di  -  martedì 8 Giugno 2010

Qualche settimana fa Rosario ha introdotto l’argomento delle misure draconiane imposte da Ubisoft per i propri giochi su PC.

Misure che, lo ricordiamo, impongono una connessione Internet sempre attiva durante il gioco, attraverso cui verificare in tempo reale l’autenticità della copia usata.

La “minaccia” di Ubisoft – un’azienda da anni molto sensibile al tema “pirateria” su PC – è quella di ritirarsi tout-court dal settore gaming PC. Chi scrive non è favorevole alla copia illegale, non si beve le favole della “pirateria” che aiuta qualsivoglia attore economico coinvolto nel 2010 nel mercato gaming.

Crede tuttavia che alla fine a pagare, con prezzi regolarmente maggiorati e progressive restrizioni alle condizioni d’uso (a partire dalla copia privata, diritto puntualmente scavalcato), sia sempre l’ultimo anello della catena – quello che si presenta alla cassa con 60€ e poi arriva a casa e non può giocare perché qualche hacker si è tolto lo sfizio di piantare i server di autenticazione.

La misura introdotta da Ubisoft, applicata a giochi single player, è particolarmente fastidiosa perché non compensa la limitazione imposta con alcuna funzionalità accessoria proporzionalmente utile. Si tratta in altre parole di un approccio puramente repressivo, applicato non a chi accede al mercato nero e pertanto non ha nulla da pretendere e tutto sbloccato, ma al “fesso” di cui sopra, quello che paga.

Molto diverso l’approccio di Activision-Blizzard, altro grosso calibro del mondo gaming sia su PC che su console, a cui non sfugge il peso di Internet nell’enforcing di misure di protezione dalla copia illegale. Nell’utilizzare la rete per proteggere il prossimo Starcraft II, Blizzard sta però tentando un’altra strada: quella di offrire, tramite l’obbligatorietà dell’account BattleNet, qualche utilità social ai giocatori PC:

“That’s a battle that we have a chance in. If you start talking about DRM and different technologies to try to manage it, it’s really a losing battle for us, because the community is always so much larger, and the number of people out there that want to try to counteract that technology, whether it’s because they want to pirate the game or just because it’s a curiosity for them, is much larger than our development teams.

“We need our development teams focused on content and cool features, not anti-piracy technology.”

Non mancheranno i mugugni: Starcraft II sarà privo della modalità LAN per motivi riconducibili alla copia illegale. È tuttavia encomiabile lo sforzo di creare feature e non barriere, di sforzarsi perlomeno di “indorare la pillola” piuttosto che presentare aut-aut.

Anche perché, nel caso della protezione Ubisoft, pare siano già in giro delle patch che consentono una fruizione illimitata a chi usa il gioco contraffatto, alla faccia di chi lo ha acquistato e deve accettarne i vincoli.

Un po’ come con le tasse insomma, pare si spremano sempre gli stessi limoni. Possiamo dunque supporre che, un po’ come per le tasse, buona parte dei “sacrifici” vadano a compensare le inefficienze nella riscossione? Non sarà che quindi, come per le tasse, basterebbe perfezionare il sistema per far tornare i conti? O almeno provarci prima di dichiarare la resa?

Sistemi di protezione meno penalizzanti e funzionalità addizionali a compenso dei vincoli, quanti se ne stanno pensando in Ubisoft? Quanti soldi di R&D l’azienda spende per coprire questi sforzi?  Pochi e/o male, già a giudicare dai danni di StarForce.

Nei commenti dello scorso pezzo, un lettore auspicava che un sistema di protezione efficace potesse ridurre il costo dei titoli a beneficio di chi non prende in considerazione la contraffazione. Allo stato attuale, con l’aut-aut dato da Ubisoft, questa mi pare una pia illusione. Proprio come nel caso delle tasse.

So bene che ci sarebbero ulteriori argomenti da approfondire, ma per adesso mi fermo e lascio la parola a Rosario, oltre che a voi nei commenti, per un altro “rimbalzo” del botta&risposta.

33 Commenti »

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  • # 1
    Mauro_MR
     scrive: 

    Ciao. Io sono uno di quei “fessi” che compera nel 99% dei casi giochi originali. E che per poterne usufruire sul suo poratile (o sul suo mega-fisso) senza avere dozzine di INUTILI DVD dietro, cracca regolarmente TUTTI i giochi.

    E voglio vedere chi mi dice qualcosa!

    Io i giochi li pago e voglio giocarci.

  • # 2
    Mauro_MR
     scrive: 

    P.S: ma poi, perchè io che lo compero devo essere penalizzato, mentre chi lo copia può giocarci alla stragrandissima senza problemi?

    Proposta: sarebbe bello che un’azienda producesse (sotto massiccio marketing) un gioco senza protezioni ad un prezzo accessibile.
    Secondo me la soluzione alla pirateria è il marketing. Il far sentire uno sfigato galattico chi copia il gioco…
    Cmq dite la vostra.. sn pronto ad un confronto!

  • # 3
    MonsterFX
     scrive: 

    Mauro, come non quotarti in pieno.

    La soluzione alla pirateria sarebbe il crollo dei prezzi. Se i titoli costassero la metà penso che sarebbero più abbordabili.
    Peccato che le software house preferiscano venderne 100pz a 60€, marginando parecchio e non “rischiare” di venderne 200pz o più a 30€ . Il mercato si basa su pochi “eletti” che acquistano il prodotto pagandolo forse più di quanto vali realmente. Si parla di software per intrattenimento dove il più delle volte si usa in un singolo ambito, non di software professionali dove il prezzo dello stesso è equiparato a quanto questo potrebbe farti guadagnare(Vedi MS Office, sw Adobe, AutoCad, …).

    E’ anche vero che in molti ci sia la filosofia, meglio gratis che a 30€ …

    MonsterFX

  • # 4
    Fede
     scrive: 

    Non preoccuparti Alessio Di Domizio le leggi del mercato sono crudeli e arriverà il giorno in cui Ubisoft sarà costretta a ripensare le suae attuali decisioni se non vuole rischiare di chiudere battenti

  • # 5
    Fede
     scrive: 

    Ad ogni modo a perte i sistemi antipirateria adottati da ubisoft il problema dei costi è facilmente aggirabile con dei compromessi.
    Anche io compro sempre software originale ma aspetto perché accade sempre che dopo un periodo dall’uscita i prezzi comunque calano.
    Invece su software seri sono daccordo con molti se tnessero bassi i prezzi chi è che non acquisterebbe una licenza?

  • # 6
    Fede
     scrive: 

    Comunque in generale ritengo che qualunsque sia il sistema adottato antipirateria c’è sempre un sistema per aggirarlo, ed è giusto che ci sia

  • # 7
    Fede
     scrive: 

    **** COMMENTO OFFENSIVO MODERATO ****

  • # 8
    sentiMeCheNeSoQualcosa
     scrive: 

    con tutti i problemi che ci sono in italia e nel mondo, queste polemiche per i drm o le protezioni dei giochetti lasciano il tempo che trovano. Piuttosto protestate per altre ragioni valide.
    SE NON GIOCATE NON MORITE DI FAME o di SETE…

  • # 9
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    Quella di far pagare meno i giochi non mi sembra un’idea molto papabile. Per quanto possano abbassare i prezzi, non arriveranno mai a competere con i contraffatti. Nel frattempo però perderanno un sacco di soldi e aggraveranno la loro posizione. Secondo me la strada maestra è quella delle feature.

    @ sentiMe
    Nessuno pretende che i problemi di cui si parla qui siano i primi a affrontare. Siamo un sito tecnologico e parliamo di tecnologia, sperando che chi deve fare il mestiere di parlare della fame e della sete ci metta altrettanta buona volontà.

  • # 10
    sentiMeCheNeSoQualcosa
     scrive: 

    @alessio

    lo so che siete un sito tecnologico, ma mi sembra eccessiva questa polemica per una protezione, un caso simile si era verificato 2 -3 anni fa per la star-force, un mucchio di polemiche inutili solo perchè non si potevano piu craccare i giochi.

  • # 11
    Alessio Di Domizio (Autore del post)
     scrive: 

    @ sentiMe
    Io non credo che sia eccessiva. Starforce, tanto per dirne una, oltre a rendere più difficile la copia, danneggiava le unità ottiche, il che ha costretto Ubisoft a risarcire gli utenti per milioni. Non siamo ai livelli della fame e della sete, ma nel nostro settore sono cose che pesano parecchio.

  • # 12
    Paganetor
     scrive: 

    anche io sono uno di quelli che va a ravanare nei “cestoni” dei centri commerciali o che si compra le riviste con giochi completi allegati a 7.90 euro.
    Non sono un hard games, lo ammetto, ma l’idea di spendere 60 euro per un gioco non mi sfiora neanche (poi magari fanno un nuovo capitolo di Monkey Island e ci ricasco… :-D )

    comunque sia, tutto questo accanimento mi ricorda i filmati obbligatori che ti devi sorbire quando acquisti un DVD (tutta roba antipirateria… e lo vieni a dire a me, che il film l’ho comprato!?) o al cinema, dove paghi non poco e ti devi sentire una merda perchè “non ruberesti mai un’auto, non ruberesti mai un libro, non ruberesti mai un FILM!”… MA BAFF…… ti ho già dato quasi 10 euro e mi fai pure la morale? :-D

    comunque sia, alcuni sviluppatori dopo un paio di anni rilasciano una patch che rimuove le varie protezioni (in genere l’obbligo di tenere il disco inserito)… già quella non è una brutta cosa!

    ah, giusto ieri stavo per comprare una copia di una rivista che, per 7.90, mi dava Mass Effect e i DLC su DVD… ho lasciato perdere con dispiacere perchè specificava che per giocare era necessaria la connessione a internet (che attualmente non ho).

  • # 13
    Arunax
     scrive: 

    Da tanto tempo ormai non gioco più “piratamente” (in passato l’ho fatto qualche volta) un po’ semplicemente per ragioni etiche (dopotutto, anche se ci sono paurosi ricarichi, qualcuno ci mangia con sta roba!) e un po’ perché mi piace collezionare i giochi, e che collezione è se sono piratati?

    A dispetto del mio gusto collezionistico, penso che il futuro del gaming su PC sia nel digital delivery. E’ un sistema cui il pubblico si sta abituando rapidamente (grazie a Steam di Valve, all’AppStore di Apple, all’Android Market di Google ecc.) e che permette al tempo stesso:

    – una notevole efficienza: anche realtà più piccole (come Valve appunto) possono permettersi un sistema simile, senza appoggiarsi sempre e comunque sui colossi quali Ubisoft, EA;
    – un migliore controllo antipirateria, simile a quello di queste protezioni ma meno invasivo;
    – prezzi più competitivi, soprattutto dopo un po’ di tempo dall’uscita dei giochi;
    – migliori servizi per i giocatori (giochi immediatamente disponibili, salvataggi su cloud, giochi multipiattaforma, servizi stile social network).

    Sono dell’idea che questi servizi – insieme alla generale tendenza al gioco multiplayer – siano più che sufficienti di per sé a limitare la pirateria; un altro mezzo per combatterla sul suo terreno sarebbe, secondo me, una maggiore diffusione delle versioni dimostrative (a chi, fra quelli che comprano tutti i giochi, non è mai capitato di volerne scaricare uno perché non c’è altro modo per provarlo prima di spendere 60 euro?).

  • # 14
    Kersal
     scrive: 

    Il DRM di Ubisoft serve a proteggere i giochi Single player, quelli che la Blizzard NON FA. Per giocare in multi è quasi sempre necessario avere una copia originale. Ma come proteggere un gioco come Assasins Creed 2 che è solo SP?
    E non mi dite di abbassare i prezzi perchè non esiste alcun prezzo più basso di averlo gratis scaricandolo!

  • # 15
    peppe
     scrive: 

    nessuno ha nominato la tassa che da gennaio TUTTI dobbiamo pagare su ogni oggetto dotato di memoria compriamo, in pratica noi quando compriamo un dvd,hard disk lettore mp3 ram ecc paghiamo una tassa su esso xke si presume che lo utiliziamo per fare copie illegali vi sembra democrazia questa?
    x quanto riguarda il digital delivery io lo vedo come un modo per arricchire di piu le case produttrici a scapito di rivenditori distributori e tutti i soggetti che entrano in gioco nella distribuzione, appena usciranno le nuove console nelle quali si potra comprare solo on line, automaticamente nn esistera piu mercato dell usato ne dell import ne niente, allora si ke saranno loro a gestire le regole e state tranquilli ke un gioco lo pagheremo 60 euro anke dopo 1 anno dall acquisto!!
    x quanto riguarda i dlc (i contenuti aggiuntivi scaricabili dei giochi) ormai nn basta il prezzo iniziale ke uno sborsa x giocare ma deve aggiungerci il costo dell abbonamento in piu il gioco non lo compri piu tutto in una volta ma te lo vendono praticamente a parti pagandolo molto di piu!!
    in conclusione loro creano i giochi e loro dettano le regole su come venderli e nessuno puo dirgli niente,i videogiochi non sono un bene essenziale e uno puo fare benissimo a meno di comprare l’ultima uscita però i costi aumentano la crisi si sente e la pirateria ormai è diventata la normalità per tanta gente,secondo me finche si potrà copiare un gioco lo faranno tanti ma state sicuri ke il momenti in cui troveranno il modo di bloccare tutto arriverà ed a mio avviso è sempre piu vicino!! ed allora x giocare si dovra spendere e tanto…

  • # 16
    Alebot
     scrive: 

    C’è una fetta purtroppo fisiologica e intaccabile di utenti che comunque giocherebbero con titoli pirata perchè sono “aggratis”.
    C’è una gran parte di persone che scaricano decine di giochi piratati, li provano per 5 minuti e poi, se tutto va bene, giocano “seriamente” ad un decimo di essi si e no… e questo decimo sarebbero anche disposti a pagarlo, se costasse cifre umane.

    Facendo questo discorso vi sembrerò (e mi sembrerò…) più vecchio dei miei 27 anni, ma mi ricordo che quando arrivò il Meda CD nel 1992 tutti i giornali del settore lo accolsero perchè il supporto ottico avrebbe permesso di abbattere il costo dei giochi, essendo molto più economico della cartuccia… risultato? Prezzo identico a prima e giochi infarciti di belli ed inutili sequenze full motion video, solo per giustificare l’uso del cd.

    Con l’avanzare della tecnologia, il costo di realizzazione anzichè diminuire è aumentato, e questo va accettato, ma è diminuita drasticamente la spesa necessaria alla distribuzione: perchè le case non creano degli store online che permettono di acquistare il gioco e scaricarne al volo la iso??? semplice: anche altri ci devono guadagnare, quindi il gioco viene stampato su dvd, distribuito a grossisti e negozianti (con relative spese e ricarichi, ovviamente) e poi arriva a casa dello sfigat… ehm, del giocatore che lo infila nel pc, inconscio della selva di drm che dovrà superare e dei propri diritti calpestati (copia ad uso privato…).
    E dulcis in fundo… vogliono “combattere il mercato dell’usato” perchè non genera introiti per loro: per quanto mi riguarda possono starsene li dove sono finché non capiranno che la cuccagna è finita: nel 1992 Street Fighter 2 costava 150.000£, oggi i giochi costano 65€ ma il potere di acquisto delle famiglie è diminuito molto: o capiscono che le spese, almeno di distribuzione, vanno ridotte all’osso (senza i diversi ricarichi un gioco costerebbe la metà circa) e iniziano a trattare l’acquirente come un loro amico e non come il nemico assoluto, oppure è giusto che molte case periscano e sopravvivano solo coloro che creano i migliori prodotti ai migliori prezzi.

  • # 17
    Alessio T
     scrive: 

    Nessuno ha MAI pro0vato che le STarForce possano o possano aver rovinato lettori ottici di alcun tipo. Semmai è qualche imbecille che staccava i molex a PC acceso dai lettori ottici a provocare i danni, il tutto per usare qualche crack, fatta anche male. Non spariamo cazzate, nessuno ha mai risarcito soldi per presunti danni alle periferiche create dalle starforce. Così come per eliminare tale driver basta scaricarsi il tool di remover che funziona perfettamente, basta sapere fare una fottuta ricerca e trovare il sto ufficiale e non scariare dal primo link a caso.

  • # 18
    andres
     scrive: 

    Il problema, almeno a mio avviso, è molto più grave nei software professionali.
    Io ho diversi software musicali originali, in primis perchè li voglio usare senza bug (molte versioni pirata hanno bug, piccoli o grandi), voglio avere gli aggiornamenti, mi può interessare uno sconto importante per l’upgrade… e poi perchè riconosco il valore del -tanto- lavoro che c’è dietro.
    Però ritengo il sistema di protezione di questi software semplicemente vergognoso.
    Chi acquista originale ha spesso un numero di installazioni limitate (se ad esempio formatti più di tot volte, sei fregato), rischia di non poter usare più il software in caso di cambio dell’hardware, si deve sorbire frequenti problemi derivanti da meccanismi di registrazione sempre più complessi ecc…
    Alcuni programmi usano protezioni hardware sotto forma di chiavi usb, secondo me un approccio già migliore, ma comunque talvolta fonte di problmi… se poi la chiave si rompe, è un casino…
    E non parlo di software da 50 euro, ma da 2-3-500 euro o più…
    L’assurdo, alla fine, è che l’utente che acquista originale, in primis perchè vuole garanzie di qualità, si trova a dover subire le conseguenze della pirateria.
    Non acquisti più un prodotto, ma lo \noleggi\ secondo una licenza ai limiti dell’irrazionale… mi piacerebbe sapere se questa cosa è del tutto legale, o lede i diritti del consumatore.

    E comunque i meccanismi anticopia sono assolutamente inutili, oltre che dannosi, non ho MAI visto un software che non sia stato crackato.

    Ci sono anche case che hanno rifiutato questa logica assurda, puntando su prezzi -molto- più bassi e sulla totale assenza di sistemi anti-copia, come Cockos con il noto Reaper.
    Ma sono poche.

  • # 19
    Nat
     scrive: 

    Preso atto del fatto che la pirateria e’ quasi impossibile da annientare completamente, credo che ci siano diversi fattori che potrebbero contenere il problema. Ovviamente nessuno di questi e’ seguito seriamente, si preferisce la persecuzione di clienti o potenziali clienti e l’uso di ogni stratagemma per far pagare di piu’ sempre e comunque.
    Gli elementi che secondo me potrebbero aiutare a contenere il fenomeno sono:

    1)Il digital delivery: andrebbe implementato massicciamente consentendo distribuzione capillare e abbattendo i costi per le software house. Questo risparmio lo devono sentire anche gli utenti pero’ (cosa che non avviene), altrimenti non serve assolutamente a nulla. Distributori, corrieri, stamperie, titolari di pompe di benzina ecc ne avrebbero un danno, ma non capisco perche’ devo pagarlo io, quando e’ possibile una soluzione piu’ economica. Devono per forza mangiarci tutti sui videogames?? E deve essere sempre il cliente ad allattare la “filiera”?

    2)Le offerte: dopo un tempo ragionevole dall’uscita il prezzo va abbassato seriamente. Ci sono siti come steam che fanno un buono sfruttamento di questo sistema, e anche molti siti di vendita online stranieri (inglesi soprattutto), ma qua in italia, giochi usciti parecchio tempo fa costano, nella maggior parte dei casi, la stessa identica cifra…

    3)La qualita’: inutile lamentarsi se giochi buggati, pessimamente ottimizzati, che durano 8 ore e costano 35 euro non fruttano e prosperano solo nei circuiti p2p. Qui non si parla di gusti su generi particolari o meno, ma di fattori che sono un disvalore per qualsiasi videogame e che non sono tollerati da nessun giocatore pagante.

    4)Le demo: devono essere sempre presenti per dare modo all’utente di testare concretamente ed in modo legale il prodotto.

    Mi sembra pero’ che le uniche politiche perseguite siano quelle che vedono l’utente sobbarcarsi forzatamente i problemi delle software house e della pirateria. A partire, in casa nostra, dall’ignobile e criminale penale preventiva da pagare su tutte le unita’ di memoria.

    In conclusione, tutto questo non impedira’ a chi ritiene che giocare sia dovuto e che gratis sia sempre meglio, ma recupererebbe, probabilmente, una grossa fetta di utenti delusi dai contenuti scadenti, dalle brutte sorprese e dai prezzi ingiustificatamente alti.

  • # 20
    geihard
     scrive: 

    La starforce!
    Vabbè raccontarsi le favole, ma è una protezione che ha creato così tanti problemi che ubisoft (ma non solo lei) ha rilasciato ad un certo punto delle patch per i principali giochi (tipo i primi prince of persia) che la rimuovevano del tutto! Se questo non significa qualcosa..
    La versione incriminata installava dei driver nascosti sotto windows che lavorava a livello ring 0 e che garantiva a tutti i processi fino al ring 3 l’accesso al livello ring 0, con danni enormi per la sicurezza del sistema!
    Pensare che possa avere causato danni fisici all’hardware di alcuni lettori non è così assurdo o implausibile.

    Dopo tutto il putiferio e (SOPRATTUTTO) il fatto che quella protezione non la volesse più nessuno, ha fatto sì che le versioni seguenti fossero molto ma molto più “soft”.

    Tornando a ubi.. questa qui del single player giocabile solo online è semplicemente una follia ingiustificabile.

    La pirateria si combatte in vari modi, anche dando considerazione e rispetto al cliente pagante.

    E comunque a questi qui non importa più di niente tranne che del far cassa, tutto è lecito, anche brutalizzare i clienti paganti.

    Contenti loro.. (ed infatti questo è il problema vero: mazziati e contenti!)

  • # 21
    geihard
     scrive: 

    @nat

    Giochi che durano otto ore ? Ma qui ormai ti vendono a 60 euro giochi che di ore non ne durano nemmeno 3 a livello più elevato di difficoltà.

    Ma (naturalmente) è TUTTA COLPA DELLA PIRATERIA..

  • # 22
    TheKaneB
     scrive: 

    io li conosco alcuni giochi che non si possono craccare… il calcetto, il go-kart, gli scacchi, la briscola, le freccette, il basket, il tiro con l’arco!

    scherzi a parte, il vero problema secondo me sta nel fatto che l’industry vuole fatturare sempre di più, senza limiti. Voi penserete “eh beh! Cosa c’è di male?”, il male c’è e lo vedete tutti… la colpa non è dei pirati che vogliono le cose gratis, la colpa è di chi non si accontenta di un equo compenso ma vuole guadagni tendenti all’infinito per il puro gusto di vedere i numeretti sul proprio conto in banca…

    E’ un meccanismo perverso che ormai ci sembra quasi normale (purtroppo).
    La società moderna non è fatta da persone che lavorano per soddisfare i propri bisogni; la società moderna è fatta da una massa informe di “consumatori”, cioè esseri allevati, cresciuti, condizionati ed indottrinati alla malsana pratica del “consumo”. Se non consumi sei un emarginato, se non hai l’ultima Playstation 6 sei un barbone, se non ascolti gli strilli inconcludenti dei talk show alla TV sei “out”, se non giochi all’ultimo “Prince of Persia” non riuscirai mai a superare la tua crisi adolescenziale e non troverai mai una ragazza “vera” che te la da.

    Tanto di cappello Alessio, per il tuo ottimo articolo, anche perchè la questione DRM è alquanto spinosa e contorta, ed è una di quelle che peggio riesco a digerire. Ma credo che la questione qui presentata sia soltanto uno dei tanti campanelli di allarme di un problema molto più vasto, che poggia le sue basi sui meccanismi stessi che regolano il mondo industrializzato.

    Detto questo, data anche la lunghezza abnorme del mio commento (dubito che qualcuno abbia avuto tanta pazienza da leggere per intero), credo sia arrivato il momento per me di rientrare nella mia cassa da vampiro dopo una notte insonne e un principio di giornata passato sugli articoli del mio sito di tecnologia preferito :-)

    Ciao!

  • # 23
    Andrea
     scrive: 

    Tre brevi considerazioni:

    – il mercato del PC gaming è ormai estremamente marginale rispetto al mercato delle console a parte eccezioni in cui sicuramente non rientra ubisoft. Quindi non mi soprendere che rischino di perderlo con tanta legerezza.
    – i giochi per PC appena usciti costano 40-45€ se comprati online, mi sembra siano prezzi più che buoni.
    – il futuro è il Digital Delivery,del resto il Digital Delivery (illegale) esiste sul PC da almeno 10 anni.

  • # 24
    Beetlejuice
     scrive: 

    Una cosa non capisco.
    Ogni volta -SEMPRE- quando viene proposta una nuova protezione viene elusa in poco tempo.
    A che pro investire (sprecare) denaro magari ricaricato sul prezzo finale per una cosa che non serve a nulla e a nessuno? Non serve allo scopo di proteggere, non serve a chi compra il gioco. Forse serve solo a chi sviluppa la protezione visto che deve essere pagato.
    Oltre a non servire INFASTIDISCE chi compra il gioco, come quella del sempre on line di Ubisoft, costringendo a ricorrere a crack o artifici vari per sbarazzarsene.
    Davvero “quelli del marketing” pensano che la protezione ad oltranza sia un mezzo efficace a contrastare la pirateria? Forse dovrebbero dedicarsi ad altro se davvero lo credono…

  • # 25
    Fabio FLX
     scrive: 

    Le protezioni vengono applicate perché i produttori vogliono garanzie di guadagno, e le chiedono anche attraverso la protezione del software.
    Quindi a chi realizza le protezioni non interessa che siano inviolabili, interessa solo che i produttori – persone che spesso sono lontane anni luce dal pubblico dei loro prodotti – le accettino.
    Tutto questo spiega sia perché abbiamo protezioni assurde, sia perché dopo qualche tempo vengono sempre abbattute.
    I discorsi di incentivi anti-pirateria, prezzi più bassi, distribuzione digitale e compagnia bella sono troppo “raffinati” rispetto alla realtà che sta dietro alla produzione di un videogioco.

  • # 26
    Giordano
     scrive: 

    Ho comprato Assassin’s Creed 2 dall’inghilterra a 20€ la scorsa settimana, mi è sembrato un giusto prezzo per un gioco che a me piace molto, una volta li scaricavo illegalmente ora lavoro ho più disponibilità economiche e 20€ mi sembrano un giusto prezzo per un videogioco come AC2 o Spliter Cell, giochi single player.
    Alla fine se non facciamo tutti così rimarranno solo giochi multiplayer perchè ti obbligano a connetterti al server.

    P.S. Per adesso il sistema di protezione della ubi non mi ha causato nessun disagio!

  • # 27
    Z80Fan
     scrive: 

    Si può fare soldi anche senza DRM:
    http://www.wolfire.com/humble
    5 giochi, li porti a casa al prezzo che vuoi, senza DRM e senza restrizioni.
    Con una media di 9 dollari a donazione (del tutto giusti per i titoli disponibili, forse troppo poco per il bellissimo World Of Goo), hanno racimolato più di un milione di dollari, alla faccia di Ubisoft!

  • # 28
    avc81
     scrive: 

    Mah non so…. io posso solo dirvi che non capisco come si possano spendere 60 euro per un gioco se quella cifra equivale ad 1/20 del mio stipendio. Detto questo, visto che so, lavorando in un settore vicino alla game industry, che nessuno di quelli che si è sobbarcato il 90% del lavoro per lo sviluppo del gioco trarrebbe beneficio da una straordinaria ondata moralizzatrice che porterebbe tutti i giocatori a comprare e non copiare i giochi, non trovo così tremendo pensare a giocare a giochi piratati. e scusate per il giro di parole
    :-)

  • # 29
    Andrea
     scrive: 

    Ma dove li vedete 60€ per un gioco… forse se andate il day one al negozietto sotto casa.

  • # 30
    Antonio
     scrive: 

    costano troppo comunque. Dicano quello che gli pare, ma per molti la pirateria è una manna(non solo utenti,ma anche mercato dell’hardware/hi-tech)e poi non si può ingrassare tutta l’enorme filiera che va dal produttore al consumatore ed il digital delivery – tanto osannato dai moralisti come la soluzione al terribile male delle copie – è finora una gran bufala (prezzi altissimi,considerando che si scavalcano molti passaggi). E’vero che non è un diritto videogiocare, ma siccome si può si copia, ce li si presta tra amici, si scambia, si scarica, l’usato… come prestare un libro od un cd di musica… si chiama condivisione delle risorse, è una bellissima cosa insita nell’uomo, da sempre. Ma che vogliono assurdamente far passare come un crimine. Si rassegnino, con drm e schifezze varie potranno arginarla un pò, scoraggiare gli utenti meno smaliziati, ma si condividerà sempre e secondo me è una cosa naturalissima.E lo dico senza ipocrisie da ex-fan pentito – sì pentito – dell’originale. Che si pensi, piuttosto a combattere la VERA pirateria, quella che genera lucro nelle tasche di mafie del contraffatto e di abusivi irregolari, non ridicolaggini come le “mancate vendite”… ma che cavolo è una mancata vendita? E si spartiscano le innumerevoli tasse che loro per primi RUBANO. Copiare/scambiare è un comportamento naturalissimo ed oramai considerato la norma.

    @avc81 quoto

    @Fede straquoto

  • # 31
    Giordano
     scrive: 

    Se domani tutti piratassero mi spieghi come andrebbe avanti una Software House?
    No perchè o mi spieghi come fanno a rientrare nel budget speso per produrre un videogioco se la gente non li paga oppure stai affermando che tu pirati i giochi mangiando sulle spalle delle persone che il gioco lo hanno comprato.
    Mah….

  • # 32
    avc81
     scrive: 

    No, il discorso non è così semplice.
    1) difficilmente si potrà creare la situazione in cui tutti piratano i giochi (nel peggiore dei mondi possibili ci sono pur sempre le console :-)
    2) in ogni caso una fascia congrua di persone si può permettere la spesa di 60 euro per un gioco a fronte di non avere rompimenti con aggiornamenti crack etc etc (pensa anche ai vari wow et similia)
    3) la spesa per pagare lo stipendio di chi, come ho detto sopra, ha fatto tutto il lavoro, di certo non si avvicina minimamente al ricavato dalle vendite, seppur scarse.
    4) sai quanto prende un manager (non dico in italia, ma nel mondo, in italia c’è il peggio del peggio) a confronto di un developer/engineer/game designer nella game industry(ma non solo)?

  • # 33
    Gendo Ikari
     scrive: 

    Io mi sottrarrei al tedioso dibattito pro-pirateria, contro pirateria. Il punto è un altro.
    Qualunque protezione è aggirabile. Il gioco dev’essere sempre connesso online? Ciò non eslude che si avvii un finto server in locale, a cui il gioco modificato di conseguenza accederà credendo di connettersi al server Ubisoft, ricevendo l’ok. Ovviamente è solo uno stupido esempio di come qualunque protezione, per quanto difficile, può essere superata.
    Chi ci rimette? L’utente che compra il gioco, che lo avrebbe comprato lo stesso, e che semplicemente vede il proprio gioco reso più difficile e tedioso. E se vivo in un posto la cui connessione cade frequentemente? Non potrò neanche giocare a giochi single-player? E se la mia connessione non è flat? Eccetera.
    Dall’altra parte il pirata elaborerà un crack più complesso, e continuerà a giocare. Com’è sempre accaduto negli ultimi 20 anni.

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