Passiamo quindi finalmente alla buona e sana pratica , nelle nostre macchine abbiamo fondalmentalmente quattro modalita’ per riprendere una scena (tralascio volutamente i vari programmi “custom” tipiche delle macchine più elementari che altro non sono che setting preconfezionati) e quindi la modalità automatica (AUTO-P) , a priorità diaframmi (Av per Canon e A per Nikon) a priorità di tempo (Tv per Canon o S per Nikon) e manuale (M) ed andiamo a vedere cosa succede usando ciascuna modalità e sopratutto quando e come utilizzare le varie modalità.
1.Modalità automatica (AUTO – P)
E’ la modalità più semplice da utilizzare , normalmente lavora con un tempo di otturazione fisso di 1/60″ (o leggermente più veloce) e lascia all’ automatismo del TTL completa libertà di intervento in combinazione con diverse aperture del diaframma a volte piuttosto difficili da comprendere.
Normalmente permette di avere fotografie con soggetti correttamente esposti ma spesso a scapito dell’ ambientazione di fondo che risulta essere pesantemente sotto e sovraesposta se non a volte addirittura poco leggibile.Richiede un impegno pari a zero ma porta con sè un grosso limite , il tempo di otturazione è certamente entro il tempo di syncroflash ma di contro è abbastanza lento , se c’è un po’ di luce ambiente ed il soggetto non è collaborativo (un modo gentile per dire che non è FERMO) c’è il rischio di creare fastidiosi aloni , il risultato è una foto mista nitida/mossa (come nell’ esempio dove il viso è fermo mentre i capelli sono mossi) , il tutto si complica quando si vanno ad utilizzare lenti con lunghezza focale sopra i 100mm e non si ha una mano da chirurgo o in caso ci siano fonti di luce che inevitabilmente comporteranno , in presenza di leggero mosso , un effetto scia.
2.Modalità a priorità diframmi (Av – A)
Con ambiente illuminato da luce naturale è forse la modalità maggiormente utilizzata ma con il flash le cose si complicano , abbiamo il controllo assoluto sulla profondità di campo e di conseguenza anche sulla resa dello sfocato (come nel ritratto che con diaframma più chiuso avrebbe aumentato il dettaglio mentre l’ obbiettivo era quello di ambientare ma senza far perdere peso al soggetto) ma il rovescio della medaglia è ahimè l’ impatto sul tempo.
L’esposimetro regola il tempo in funzione della scena illuminata dalla sola luce ambiente il che può facilmente portare a tempi o drasticamente lenti (in caso di buio non è raro avere tempi nell’ordine del mezzo secondo) oppure nel caso la luce ambiente sia abbondante è possibile anche che si vada a passare il tempo di syncroflash obbligandoci o a chiudere il diaframma (perdendo quindi il vantaggio proprio della modalità a priorità diframma) o ad utilizzare il flash in modalità di sincronizzazione ad alta velocità e quindi facendoci perdere potenza.
Buona parte delle macchine fotografiche permette (tramite menù) di limitare la velocità di otturazione entro il limite del syncroflash , ad ogni modo il controllo del tempo deve essere maniacale per evitare brutte sorprese ed in caso di forte illuminazione è consigliabile utilizzare un filtro ND adeguato per riportare i tempi entro il limite di syncroflash pur mantenendo una grande apertura del diaframma come nell’ ultimo esempio dove senza filtro avrei lavorato con un tempo di 1/800″ limitando drasticamente la portata del flash.
E’ da notare anche quanto le ombre , grazie alla schiarita del flash , siano meno incisive. , in particolarmodo si nota la differenza tra l’ interno delle zampe rispetto all’ ombra sull’ acqua.
Con le dovute cautele quindi è una modalità consigliabile quando si vuole utilizzare il flash non come luce principale ma piuttosto come luce di riempimento per ammorbidire le ombre tipiche delle ore centrali della giornata oppure nei ritratti poco prima dell’ imbrunire se si ha l’ intenzione di salvare il background controllandone comunque il bokeh.
3.Modalità a priorità tempo (Tv o S)
A livello di semiautomatismo è forse la modalità maggiormente consigliabile quando il flash ci serve come luce principale per illuminare il soggetto , ci permette di scegliere il tempo di otturazione e di conseguenza di scegliere un tempo “sicuro” in funzione del soggetto che vogliamo riprendere , diciamo che può essere pensata come ad una modalità automatica più intelligente (perchè 1/60″ fisso non è a mio avviso un tempo intelligente).
Partendo dal presupposto quindi di usare il flash come luce principale è inevitabile che si stia operando in condizioni di scarsa luce (ovvero in tutte quelle occasioni in cui lavorando in priorità diaframmi otteniamo tempi decisamente lunghi) e di conseguenza la macchina in questa modalità tenderà innanzitutto ad aprire al massimo il diframma e a fermare con il TTL il lampo una volta raggiunta la corretta esposizione del soggetto.
La diminuzione del tempo di otturazione verso lidi più “sicuri” (come 1/125″ o 1/160″) inevitabilmente comporta una minor presenza del background che non essendo colpito dalla luce del flash avrà minor presenza nella nostra fotografia, in questo caso è quindi consigliabile aumentare la sensibilità di 2 o massimo 3 stop (meglio non spingere oltre gli 800ISO) per rendere un po’ più di giustizia all’ ambientazione.
Avendo la tendenza a lavorare con l’ obbiettivo a tutta apertura è opportuno valutare bene i difetti che la propria lente ha quando si lavora a tutta apertura , nell’ ennesimo ritratto di mia moglie basta andare a posare l’occhio sui brillantini della maglietta per rendersi conto di come l’ 85mmF1.2 L MKII lavorando a tutta apertura presenti una nutrita propensione al fringing (vi garantisco che i brillantini sono perfettamente bianchi e non violetti).
4. Manuale
E’ ovviamente la modalità che vi permette il miglior controllo in assoluto , il tempo si sceglie in base alla lunghezza focale ed in base al tipo di soggetto (con lo scopo ovviamente di evitare il mosso), l’ apertura del diaframma per scegliere la presenza di dettaglio nello sfondo (e per evitare di far lavorare le lenti alla massima apertura e controllare la PDC) e per finire gli ISO per determinare la luminosità dello sfondo.
Grazie al TTL la luce del flash lavora in automatico , personalmente consiglio a seconda del caso di sottoesporre il TTL del flash di 1/3EV fino ad 1EVper togliere un po’ di presenza del lampo sopratutto sui visi.Nello scatto d’esempio (1DsmkIII con 35F1.4L e 580EX) ho scelto un tempo relativamente lento (seppur piu’ veloce del solito 1/60″) essendo un ritratto di una persona seduta ad un tavolo ripresa con un grandangolo da 35mm , un diaframma abbastanza aperto per avere uno sfondo sfocato (ed evitare dettaglio e quindi confusione) seppur chiuso di uno stop rispetto a quanto sarebbe successo lavorando in Tv ed una sensibilità di 400 ISO per non far risaltare solo gli spot delle lampadine alle spalle del soggetto ma riempiendo lo sfondo con qualche elemento in piu’ (rispetto ad avere uno sfondo nero con spot come nella foto del paragrafo Tv).
Fin qui pare essere la panacea per il fotografo ma non scordiamoci che è una modalità manuale ed ovviamente non si adatta automaticamente in caso le condizioni di scatto siano mutate , già ruotando l’ obbiettivo verso gli altri componenti della tavolata sarebbe stato necessario dare una aggiustatina ai parametri , con un po’ di esperienza non ci si mette molto ma sicuramente non si puo’ annoverare la modalità manuale tra quelle “punta e scatta”.
Ricapitolando quindi per un uso efficace (e veloce) del flash lascerei ai neofiti la modalità automatica (e forse nemmeno a questi) , consiglio di lavorare con priorità diaframmi quando la luce ambiente è sufficiente per scattare una fotografia con un tempo sicuro e si ha bisogno di una luce di riempimento (controluce , ombre dure ecc.) nel caso con l’ aggiunta di un filtro ND (qualora la luce fosse particolarmente intensa) ed infine di passare alla priorità tempi quando la luce è davvero scarsa lavorando sugli ISO per vivacizzare lo sfondo.Solo nel caso si abbia poca variabilità nelle condizioni luminose della scena ed abbastanza tempo si può tentare di lavorare in manuale per cercare di controllare al meglio tutte le fonti luminose.