X68000: dal Giappone l’ammazza-Amiga che non fu

X68000Giappone Giappone, quante volte ti ho visto sulla cartina e ti ho sognato… Da piccolo, quando Internet non c’era e le novità dal Giappone venivano diffuse con qualche mese di ritardo da K e TGM, guardavo esterrefatto le meraviglie di quella terra, che dal punto di vista tecnologico sembrava trovarsi – e forse effettivamente era – molti anni avanti alla vecchia Europa.

In onore alle meraviglie tecnologiche giapponesi, con la fascia del sol levante legata in testa e una katana al fianco, mi appresto dunque a raccontarvi di un sistema tanto prestante quanto sconosciuto nel resto del mondo: lo Sharp X68000 (1987).

Come il nome lascia supporre, si trattava di una macchina costruita attorno alla CPU Motorola 68000, comune ad Amiga e Atari ST, accompagnata però da una configurazione hardware che rendeva il sistema Sharp superiore a entrambi, perlomeno nel 1987, anno del lancio sul mercato. Vediamo perché.

Innanzitutto la CPU girava a 10Mhz, contro i 7.16 dell’Amiga 500/2000 NTSC e gli 8 dell’ST. Inoltre la grafica: già nel modello originale supportava una palette di 65536 colori, contro i 4096 dell’Amiga OCS, e una risoluzione massima di 1024×1024, superiore perfino ai 1280×512 del chipset AGA introdotto col l’Amiga 4000/1200.

Sempre in tema di grafica, 512k di text VRAM, 512k di graphic VRAM e 32k di sprite VRAM rendevano l’X68000 idoneo per spettacolari porting da giochi arcade, come Strider, che potete gustarvi qui sotto, ma anche Final Fight, Street Fighter 2, R-Type, Ghouls ‘n’ Ghosts. Cercate su Youtube altri video: scoprirete che la gran parte dei port somigliano più alle versioni arcade che a quelle per Amiga, ST o console a 16 bit.

Dal lato software, il sistema era equipaggiato con lo Human68k di Hudson, molto simile al DOS, ma in seguito furono sviluppati port di Minix e NetBSD, oltre che dell’oscuro OS-9 e a KO-Windows, ispirato a NeXT. Il cabinet, vagamente somigliante ad alcuni mainframe di Cray, aveva un design futuristico del tutto inedito e mai più visto. Ospitava  due unità floppy da 5.25″- poi sostituite con equivalenti da 3.5″ – e una vasta serie di porte esterne.

Merita una menzione particolare il bus SASI, antesignano di SCSI, che equipaggiava le prime versioni del sistema, e l’audio, affidato a un evoluto sintetizzatore Yamaha YM2151 per l’FM, accompagnato da un OKI monocanale per il PCM.

X68000 fu equipaggiato successivamente con il 68030 a 25Mhz, CPU autenticamente a 32bit, chipset aggiornati e il bus SCSI per le periferiche di memorizzazione di massa. Nella sua ultima evoluzione tuttavia, il gap con le più recenti versioni dell’Amiga e dell’Atari ST era chiuso e le feature non facevano più gridare al miracolo.

Resta un mistero il motivo per cui la Sharp abbia deciso di non esportare X68000 negli USA o in Europa: nel 1987 avrebbe rappresentato una scomodissima concorrenza per le macchine di Atari e Commodore. Anche questo, oggi, ne fa un oggetto di culto: venirne in possesso oggi, non è troppo più semplice che procurarsi una katana di Hattori Hanzo.

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