*Scritto a 4 mani, in collaborazione con Francesco Carucci*
Tullio De Mauro, famoso linguista ed ex ministro della Pubblica Istruzione l’aveva detto, sorprendendo un po’ tutti.
La contaminazione dell’inglese e della terminologia informatica è benefica perché rende la stessa lingua italiana più viva e più dinamica. D’altra parte se ci si pensa bene la lingua non è che lo specchio di una società; e nel mondo di oggi, così multietnico e multiculturale, non si può pensare allo strumento di espressione di una nazione (o più nazioni) come un compartimento stagno rispetto agli altri.
Ma a tutto c’è un limite. …
Ieri sera mentre facevo un giro in libreria ho visto una cosa molto molto interessante: manuali di conversazione per l’Ipod, editi da Giunti.
La trovo un’idea assolutamente geniale, un classico uovo di colombo e potenzialmente una killer application, visto che è sempre più facile ed economico viaggiare all’estero e i lettori Apple sono sempre più presenti nella nostra vita.
Un commento di un lettore ad un mio recente articolo mi ha fatto riflettere sul fatto che oggi, per vivere appieno la rivoluzione digitale e gli strumenti partecipativi che il Web 2.0 ci mette a disposizione, è fondamentale conoscere l’inglese.
È un po’ una scoperta dell’acqua calda, ma troppo spesso si sottovaluta l’importanza di conoscere approfonditamente (e non a livello “scolastico”, come leggo su molti CV) la lingua inglese. Lo stesso Tambu si è recentemente posto alcune domande in un suo bel post sull’argomento.
Effettivamente l’impressione generale che ho degli …