

La Danimarca ha deciso di aderire al progetto Better Place, anche se non lo farà direttamente, ma attraverso la principale compagnia elettrica danese di proprietà dello Stato.
L’obiettivo è abbandonare le auto con motore a combustione in favore delle auto elettriche e di farlo in tempi brevi.
Il Governo danese si impegna a incentivare economicamente l’auto elettrica e a costruire entro il 2010 una rete capillare per l’approvvigionamento di energia da parte dei veicoli. Sono previsti 500.000 mila punti di ricarica, situati in parcheggi pubblici, luoghi di lavoro e abitazioni private, e 150 stazioni di cambio rapide, dove verrà sostituita la batteria in esaurimento con una carica in pochi secondi.
Non è tutto: la Danimarca attualmente soddisfa quasi la totalità del fabbisogno di energia con l’eolico, che di notte non viene sfruttato poiché il vento continua a soffiare ma la richiesta di energia è inferiore. Visto che gran parte delle ricariche delle auto elettriche avverrebbe durante la sera e la notte, l’energia eolica non verrà dispersa ma immagazzinata nei bagagliai delle auto.
Il fondatore del progetto Better Place è convinto che l’auto elettrica, per prendere piede, non debba presentare svantaggi rispetto alle auto di uso comune oggi. Per raggiungere questo scopo è necessario coordinare gli sforzi di aziende automobilistiche, del settore energetico e i governi.
Prima ancora della Danimarca, anche lo stato di Israele ha aderito all’iniziativa, in collaborazione con Renault-Nissan che produrrà in serie auto elettriche da vendere nel mercato israeliano.
E l’Italia? Noi fra un paio di anni, col petrolio a 200 dollari al barile, staremo qui a commentare affermazioni eretiche sulla necessità di centrali nucleari (che tra l’altro hanno bisogno di 10 anni come minimo per diventare operative) e sull’auto a idrogeno che non è ancora pronta. Osserveremo il gioco dello scarica barile tra gli schieramenti sulla responsabilità della crisi energetica, senza che nessuno abbia intenzione di proporre un piano serio e a lungo termine.
Nella speranza che una maggiore coscienza dei temi energetici e della classe politica che (non) ci rappresenta, da parte del popolo di questo Paese si sviluppi e che lo faccia in fretta altrimenti saranno guai, non ci rimane, nel frattempo, che invidiare i danesi.
via | Zeus news