
ESA
Il meccanismo di formazione del sistema solare è stato studiato da secoli, i primi a proporre la spiegazione “nebulare” sono stati addirittura Immanuel Kant e Perre-Simon Laplace. Seppure con le dovute modifiche, necessarie a spiegare i dettagli che osserviamo nel Sistema Solare, questa teoria rimane ancora la più accreditata.
L’idea è quella di una nebula gassosa, composta principalmente degli elementi sintetizzati durante il Big Bang (idrogeno, elio, litio) che, circa 4 miliardi e mezzo di anni fa, è collassata sotto la forza gravitazionale e ha cominciato a dare origine al Sistema Solare.
Il grilletto che ha fatto scattare il collasso è probabilmente stata l’esplosione di una supernova in una zona della galassia molto attiva, come la nebula di Orione. Questa nube di materiale stellare ha cominciato a ruotare molto velocemente su se stessa, collassando verso il centro e formando il Sole. Nelle sue fasi iniziali il Sole era probabilmente circondato da anelli di gas e polvere (disco protoplanetario), che hanno poi dato vita ai pianeti.
La parte interna di questo disco era troppo calda per permettere a molecole volatili come acqua o metano di condendarsi, di conseguenza i pianeti che vi si formarono potevano avere un core esclusivamente di materiali con alto punto di fusione, come ferro o nickel. Per questa ragione il Sistema Solare interno ha pianeti di tipo terrestre, con un core metallico e una crosta rocciosa. Le zone più esterne del disco, invece, erano più fredde, e hanno dato origine ai giganti gassosi quali Giove, Saturno, Urano e Nettuno.
Certo, ci sono alcune incongruenze in questa spiegazione. Per esempio il pianeta Venere ha una rotazione su se stesso molto peculiare: un giorno, su Venere, dura 243 giorni terrestri. Se consideriamo che compie un’orbita attorno al Sole in 224,65 giorni, vuol dire che un giorno di Venere dura quasi quanto un anno. Inoltre, se ci potessimo sedere sul polo nord del Sole e osservare i pianeti che ci girano attorno, vedremo che tutti quanti si muovono in senso antiorario. Ma mentre la maggiorparte dei pianeti ruota anche su se stessa in senso antiorario, Venere e Urano ruotano in senso orario.
La lentezza di rotazione di Venere (la superficie di Venere ruota a 6.5 km/h; per confronto, sulla Terra la velocità di rotazione all’equatore è di circa 1670 km/h) e il fatto che ruota in senso inverso, fa supporre che sia stato sottoposto a uno scontro potentissimo con qualche corpo estraneo (un po’ come si suppone sia successo alla Terra in fase di formazione della Luna) che ha perturbato la rotazione di Venere, fino a renderla retrograda.
Nuove scoperte stanno facendo traballare questa spiegazione, o perlomeno rendono meno generale questa teoria.
Se i pianeti si sono formati dal disco protoplanetario orbitante attorno alla stella, è naturale pensare che orbitino attorno alla stella nella stessa direzione in cui la stella stessa ruota attorno al proprio asse. E così accade infatti nel nostro Sistema Solare, e nella stragrande maggioranza dei pianeti extra solari osservati finora. Non tutti però.
La ricerca di “exopianeti” o pianeti extrasolari è sempre stato un grande interesse della cominità astronomica mondiale. In fondo, la spinta di trovare un’altra forma di vita nell’Universo è molto forte, e il posto migliore dove cercare è proprio un sistema planetario simile al nostro. Dal 1995 a oggi più di 450 pianeti extrasolari sono stati identificati e studiati.
Amaury Triaud e il suo gruppo di ricerca hanno da poco presentato alla Royal Astronomical Society a Glasgow, Scozia, un risultato sorprendente: 6 dei 27 pianeti extrasolari che hanno studiato, orbitano attorno alla propria stella in senso inverso rispetto alla rotazione della stella sul proprio asse. Questi pianeti, però, sono un po’ particolari. Vengono chiamati “hot Jupiters”, “Giovi caldi”. Hanno caratteristiche fisiche molto simili al nostro Giove, stessa dimensione o maggiore, ma al contrario di Giove orbitano molto più vicini alla propria stella – da cui l’aggettivo “caldi”. Questo particolare tipo di pianeti si pensava avesse origine nelle zone esterne del sistema stellare, per poi migrare lentamente verso orbita più interne, fino a stabilizzare la propria orbita. L’esistenza di questi Giovi “contrari” mette in dubbio questa spiegazione: la maggiorparte di Giovi caldi sono disallineati nei confonti della propria stella e, alcuni, addirittura si muovo in direzione opposta.
La spiegazione più logica di queste osservazioni è l’applicazione del meccanismo di Kozai. In questo scenario l’orbita del pianeta viene perturbata da un altro pianeta molto massivo, o addirittura una stella vicina, che modifica l’orbita come se fosse un elastico, allungandola e inclinandola. Se l’inclinazione, in una di queste oscillazioni, riesce a far “saltare” l’orbita oltre alla stella, come una corda da saltare, ecco che il pianeta sta ruotando al contrario.
Ma come queste osservazione possono aiutarci a capire il nostro Sistema Solare e a trovare altri sistemi come il nostro?
La Terra è situata in una posizione chiave nei confronti del Sole, spesso scherzosamente chiamata “Zona di Goldilocks“, facendo riferimento alla storia per bambini, per spiegare come la Terra non sia né troppo calda né troppo fredda per ospitare la vita.
La regolarità del nostro Sistema Solare aiuta certamente a far si che la Terra possa permettersi questo lusso. Anche la presenza di Giove (mai nome fu più appropriato) è di grande aiuto: avere un pianeta così grande che ci “protegge” dalla pioggia di asterodidi che altrimenti potrebbe colpirci è una grande fortuna.
La presenza di questi Giovi caldi, però, non è altrettanto fortunata. Anzi, sarà molto difficile per un pianeta di tipo terrestre sopravvivere in un sistema assieme ad uno di questi pianeti. È come sperare di mandare un palla da biliardo in buca avendo un’enorme palla pesantissima e bollente che rimbalza su e giù per il tavolo da biliardo. In sostanza possiamo dimenticarci di trovare una zona di Goldilocks in sistemi che ospitano pianeti di tipo hot Jupiters.
Questa scoperta ci fa anche capire che il nostro Sistema Solare è stato particolarmente fortunato, sviluppandosi senza grandi interferenze da parte di altre stelle o sistemi massivi. Se anche ci fosse stata tale interferenza è avvenuta in un passato molto remoto, così antico da non permetterci di osservarne le conseguenze al giorno d’oggi.
Planet X vicino al sole e’ uno di quelli…il Canada potrebbe essere il primo pianeta a rivelarne l’esistenza visto che si sta’ avvicinando sempre di piu’.
“il Canada potrebbe essere il primo pianeta”
Volevo dire paese ^_^.
considerare “fortunata” la nostra odierna situazione, e lo sviluppo della vita sulla terra, mi sembra una posizione un po’ forviante; la nostra situazione attuale e’ una minimizzazione euclidea: noi esistiamo perche’ persiste questa situazione; diversamente, senza queste condizioni, noi non esisteremmo e non ci porremmo questa domanda; e’ semplice logica.
altra cosa: mi sono sempre chiesto perche’ tutti cercano di trovare e ridurre schemi ripetitivi in astronomia… le possibilita’ della formazione di un sistema planetario sono un numero finito, ma su infinite possibilita’, quindi tendono ad essere molto piu’ di due o tre tipologie…
sarebbe spettacolare la scoperta di un pianeta errante, ma non credo che sia il cso di “Planet X”… la sua esistenza farebbe solo un bel casino , e lo farebbe solo una volta, la prima, quindi la sua esistenza sarebbe incognita, visto che non potrebbe essere mai stata osservata (senno’ non esisteremmo piu’ come sistema solare!), da questo postulato, per logica, la sua reale esistenza e’ la sua presunta esistenza leggendaria possono essere solo una casualita’: se esiste, esiste ma non lo abbiamo mai visto; da questo “Planet X” e’ solo una bella fantasia.
“Per esempio il pianeta Venere ha una rotazione su se stesso molto peculiare: un giorno, su Venere, dura 243 giorni terrestri”
lungi da me il correggerti ma,
preciserei che : “giorno” in questa frase è inteso come “rotazione sul proprio asse”, altrimenti si confonde con “giorno” usato nella frase successiva.
@lucusta: non tutti sono soddisfatti del principio antropico :)
Comunque bellissimo articolo.
Io, tra le cause fondamentali alla nascita della vita “quale noi la conosciamo” aggiungerei la massa della terra (assieme alla distanza dalla stella è concausa della densità atmosferica che è importante per la temperatura tanto quanto il sole) e soprattutto la LUNA. Tecnicamente la Terra è un pianeta doppio. Gli effetti mareali sono stati sicuramente fondamentali durante l’evoluzione della vita sul pianeta. Tale caratteristica potrebbe far supporre che pianeti con oceani possano presentare essenzialmente vita marina. Noi siamo sulla terraferma solo grazie alla luna.
Quanto alle probabilità di trovare altri pianeti doppi simili alla terra, beh direi che diminuisce ma non è certo una probabilità nulla nella nostra galassia (figuriamoci tra altri miliardi di galassie).
Articolo graditissimo.
Sarebbe possibile in futuro non ricorrere a inutili forestierismi? Nuclei invece di Core, Riccioli d’Oro invece di Goldilocks. Per non essere proprio schiavi di queste piccolezze. :)
Il principio antropico e’ un termine molto generale.
Esistono diversi gradi, il principio antropico debole e il principio antropico forte. E quest’ultimo che e’ fonte di problemi insormontabili perche’ introduce una dimensione teleologica nella fisica. E dev’essere respinta in toto senza se e senza ma.
Peccato che alcuni fisici di rilievo (per esempio Wheeler) erano accaniti sostenitori della variante forte.
@goldorak … del genere? es: se non c’e’ un osservatore, non ha senso parlare di un qualsiasi sistema fisico?
Tornando in topic: secondo me invece avere sempre piu’ chiare quali siano tutte le “variabili sfavorevoli” alla vita, e’ utilissimo: a mano a mano che la sfera degli extrapianeti visibili si allarga, diventa sempre piu’ probabile trovarne uno le cui caratteristiche lo rendono adatto alla vita. Ho come il sospetto che il primo pianeta abitabile lo troveremo con una query sql, piuttosto che con un telescopio.
Non so se vivro’ abbastanza per vedere degli omini verdi scendere da un disco volante facendo il segno dell pace; diciamo che mi accontenterei anche di sapere che molto lontano da qui, una melma cresce tranquilla sulle rive di un lago extraterrestre.
Beh, la discesa di una astronave aliena è totalmente scorrelata dalla nostra capacità di comprendere l’universo. Al max è correlata alla capacità degli alieni di costruire una nave per raggiungerci. Per cui può capitare domani come mai… ma la domanda che uno si pone è: con la quantità di stelle e pianeti che da sole popolano questa Galassia, possibile che non ve ne sia uno che abbia sviluppato una civiltà più progredita della nostra che faccia quello che vorremmo fare noi (comunicare prima e raggiungere stelle lontane poi)?
@Nessuno
Ovviamente la mia era una ironia :D l’omino verde o grigio che scende da un disco argenteo mi aspetto di vederlo nelle notti delle prossime settimane, dopo le abbuffate delle prime comunioni. E mi dira’ di prendere del digerselz.
Comunque; molti conosceranno l’equazione di Drake, http://it.wikipedia.org/wiki/Equazione_di_Drake ovvero il tentativo di speculare sul numero di “civilta’ evolute”: piu’ o meno la sua equazione ha un senso … ovviamente la parte piu’ difficile e’ dare alle variabili un valore efficace. Secondo wikipedia, il risultato N oscilla da 10 a 600: ma dato che noi siamo vicini alla fine della L, se gli omini verdi non si fanno vivi entro breve, ad accoglierli troveranno nella migliore delle ipotesi solo degli scarafaggi. Ecco perche’ sapere con certezza che da qualche parte, fuori dal sistema solare, ci sia della melma, mi darebbe un senso di pace.
“L’unico valore di N dato dalle osservazioni è N=1, ovvero che la nostra civiltà è l’unica a noi nota.”. Sic.
e perchè dovremmo essere vicini alla fine della nostra civiltà? 10.000 anni e’ una stima campata per aria secondo me. altro che 10.000 anni, anche se ci autodistruggessimo in un olocausto mnucleare, sopravviverebbe per forza qualche umano. a meno che non mettiamo a ferro e fuoco distruggendo totalmente la biologia della terra.
umbriel76, il mio scrivere non e’ parte del principio antropico;
dico solamente che ci siamo, esistiamo (ed e’ anche giusto che ci facciamo domande), ma essenzialmente la nostra condizione di esistere non e’ fortuna, ma una semplice congiunzione di fatti reali.
potevamo nascere su una stella di andromeda e farci la stessa domanda, e ottenere la stessa risposta: esistiamo perche ci sono state, “fortunatamente” per noi, le condizioni giuste per farlo, e visto che esistiamo ci chiediamo se la nostra “fortuna” sia casuale o voluta da una perifrasi cosmologica.
a mio parere anche tutte le altre specie viventi sulla terra, una volta nella loro esistenza, si sono chieste perche’ esistono, poi hanno continuato a fare quello che facevano…
sull’equazione di Drake ci sarebbe da scrivere un infinito, ma manca una variabile:
per quale motivo una civilta’ aliena vorrebbe avere un conatto con noi?
da come siamo cominati, a volte, persino a me non andrebbe di avere contatti con la nostra civilta’!
io sono fermamente convinto che gli alieni esistono, ma ci snobbano.
@locusta
è interessante questo tipo di approccio. Tempo fa ero a una presentazione di un ricercatore che spiegava la quantità di materia oscura/energia oscura nell’universo e diceva che è incredibile che proprio in questo momento noi osserviamo un Universo in equilibrio, mentre qualche miliardo di anni fa o tra qualche miliardo di anni, il rapporto tra energia e materia sarebbe completamente diverso e l’Universo molto meno accogliente. Diceva che il modello doveva quasi essere messo in dubbio proprio perché non si capisce perché l’Universo debba comportarsi così bene “adesso che lo guardiamo noi”. E uno dei presenti gli ha fatto la stessa osservazione che dici tu: se la situazione non fosse così, ma ci fosse un unico plasma bollente che non accoglie la vita noi saremmo qui a farci queste domande. È assolutamente vero. Ciò non toglie che già che ci siamo possiamo cercare di capire in quali condizioni si può raggiungere questo equilibrio, capire se la Terra è un caso più unico che raro oppure se è una situazione che si può riprodurre facilmente anche in altre zone della Galassia o dell’Universo…
fortuna o necessità?
considerare il nostro sistema solare fortunato solo perchè ha permesso l’esistenza dell’uomo è una visione molto antropocentrica. per come la vedo io è esattamente il contrario tutte queste situazioni così come le spinte evoluzionistiche, ecc. hanno creato la situazione che permettesse a noi di esistere, ma in tutto questo, non credo ci sia nulla di particolarmente eccezionale, è così e basta, e se non fosse così non esisteremmo o saremmo completamente diversi, così come qualsiasi altra cosa animata o non animata. è una cosa molto difficile da accettare per la maggior parte delle persone, il mio personalissimo parere è che l’uomo abbia creato gli dei per questo semplicissimo motivo, perchè non accettava questa idea semplice, vera ma abbastanza tragica per il suo ego. idea a cui i saggi del periodo classico erano arrivati usando la semplice logica. razionalità che poi si è in parte perduta.
quanto mi piace criticare i vostri articoli…
bell’articolo comunque. mi interessa tantissimo questo argomento e lo trovo molto affascinante.
2 principi fndamentali che guidano la mia esistenza:
il rasoio di occam e che 1+1 non ha come risultato soltanto 2, ma e anche l’inizio di un pensiero logico, perche’ fermarsi a 2 e’ solo uno spreco di tempo.
l’osservazione fatta e’ proposta in modo retorico; sarebbe giusta proporta in modo transitivo: e’ proprio perche’ la situazione e’ cosi’, che stiamo qua a farci domande.
per il resto che hai scritto sono d’accordissimo, con una piccola considerazione:
ci mancano dei buoni occhiali e un bel po’ di pazienza…
troppo piccoli e con troppo poco tempo a disposizione per pretendere di capire tutto senza seguire un filo logico…
prendiamo ad esempio la teoria classica della formazione:
una nube di gas informe incomincia ad agglomerarsi in forma compatta;
un evento estraneo la mette in rotazione (la forza gravitazionale di una stella vicina, o le stesse radiazioni che sprigiona, che collidono con la materia, o un indeterminato evento);
la rotazione innescata fa’ si che la nube diventi di forma sferica, poi a forma di piatto, plasmata dalle forze centrifughe;
il centro si addensa e si riscalda, innescando delle reazioni termonucleari;
le forza gravitazionale avvicina i gas, mentre le radiazioni li riscaldano; i gradienti gravitazionali formano lacune nella prossimita’ del centro del piatto di gas;
per la stessa forza centrifuga si creano vortici (Riccioli d’Oro o Goldilocks), con rotazione inversa rispetto a quella del nucleo della nube;
l’addensamento provoca altri piccoli nuclei, che a loro volta accumulano materia;
ecc, ecc..
e si creano le galassie (una spiraliforme, in questo caso);
la domanda e’: qual’e’ stato l’evento innescante?
se si saltano passaggi la soluzione dell’equazione ha infinite variabili, e la statistica no puo’ semplificarle facilmente, visto che le nostre osservazioni non hanno una famiglia di dati consistente in rapporto all’immensita’ dell’universo.
rimane solo arrivare alla soluzione di una domanda facile, che ci dia la possibilita’, col la relativa risposta, di porci una domanda un po’ piu’ difficile, fino ad arrivare al centro della galassia, e sapere perche’ esiste.
questa pero’ e’ parafilosofia….
(e purtoppo non ho il tempo di continuare ora questa gustosa conversazione)
a piu’ tardi
sull’innesco delle galassie bisogna ammettere che non sappiamo abbastanza credo. ma senza andare così lontano secondo me anche nella teoria della tettonica a zolle che stabilisce di fatto che c’era un unico continente che poi si è diviso, bhe io trovo curioso che ci fosse un unico continente ad emergere. come si sarebbe formato quell’unico continente? già sapere questo è cosa complicata mi pare, non ho trovato nulla per le mie orecchie da non scienziato… per la formazione della galassia per me ci manca ancora un bel pezzo di conoscenza e almeno una revisione del modo di vedere le cose rispetto ad oggi. per i sistemi stellari anche ci manca un qualcosa, d’altronde non siamo sicuri nemmeno di quello che c’è all’interno dei pianeti che credo sia molto significativo…
strabiliarsi della perfezione del nostro sistema che fortunatamente ci ospita, è come andare al mare d’estate e pensare che il fatto che faccia caldo e che sia possibile stare in costume e fare il bagno sia una fortuna. d’altronde sicuramente al centro della terra c’è una forma di vita che si ritiene fortunata perchè non vive fuori dove non c’è abbastanza calore e pressione che permetterebbe alla propria specie di sopravvivere.
A si …… menomale che c’è “Giove… Freddo”
Menomale che c’è la Terra e… che fortuna …
… c’è pure il Sole da Solo
Tutto questo fa si che nell’universo,…
… tra tanti Soli, …
… Anche NOI siamo SOLI … O_o …
… ed è per questo … che splendiamo … di vita!???
Ma che bell’assioma! O no?
Più seriamente potremmo dire che il nostro è il solo ed unico sistema adatto ad ospitare la vita?… bhè c’e chi dice no! La vita è possibile ovunque possa esistere una cndizione EQUIVALENTE alla nostra … anche a dispetto degli Hot-Jupiters potrebbe essere possibile trovare una combinazione di paneti ancora più fortunata della nostra … visto che la terra, a quanto pare è davvero posiziinata in una situazione che possiamo definire come in uno stagno stagnamte dove i girini possono diventare rane, mentre nell’adiacente fiume impetuoso il girino non può neanche pensare di entrare!
Ma io dico … ma come diavolo potrebbe mai essere un sistema per ospitare la vita? Dovrebbe essere la Fotocopia del nostro, o semplicemente equivalere al nostro?
Diciamo che per ora è meglio così che il nostro Giove sia una stella mancata e che ci protegga e che sia pure un Dio mitologico così in terra come in cielo anche la scienza comferma la forza e la benevolenza degli Dei verso la grande madre Terra!
Amen!???
Secondo il mio modestissimo parere di ignorante (nel senso che ignoro la fisica, l’astronomia e materie ad esse correlate)siamo stati un po’ fuorviati dalla fiction letteraria e cinematografica degli ultimi 100 anni. Quando si pensa ad E.T si pensa per forza a “qualcuno”, più o meno cattivo (di solito cattivo), più o meno ripugnante (secondo i canoni di bellezza terrestri), ma in ogni caso a “qualcuno”, esseri senzienti, evoluti, tanto evoluti da viaggiare nello spazio e nel tempo (per chi crede alle teorie della curvatura dell’universo). Io ritengo che la probabilità di altre forme di vita nell’universo è bassissima in confronto alla grandezza dello stesso (non dico che non esistano aprioristicamente)e anche se da qualche parte esistessero altre forme di vita, non vedo perché dovrebbero essere “forme di vita intelligenti”…La molecole del carbonio ritengo altresì si mischierebbero più o meno come succede sulla terra dando vita a “batteri”, organismo semplici, fino ad arrivare a quelli più evoluti come gli animali…
E se altri pianeti fossero popolati da…”animali”? Più o meno simili ai nostri, più o meno intelligenti, ma incapaci di costruire un’astronave e andarsene a zonzo per l’universo?
Non è poi un’idea così peregrina, credo…
Per quanto concerne i cosiddetti “incontri ravvicinati del terzo e del quarto tipo”, al caso “roswell” e così via ho una teoria a riguardo. Ammesso e non concesso che sia vero, che davvero degli “ominidi”, degli umanoidi per meglio dire sono atterrati nel deserto americano a nessuno è mai venuto in mente che quegli esseri (descritti così minuziosamente e ripresi poi da Spielberg per il suo film) non possono essere altri che “NOI” fra centinaia di migliaia se non milioni di anni che torniamo indietro nel tempo per una serie di studi “storici”, “archeologici” sul nostro passato? Anche in questo caso, se si crede al “darwinismo” è impossibile credere che l’uomo (come qualche folle afferma) sia giunto alla fine del suo cammino evolutivo.
Questa è la mia idea.
Saluti
@Eleonora Presani: Bell’articolo ma non ho capito a quali nuove teorie sull’origine del sistema solare siamo giunti. Si parla solo di nuove teorie che spiegano la deviazione di alcuni pianeti, non di nuove teorie sull’origine dei pianeti e della vita. Il titolo mi sembra fuorviante e sensazionalistico rispetto al reale contenuto dell’articolo. Insomma non sta traballando alcuna teoria, si stanno soltanto aggiungendo dei pezzi al puzzle, per spiegare meglio alcune cose che la vecchia teoria lasciava inspiegate, quindi addirittura arricchendola e avvalorandola ancora di più.
@Simon71: La tua teoria, per quel che la fisica ci consente di capire, potrebbe essere altrettanto sensata quanto quella dell’esistenza di alieni sulla terra, o quanto quella che ci vede unici abitanti vivi dell’universo. I viaggi nel tempo non sono vietati da alcuna legge fisica, quindi tecnicamente non sono impossibili e molti illustri fisici come Stephen Hawking ne hanno discusso abbondantemente. E’ comunque importante non cercare soluzioni troppo complicate, perchè tendono ad essere vere con minore probabilità rispetto alle soluzioni semplici (rasoio di Ockham).
Mi spiego meglio: noi sappiamo come viaggiare nello spazio, ci vogliono migliaia di anni per raggiungere una stella vicina (con le nostre attuali tecnologie), ma se viaggiassimo alla velocità giusta (diciamo ad una frazione considerevole della velocità della luce) il tempo relativo per gli astronauti sarebbe molto inferiore a quello relativo sulla stella di arrivo. Queste sono cose che ormai sappiamo per certo, e che possiamo misurare sperimentalmente e addirittura fanno parte della nostra tecnologia corrente (un banale cellulare con GPS integrato ci dice la nostra posizione tramite calcoli che comprendono anche correzioni relativistiche, per compensare la differenza di velocità con cui scorre il tempo tra la superficie terrestre e l’orbita dei satelliti GPS). Quindi sappiamo per certo che, avendo dei propulsori abbastanza potenti, magari basati sulla fusione nucleare controllata o su altre tecnologie “di potenza”, potremmo costruire un’astronave tanto veloce da farci raggiungere le stelle vicine nella galassia in un tempo piccolo dal punto di vista dei viaggiatori (magari passano 300 anni sulla terra, ma solo 3 anni sull’astronave e sarebbe già un tempo accettabilissimo).
Il viaggio nel tempo, invece, sebbene non sia vietato dalle nostre attuali conoscenze della fisica, rimane tutt’oggi soltanto una formula matematica. Non c’è niente di concreto che ci faccia sperare in una fattibilità pratica di tale viaggio, e non sappiamo nemmeno se i risultati sperimentali dei prossimi anni stravolgeranno quelle formule matematiche.
Quindi in questo caso la soluzione più semplice, viaggiare nello spazio (cosa fattibile, si tratta solo di avere motori molto potenti che potremmo costruire anche nell’arco di pochi secoli) ha una probabilità più alta di essere verosimile rispetto al viaggio nel tempo (di cui non abbiamo nulla di pratico, ma solo qualche equazione peraltro suscettibile di modifiche e confutazioni qualora modificassimo la teoria su cui si basa).
Ecco perchè credo che: 1) o gli alieni non hanno mai raggiunto la terra e tutto quello che sentiamo in giro sono bufale (evento altamente probabile), oppure 2) gli alieni hanno raggiunto la terra, mentre tendo a scartare l’ipotesi 3) che noi stessi dal futuro abbiamo viaggiato indietro nel tempo, perchè secondo questo ragionamento la probabilità di questo terzo evento tende praticamente a zero.
simon71 commento 18
è esattamente il contrario. da quello che sappiamo oggi sull’evoluzione della specie, possiamo affermare che attualmente l’evoluzione dell’uomo è praticamente bloccata, o comunque è rallentata a minimi storici. per quel che ne sappiamo l’evoluzione (che sia inteso come cambiamento o miglioramento) nasce dalla sopravvivenza di un piccolo gruppo e all’estinzione del resto, questo piccolo gruppo porterà avanti il suo codice genetico. questo con imprecisioni e per farla breve.
sulla visione degli alieni sempre antropocentrica sono d’accordo. d’altronde gli scienziati sono curiosi di trovare la vita su altri pianeti, ma la gente comune è interessata solo al fatto che ci siano altre specie intelligenti… di funghi, batteri, già forme di vita complesse come quelle vegetali interesserebbero poco.
la vera sfida sarebbe scoprire una forma di vita diversa da quelle che conosciamo, saremmo capaci di riconoscerla?
considerando la vastità dell’universo personalmente ritengo sciocco pensare che non ci siano altre forme di vita, forme di vita coscienti è già una cosa più complicata ma comunque probabile. personalmente non ho le risposte ma a livello di credenza personale (pronto a essere smentito ovviamente) penso che la vita cellulare non sia nata sulla terra ma abbia altre origini e che qui abbia solo trovato un ambiente adatto a svilupparsi in tale modo, quello che noi siamo è “solo” un ammasso di cellule specializzate in migliaia di anni di spinte evoluzionistiche. allo stesso modo di qualsiasi altro animale o vegetale sul pianeta.
Credo che nel nostro sistema solare ci sia qualcosa di strano. Se è vero che i pianeti sono nati dalla materia solare espulsa, probabilmente omogenea anche vista la pochezza della materia che compone i pianeti a confronto di quella solare (uno “sputo” di materia), trovo assai difficile che ciascuno di essi sia fondamentalmente diverso da ogni altro. Gli elementi o composti chimici e loro proporzioni riscontrati sulla superficie dei pianeti e la loro massa, così diversi in ciascuno di essi, mi rende difficile credere che provengano tutti dalla stessa fonte e che siano nati alla stessa maniera. Piuttosto sarei più propenso a credere che siano artificiali o quantomeno collocati artificialmente nelle orbite ove si trovano, a che pro non saprei. Magari sono in un “parking” in attesa d’essere utilizzati chissà per cosa, come i colori su una tavolozza.
Non credo neanche all’evoluzione. L’evidenza dei fatti, la mancanza assoluta di “anelli mancanti” nella nostra e tutte le altre specie, mi spinge a credere che non ci evolviamo affatto e se qualche cambiamento interviene è in modo del tutto casuale tramite i “raggi cosmici” o altre radiazioni dure, sia in meglio che in peggio. Credo che siamo progettati accuratamente a tavolino e messi qui in questo vivaio in attesa di essere ripescati quando farà comodo, e per allora non so se sperare d’esserci o no.
@ nicodemo, è difficile dirlo, innanzitutto bisognerebbe avere più chiaro esattamente cosa succede nel momento della formazione del pianeta, dopodichè considerando che giacciono a distannze così diverse dal sole intorno a cui ruotano, sarebbe forse più curioso se avessero tutti la stessa composizione. come in una centrifuga materiali di diversa densità li trovi divisi… in parte i grossi pianeti sono attualmente degli aspirapolvere, ma forse hanno incominciato a formarsi in una orbita in cui c’era più materia e quindi era piuttosto ovvio che in quelle posizioni si sarebbero formati pianeti più grossi. mentre nel resto dello spazio c’era meno materiale o magari alcuni tipi elementi avendo composizione diversa sono stati spazzati dal sole nelle orbite più interne, mentre in quelle più esterne i pianeti grossi hanno fatto in tempo ad acchiapparle diventando ancora più grossi…
ci sono molti fattori da considerare…
he… quanta poca immaginazione abbiamo, e quanto poco consideriamo lungo il tempo; avete idea di quanto uranio ci sia nell’universo o quanto ce n’e’ sulla terra o meglio del perche’ ce ne sia sulla terra?
sapete quanto tempo ci vuole per fare un atomo di uranio partendo da una nube contenente idrogeno, un po’ di elio e del rarissimo litio?
io no, ma considerare il resto da questo punto di vista credo che ci siano realmente poche persone che ne hanno un’idea…
il problema e che siamo o no scienziati o semplici persone non abbiamo affatto un’idea concreta del tempo cosmico e della sua relativita’ sull’universo, nemmeno albert l’aveva, infatti e’ morto.
@locusta: sapevatelo su… rieducational channel! ..mmmbuti!! No, a parte gli scherzi.. stai imitando guzzanti vero?!
cos’è che spinge protoni ed elettroni una sera a mettersi insieme e formare l’uranio anche dopo anni e anni che si conoscevano ma convivevano e basta? che c’è qualcuno che li spinge? spingitori di particelle, su rieducational channel.
Perchè si pensa sempre che la vita = uomo o vita = tutto quello che vive ed esiste nella terra?
E Perchè cercare pianeti simili alla terra per trovare vita simile o uguale a quella della terra?
E’ sicuramente vero che cercando pianeti analoghi alla terra si potrebbe trovare vita simile ( anche se sappiamo che queste condizioni sono molto difficili da trovare) ma è ipotizzabile che potrebbe esserci della vita anche intelligente in sistemi molto diversi dalla terra nati in condizioni molto diverse sfrutto di evoluzione di altra materia e non necessariamente derivata dal Carbonio….
@nicodemo
la mutazioni genetiche sono all’ordine del giorno, chi è vincente resta, chi è perdente diffonde il suo corredo genetico.
è totalmente casuale e dipende dall’ambiente in cui il soggetto viene alla luce.
http://www.wunderkabinett.co.uk/damndata/index.php?/archives/1157-Backwards-feet.html
http://www.allweirdthings.com/wp-content/uploads/2008/07/backwardfeet.jpg
http://www.thingamababy.com/wp-content/uploads/2009/02/hands4.jpg
probabilmente chi nasce coi piedi al contrario è perdente, chi nasce con 6 dita vincente perchè è migliore a scrivere, suonare, chi lo sa..
// chi è perdente NON diffonde il suo corredo genetico.
il mod puo’ correggere il post 27 ?
TheKaneB scrive
“Mi spiego meglio: noi sappiamo come viaggiare nello spazio, ci vogliono migliaia di anni per raggiungere una stella vicina (con le nostre attuali tecnologie), ma se viaggiassimo alla velocità giusta (diciamo ad una frazione considerevole della velocità della luce) il tempo relativo per gli astronauti sarebbe molto inferiore a quello relativo sulla stella di arrivo. Queste sono cose che ormai sappiamo per certo, e che possiamo misurare sperimentalmente e addirittura fanno parte della nostra tecnologia corrente (un banale cellulare con GPS integrato ci dice la nostra posizione tramite calcoli che comprendono anche correzioni relativistiche, per compensare la differenza di velocità con cui scorre il tempo tra la superficie terrestre e l’orbita dei satelliti GPS). Quindi sappiamo per certo che, avendo dei propulsori abbastanza potenti, magari basati sulla fusione nucleare controllata o su altre tecnologie “di potenza”, potremmo costruire un’astronave tanto veloce da farci raggiungere le stelle vicine nella galassia in un tempo piccolo dal punto di vista dei viaggiatori (magari passano 300 anni sulla terra, ma solo 3 anni sull’astronave e sarebbe già un tempo accettabilissimo).”
Una cosa che non ho mai capito, ma che nelle teorie formulate da Albert Heinstain si fa menzione: Il concetto che aumentare la velocità fino ad arrivare vicini alla velocità della luce, 300.000 Km/s il tempo viene completamente sfasato tra chi viaggia e chi rimane immobile. Che correlazione ci può essere tra velocità e tempo?
In sostanza: Io viggio alla velocità della luce e in un secondo arrivo sulla Luna, per me è passato un secondo, per gli uomini rimasti sulla terra è sempre passato un secondo, fra un secondo parlerò dalla luna agli uomini sulla terra per dire che sono arrivato..velocità / tempo..
Ritornando ai viaggi spaziali oltre il sistema solare, anche viaggiando alla velocità della luce raggiungere la stella a noi più vicina richiede un viaggio di 4 anni, durante i quali si deve provvedere al sostentamento dell’equipaggio, alla loro convivenza in spazi angusti, al sistema di respirazione di alimentazione, a una forma di gravità artificiale onde evitare la decalcificazione delle ossa, a un sistema di raffigurazione di giorno/notte per non perdere il concetto del tempo terrestre, e tante altre cose che che difficilmente sono riproducibili in una nave spaziale.
Credo che questi viaggi per i prossimi 50 anni siano praticamnte impossibili, a meno di nuove conoscenze che stravolgono il concetto di spazio / tempo…e Proxima Centauri sia raggiungibile in pochi giorni terrestri…
Solo a pensarci ne rimango affascinato…
@ Pier2204
allora innanzitutto non sono un esperto e sicuramente altri ti spiegeranno il problema meglio di me, quello che posso dirti è che la fisica classica, quella che lavora con principi come spazio, tempo come noi dal punto di vista della nostra esperienza li percepiamo male si adatta a descrivere fenomeni che avvengono su un piano di esperienza che non è il nostro quotidiano da umani o poco più. quella fisica si basa appunto su principi come spazio, tempo e dunque accelerazione e altri concetti che tutto sommato non è che siano proprio facilmente definibili e si da il caso che per abbandonando il campo della nostra percezione questi principi non sono scontati e si possono presentare in maniera diversa da come ne facciamo eperienza in quanto umani. è infatti impossibile capire la fisica delle particelle tramite la fisica classica, la qual cosa suggerisce che principi come spazio e tempo andrebbero revisionati perchè in natura non sono esattamente come li percepiamo dal nostro punto di vista. nessuno alla fine sa definire lo spazio e il tempo classici, si da per scontato nella fisica classica che lo spazio sia tridimensionale e che il tempo scorra, ma questo non spiega praticamente nulla del nostro universo. in particolare il fatto che la velocità della lucce sia una costante per tutti in qualche modo è una mina nella concezione classica dell’universo. questa osservazione suggerisce e implica che il tempo non scorra per tutti allo stesso modo, è una necessità che è una conseguenza di questa osservazione. ci sono anche su youtube esperimenti che cercano di spiegare la simultaneità degli eventi:
http://www.youtube.com/watch?v=wteiuxyqtoM
sono concetti non semplici da spiegare, comunque le comunicazioni non sono istantanee ma anche loro sono limitate dalla velocità della luce. la correlazione tra velocità e tempo c’è e risulta abbastanza evidente anche dalla fisica classica visto che la velocità è un spazio su un tempo.
poniamo di avere in mano un oggetto con due specchi che si guardano a 1 metro di distanza e una particella all’interno che viaggia tra uno specchio e l’altro alla velocità della luce, ad un altro diamo un altro oggetto uguale con un’altra particella ma lo facciamo sfrecciare a 100.000 km/s e lo guardiamo sfreecciare da sinistra a destra. dal MIO punto di vista entrambe le particelle vanno alla velocità della luce ma quella che ho in mano fa un metro, mentre quell’altra fa più strada rispetto al mio punto di vista perchè mentre rimbalza deve raggiungere l’altro specchio che nel frattempo si è mosso a 100.000 km/s a destra (rispetto sempre a me). il risultato è che se deve fare più strada ma la velocità della luce è una costante ci deve mettere meno tempo, dunque per lui il tempo scorrerà più velocemente che per me.
spero di non aver detto una marea di cavolate, comunque anche su youtube ci sono altri video molto divulgativi sulle teorie di einstein.
http://www.youtube.com/watch?v=V7vpw4AH8QQ&feature=related
riguardo all’articolo invece, e alle teorie proposte, in parte trovo convincenti le teorie per la formazione del sistema solare in quanto solo la rotazione retrograda di un pianeta di grossa massa mi avrebbe potuto convincere di una formazione diversa del sistema solare. Urano ha infatti una peculiarità più importante della rotazione retrograda, ovvero l’asse parallelo rispetto al sole, mentre gli altri pianeti l’hanno sostanzialmente perpendicolare, altro segno a favore della formazione analoga. l’unica cosa è che quando tutto gira intorno più o meno insieme è difficile scontrarsi con qualcosa che cambia il verso del moto. è più facile fare un frontale con una vettura che viene dall’altra corsia che con una nel nostro stesso senso di marcia. venere è un pianeta piccolo ed è comunque possibile un evento che lo faccia arretrare di poco. magari quando ancora il pianeta si stava formando… è comunque un impatto di incredibile energia.
detto questo per i pianeti giganti extrasolari con rotazione retrograda, bisognerebbe conoscere mille fattori e potrebbero esserci altrettante plausibili spiegazioni a mio avviso. per esempio potrebbero essere sistemi binari nel quale una stella ha succhiato molto dell’altra, laciando un pianeta gigante. tale configurazione potrebbe rendere improbabile la presenza di altri pianeti nel sistema… dunque parliamo di due stelle distinte che si sono “acchiappate” e una delle due ha “avuto la peggio”. stiamo parlando di pianeti molto vicini e molto grossi rispetto alla stella.
molto affascinante, ma non cadiamo nell’errore semplificativo di credere che tutti i sistemi solari debbano formarsi allo stesso modo, anche le galassie ci sono di forme e dimensioni diverse non sappiamo nemmeno perchè. sono diventato matto con galaxy zoo, sarebbe bello avere altre info sugli altri sistemi solari e poter vedere altro oltre ai pianeti giganti