Dopo avere tratteggiato le dinamiche fondamentali del fabbisogno energetico e mostrato i fondamenti degli impianti termoelettrici, in questo post, prima di prendere in considerazione una “giornata tipo”, andiamo ad analizzare un’ultima tipologia di impianto di produzione: gli impianti idroelettrici.
Possono essere essenzialmente di due tipi: ad acqua fluente ed a bacino. Gli impianti ad acqua fluente prevedono un’opera di presa e l’installazione di una turbina idraulica.Tale turbina produce energia in funzione della portata del corso d’acqua e risulta quindi non completamente prevedibile a priori. Gli impianti a bacino prevedono la realizzazione di un bacino a monte della turbina, sistema che consente di alimentare secondo le richieste la turbina e di avere quindi una grande regolabilità della produzione di energia.
A valle della turbina l’acqua può venire scaricata su un corso d’acqua, oppure immagazzinata in un secondo bacino, dal quale verrà ripompata a monte per poter utilizzare tale impianto per la regolazione senza rischio di “secca” (ma con ovviamente una produzione di energia netta nulla o negativa).
Questi tipi di impianto sono capaci di operare la regolazione “fine” delle richieste dell’utenza, ed inoltre presentano il vantaggio di non richiedere una risorsa “consumabile” per potere operare, ma d’altra parte presentano tutte le limitazioni legate alla disponibilità locale della risorsa, ed in particolare per gli impianti a bacino, l’impatto dovuto alla realizzazione dei bacini di contenimento dell’acqua.
Passiamo quindi ad analizzare una “giornata tipo” (dati relativi al 20/12/2006) dal punto di vista della produzione di energia, e partiamo dal seguente diagramma dove vengono rappresentati insieme l’andamento della richiesta dell’utenza, la produzione attraverso risorse Idriche, Termoelettriche e l’energia acquisita dall’estero, oltre che il consumo per gli ausiliari (consumi necessari al funzionamento del sistema stesso) e quello relativo ai pompaggi (grandezze in MW).
Da una prima analisi del diagramma si può immediatamente notare come la richiesta di energia risulti piuttosto frastagliata, inoltre si può notare come la produzione termica “cerchi di seguire” l’andamento della richiesta, ma solamente con l’ausilio della produzione da idroelettrico essa risulti sovrapposta, come rappresentato nel secondo diagramma:
Questo secondo diagramma mostra contemporaneamente la richiesta e l’energia prodotta al netto degli ausiliari, e si nota come vi sia una sovrapproduzione in particolare dalle 22 alle 7, anche se durante la giornata persiste una sovrapproduzione esigua, tale da risultare scarsamente visibile nel diagramma.
Sottraendo l’energia utilizzata per i pompaggi (e quindi per la modulazione fine, oltre che quella necessaria a ripristinare il bacino di monte) si ottiene perfettamente la curva della richiesta dell’utenza. Tra le 22 e le 7 del mattino si ha una condizione di minimo tecnico per alcuni impianti termoelettrici, e questo impedisce un ulteriore abbassamento della loro potenza per evitare problemi tecnici, oltre che di un incremento del costo per kWh prodotto essendo tale costo sensibile allo scostamento dal massimo rendimento dell’impianto.
Spero il post sia stato gradito ed attendo utili commenti.
quindi in questo contesto un impiego più massiccio di impianti fotovoltaici sarebbe benefico anche dal punto di vista della programmazione della potenza. si potrebbe andare ad intaccare la produzione diurna per via termoelettrica, consentendo a quelle centrali di mantenere un livello di potenza quasi costante. il che permetterebbe di spegnerne qualcuna e far lavorare le altre costantemente a pieno ritmo, a vantaggio dell’efficienza.
Io a dir la verità ravviso invece un significato da quello detto da te (v1); utilizzando una produzione aleatoria di energia com’è quella fotovoltaica inserisco una variabile in più nell’equazione produzione/consumo (devo tener conto anche quant’è l’insolazione giornaliera nei campi solari e quindi di quanto sarà la produzione attesa da questi). Come detto in questo post e in quello precedente, la produzione minima di una centrale termoelettrica non può scendere sotto un certo tot (pena scadimenti nell’efficienza di conversione dell’energia) e l’elettricità prodotta in più da queste centrali dalle 22 alle 7 viene già usata per i pompaggi nei bacini idroelettrici quindi, dopo tutto questo panegirico, come si pone la produzione fotovoltaica all’interno di questo domino energetico?
@ v1 & Giampy
Bisogna considerare innanzitutto l’esiguità della produzione fotovoltaica, purtroppo le ancora grandi superfici necessarie per kW rendono tale tecnologia poco valida per ridurre la produzione termoelettrica, anche se importanti miglioramenti avvengono costantemente.
Ciò che Giampy indica è corretto, il fotovoltaico (così come l’eolico) sono fonti estremamente “aleatorie”, dipendendo ovviamente dalle condizioni meteo, pertanto è difficile conoscere a priori quale sarà la produzione che posso attendermi dagli impianti solari (o eolici) installati, questi impianti si inseriscono meglio in un sistema di distribuzione diffusa, dove la stessa logica di produzione elettrica è diversa, ma ovviamente su questo argomento c’è tanto da dire (e verrà trattato in questa rubrica) e si tratta di una condizione che richiederebbe parecchi cambiamenti su tutta la rete, ma si tratta di argomenti sui quali ritorneremo.
C’è anche da dire che particolari regioni aventi condizioni meteo stabili per lungo tempo consentono un uso “più prevedibile” di questa tecnologia, così come l’eolico risulta parecchio utilizzato nei paesi nordici proprio in virtù di una ventosità molto costante in intensità (mentre da noi si ha molta variabilità e spesso velocità del vento eccessive) e direzione…
Allo stato attuale il solare (ma anche l’eolico) si inserisce piuttosto male nel contesto elettrico, proprio perché tende a complicare l’equilibrio “richiesta-produzione”, i limiti massimi alla potenza fotovoltaica complessivamente installabile sono dovuti anche a questo, oltre ovviamente alla necessità di porre un limite “economico”, essendo il gestore obbligato ad acquistare ad un prezzo elevato l’energia prodotta
Io, in prospettiva, più che di fotovoltaico parlerei di solare a concentrazione. Si arriva già a parecchi megawatt e si può associare ad un ciclo combinato per aumentare le T del vapore o la sua portata. Anche questa tecnica è dipendente dall’irraggiamento solare che non è costante, ma almeno garantisce potenze significative (negli USA ne è in progetto uno da 300MW).
Mi interessa molto la frase (@ Simone) “Bisogna considerare innanzitutto l’esiguità della produzione fotovoltaica, purtroppo le ancora grandi superfici necessarie per kW rendono tale tecnologia poco valida per ridurre la produzione termoelettrica, anche se importanti miglioramenti avvengono costantemente.”, si intende nell’innalzamento della percentuale di conversione energia solare/elettricità o piuttosto (e sarebbe molto interessante)uno sfasamento temporale tra la produzione ed il suo utilizzo (qualche ora) per poterla utilizzare quando più serve e non, purtroppo, nel momento stesso della sua “creazione” senza andare a scomodare un invaso montano per il suo utilizzo, in un ottica di produzione (e consumo) localizzata.
certo il solare a concetrazione è preferibile per i grandi impianti, ma il fotovoltaico (con le tecnologie più moderne) è perfetto per gli impianti domestici, di cui auspico una maggiore diffusione. in effetti è una fonte energetica scostante e le cui variazioni sono difficilmente prevedibili, ma la media statistica di moltissimi piccoli impianti privati non dev’essere poi così irregolare.
un’altro tipo di impianto domestico interessante secondo me sarebbe quello della caldaia / gruppo elettrogeno. in pratica un motore termico a gas o gasolio produce energia elettrica con un alternatore, mentre il calore (prodotto di scarto) viene immagazzinato in un grande boiler (sul quale potrebbero convergere anche dei pannelli solari) da usarsi per scaldare l’acqua di cui abbisogna l’abitazione.
@ Andrea86
Gli impianti a concentrazione stanno ricevendo un grande impulso, presentano delle caratteristiche interessanti ma non sono la panacea per tutti i mali, molto è stato fatto, tanto c’è ancora da fare, le potenze che si stanno installando attualmente sono considerevoli, ma essendo impianti solari necessitano di irraggiamento di questo, e di ampi spazi per i collettori, pertanto sono ottimi in territori fortemente insolati e parzialmente (o completamente) desertici (ovviamente non deserti sabbiosi per evitare le abrasioni), e negli Stati Uniti territori così non mancano di certo, laddove la densità abitativa risulta invece elevata sono più problematici.
@ Giampy
La mia frase si riferiva alla conversione dell’energia solare in elettrica, e quindi alla superficie necessaria per kW di picco di potenza, dalla quale poi discendono tutte le valutazioni sulla produzione energetica.
Per quanto riguarda lo sfasamento temporale è necessario un “vettore” energetico se lo si vuole ottenere, nel termodinamico si accumula calore (che ovviamente deve venire prodotto in eccesso durante le ore di insolazione rispetto alle esigenze), nel fotovoltaico bisogna accumulare energia elettrica, e la cosa allo stato attuale risulta fortemente limitata dagli accumulatori utilizzati.
Da un punto di vista puramente tecnico si può utilizzare per produrre il tanto discusso idrogeno, che verrebbe poi riutilizzato con un processo inverso per recuperare l’energia, ma “il costo energetico” di questa doppia trasformazione rende attualmente poco percorribile questa strada, mentre un’altra via sarebbe proprio quella di utilizzare questa energia per i pompaggi diurni che presentano (almeno finché i bacini non scendono sotto livelli di guardia) una maggiore flessibilità.
@v1
Ovviamente il termodinamico non si presta ad impianti domestici, settore dove il fotovoltaico risulta avvantaggiato dal necessitare sostanzialmente (oltre ai pannelli) di uno o più inverter, ma essendo necessarie grandi superfici esposte per produzioni di picco non elevatissime, la rende inapplicabile nei palazzi (dove con inapplicabile intendo per il soddisfacimento del consumo medio giornaliero di ogni utenza) dove la quota di tetto per appartamento risulta davvero risibile, sicuramente più agevole l’impiego di quella superficie (che comunque deve anche essere “ben orientata e libera da ombreggiamenti quanto più possibile”) per degli impianti solari termici, che consentono di produrre acqua calda sanitaria in grado di integrare o soddisfare il fabbisogno di questa necessitando di una superficie abbastanza moderata.
La seconda cosa cui fai riferimento (motore + boiler) è un argomento che mi sta particolarmente a cuore ed al quale dedicherò appena possibile uno o più post quando parlerò sia di cogenerazione che di trigenerazione.
il fotovoltaico e l’eolico non potrebbero lavorare costantemente per pompare le acque nei bacini delle dighe ? in questo modo si potrebbero ammortizzare le produzioni instabili delle rinnovabili.
@ Megalosauro
Certo, questa è una via di utilizzo valida, anche se la cosa deve avere un limite perchè anche il ripompaggio non si può fare senza controllo, però diventa un modo per “ammorbidire” l’instabilità di quest’energia, che in parte può essere direttamente utilizzata, ed in parte impiegata per compensare il maggiore intervento in regolazione che il loro impiego richiede…
Un appunto: scritta così sembra che l’idroelettrico SERVA perchè la richiesta sia coperta, in realtà (ovviamente) l’idroelettrico VIENE SFRUTTATO per la quota conveniente, ma in sua assenza (se avessi postato i diagrammi di luglio probabilmente la quota sarebbe stata inferiore stante che il picco si è ormai spostato nel periodo estivo dopo una cinquantennale tradizione invernale) gli impanti a combustibile fossile, se non le acquisizioni, possono tranuillamente coprire la quota.
@megalosauro
Il fotovoltaico e l’eolico lavorano quando vogliono, non costantemente.
Detto questo, la loro energia, una volta immessa in rete, è energia, non è energia verde. Quindi sta tutto nel decidere i ommenti di convenienza o meno su base statistica, non puoi certo pianificare il reateo di ripristino di un bacino di monte in alto adige in funzione della nuvoletta che passa sopra catania.
@tutti
Comunque, ad ogni buon conto, in italia sulle nuove costruzioni è fatto OBBLIGO di installare 200Wp per unità abitativa, limite che sale ad 1 kWp in Emilia Romagna ;)
@ arkanoid
Il problema non è SE gli impianti termoelettrici possono o non possono coprire il fabbisogno di produzione, bensì SE sono in grado di rispondere alle richieste di “regolazione fine” del carico, cosa che le turbine idrauliche (impianti a bacino) sono in grado di fare egregiamente, mentre gli impianti termoelettrici presentano molti più problemi di natura tecnica (le condizioni di off design sono particolarmente problematiche per tutti gli impianti termoelettrici, in maniera diversa tra di loro ma comunque sensibile).
Non vorrei apparire critico, il mio compito non è “prendere una posizione” ma scrivere in maniera quanto più chiara e divulgativa di tematiche che banali non sono, però sui 200Wp mi permetto di dire che sono una grande presa in giro, perché oltre ad essere di fatto “di picco” (se si volesse ragionare in maniera più concreta si dovrebbe analizzare la produzione di energia elettrica), forniscono un contributo davvero ridicolo al soddisfacimento del consumo reale, è vero che nulla vieta di installare una potenza maggiore, ma prima di tutto si deve disporre di una sufficiente superficie “accettabilmente” orientata (cosa difficile nei palazzi con 40 appartamenti), secondo poi anche se si può dire che “è già qualcosa” si deve pensare che un risultato anche migliore lo si ottiene semplicemente utilizzando in maniera intelligente gli elettrodomestici, e la stessa superficie la si potrebbe utilizzare per produrre acqua calda sanitaria, risparmiando così metano per chi usa la caldaia o parecchi kW per chi utilizza lo scaldino elettrico.
Poi chi ha una casa indipendente con tutto il lastrico solare a disposizione può disporre come meglio crede di questo, ma non credo sia il caso della gran parte della popolazione…
In italia è obbligatorio avere sia fotovoltaico che solare termico, sul nuovo, da tre anni ormai ;)
Che poi non lo faccia quasi nessuno è figlio del fatto che siamo in Italia.
I 200Wp tu dici che non sono nulla, io dico che sono troppo e troppo poco contemporaneamente. Troppo perchè costano tanti soldi anche quei 200Wp, pochi perchè finchè c’è lo scambio sul posto con la tariffa incentivante hanno la speranza di essere un costo che ti ripaga lo stato, domani tolgono lo scambio sul posto e risparmi la metà, tolgono la tariffa incentivante e perdi il doppio.
Un impianto FV da 1 kWp alle mie latitudini occupa circa 10-12 mq, vuol dire che una palazzina da 6 appartamenti deve avere 60 mq di tetto esposto a sud intorno ai 30° liberi.
Ho già sollevato il problema, penso che tra poco tempo quando inizieranno i controlli su quanto è stato fatto, esploderà il bubbone dato dal fatto che nei paesi ci sono appartamenti in palazzi piccoli e quindi è lecito ipotizzare che la legge discrimini i cittadini obbligandoli a sostenere spese non indifferenti a seconda della loro posizione geografica.
E’ vero quello che dici riguardo gli impianti termoelettrici, un minimo di flessibilità in più la si ha a disposizione mediante l’uso degli HRSG con postcombustione, comunque sono impianti poco elastici come range di potenza resa.
La mia puntualizzazione era in merito alla possibilità di usare l’energia rinnovabile per i pompaggi, dove va detto che l’energia rinnovabile non è diversa dalle altre, per cui si tratta di vedere, dal punto di vista economico (con buona pace dei Verdi) se e quando è meglio utilizzare energia per i pompaggi, sia che tale quota sia coperta da fonti rinnovabili sia che non lo sia.
Usare l’energia “pulita” per i pompaggi è un po’ strana come cosa:in primis non credo che ve ne sia a sufficienza, secondo penso sia un’operazione che dal punto di vista della degradazione sia un fallimento.Le centrali a pompaggio spesso producono meno di quanto consumano e siccome gli impianti alternativi producono nelle ore odierne sarebbe un po’ anomalo prendere quell’energia e spostarla lì.Il pompaggio spesso avviene nelle ore notturne per non far abbassare troppo le potenze degli impianti termoelettrici.
Oggi tappezzando tutta l’italia di pannelli fotovoltaici si arriverebbe al 10-15% del nostro fabbisogno, quindi ok per le utenze domestiche ma ci serve altro. Ed infatti sono d’accordo con chi propone la cogenerazione come metodo. Oggi le aziende la utilizzano abbattendo le emissione del 20-30% e con vantaggi economici spaventosi, e credo che nei paesi civili e avanzati si possa pensare di applicarla anche in cooperative o parchi(es.Germania).
P.S. HRSG con post-combustione non si realizzano quasi mai perchè sono penalizzati sul rendimento e sulle emissioni rispetto a quelli semplici.
ma la legge che obbliga a installare pannelli solari nelle nuove abitazioni non è stata abolita dall’attuale governo?
Procediamo con ordine:
@arkanoid
La legge esiste ma prevede tutta una serie di clusole, di fatto la sua obbligatorietà viene fortemente inficiata, inoltre in materia di energia la legislazione è di competenza delle regioni, e questo motivo ti spiega perchè poi di fatto questa legge sia rimasta “lettera morta”…
Evito di esprimere fortemente il parere come “libero professionista” del settore, apprezzo l’iniziativa ma non la qualità della legge…
Sui 200Wp vediamo di precisare una cosa… il mio intento non è fare analisi economiche ma energetiche, l’aspetto economico viene dopo, non certo per il normale cittadino, al quale interesserà “la convenienza economica”… ma siccome l’obiettivo di questo post e di questa rubrica è quello di concentrarci principalmente sugli aspetti energetici cerchiamo di parlare di energia… 200kW portano una produzione elettrica annua ridicola, il contributo dato al totale del consumo dell’utenza è trascurabile, con 1kWp si inizia a ragionare, ma come dici tu servono 10 mq (anche se su questi valori si potrebbe aprire un’altra discussione, quindi prego chi legge di non prendere questi numeri con troppa rigidità), sicuramente puoi averli su una piccola palazzina di 6 appartamenti, 2 per piano, ma se inizi ad avere 5 piani con 3 appartamenti per piano le utenze diventano 15… servono almeno 150mq di superficie ben esposta e non ombreggiata, e parliamo di una potenza installata di 1kWp, non 3kWp che rappresentano l’utenza minima Enel, inoltre se facciamo la valutazione su quanta energia si produce in un anno si otterrà un valore comunque non elevato.
Sul fatto che con gli incentivi sia “interessante” installare un impianto del genere non ci piove, ma come già detto vorrei concentrarmi sui problemi energetici.
@Andrea & in generale
La discussione sull’impiego del fotovoltaico per i pompaggi si basava sull’ipotesi di un incremento della potenza installata (discussione puramente “filosofica”) a livelli tali da “entrare nella partita energetica”, ovviamente ad oggi la produzione da fotovoltaico è prevalentemente autoconsumata dalle utenze che dispongono degli impianti, il problema per come sono adesso le cose proprio non si pone.
@ Andrea86
E’ normale che gli impianti di pompaggio producano meno energia di quella che consumano, a meno di avere una sorgente tale da ricaricare il bacino di monte, in questo caso si possono utilizzare come produttori veri e propri, altrimenti il loro impiego risulta maggiormente (ma non esclusivamente) limitato alla regolazione, che per potersi compiere richiede sempre il bacino di monte in condizioni ottimali
Sulle grandi superfici richieste dal fotovoltaico ne avevano parlato anche sul forum:
Nucleare e termodinamico, riflessioni sullo spazio occupato
@ marzolo
non seguo il forum di HWupgrade, ma mi incuriosisce sapere chi è Physk (non credo di averlo mai letto qui, non con quel nick)… è un post interessante
L’obbligo per solare termico e fotovoltaico, comunque, c’è ;) Al momento l’unica clausola che mette il progettista al sicuro è che non ci sia sufficiente spazio per coprire la quota richiesta, ma sul fatto che ci sia da fare se non quanto richiesto, quanto possibile, non c’è dubbio.
Sussisteva un dubbio in merito al calcolo della quota di energia per acqua calda sanitaria fino all’uscita delle UNI TS 11300-2.
@ arkanoid
non vedo molta utilità in una legge che resta “lettera morta”… e non perchè i costruttori la eludano, bensì perchè di fatto la stratificazione burocratica la tenga bloccata…. questo in generale… nello specifico quella legge la ritengo “fatta con i piedi” in quanto imporre certe percentuali (con le eccezioni nei casi in cui questo non è possibile tecnicamente) crea condizioni discriminatorie ed una notevole confusione… se le leggi sono semplici, tutti ne traggono giovamento.
La stessa legge sulla certificazione energetica degli edifici ho mostrato tutta la debolezza della legislazione in materia, in quanto la legge (pur se con nobili e condivisibili intenti) non teneva conto di vari parametri piuttosto importanti, per non entrare nel merito della giungla legata a chi poteva eseguire tali valutazioni…
@ tutti
Spero che questi post stiano piacendo, sono contento che nei commenti si leggano commenti pacati e non offensivi di nessuno (finora…)
# 19
Sono io l’autore di quel post! Lo spunto mi è venuto quando ho visto l’impianto di Olkiluoto che mi è sembrato organizzato in modo molto razionale, come si vede bene anche in questa foto: c’è tutto quello che serve, impianto di stoccaggio definitivo compreso, in uno spazio molto piccolo e produce una grande quantità di energia in modo pulito e costante.
Ma anche l’impianto del Pickering da 4336 MW o l’impianto di Bruce Station da 7276 MW sono interessanti per l’energia che riescono a produrre in cosi poco spazio.
Per produrre la stessa quantità di energia sfruttando il solare a concentrazione bisognerebbe usare degli spazi infinitamente piu grandi, per non parlare del fotovoltaico.
Tralasciando il discorso dello spazio, del costo, della manutenzione dei costosi pannelli e della loro sostituzione ogni tot anni… c’è sempre il discorso della variabilità di questa fonte energetica che la rende difficile da inserire nel contesto globale.
L’idea che mi sono fatto è che le centrali a vapore per le grandi potenze che riescono a mettere in gioco e per la loro costanza sono le piu adatte a essere la fonte principale, e se non si vuole usare carbone e petrolio l’unica alternativa attualmente realizzabile è il nucleare.
Sto guardando con interesse le centrali solari a concentrazione di Rubbia che sembrano il modo migliore di sfruttare l’energia solare ma al momento mi sembra che hanno troppi limiti.
@ marzolo
Complimenti allora, era un post scritto davvero bene con un argomento trattato in maniera interessante.
A prescindere dall’essere favorevole o meno al nucleare piuttosto che ad un’altra risorsa, è importante sottolineare come alla fine ciò che conta è l’ENERGIA ELETTRICA PRODOTTA, non la potenza dell’impianto… valutando questa grandezza si comprende come 1000MW di potenza installata a vapore o a gas termoelettrici o nucleari (ovviamente in questo caso a vapore, anche se in passato studi sull’impiego di TG ci sono stati) producano molto di più di 1000MW termodinamici, la discussione sul “serbatoio di calore” poi sembra sviare tanta gente che non si rende conto che si tratta di energia prodotta in eccesso rispetto alle esigenze e che viene così accumulata, nulla vieta di fare altrettanto con impianti tradizionali, a patto che questo surplus venga prodotto… perchè se non lo produco, quando viene la sera, il serbatoio è “scarico”…
Sul solare ritorneremo, ho in programma una serie di post dove verranno affrontate diverse tecnologie, con numeri ed esempi… per ora preferisco però completare il discorso sul termoelettrico prima di passare ad esaminare altro, e nei prossimi post parleremo di qualcosa di cui spesso si discute…(se siete curiosi continuate a seguire la rubrica :-D)
Grazie, sono contento che l’abbia trovato interessante.
In realtà non sono assolutamente ferrato in queste materie, avevo iniziato quella discussione più che altro per avere delle conferme o smentite sulle idee che mi ero fatto.
Sono d’accordo che quello che conta è l’energia elettrica prodotta, in tal senso trovo scorretto il comportamento di alcune persone che vendono pannelli solari e che hanno interesse a parlare solo di potenza installata, facendo credere agli ignari acquirenti che installando 3KWp di pannelli saranno a posto perché riusciranno a coprire i 3KW forniti dall’ENEL… in realtà i pannelli da 3KWp con un fattore di utilizzo annuale del 6% produrranno circa 1600KWh di energia se tutto va bene, mentre il consumo medio è di 5000KWh.
Io consumo 4800KWh all’anno per esempio, me ne resterebbero 3200KWh all’anno da pagare.
Per produrre 4800KWh all’anno di energia interamente dai pannelli dovrei installare circa 9KW, con un costo che praticamente non si ammortizzerà mai.
Pero tanti non lo sanno, pensano che con i pannelli da 3KWp saranno autonomi salvo dopo scoprire che non è cosi… se venisse spiegata in massa questa cosa penso che la moda del fotovoltaico si ridimensionerebbe parecchio.
E comunque importante investire nella ricerca, ma al momento non è una soluzione.
Spesso mi scontro proprio con questo problema, spiegare alla massa… l’ecologia è importantissima, ma spesso viene “mercificata” in quanto rappresenta un grande business e consente di nascondere dietro questa parola cose che con l’ecologia non hanno niente a che fare… ogni tecnologia ha i pro ed i contro, spiegare quali essi siano non significa essere favorevoli o contrari, sia che si parli di termoelettrico, nucleare o solare e rinnovabile in genere… in post ormai vecchi, quando commentavo (ed ancora non collaboravo con AD) sono stato considerato un favorevole al solare e definito “ambientalista cerebroleso laureato in scienza delle merendine” da qualcuno solamente perché alla richiesta di spiegazioni di un lettore avevo fornito spiegazioni tecniche sul solare, idrogeno ecc… purtroppo quando si parla di energia (e di riflesso di “ambiente”) lo scontro diventa quasi una guerra di religione al pari degli scontri Win/Linux/Mac… ed i media tradizionali e web non sono in genere da meno… la speranza con questa rubrica è quella di creare un contenitore dove vengono trattati questi argomenti in maniera tecnica (ma pur sempre con taglio divulgativo) per favorire uno scambio di opinioni pacato e basato sui contenuti, non sulle offese… con i flame si fanno tante visite, con i contenuti si cerca di fare informazione, e lo spirito con il quale interpreto questa rubrica è proprio il secondo…
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