DOS” è una cosa degna da fanatici Mac o Linux, non di una testata giornalistica seria. Una shell è solo una interfaccia utente da cui lanciare i programmi, e se Windows è multitasking, come può essere la shell di un sistema che non lo è? Renderlo dipendente dal DOS era una scelta commerciale prima che tecnica (lo stesso Windows 2.1 per 386 era in grado di gestire più sessioni DOS in multitasking).
Per quanto riguarda OS/2 3.0 che venne ribattezzato Windows NT, è da precisare che non aveva nulla a che vedere con le precedenti versioni di OS/2, non avendo una sola riga di codice in comune.
E per quanto riguarda la “scelta” di aprire l’architettura PC da parte dell’IBM, non fu affatto una scelta: la IBM portò infatti in tribunale il primo costruttore di un clone (la Compaq), ma perse grazie ad un’abile strategia difensiva e al fatto di aver usato componenti industriali standard invece di fabbricarsene di propri come facevano tutti gli altri produttori. In seguito la IBM cercò di riparare al proprio errore, con il PS/2 e l’architettura MicroChannel, ma commise l’errore contrario non dandole nemmeno in licenza.
@ ilruz
Sono perfettamente d’accordo con te. Quando dico che a MS sono degli squali intendo dire proprio questo: tutte le carenze tecniche sono riuscite a colmarle con un’abilità e una spietatezza commerciale che saranno per sempre un riferimento nel settore. Lo stesso Jobs è stato “suolato” da Gates.
Non andrebbe dimenticato il grande Gary Kildall, fondatore della Digital Research e inventore del CP/M, il cui clone è stato comprato da MS e poi rivenduto a IBM.
@Biffuz
Sono d’accordo sul fatto che il 386 avesse ben altre capacità rispetto al 286, ma nel 1985, quando è iniziato lo sviluppo di OS/2 i PC AT con processori 286 erano già da un anno accoppiati con PC-DOS, che per le potenzialità della CPU era semplicemente castrante. Rispetto alla data di rilascio del PC AT quindi OS/2 1.0 è già in ritardo di ben 3 anni. Naturale che il corretto sfruttamento delle risorse HW interessasse più ad IBM – che doveva spingere il ricambio generazionale dei PC – che non a Microsoft, la quale preferiva aspettare il più potente 386.
Per quel che riguarda Windows, effettivamente non è “solo una shell” ma, rispetto alle novità introdotte da OS/2, è poco di più; comunque grazie per la correzione, modificherò l’articolo.
Il multitasking offerto dell’ *accoppiata* MS-DOS/Windows 386 o 3 era “cooperative”, e un’applicazione poteva facilmente assorbire tutte le risorse di calcolo vanificando gli effetti del multitasking.
L’implementazione in Windows del multitasking cooperative – tra l’altro apparsa solo su Windows per 386, la versione per 286, a differenza di OS/2 1.x supportava solo il task switching – più involuto del preemptive, era una limitazione tecnica imposta probabilmente dalla necessità di mantenere una retrocompatibilità con le applicazioni DOS senza fare ricorso al più elegante approccio delle VM. Il che all’epoca del 386 era già possibilissimo, a patto di scrivere qualche riga di codice in più.
Tutte queste belle parole sul piano pratico si traducevano in una differenza macroscopica fra la gestione delle applicazioni in multitasking fra OS/2 e Windows. Tra l’altro Windows, fino alla versione 3.0 è rimasto compatibile con gli 8088, mentre OS/2 già nella versione 2.0 (di due anni successiva), aveva tagliato, come giustamente ricordi, il supporto al 286. Difficile che avessero prestazioni lontanamente simili.
Per le ragioni che ti ho elencato non sono affatto convinto del fatto che l’affiancamento di Windows a MS-DOS fosse una mera scelta commerciale.
Per inciso, non sono fanatico né di Mac né di Linux, al limite di Amiga, che già nel 1985 – ossia all’inizio dello sviluppo di OS/2 – era capace di un *vero* multitasking!
OS/2 3.0 era in effetti completamente in mano di Microsoft, il che – per fortuna – non ne fa neppure un lontano parente di OS/2, il quale, è bene ribadirlo, ha raggiunto *solo dopo l’abbandono di Microsoft* una stabilità e una potenza di riferimento.
Per quel che riguarda l’architettura PC, quella di IBM fu invece proprio una scelta, anche se poi andò più lontano di quanto avrebbe voluto: la scelta di standardizzare i componenti, di permettere a terze parti di sviluppare periferiche, la scelta di scrivere un’abbondante documentazione per l’accesso di terze parti all’architettura aperta. Da questa scelta, per dirla in due parole, sono poi partite operazioni di reverse engineering che hanno portato in massa alla nascita dei cloni, che sono, diversamente dai piani di IBM, divenuti anche compatibili. Contro queste operazioni IBM si è inutilmente scagliata già ai tempi del PC-AT. Questo ha prodotto la moltiplicazione delle dimensioni del mercato da cui Microsoft è stata più brava di chiunque altro a trarre vantaggio.
Diobrando, il tuo commento è vuoto!?
Ehm no ma se provo a ripostarlo WordPress mi dice che il commento è duplicato e non me lo fa inserire…
O_o’
“Microsoft IMHO è il più grande squalo commerciale che si sia mai mosso nella silicon valley. Scaltra, opportunista e senza scrupoli nell’approccio sul mercato, resta storicamente molto indietro alla concorrenza in quanto a qualità dei prodotti. Il fatto che oggi ce la ritroviamo come detentrice del 90% del mercato OS PC ci fa capire molte cose. Ma non è solo merito di MS: anche IBM ha fatto la sua parte di stron**te.”
Sono d’accordo con biffuz, l’articolo è parziale, manca di molte precisazioni e il tono mi sembra un po’ prevenuto nei confronti del gigante di Redmond…
Per quanto possa non piacere Microsoft ( e a me non piace), per quanto diverse mosse siano state esecrabili e volte a relegare i concorrenti nel cantuccio (con la stracitata “embrace, extend and extinguish) danneggiando soprattutto noi consumatori, non si può nè fare a meno di annotare come dal punto di vista del marketing siano tra i primi della classe non solo in questo settore nè si può continuare con la solfa del “molto spesso ci appioppano i progetti peggiori”.
Può essere stato vero all’inizio ma ora come ora no: chi ha seguito un minimo le evoluzioni software soprattutto nel campo dello sviluppo e della progettazione sà come e quanto siano migliorati i vari Visual Studio, WinServer e SQL Server.
Vista non lo cito perchè poi scatenerei il classico putiferio senza senso.
Gli errori furono esclusivamente di IBM che bisogna ricordare non credette affatto nella diffusione a breve termine del computer come strumento utilizzato nelle case e per questo si affidò a Microsoft.
OS/2 nacque perchè fu il sistema operativo prescelto per il mercato dei professionisti ed Enterprise e questo fu l’inizio della fine.
Microsoft con lo sviluppo di NT proseguì in questa differenziazione ma quando si accorse che era inutile distinguere le esigenze dei consumatori e che per quanto il profilo fosse diverso avevano bisogno dei medesimi strumenti di base, la linea di sviluppo a due scomparve e NT divenne la base di tutti i sistemi operativi desktop di MS.
Ok ho capito il perchè…mai inserire le parentesi angolari per quotare un messaggio…
“Il fatto che IBM non sia riuscita a salvare il suo settore PC con OS/2 getta un raggio di luce anche sulla decisione di Steve Jobs di chiudere il mercato dei cloni, non credete?”
No, non ci azzecca proprio niente.
Bello che ci ritroviamo sempre fra vecchie volpi in questi post. Andiamo con ordine.
“Sono d’accordo con biffuz, l’articolo è parziale, manca di molte precisazioni e il tono mi sembra un po’ prevenuto nei confronti del gigante di Redmond… […]”
Non sono affatto prevenuto nei confronti di Microsoft, sono anzi disposto ad argomentare tutte le affermazioni che faccio. Il punto è che sull’articolo ho uno spazio finito e con questo ho già abbondantemente “sforato” lo spazio di attenzione che mediamente un lettore concede a un post.
In sintesi, dal punto di vista commerciale Microsoft ha fatto la differenza. Se parliamo di qualità dei prodotti, la musica cambia, ma non c’è dubbio che la loro quota di mercato se la siano guadagnata con una buona dose di talento, particolarmente nel primo ventennio, unita poi ad altre pratiche non proprio lodevoli. Un mercato dominato al 90% da Windows non mi piace, ma non è nell’interesse di un’azienda autolimitarsi per favorire la concorrenza. Tuttavia la concorrenza serve al mercato, e qualcuno quel problema dovrà prima o poi porselo (mi pare che abbiano appena ricevuto una multa da 900 milioni di euro in proposito).
Detto questo credo che questa frase sintetizzi bene il mio pensiero sulla vicenda, sul ruolo di IBM e quello di MS nel fallimento di OS/2:
“Col senno di poi, la fine di OS/2 è responsabilità di entrambe le aziende coinvolte nel suo sviluppo. Con la differenza che Microsoft ha avuto tutta la convenienza a soffocare OS/2 con accordi commerciali aggressivi e “monopolizzanti”, con produttori di PC e sviluppatori.
IBM dal canto suo, dopo aver pagato la scelta di aprire l’architettura PC con la progressiva marginalizzazione della sua quota di mercato nel settore – consumatasi visibilmente proprio ai tempi del PS/2 – ha tardato a capire che non era col software che poteva riconquistare il mercato hardware PC: nemmeno col migliore in circolazione.”
“[…] nè si può continuare con la solfa del “molto spesso ci appioppano i progetti peggiori”.”
Il caso di OS/2 vs Windows è palesemente il caso di un prodotto migliore che soccombe a uno peggiore. Su questo credo sia difficile argomentare. Dal canto mio, senza potermi troppo dilungare, ritengo che l’attuale quota di mercato di Microsoft nel settore degli OS (non parlo delle applicazioni, ma particolarmente di Office ci sarebbe da parlare…) renda meno urgente il mantenimento di un alto tasso di innovatività nei prodotti (Windows Server, che tu citi come prodotto più evoluto, ha guardacaso una concorrenza molto più serrata e ampia di quanto non abbiano gli OS desktop). Ma ancora una volta non è responsabilità di MS regolare il mercato per tenerlo sempre massimamente concorrenziale.
Ho altre cose da aggiungere ma ora devo scappare…
“OS/2 nacque perchè fu il sistema operativo prescelto per il mercato dei professionisti ed Enterprise e questo fu l’inizio della fine.
Microsoft con lo sviluppo di NT proseguì in questa differenziazione ma quando si accorse che era inutile distinguere le esigenze dei consumatori e che per quanto il profilo fosse diverso avevano bisogno dei medesimi strumenti di base, la linea di sviluppo a due scomparve e NT divenne la base di tutti i sistemi operativi desktop di MS.”
Mi spiace contraddirti ma OS/2 nacque esattamente come evoluzione di e poi alternativa a MS-DOS/Windows, non certo a Unix che nella prima metà degli anni ’80 deteneva saldamente il segmento enterprise. Windows NT, che conoscerà la sua popolarità massima con la versione 4 (con l’interfaccia di Windows 95), nasceva invece col preciso intento di contrastare lo strapotere di Unix. Non è mai stato proposto al pubblico consumer più per motivi di retrocompatibilità (il cemento con cui Microsoft ha costruito anno dopo anno il suo dominio sul mercato) che non perché non potesse esservi adatto. A posteriori mi pare anzi evidente che la separazione fra OS workstation e OS desktop rappresenta una scelta prettamente commerciale, resa impellente dalla volontà di MS di non rompere la catena della retrocompatibilità nel segmento consumer, e nel contempo spingere al massimo lo sviluppo in quello enterprise. Ogni volta che introduci un salto generazionale infatti, crei spazio ai tuoi competitor per proporre la migrazione.
““Il fatto che IBM non sia riuscita a salvare il suo settore PC con OS/2 getta un raggio di luce anche sulla decisione di Steve Jobs di chiudere il mercato dei cloni, non credete?”
No, non ci azzecca proprio niente.”
Secondo me ci azzecca eccome. Non è la stessa cosa ovviamente, ma alla radice della decisione di Jobs c’è di certo l’esperienza di IBM, prima nella creazione di una piattaforma aperta, poi nel suo tentativo vano di contrastare Microsoft nel segmento OS. Se Apple avesse smesso di trarre in esclusiva guadagni dall’hardware, sarebbe giocoforza dovuta finire nel tritacarne del mercato OS – leggasi competere con Microsoft – scendendo oltretutto a compromessi sulla qualità del codice (come accade strutturalmente sulle piattaforme aperte) e riducendo significativamente i suoi margini.
“Non sono affatto prevenuto nei confronti di Microsoft, sono anzi disposto ad argomentare tutte le affermazioni che faccio. Il punto è che sull’articolo ho uno spazio finito e con questo ho già abbondantemente “sforato” lo spazio di attenzione che mediamente un lettore concede a un post.”
Permettimi ma la scelta di alcune parole lascia intendere un tono che sia così imparziale sul marchio e sulle vicende trascorse.
A me non cambia la vita, è solo un consiglio spassionato perchè non sono l’unico credo di averci letto un’impostazione che in realtà probabilmente non volevi dare a chi poteva fruire e discutere del tuo articolo.
“In sintesi, dal punto di vista commerciale Microsoft ha fatto la differenza. Se parliamo di qualità dei prodotti, la musica cambia, ma non c’è dubbio che la loro quota di mercato se la siano guadagnata con una buona dose di talento, particolarmente nel primo ventennio, unita poi ad altre pratiche non proprio lodevoli. Un mercato dominato al 90% da Windows non mi piace, ma non è nell’interesse di un’azienda autolimitarsi per favorire la concorrenza. Tuttavia la concorrenza serve al mercato, e qualcuno quel problema dovrà prima o poi porselo (mi pare che abbiano appena ricevuto una multa da 900 milioni di euro in proposito).”
Se parliamo di pratiche poco lecite sono d’accordo, le ho citate nella mia risposta, così come mi sono sempre in passato infervorato di fronte al non rispetto di standard acquisiti come quelli per il Web (la vicenda OOXML è un altro tassello ridicolo tanto per citarlo), però ribadisco l’uso dell’espressione squalo + il general generico “spesso vincono i prodotti peggiori” diciamo che non mi è piaciuto e siccome se ne leggono abbastanza di attacchi nel mucchio ho preferito puntualizzare un paio di cose.
Il discorso è che ovviamente la concorrenza piace a tutti e quando ci siano pratiche volte a danneggiarla, il consumatore non può gioirne, d’altra parte le commissioni antitrust non possono sostituirsi alla mancanza (cronica) di un vero antagonista in questo campo contro Microsoft.
Linux è una NON-realtà commerciale (troppo frammentata e temo a parte qualche positivo risvolto ultimo da parte di Ubuntu e SuSe rimarrà in questo stadio di eterna promessa per sempre.
MacOSX è legato inscindibilmente all’hardware.
Cosa rimane? Niente, solo una vaga idea di un vago GOS…gossipOS + che GoogleOS, almeno in ambito desktop.
“Col senno di poi, la fine di OS/2 è responsabilità di entrambe le aziende coinvolte nel suo sviluppo. Con la differenza che Microsoft ha avuto tutta la convenienza a soffocare OS/2 con accordi commerciali aggressivi e “monopolizzanti”, con produttori di PC e sviluppatori.”
La differenza tra il mio ragionamento e il tuo è che mentre tu attribuisci a metà la colpa dell’affossamento di OS/2, io la attribuisco totalmente a IBM.
E’ stata IBM a chiamare in causa Microsoft, è stata IBM a non credere veramente nel mercato consumer, è stata lei a non investire e a capire l’importanza del software e del sistema operativo in primis in questo settore, Gates&soci hanno fatto solo i propri interessi.
Una volta avute le chiavi di casa, cosa dovevano dire “no guardate OS/2 in effetti funziona meglio, quasi quasi rinunciamo alle opportunità concesse”?
“Il caso di OS/2 vs Windows è palesemente il caso di un prodotto migliore che soccombe a uno peggiore. Su questo credo sia difficile argomentare. Dal canto mio, senza potermi troppo dilungare, ritengo che l’attuale quota di mercato di Microsoft nel settore degli OS (non parlo delle applicazioni, ma particolarmente di Office ci sarebbe da parlare…) renda meno urgente il mantenimento di un alto tasso di innovatività nei prodotti (Windows Server, che tu citi come prodotto più evoluto, ha guardacaso una concorrenza molto più serrata e ampia di quanto non abbiano gli OS desktop). Ma ancora una volta non è responsabilità di MS regolare il mercato per tenerlo sempre massimamente concorrenziale.”
Quella volta era inferiore ma 20 anni dopo cosa sarebbe successo? Magari Windows sarebbe stato lo stesso superiore e OS/2 avrebbe fatto la fine che ha fatto solo qualche anno + tardi.
Cioè, sinceramente non capisco molto questi nostalgici amarcord soprattutto in ambito software, una macchina lo capirei di + ma un sistema operativo e oltretutto con un ventennio alle spalle.
Con i se e con i ma la storia non si fa diceva sempre mio nonno: parole sante.
Cosa dovremmo dire allora di BeOS la cui comparsa sulla scena fu ancora + rivoluzionaria probabilmente se paragonata a OS/2? Ci si ostina con i vari progetti Zeta/Haiku, come se riscaldando la minestra i vecchi fasti potessero tornare.
Boh per me non ha senso…
Sul discorso Server è vero Microsoft come spesso accade è partita in svantaggio rispetto alla concorrenza ma avendo un portafoglio ampio da poter spendere è riuscita a colmare il gap non solo tecnologico ma soprattutto commerciale (stessa cosa per WindowsMobile).
Quello però che voglio sottolineare è che alla base di questi miglioramenti vi è una piattaforma di sviluppo comune, vi sono elementi riciclati in ognuna di queste soluzioni (ad es tra Vista e Windows Server o tra Vista e WM).
E’ vero che non vi è sostanzialmente concorrenza, ma le nuove funzionalità sono richieste dai professionisti che vogliono maggiore integrazione tra i diversi strumenti che utilizzano quotidianamente, che desiderano mobilità, desiderano intuitività, multimedialità ecc. ecc…la spinta all’innovazione non finisce mai.
Se provi/provate a dare un occhio ai prodotti Microsoft che nella roadmap di quest’anno usciranno/sono usciti o con una major release o nella prima veste di Final, prendete paura: questo sia perchè in alcuni campi c’è una concorrenza da inseguire, sia perchè l’utente và soddisfatto a prescindere.
“Mi spiace contraddirti ma OS/2 nacque esattamente come evoluzione di e poi alternativa a MS-DOS/Windows, non certo a Unix che nella prima metà degli anni ‘80 deteneva saldamente il segmento enterprise. Windows NT, che conoscerà la sua popolarità massima con la versione 4 (con l’interfaccia di Windows 95), nasceva invece col preciso intento di contrastare lo strapotere di Unix. Non è mai stato proposto al pubblico consumer più per motivi di retrocompatibilità (il cemento con cui Microsoft ha costruito anno dopo anno il suo dominio sul mercato) che non perché non potesse esservi adatto.”
Non ti devi dispiacere, hai semplicemente frainteso le mie parole.
OS/2 non nasce come antagonista ai vari Unix proprietari che dominavano nel settore Enterprise (e dominano ancora seppur con percentuali mangiate anno dopo anno da Windows), ma per quella fascia di professionisti o di macchine/terminali da usare in azienda (ecco perchè ho utilizzato il termine enterprise, altrimenti avrei dovuto fare una perifrasi che cmq ho semplicemente ritardato.
“A posteriori mi pare anzi evidente che la separazione fra OS workstation e OS desktop rappresenta una scelta prettamente commerciale, resa impellente dalla volontà di MS di non rompere la catena della retrocompatibilità nel segmento consumer, e nel contempo spingere al massimo lo sviluppo in quello enterprise. Ogni volta che introduci un salto generazionale infatti, crei spazio ai tuoi competitor per proporre la migrazione.”
Nasce anche e soprattutto dal fatto che un’azienda fa delle decisioni a medio-lungo termine pianificate e molto meno soggette alla volubilità di un singolo qual’è l’utente consumer.
Questo è tanto vero che il salto nel settore business/enterprise avviene ogni due generazioni e una la si salta a piè pari di solito, vuoi per motivi di impossibilità di rischiare malfunzionamenti nel workflow causati dall’aggiornamento di piattaforma, vuoi perchè si cerca di spremere all’osso le risorse che si hanno senza gravare ulteriormente nelle voci del bilancio.
Il ragionamento valeva 20 anni fa come vale ora, il fatto è che adesso è tutto molto + flessibile ed amalgamato: tutti all’incirca usano un computer e tutti hanno una base comune di conoscenze e richiedono i medesimi servizi ritenuti ormai indispensabili (suite office, posta, browser, multimedialità…).
Su questo strato comune poi si costruiscono i vari livelli che distinguono una categoria di professionisti dalle altre.
“Secondo me ci azzecca eccome. ”
Solo secondo te però, perchè io non l’ho mai vista sostenuta da nessuno prima d’ora. Poi può cmq essere interessante discuterne.
“Non è la stessa cosa ovviamente, ma alla radice della decisione di Jobs c’è di certo l’esperienza di IBM, prima nella creazione di una piattaforma aperta, poi nel suo tentativo vano di contrastare Microsoft nel segmento OS.”
Penso di averlo scritto n volte anche io in rete, ma le motivazioni per cui l’esperienza cloni Apple terminò furono di tutt’altra natura.
Prima di tutto il contesto temporale: Microsoft aveva già messo ampiamente le mani sul mercato, ponendo praticamente termine all’esperienza OS/2, quando Apple decise di intraprendere l’avventura: quindi non è come dici tu che non ci provò perchè vide che andò male, ma vide che andò male e ci provò lo stesso.
Questo perchè ai tempi, primi anni 90, Apple era una realtà senz’altro + forte di ora e presente nel mercato, anzi per una certa parte di professionisti, soprattutto del settore grafico era semplicemente l’UNICA strada percorribile (dato che Adobe sviluppava unicamente su macchine Apple).
Le ragioni del fallimento Apple sono da addebitare alla sconsiderata scelta di licenziare a gògò aziende terze sulle quali non vi era alcun affidamento di garanzia per gli assemblati: provenendo da una realtà chiusa, a differenza della storia Microsoft, il processo doveva essere fatto con criterio e non mandando allo sbaraglio gli utenti Apple promettendo loro (totale compatibilità, stessa qualità dei servizi) perchè così non era.
Io me lo ricordo bene, un compatibile lo acquistai pure io: la costruzione era orripilante, l’assistenza un calvario.
Dato che furono + i danni di immagine che i guadagni che sarebbero dovuti derivare da questa scelta chiamiamola di “apertura” si tornò alla strada maestra con il ritiro unilaterale delle licenze terze (ora non ricordo bene l’accordo cmq l’effetto fu quello).
In quel periodo di sbandamento ci fu il crollo di Apple, crollo dell’idee, sbiadimento di un’immagine commerciale che era stata costruita abilmente in quasi 20 anni di attività e se fu evitato il fallimento lo si è dovuto solo all’intervento e al ritorno di Jobs.
Così andarono le cose.
“Se Apple avesse smesso di trarre in esclusiva guadagni dall’hardware, sarebbe giocoforza dovuta finire nel tritacarne del mercato OS – leggasi competere con Microsoft – ”
Appunto, quella dell’apertura fu una mossa insensata, ancor + dopo aver visto l’evolversi della vicenda IBM.
Per me giocarono d’azzardo pensando che scendendo sullo stesso piano MS potessero, in virtù di una maggiore esperienza nello sviluppo software legato ad Adobe, Corel ecc. di poter dominare anche su architetture non legate tradizionalmente alle macchine Apple (Motorola&co. RISC).
In questo contesto però OS/2 non ci azzecca appunto proprio nulla.
Se ci avesse “azzeccato” per davvero, Apple non avrebbe mai fatto quel che ha fatto con i cloni.
“scendendo oltretutto a compromessi sulla qualità del codice (come accade strutturalmente sulle piattaforme aperte) e riducendo significativamente i suoi margini.”
Questa vorrei che me la spiegassi, sia la parte della qualità del codice relativamente alle piattaforme aperte, sia se legata a questa prima affermazione, la riduzione dei suoi margini…
“Sono d’accordo sul fatto che il 386 avesse ben altre capacità rispetto al 286, ma nel 1985, quando è iniziato lo sviluppo di OS/2 i PC AT con processori 286 erano già da un anno accoppiati con PC-DOS, che per le potenzialità della CPU era semplicemente castrante. Rispetto alla data di rilascio del PC AT quindi OS/2 1.0 è già in ritardo di ben 3 anni. Naturale che il corretto sfruttamento delle risorse HW interessasse più ad IBM – che doveva spingere il ricambio generazionale dei PC – che non a Microsoft, la quale preferiva aspettare il più potente 386.”
E’ proprio questo il punto: la IBM doveva dimostrare le capacità dell’hardware, la Microsoft quelle del software; e visto che il software all’epoca girava in DOS e il 286 non era in grado di farci qualcosa di buono, era ovvio che la Microsoft non fosse interessata a questo processore.
Tanto per dirne una, OS/2 1.0 poteva sì eseguire applicazioni DOS, ma queste giravano in modalità reale e avevano quindi pieno accesso all’hardware, alla faccia del multitasking. In Windows semplicemente hanno rifiutato questo approccio.
“Per quel che riguarda Windows, effettivamente non è “solo una shell” ma, rispetto alle novità introdotte da OS/2, è poco di più; comunque grazie per la correzione, modificherò l’articolo.”
Il livello di dipendenza di Windows nei riguardi nel DOS diminuisce di versione in versione, e considerarlo una shell o un sistema operativo è da sempre oggetto di lunghi dibattiti… di sicuro prima della versione 3.11 non è un sistema completo, ma definirlo shell è l’esagerazione opposta.
Anche le motivazioni dietro questa dipendenza sono dibattili, tecniche o commerciali? Per Windows 95, dove il DOS era relegato al ruolo di boot loader, non ci sono dubbi che rientrassero nell’ultima categoria: da una parte gli utenti consumer ne erano rassicurati perché avevano la certezza della compatibilità con il software DOS, dall’altra gli utenti professionali ne erano preoccupati e si indirizzavano verso il più costoso Windows NT.
“Il multitasking offerto dell’ *accoppiata* MS-DOS/Windows 386 o 3 era “cooperative”, e un’applicazione poteva facilmente assorbire tutte le risorse di calcolo vanificando gli effetti del multitasking.
L’implementazione in Windows del multitasking cooperative – tra l’altro apparsa solo su Windows per 386, la versione per 286, a differenza di OS/2 1.x supportava solo il task switching – più involuto del preemptive, era una limitazione tecnica imposta probabilmente dalla necessità di mantenere una retrocompatibilità con le applicazioni DOS senza fare ricorso al più elegante approccio delle VM. Il che all’epoca del 386 era già possibilissimo, a patto di scrivere qualche riga di codice in più.”
Gli unici modelli di multitasking contemplati in sistemi non real-time sono il cooperative e il multithreading, non capisco cosa intendi con task switching. Il mio 286 usava il cooperative e andava egregiamente, complici i suoi mostruosi 4 Mb di RAM :-)
“Tutte queste belle parole sul piano pratico si traducevano in una differenza macroscopica fra la gestione delle applicazioni in multitasking fra OS/2 e Windows. Tra l’altro Windows, fino alla versione 3.0 è rimasto compatibile con gli 8088, mentre OS/2 già nella versione 2.0 (di due anni successiva), aveva tagliato, come giustamente ricordi, il supporto al 286. Difficile che avessero prestazioni lontanamente simili.”
Questo potrebbe essere un punto a vantaggio di Microsoft, che supportava i computer obsoleti ma ancora validi mentre IBM ti costringeva a comprare un computer nuovo per farci “le stesse cose”. Sbaglio, infatti, o tutti si lamentano per i requisiti hardware di ogni nuova versione di Windows? :-)
Nessuno qui vuole negare la superiorità di OS/2; siamo tutti concordi sul fatto che il suo insuccesso commerciale è dovuto all’incapacità promozionale del suo produttore, che non lo dava in bundle nemmeno con i suoi stessi PC.
“OS/2 3.0 era in effetti completamente in mano di Microsoft, il che – per fortuna – non ne fa neppure un lontano parente di OS/2, il quale, è bene ribadirlo, ha raggiunto *solo dopo l’abbandono di Microsoft* una stabilità e una potenza di riferimento.”
Beh, lo sanno tutti che le prime versioni di un programma non sono mai le migliori… e c’è da dire che anche la Microsoft ha imparato molto dall’esperienza OS/2, NT aveva ben poco da invidiargli, anzi.
“Per quel che riguarda l’architettura PC, quella di IBM fu invece proprio una scelta, anche se poi andò più lontano di quanto avrebbe voluto: la scelta di standardizzare i componenti, di permettere a terze parti di sviluppare periferiche, la scelta di scrivere un’abbondante documentazione per l’accesso di terze parti all’architettura aperta.”
Ribadisco che di “scelta” e di “aperto” c’era ben poco. Come tutti, anche la IBM aveva interesse che la sua piattaforma venisse usata da altri produttori di hardware e software, e le specifiche erano disponibili a pagamento come per tutti gli altri produttori. Il vero errore della IBM fu quello di risparmiare sui componenti, per cui ci volle ben poco per clonare l’intera macchina, hardware e software: il bus era poco più di quanto già offrisse il processore, le porte erano standard industriali e le funzioni del firmware (il famigerato BIOS) erano elementari, diversamente da quanto facevano gli altri produttori con chip proprietari, bus complessi e firmware avanzati.
E voglio anche rispondere a DioBrando:
“Cioè, sinceramente non capisco molto questi nostalgici amarcord soprattutto in ambito software, una macchina lo capirei di + ma un sistema operativo e oltretutto con un ventennio alle spalle.
Con i se e con i ma la storia non si fa diceva sempre mio nonno: parole sante.
Cosa dovremmo dire allora di BeOS la cui comparsa sulla scena fu ancora + rivoluzionaria probabilmente se paragonata a OS/2? Ci si ostina con i vari progetti Zeta/Haiku, come se riscaldando la minestra i vecchi fasti potessero tornare.”
Come fan di BeOS posso dirti che ci si può affezionare anche al software, benché alla fine non ci si potesse fare quasi nulla, la sua eleganza e modernità ti rimane nell’animo. Al cuore non si comanda :-)
“Come fan di BeOS posso dirti che ci si può affezionare anche al software, benché alla fine non ci si potesse fare quasi nulla, la sua eleganza e modernità ti rimane nell’animo. Al cuore non si comanda :-)”
se la mettiamo sul piano sentimentale sono perfettamente d’accordo, ognuno ha il suo gioco, il suo programma legato a una parte della propria crescita (infanzia, adolescenza ecc.) e per fortuna le tecniche di virtualizzazioni ormai sono così mature da essere accessibili più o meno a chiunque.
Io parlo di opportunità nel riaprire discorsi commerciali che ormai sono belli che passati.
E’ un po’ il discorso delle “minestre”, una volta che è finita un’epoca è finita, inutile provare a riscaldarla, si finisce per svilire anche “quel che fu”.
Opinione mia naturalmente.
Sul resto che hai scritto sopra sono d’accordo cmq :)
Andiamo con ordine.
@ Diobrando
“Permettimi ma la scelta di alcune parole lascia intendere un tono che sia così imparziale sul marchio e sulle vicende trascorse.[…]”
Capisco e apprezzo il tuo consiglio, però vorrei che chiarissi esattamente a quali punti ti riferisci!
“Se parliamo di pratiche poco lecite sono d’accordo, le ho citate nella mia risposta, […] Cosa rimane? Niente, solo una vaga idea di un vago GOS…gossipOS + che GoogleOS, almeno in ambito desktop.”
Su questo sono abbastanza d’accordo, con qualche precisazione. Che spesso si affermano sul mercato prodotti peggiori è una mia profonda convinzione, per il semplice fatto che non sempre la compagnia commercialmente più abile è quella che fa il prodotto migliore e non sempre le barriere che proteggono il mercato sono di per sé sufficientemente permeabili.
“La differenza tra il mio ragionamento e il tuo è che mentre tu attribuisci […] quasi rinunciamo alle opportunità concesse?”
La responsabilità di IBM è infatti pesante, e a differenza di quella di MS, che comunque ha contribuito esternamente alla morte di OS/2, non è giustificabile in un’ottica di mercato. Ma questo l’ho detto nel penultimo paragrafo del mio articolo…
“Quella volta […] Boh per me non ha senso…”
Beh ragionare sui se e sui ma non porta a conclusioni attendibili ma date le premesse, OS/2 è partito con un ottimo vantaggio. Certo poteva perderselo per strada, ma la sua stessa presenza avrebbe spronato MS a fare prodotti migliori. Il che non è accaduto. E ci siamo beccati Windows 95 che senz’altro ha avuto il merito di spingere il PC a una dimensione di massa, ma a prezzo di essere bacato come e più di una beta.
Sul mondo server non c’è molto da scherzare. Posto che i fronzoli grafici di Vista non interessano agli amministratori, posto che la migrazione in ambito server è molto più dura, e posta un po’ anche la non ottima reputazione di Vista nel mercato desktop, non credo sarà una passeggiata spingere la migrazione dall’ormai solido Win2003.
Infine non mi pare che MS fino a Vista sia stata particolarmente innovativa e celere nel seguire la sua roadmap. Mi pare al contrario che Vista dovesse arrivare un paio d’anni prima di quando è effettivamente arrivato, con funzioni molto più ampie di quelle che ha effettivamente portato e credo inoltre che oggi dovremmo parlare in massa di Vista a 64 bit, piuttosto che restare qui a domandarci a cosa sia servita dopotutto la transizione dei processori a 64 bit.
“Non ti devi dispiacere[…] semplicemente ritardato.”
Non sono poi così dispiaciuto, è solo che il segmento a cui ti riferivi è quello corporate. Per il resto rientriamo senz’altro nell’incapacità e mancanza di visione del management IBM, su cui mi pare siamo d’accordo.
“Penso di averlo scritto n volte […]
Così andarono le cose.”
Piattaforma aperta significa 1) non avere il controllo sulla qualità dell’hardware, 2) perdere gran parte dei margini dall’hardware, 3) dover costruire un OS “one size fits all” (il che giustifica il potenziale calo di qualità/ottimizzazione degli OS per piattaforme aperte di cui mi chiedi conto poi), 4) dover competere con una Microsoft che nel 97 era in forma smagliante, al contrario di Apple. I punti 1, 2, 4 sono secondo me il succo delle dure lezioni che IBM ha imparato al tempo dell’apertura totale dello standard PC e della sconfitta di OS/2. Il che non esclude quello che aggiungi tu in seguito, su cui peraltro concordo.
Il resto a breve.
“E’ proprio questo il punto: […] In Windows semplicemente hanno rifiutato questo approccio.”
Su questo siamo abbastanza d’accordo. Con la differenza che in DOS non c’era nemmeno un barlume di multitasking, mentre OS/2 1.0 consentiva di sfruttare le pur limitate potenzialità del 286 in questo ambito, fornendo una prima implementazione del multitasking che poi col 386 avrebbe raggiunto la sua maturità. Già con OS/2 1.0 IBM ha mantenuto la promessa di fornire agli utenti un buon motivo per passare al 286 e un primo approccio al multitasking.
“Il livello di dipendenza di Windows […] il più costoso Windows NT.”
Già ma nessuno mi toglie dalla testa che già nel 1992 OS/2 2.0 era in grado di garantire una transizione ottimale da DOS pur restando un OS professionale, cosa che Windows NT, uscito nel 93, non ha mai permesso. Questo è un caso in cui il trionfo del prodotto peggiore si rivela in tutto il suo splendore; alla luce di questo la separazione fra OS consumer e OS business introdotta da MS appare più legata all’incapacità/mancanza di volontà di favorire una continuità che tecnicamente era più che possibile.
“Gli unici modelli di multitasking contemplati in sistemi non real-time sono il cooperative e il multithreading, non capisco cosa intendi con task switching. Il mio 286 usava il cooperative e andava egregiamente, complici i suoi mostruosi 4 Mb di RAM :-)”
La differenza fra cooperative e preemptive è che nel primo modello il processo attualmente in esecuzione controlla anche gli altri; se quindi si pianta li manda tutti a ramengo. Nel caso del preemptive è la CPU che assegna un tempo ad ogni processo e se entro quel tempo il processo non dà segnali viene interrotto e si passa al successivo, garantendo l’integrità del sistema.
Windows 286 non offriva multitasking ma solo task switching: la differenza è che il task switching è eseguito dall’utente mentre nel multitasking è la CPU che switcha fra i processi, secondo lo schema preemptive o cooperative.
“Questo potrebbe essere un punto a vantaggio di Microsoft […] nemmeno con i suoi stessi PC.”
Non sono d’accordo: IBM aveva promesso agli utenti di offrire loro un OS in grado di trarre vantaggio dai nuovi AT, per Microsoft gli utenti 286 potevano tenersi il DOS in attesa che il 386 portasse vantaggi maggiori.
“Beh, […] NT aveva ben poco da invidiargli, anzi.”
Aveva da invidiargli il supporto alle applicazioni DOS, quando OS/2 2.0 lo offriva tramite VM in varie istanze contemporanee. Non mi sembra una differenza trascurabile. In quest’ottica ci si potrebbe spingere fino a dire che la separazione fra OS consumer e OS professionali ha danneggiato il mercato in quanto non tecnicamente indispensabile.
“Ribadisco che di “scelta” e di “aperto” c’era ben […] bus complessi e firmware avanzati.”
Già ma siamo sicuri che se IBM avesse introdotto da subito modifiche radicali sarebbe riuscita a non essere reverse-engineered? Non so… Quando apri le specifiche della piattaforma sei strutturalmente esposto a rischi di clonazione.
Su BEOS, tutto il rispetto, ma vogliamo parlare di Amiga che, mentre OS/2 era ancora in fase di preprogettazione e il PC era fermo all’età della pietra, forniva già preemptive multitasking e un’architettura hardware rivoluzionaria? Non credo che nessun’altra macchina sia mai stata altrettanto avanti dei tempi…
“Beh ragionare sui se e sui ma non porta a conclusioni attendibili ma date le premesse, OS/2 è partito con un ottimo vantaggio. Certo poteva perderselo per strada, ma la sua stessa presenza avrebbe spronato MS a fare prodotti migliori. Il che non è accaduto. E ci siamo beccati Windows 95 che senz’altro ha avuto il merito di spingere il PC a una dimensione di massa, ma a prezzo di essere bacato come e più di una beta.”
Mai quanto Millennium però ;)
Il discorso è ragionevole al di là dei se e dei ma, però se ci pensi bene è quello accade sempre quando c’è un distacco netto tra una generazione software che per prima accoglie e spinge le innovazioni dell’hardware.
MacOS Classic 9 seppur nel suo “piccolo” e nella sua dimensione a sè non era tanto migliore della controparte MS (tant’è che poi ci fu la decisione di utilizzare un approccio totalmente differente con MacOSX, Darwin e compagnia).
Senza contare il fatto che gli strumenti/metodologie di sviluppo di testing e di controllo del ciclo di vita del 95 non erano affatto quelle di adesso.
Ora nonostante le funzionalità e le esigenze siano decisamente più complesse è difficile trovare prodotti con tanti bug messi insieme.
Vista può o non può piacere ma da quel punto di vista è rock solid, più di qualsiasi suo predecessore nel primo anno di vita.
“Sul mondo server non c’è molto da scherzare. Posto che i fronzoli grafici di Vista non interessano agli amministratori, posto che la migrazione in ambito server è molto più dura, e posta un po’ anche la non ottima reputazione di Vista nel mercato desktop, non credo sarà una passeggiata spingere la migrazione dall’ormai solido Win2003.”
La non calda accoglienza di Vista però non c’entra nulla con l’esigenza di cambiare le piattaforme server, cerchiamo di non mescolare le cose.
Io ho scritto una cosa diversa, che oramai lo sviluppo delle funzionalità procede di pari passo indipendentemente dall’ambito; ovvio che vi siano delle specificità ma quello che si richiede nel segmento mobile la si richiede in quello desktop e in quello server e anche per questo lo sviluppo da parte di MS risulta più semplice una volta che si sono stabiliti dei path comuni alle piattaforme.
IIS è presente in Vista tanto quanto su WinServer, le policy di sicurezza rinnovate idem ecc. ecc.
Sul discorso della migrazione a prescindere dalle valutazioni che ogni azienda logicamente fa, questa nuova major release è davvero innovativa.
Sono stato ad una tappa del Roadshow che si sta tenendo ora nelle maggiori città italiane (e che ti consiglio di “occhiare”) e le novità sono davvero molte: possibilità di amministrare dalla sola shell la macchina (con tanto di versione “slim” server chiamata ServerCore), un completo sistema di management virtuale di cui HyperV in realtà rappresenta solo un tassello, IIS7 ecc. ecc. ecc.
Tutto questo rappresenta un ENORME passo in avanti rispetto al 2003 che per altro provai ancora quando fu rilasciata l’ultima Alpha e mi impressionò talmente tanto da sostituire l’allore mio XP usato per il testing.
“Infine non mi pare che MS fino a Vista sia stata particolarmente innovativa e celere nel seguire la sua roadmap. Mi pare al contrario che Vista dovesse arrivare un paio d’anni prima di quando è effettivamente arrivato, con funzioni molto più ampie di quelle che ha effettivamente portato e credo inoltre che oggi dovremmo parlare in massa di Vista a 64 bit, piuttosto che restare qui a domandarci a cosa sia servita dopotutto la transizione dei processori a 64 bit.”
Non farti distrarre dalle date in cui vengono rilasciate le prime final e poi il continuum temporale durante il quale effettivamente lo sviluppo dei vari prodotti viene fatto.
In questi anni precedenti a Vista in cui poco si è toccato con mano perchè poco è stato rilasciato pubblicamente, si è lavorato moltissimo.
Ed è per questo che il 2008 penso sia l’anno, un po’ per coincidenze un po’ perchè MS si è spinta in campi che fino a prima non aveva ancora “esplorato” in cui si vedrà il numero + grosso di rilasci di prodotti software ex novo o di aggiornamenti con major release: VS2008, SQLServer2008, WinServer2008, HyperV, suite Expression 2.0, Silverlight, WinServerCore, WindowsMobile 6.1, IE8 e via avanti…
Il caso di Vista è a parte, nel senso che è comune a tutti sistemi operativi desktop: roadmap prevista per tot anno e poi inevitabilmente ritardata. Doveva uscire prima fine 2004, poi 2005, 2006 ed è andata com’è andata.
Questo anche perchè spesso si cavalcano rumors interni privi di fondamento da una parte, dall’altra perchè sai perfettamente che la stampa debba essere tenuta “calda” ed in fermento in modo che si parli di te anche quando sembra tu non stia facendo nulla.
Windows 7 dicono uscirà nel 2009, ma la verità è che non vedrà luce prima del 2011, se non 2012 (poi tra qualche anno vedremo se avrò avuto ragione :)).
E’ stato depennato sì di alcune funzionalità importanti che per poter essere integrate avrebbero ritardato ancora di + il suo rilascio (e forse nemmeno sarebbe stato tecnicamente possibile, considerato che mancavano ancora dei mattoni fondamentali quali il nuovo framework NET e LINQ) quindi si è optato per un riciclo in vari ambiti.
Probabilmente sarà nel 7 che vedremo un riutilizzo degli stessi in ambiti desktop.
Per quanto riguarda invece l’appunto 64 bit, credo che si paghi il ritardo accumulato dal binomio Intel che ne ritardò l’impiego (facendo uscire tardivamente poi XP64): 2 anni e passa durante i quali i processori AMD avevano dimostrato cosa l’ISA a 64 bit poteva apportare soprattutto in specifici campi quali rendering, editing/compositing, compressioni e decompressioni.
E poi naturalmente anche la decisione nelle macchine OEM di spingere su questo tipo di sistemi: ad oggi tra i grandi nomi quasi nessuno fornisce macchine con Vista64 preinstallato.
Tutto questo ovviamente costituisce un freno stesso poi alla decisione delle SWHouse di spingere a loro volta per un’adozione dei propri prodotti X64.
“Piattaforma aperta significa…”
Sì io mi riferivo al punto 3.
Ma non sono granchè convinto, per due motivi: all’epoca la varietà hardware non era certo quella attuale e Apple avesse voluto aveva molto + di adesso i mezzi per poter investire in un’operazione del genere, adattando il proprio sistema ad architetture non affini a quella che era stata fino ad allora la tradizione Apple stessa.
Il secondo motivo è che non è così vero che lo sviluppo per una piattaforma chiusa porti intrinsecamente a risultati migliori.
Dipende.
Solitamente chi oggi sviluppa su piattaforme chiuse, salvo qualche eccezione (tra cui IBM) ha risorse di gran lunga inferiori alle corporation che adottano la scelta opposta.
Come nei videogiochi, i costi di sviluppo si sono alzati esponenzialmente, per cui essere crossplatform non diventa molto spesso una necessità.
Poi certo se tu mi parli ad esempio di vulnerabilità, possiamo citare il classico esempio: QNX che in questa voce riporta un bel 0.
Però con QNX che ci facciamo? Casi mission critical, (tipicamente life mission critical) quindi NASA, ospedali e cose simili, ma su desktop è semplicemente impraticabile.
Un altro per cui si può fare un discorso analogo è OpenBSD, che viene rinnovato ogni morte di Papa e la vera ragione con buona pace del buon de Raadt della sua affidabilità/solidità è che non compete nel settore in cui invece Linux sta cercando di entrare attraverso SuSe, Ubuntu ecc.
Insomma, tanto per arrivare alla sostanza, è che a mio modo di vedere non si possono fare distinzioni pre-ordinate “apertura-chiusura”, come non se ne possono fare tra metodologie di sviluppo closed e open source.
Dipende da caso a caso, dagli obiettivi che si pone l’azienda che sviluppa, dal suo budget, dal suo know-how.
Le distinzioni simil-manicheiste lasciamole a chi pensa si possa rappresentare l’ITC come un mondo di stampo medievale. ;)
“Mai quanto Millennium però […] Vista può o non può piacere ma da quel punto di vista è rock solid, più di qualsiasi suo predecessore nel primo anno di vita.”
Ecco, Mac OS Classic è uno degli esempi in cui un ottimo vantaggio iniziale si è perso per strada. Faccio girare ancora sul mio Mac Plus (ma potremmo anche parlare del 128k) il 6.0.8 da floppy, un OS stupefacente (ad eccezione di Amiga) se si considera l’anno in cui è uscito e la potenza che offre: è ancora assolutamente decente per il word processing (se non fosse per la difficoltà di trasferire i dati a un computer moderno…). Col passare del tempo quel vantaggio è andato dileguandosi anche se, a mio parere, OS 9 resta un OS migliore sotto molti aspetti di Windows 95.
Vista non mi è sembrato proprio “rock solid”. Certo, meglio che le prime release di Windows 95, 98 e forse anche XP, ma varie annoyances e qualche BSOD me lo sono beccato già nel primo mese d’uso. OS X mi è sembrato molto più stabile (in tre anni d’uso i crash totali si contano sulle dita delle mani), ma non pretendo di dare a queste affermazioni un valore scientifico.
“La non calda accoglienza di Vista però non c’entra nulla […] Alpha e mi impressionò talmente tanto da sostituire l’allore mio XP usato per il testing.”
Infatti la reputazione di Vista l’ho messa solo come corollario. Fermo restando che le feature aggiuntive potrebbero non bastare da sole se l’OS non si dimostra più stabile sul campo. Certo nella vita reale – da ex amministratore di rete posso testimoniarlo – già possiamo immaginare l’esercito di commerciali dei VAR Microsoft Certified invadere l’ufficio acquisti di centinaia di piccole aziende per raccontare l’assoluta indispensabilità delle feature del nuovo Windows server e della prossima versione di Exchange server, quando la maggior parte delle piccole imprese del terziario potrebbe lavorare ancora con NT4 Server e Exchange 5.5…
“Non farti distrarre dalle date in cui vengono rilasciate le prime final e poi il continuum temporale […] loro volta per un’adozione dei propri prodotti X64.”
Non sono le date o i rumors a distrarmi, ma le roadmap ufficiali di Microsoft: lo sviluppo di Vista è iniziato nel 2001 e una delle prime roadmap lo voleva pronto nel 2004; consegnarlo nel 2007, lento e affamato di risorse hw, ben condito di bug, senza molte delle feature rivoluzionarie promesse (siamo ancora alle prese con NTFS…), mi sembra qualcosa di molto diverso dalla prontezza nel rispondere ai bisogni del mercato di cui parli. Non voglio citare il numero di release che Apple ha sfornato nel frattempo per il suo OS X altrimenti vengo additato di fanboyism…
È mia ferma convinzione che se la roadmap fosse stata a grandi linee rispettata, oggi il mondo windows si muoverebbe nella stragrande maggioranza dei casi con Windows 64 bit. Capisco che non era AMD a poter guidare da sola la rivoluzione ai 64 bit, ma mi pare che sia già da un paio d’anni che i processori x86 venduti sono esclusivamente a 64 bit, da Intel e AMD, e che la gran parte delle CPU spreca cicli di clock e watt per alimentare transistor che Windows lascia nel sonno…
Capisco che la stampa debba essere tenuta calda ma 6 anni non sono un tempo accettabile per lo sviluppo di una major release, e le numerose ammende fatte da MS in seguito, compresa la promessa “da ora in poi un nuovo OS ogni due anni” testimoniano la veridicità di queste considerazioni.
“Sì io mi riferivo al punto 3.[…] rappresentare l’ITC come un mondo di stampo medievale. ;)”
D’altro canto mi pare difficilmente negabile che lo sviluppo “anarchico” dell’architettura PC e della piattaforma aperta in generale, le estensioni proprietarie di questo o quel produttore hardware, la nascita di nuovi sottosistemi di cui volta per volta si rivendica l’indispensabilità, renda molto più difficile l’ottimizzazione del codice. I 64 bit sono un esempio: voluti da AMD per motivi inizialmente legati al marketing, restano ad oggi ampiamente inutilizzati in ambito desktop, quando pure potrebbero fornire vantaggi in alcuni settori. Se Apple, memore dei primi anni di vita del PC, non si fosse distaccata da queste complicazioni, in ottima parte già visibili (anche se la competizione nel settore CPU x86 non era ancora iniziata), in ragione proprio della maggior complessità di sviluppo per un parco hardware potenzialmente illimitato, sarebbe indubbiamente finita a gambe all’aria. Nel 1997 era assolutamente impensabile, particolarmente per un’azienda nelle condizioni finanziarie di Apple, competere con MS al suo stesso gioco. Ed ecco che abbiamo visto apparire il bel faccione di Gates nel memorabile keynote in cui Jobs ha fatto il suo ritorno…
“iniziale si è perso per strada. Faccio girare ancora sul mio Mac Plus (ma potremmo anche parlare del 128k) il 6.0.8 da floppy, un OS stupefacente (ad eccezione di Amiga) se si considera l’anno in cui è uscito e la potenza che offre: è ancora assolutamente decente per il word processing (se non fosse per la difficoltà di trasferire i dati a un computer moderno…). Col passare del tempo quel vantaggio è andato dileguandosi anche se, a mio parere, OS 9 resta un OS migliore sotto molti aspetti di Windows 95.
Vista non mi è sembrato proprio “rock solid”. Certo, meglio che le prime release di Windows 95, 98 e forse anche XP, ma varie annoyances e qualche BSOD me lo sono beccato già nel primo mese d’uso. OS X mi è sembrato molto più stabile (in tre anni d’uso i crash totali si contano sulle dita delle mani), ma non pretendo di dare a queste affermazioni un valore scientifico.”
Ma insomma dai, secondo me non c’è proprio paragone.
Lasciando stare gli OS preNT che erano dei colabrodi, te lo ricordi XP preSP1 com’era?
Vuoi mettere con Vista?
E anche dello stesso 2K se ne può parlare, fino al SP3 non è che fosse questo splendore.
Possiamo criticarlo dal punto di vista delle performance (anche se una volta stabilizzato l’uso del SuperFetch le cose migliorano sensibilmente a patto di avere una macchina di penultima generazione perlomeno), ma vai a leggere le vulnerabilità riportate e sono meno non solo dei pari Microsoft ma anche dei concorrenti.
Di BSoD se ne vedono veramente ma veramente pochi (al pari e meno ancora forse di XPSP2).
Le uniche volte in cui capita spesso e volentieri è a causa dei driver che girano ancora in kernel space.
Se non vogliamo chiamare tutta sta roba rock solid, non cosa possa essere un SO desktop rock solid.
E i crash capitano anche su MacOSX ;)
“Non sono le date o i rumors a distrarmi, ma le roadmap ufficiali di Microsoft: lo sviluppo di Vista è iniziato nel 2001 e una delle prime roadmap lo voleva pronto nel 2004; consegnarlo nel 2007, lento e affamato di risorse hw, ben condito di bug, senza molte delle feature rivoluzionarie promesse (siamo ancora alle prese con NTFS…), mi sembra qualcosa di molto diverso dalla prontezza nel rispondere ai bisogni del mercato di cui parli. Non voglio citare il numero di release che Apple ha sfornato nel frattempo per il suo OS X altrimenti vengo additato di fanboyism…
È mia ferma convinzione che se la roadmap fosse stata a grandi linee rispettata, oggi il mondo windows si muoverebbe nella stragrande maggioranza dei casi con Windows 64 bit. Capisco che non era AMD a poter guidare da sola la rivoluzione ai 64 bit, ma mi pare che sia già da un paio d’anni che i processori x86 venduti sono esclusivamente a 64 bit, da Intel e AMD, e che la gran parte delle CPU spreca cicli di clock e watt per alimentare transistor che Windows lascia nel sonno…”
Và bene, Vista non ti piace, io però ti ho fatto notare come i ritardi bene o male ci sono sempre perchè sono progetti così complessi da portare ad un ritardo sistematico delle tempistiche preventivate (che cmq spesso sono anche un mix di marketing oltre che di previsioni basate su analisi tecniche).
Su MacOSX glisso perchè se è vero che forse i rilasci sono stati + frequenti, bisogna anche vedere le novità apportate tra versione e versione.
Se andiamo a vedere le funzionalità di Leopard, mi sembra possa considerarsi + un aggiornamento, che è cosa ben diversa da una major release.
In ogni caso tu ti sei concentrato su Vista e và bene, io però ti ho citato circa una decina di software che nel giro di un anno usciranno o sono già usciti e sono o major release o prodotti alla prima final pubblica e spaziano dagli RDBMS, ai SO, alle suite di sviluppo e di grafica.
Trovami un’altra SWHouse così attiva in così tanti ambiti collaterali se non totalmente differenti (d’altra parte in R&D MS può permettersi di spendere cifre che equivalgono a fatturati interi dei propri competitor…).
Se escono tutti adesso è evidente che negli anni in cui pubblicamente non sia uscito molto, cmq si è lavorato “nel sottobosco”, altrimenti non sarebbe stato possibile.
“Capisco che la stampa debba essere tenuta calda ma 6 anni non sono un tempo accettabile per lo sviluppo di una major release, e le numerose ammende fatte da MS in seguito, compresa la promessa “da ora in poi un nuovo OS ogni due anni” testimoniano la veridicità di queste considerazioni.”
D’altra parte con il SP2 per XP sono riusciti soprattutto nella connettività a sanare alcune deficienze +ttosto importanti.
Le colpe se così si possono chiamare secondo me stanno nella scelta tardiva di decidere di abbandonare ad esempio l’integrazione di WinFS che ha causato di per sè un notevole ritardo.
Si fosse presa prima questa decisione magari un annetto l’avremmo risparmiato.
Sulla promessa beh andiamoci calmi, non prendiamo per oro colato quello che viene riportato dalla stampa + a mò di gossip che di notizia.
Poi io sn come San Tommaso…
E’ una dichiarazione che per me ha senso nel momento in cui il nuovo SO (come parrebbe) sia sviluppato secondo una architettura e logica modulare per cui da una parte vi sia il mantenimento e l’aggiornamento di un kernel il + minimale possibile (il MinWin di cui si parla da qlc tempo) e poi sopra i moduli che definiscono l’interazione degli strati sovrastanti.
Questo penso sia ormai necessario perchè anche per Microsoft, investire 10 mld di dollari “solo” per sviluppare un sistema operativo è una spesa davvero troppo ingente.
Però vedremo, io ci spero fino alla fine e se non avverrà con BlackComb sicuramente alla generazione dopo.
“Su questo siamo abbastanza d’accordo. Con la differenza che in DOS non c’era nemmeno un barlume di multitasking, mentre OS/2 1.0 consentiva di sfruttare le pur limitate potenzialità del 286 in questo ambito, fornendo una prima implementazione del multitasking che poi col 386 avrebbe raggiunto la sua maturità. Già con OS/2 1.0 IBM ha mantenuto la promessa di fornire agli utenti un buon motivo per passare al 286 e un primo approccio al multitasking.”
Non erano le potenzialità multitasking “pure” del 286 ad essere limitate; esso permetteva un multitasking preemptive senza nulla da invidiare a processori ben più blasonati. Il suo limite era che ciò funzionava solo con software progettato apposta, tagliando quindi fuori DOS e compagnia bella. Secondo me la capperata l’ha fatta proprio la IBM (o sarà stata Microsoft?) a volersi ostinare a usare programmi DOS in un tale ambiente.
Non possiamo farne una colpa nemmeno alla Intel, non sono molte le famiglie di processori che inseriscono nuove features mantenendo totale compatibilità con il software. Basti come esempio il PowerPC G5, a cui è stata persino tolta una feature necessaria per gli emulatori tipo VirtualPC; una versione compatibile con questo processore è uscita solo dopo molto tempo, e risultava più lenta che sui G4.
“La differenza fra cooperative e preemptive è che nel primo modello il processo attualmente in esecuzione controlla anche gli altri; se quindi si pianta li manda tutti a ramengo. Nel caso del preemptive è la CPU che assegna un tempo ad ogni processo e se entro quel tempo il processo non dà segnali viene interrotto e si passa al successivo, garantendo l’integrità del sistema.
Windows 286 non offriva multitasking ma solo task switching: la differenza è che il task switching è eseguito dall’utente mentre nel multitasking è la CPU che switcha fra i processi, secondo lo schema preemptive o cooperative.”
Credo di aver capito cosa intendi. Chiariamo un po’ come stanno le cose: nel preemptive il kernel assegna ad ogni task un certo tempo, viene eseguito per quel tempo e poi il processore riporta il controllo al kernel, qualunque cosa il task stia facendo; in questo modo il kernel può scegliere un altro task da eseguire.
Nel cooperative i task girano per il tempo che vogliono, quando hanno voglia chiamano essi stessi un’apposita funzione del sistema operativo che torna ad eseguire il kernel.
Naturalmente tutto ciò si intende a parte di interrupt o attese di I/O.
Per task switching credo tu intenda il fatto che viene eseguita un solo task alla volta, che è quello scelto dall’utente. Non mi sovviene di alcun sistema operativo che usasse un approccio simile, men che meno Windows, sia pure le prime versioni; solo alcune shell per DOS offrivano qualcosa di vagamente simile, ma il loro uso è sempre stato estremamente limitato. Windows 286 usa cooperative come tutte le altre versioni prima di 95.
“Non sono d’accordo: IBM aveva promesso agli utenti di offrire loro un OS in grado di trarre vantaggio dai nuovi AT, per Microsoft gli utenti 286 potevano tenersi il DOS in attesa che il 386 portasse vantaggi maggiori.”
Appunto: la IBM lo aveva promesso loro, non la Microsoft :-)
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