Oggi per Videodrome – ai confini del video, parleremo di Imax e problemi legati agli schermi utilizzati nelle sale cinematografiche.
Da tempo si parla di Imax in relazione agli schermi usati per la fruizione di questo sistema di cinema 3D. Vari articoli, compreso un approfondimendo di Variety, lamentano il fatto che molti multiplex utilizzano schermi con dimensioni scorrette… in poche parole: schermi sottodimensionati.
Il problema ovviamente è stato per ora sollevato solamente negli Stati Uniti, però il fenomeno e da considerarsi molto più globale. Inoltre, sempre a copertura esclusivamente nord-americana, è anche stato aperto un blog chiamato Liemax che si propone di aiutare gli utenti a distinguere e segnalare i teatri dove viene usato uno schermo Imax autentico e, invece, dove vengono utilizzati quelli “finti”, più piccoli.
Con sede in Mississauga, in Ontario, l’Imax è stata da sempre un’azienda completamente inserita nella battaglia per la promozione del cinema 3D. La situazione Imax è davvero complessa, l’azienda ha una sezione “musei”, come molti sanno; però l’attenzione agttualmente è quasi tutta dedicata alla sala cinematografica. Attualmente Imax gestisce 250 multiplex in tutto il mondo, con un incremento del 40% rispetto allo scorso anno (un segnale indicativo della volontà di svilupparsi in questo settore). Con, ovviamente, un sensibile aumento degli incassi al botteghino.
La Paramount Pictures ha deciso di portare il nuovo Transformers anche in sale Imax e la Disney ha più volte dichiarato di voler distribuire in Imax cinque dei suoi prossimi nuovi titoli, inclusi due riadattamenti di Christmas Carol e Alice nel paese delle meraviglie. Inoltre, sembra che pure il gigante Fox abbia dei progetti Imax per Avatar l’attesissimo nuovo film di James Cameron che uscirà prima della fine dell’anno.
“Adesso, facciamo chiaramente parte del mondo del grande schermo”, dichiara Richard L. Gelfond, CEO Imax.
Questa “espansione” del sistema Imax sembra però presentare un grosso problema. Molti utenti si sono infatti lamentati del fatto che in molte sale gli schermi sono sì più grandi di quelli addottati dai normali sistemi 3D e 2D però, allo stesso tempo, risulatano più piccoli di quelli necessari per lo standard Imax. Insomma, una bella presa in giro. Gli schermi “di paragone” sono infatti quelli presenti nei famosi musei Imax e gli utenti fanno il paragone proprio con questi specifici schermi.
Questo è un problema ache da mesi viene sottolineato dalla rete, soprattutto dopo la denuncia fatta dall’attore televisivo Aziz Ansari, che in maggio ha accusato l’azienda e ha dato vita a una lunga serie di discussioni tra esperti del settore. Inoltre, più recentemente il critico cinematografico Roger Ebert, ha scritto un articolo dove si dichiara daccordo con chi si lamenta delle piccole dimensioni degli schermi Imax ed inoltre, suggerisce che l’azienda dovrebbe ammettere la problematica magari chiamando il sistema New Imax.
Come ha fatto l’Imax a conquistare Hollywood?
Facile, la nuova generazione di sistemi di proiezione Imax lavorano esclusivamente in digitale e permettono così di abbassare drasticamente i costi di distribuzione (rispetto alla pellicola). Prima dell’avvento del digitale, una stampa singola Imax su pellicola per un film lungo Hollywoodiano poteva costare anche 60000 dollari, contro i 1000 dollari di una stampa standard. Mentre con il digitale, una copia di questo formato gigante viene a costare piu’ o meno 500 dollari.
Universal fece già annio fa degli esperimenti Imax con Apollo 13 però poi non se ne fece nulla perché Imax voleva l’esclusiva assoluta, senza aprire a nessun tipo di collaborazione con gli Studios
Il grandissimo formato sta per invaderci…