Kitegen: dov’eravamo rimasti?

Nonostante l’incostanza nelle pubblicazioni oramai perdurante, AppuntiDigitali non va in soffitta e con esso anche la nostra rubrica Energia e Futuro prosegue le attività, e per l’appuntamento odierno vorrei inaugurare una serie di post (non necessariamente consecutivi) che varranno caratterizzati dal tag “Dove eravamo rimasti?“, nei quali andremo a ritrovare tecnologie e soluzioni presentate in passato riguardo alle quali, nonostante il grande interesse suscitato al momento nei media, oggi si sono perse un po’ le tracce.

IL PROGETTO KITEGEN

Del progetto Kitegen ne parlai in questo post del 18/01/2010 (sebbene in precedenza venne presentato da altri autori nei seguenti post: 07/01/2008 e 24/06/2009), nel quale fornii una breve introduzione a tale tecnologia che in quel periodo stava suscitando un certo interesse nei media, nonostante si trovasse ancora allo stato embrionale e sulla quale stavano venendo svolti vari test dell’impianto dimostrativo in scala ridotta.

Per ricordare brevemente in cosa consista il progetto Kitegen riporto dal mio post precedente alcune brevi informazioni:

Il Kitegen è un dispositivo basato sull’impiego di uno o più profili del tutto analoghi a quelli utilizzati per la pratica sportiva del kitesurfing, collegati con dei lunghi cavi ad una stazione di terra capace di trasformare i movimenti dei profili (ovvero la coppia generata) in energia elettrica.

Una immagine di un impianto kitegen è riportata nella seguente figura:

kitegenStemVolo-thumb

La quota alla quale il kitegen dovrebbe operare è stimata in circa 800 – 1000 metri, quota alla quale si ritiene che il vento sia piuttosto costante in intensità e frequenza.

La traiettoria seguita dal profilo viene gestita da un sistema computerizzato che regala il tiraggio dei cavi in modo da permettere un funzionamento ottimale del sistema.

Sempre in quell’occasione riportavo l’informazione del test in Italia dell’impianto trasportabile dalla potenza nominale di 40kW, il quale aveva fornito buoni risultati secondo l’azienda, ed inoltre presentavo l’idea dell’impianto multiprofilo chiamato Carousel:

Un’implementazione multiprofilo “a giostra” è in fase di studio e permetterebbe mediante l’adozione di una struttura rotante dal diametro dell’ordine di 800 m di essere caratterizzata da una potenza nominale dell’ordine di 1 GW:

carousel

DUE VOLTE QUATTRO ANNI (2006-2010 – 2010-2014): COSA È CAMBIATO?

Dalle date dei vari post su questa tecnologia è evidente come ancora prima del 2010 vi fosse un certo fermento intorno a questa particolare idea, ed in particolare se nel periodo 2006 al 2010 era lecito attendere l’avvio vero e proprio delle attività ed il test di un impianto dimostrativo, a distanza di ulteriori quattro anni è ora interessante chiederci lo stato di avanzamento di questa tecnologia.

Dal sito dell’azienda si riescono a trovare alcuni aggiornamenti, soprattutto sul blog inaugurato nel gennaio 2012, ma il cui ultimo post risale al settembre 2013, data nella quale è stata annunciata la vittoria di un premio per la realizzazione di un impianto in grado di alimentare un grande impianto di Carbon Capture & Utilization per la Jubail United Petrochemical Company (UNITED) nella città industriale di Jubail, in Arabia Saudita.

In effetti di Kitegen si è sentito parlare anche in occasione della questione dell’impianto del Sulcis-Iglesiente del colosso dell’alluminio Alcoa (nel 2012),  occasione nella quale l’azienda ha presentato una propria proposta (link al pdf) riguardante la possibilità di alimentare l’intero impianto con la tecnologia eolica da essi detenuta, ma su questa faccenda non vi sono molte altre informazioni.

Kitegen partecipa inoltre (con una cordata di aziende ed istituti di ricerca universitari) anche al progetto KitVes finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del 7°Programma Quadro per la Ricerca.

Aldilà di quanto fin qui esposto, non sembrano disponibili dati sulla concreta attività delle soluzioni basate sulla tecnologia Kitegen che non facciano riferimento a progetti in divenire, compreso il progetto Saudita riguardo al quale nel sito dell’azienda interessata non sembrano disponibili informazioni.

Con questo anche per oggi è tutto, vi rinnovo l’appuntamento a lunedì prossimo (confidando di potere mantenere la promessa) con la rubrica Energia e Futuro, naturalmente sempre su AppuntiDigitali.

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