Apple e innovazioni nell’advertising

“Hello I’m a Mac” “And I’m a PC”. Apple con questa serie di spot ha creato una delle campagne pubblicitarie più belle degli ultimi anni, tanto che è un peccato che rimanga confinata tra le sue pagine (oltre che su YouTube si intende). Così alla Apple hanno ideato un nuovo episodio adatto ad affiancare del contenuto editoriale all’interno di una pagina web, ma in modo incredibilmente originale.

PC col pulsante cerca di accendere la scritta luminosa in alto che recità “Non rinunciare a Vista”, ma qualcosa va storto evidentemente. L’ad si compone di due banner in Flash che interagiscono tra loro in un unico divertente sketch, riempiendo la pagina senza invadere lo spazio dedicato ai contenuti editoriali.

Lavorare nell’editoria online significa anche cercare utenti e visite in gran numero. Se però a questo dato non corrisponde un ritorno economico tramite i click su collegamenti sponsorizzati possono essere guai.
Per migliorare il rapporto tra pagine visitate e sponsor clickati la strada presa negli ultimi anni è la contestualizzazione della pubblicità, che porta in ciascuna pagina sponsor inerenti ai contenuti presenti, ma da sola non basta.

Un link sponsorizzato non deve solo essere di interesse ma deve prima di tutto essere notato da chi legge. Nessuno di noi visita un sito per la pubblicità in esso contenuta quindi con l’occhio non la cerchiamo, quindi è la pubblicità che deve trovare l’occhio, nel modo più efficace possibile ma senza essere fastidiosamente invadente. Molti studi sull’argomento inoltre dimostrano che la mente dei navigatori col tempo impara ad evitare l’advertising riuscendo a saltarlo senza neanche porvi sopra l’occhio per controllare cosa sia. Questo significa che la pubblicità deve necessariamente continuare ad evolversi per poter continuare a fregare la nostra mente.
Apple si è dimostrata maestra in quest’arte, peccato soltanto che l’ad sia stato tolto a causa di frequenti crash che proprio l’ad provocava ai browser degli utenti.

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