Rivoluzione Neo Geo: il coin-op diventa console

Logo Neo GeoCome promesso ad Alessio, questa settimana ritorniamo al “programma originale” occupandoci di una delle console che ha non solo segnato un’epoca ma provocato enormi fratture e la composizione di veri e propri schieramenti come raramente si è visto nella storia dei videogiochi.

Lo spazio di oggi viene dedicato interamente al NeoGeo, la gloriosa piattaforma targata SNK che ha letteralmente invaso le sale giochi e i bar che sceglievano di noleggiare i cabinati “a gettone” (o coin-op/coin-operator come molti di voi sapranno).

Procediamo per passi e cerchiamo innanzitutto di capire il contesto in cui ci muoveremo nel trattare questo argomento.
Cominciamo quindi con una breve cronistoria della società che ha creato e venduto il Neo Geo, l’SNK appunto.
Nasce nel 1978, in Giappone, a Osaka per la precisione, con il nome di Shin Nihon Kikaku, abbreviato nell’acronimo SNK e che significava letteralmente “Nuovo Progetto Giapponese”, tre parole in qualche modo predestinate a scrivere pagine rivoluzionarie nella lunga e complessa storia dei videogiochi.

Subito si dedica all’arcade palesando la vocazione che la denoterà durante tutto il suo percorso all’interno del settore. Nel 1981 la prima svolta importante avviene con l’apertura della filiale americana a Sunnyvale, la stessa città che ospita anche la sede di AMD, tra le altre cose.

Il successo di alcuni titoli portò allo sviluppo di porting più o meno celebri per il NES/Famicom, la console che ha dominato il periodo intorno alla metà degli anni 80 e i cui proventi consentirono di aprire una seconda filiale sempre negli USA, denominata SNK Home Entertainment.

La collaborazione con questa seconda divisione e la contemporanea acquisizione di esperienza e know-how portò la dirigenza a considerare la possibilità di proporre al pubblico cabinati di tipo modulare, che quindi contenessero più di un gioco (com’era di norma ai tempi).

Fu un tale successo tra gli operatori del settore che si optò per l’abbandono del supporto a compagnie di terze parti (come la Takara) incalando tutte le energie verso questo progetto interno,  chiamato Multi-Video System.

La possibilità di effettuare uno switching tra i vari titoli con la semplice sostituzione della cartuccia, consentiva di abbattere non solo le spese per i cabinati stessi ma anche i costi di gestione e di spazio.

Solo due anni più tardi la comparsa del sistema MVS, la SNK decise di proporre un alter-ego casalingo in modo da accontentare anche chi voleva godere dei medesimi titoli pur rimanendosene seduto comodamente sul divano.

E nel 1990 nasce l’AES, acronimo di Advanced Entertainment System, proposto inizialmente alla considerevole cifra di 599$, poi sceso a 399$, di cui possiamo elencare le caratteristiche tecniche:

  • CPU: Motorola 68000 con clock a 12Mhz affiancato da un coprocessore Zilog Z80 con clock a 4 Mhz
  • Video: risoluzione 320*224 con palette di 65536 colori di cui 4096 visualizzabili contemporaneamente e un massimo di 380 sprite
  • Audio: processato dallo Zilog Z80 di cui sopra e affiancato da un chip dedicato Yamaha YM2610 a ben 15 canali
  • Memoria: principale di 64K, 74 KB dedicati al comparto video e 2KB a quello audio
  • Supporto: cartuccia fino ad un massimo di 330Mb immagazzinabili (limite più che doppiato in seguito grazie alla tecnica di “bank switching”)
  • Uscite: RF, Video Composito, RGB

SNK Neo Geo AES

Prendendo in prestito una celebre frase del Matt Damon giocatore di poker (dal film Rounders), possiamo tranquillamente affermare che il NeoGeo sia stato ai tempi, e lo è tutt’oggi nel fiorente mercato del retrogaming, la Rolls Royce dei videogiochi.

Le “cartuccione” contenenti i titoli della soft-teca si facevano pagare care ( a volte costavano più della console stessa), anche se ogni Mbit pubblicizzato sullo sticker della scatola valeva in molti casi il prezzo esoso richiesto, perché dava all’utente un’esperienza di gioco effettivamente impossibile da provare altrimenti.

Con il Neo Geo si aveva non solo l’impressione ma anche la prova provata di avere “la sala giochi ai propri piedi e propri comandi”. E d’altra parte le specifiche erano una spanna sopra la concorrenza, seppur nell’ambito nella generazione dei 16-bit.

L’entrata sul mercato di un prodotto così rivoluzionario, seppur d’elite, non passò certo inosservata agli addetti ai lavori dell’epoca che, anche per motivi di marketing, spinsero essi stessi per uno stravolgimento del tradizionale scontro e paradigma Sega-Nintendo.

Celebre fu, in questo senso, la missiva che tale Lord SNK inviò alla rubrica di posta della redazione di ConsoleMania in cui si affermava sostanzialmente l’inizio di “un nuovo regno” nel mondo dei videogiochi.

Apriti cielo. I sostenitori delle varie fazioni, in un clima di console-war d’altri tempi (anche perché, se non altro, allora si usava carta e penna) si sprecarono in lettere di proteste in cui ciascuno difendeva la parte della piattaforma o gioco preferito.

A distanza di anni poi furono gli stessi redattori (i Bovabyte) a scoprire le carte e affermare come quella era stata in realtà un’iniziativa editoriale ed il famigerato Lord SNK semplicemente un’invenzione.

Sta di fatto che nonostante lo sviluppo di piattaforme delle altre case, Sony in primis, procedesse a ritmi serrati e di rivoluzioni negli anni ’90 effettivamente ve ne siano state molte, il Neo Geo ha sempre recitato un ruolo fondamentale ed una presenza insostituibile all’interno del parco coin-op di qualsiasi sala giochi, indipendentemente dalla grandezza della stessa.

Titoli e saghe come Art of Fighting, World Heroes, Samurai Shodown costituiscono ancora oggi parte dell’eccellenza di sempre dei beat’em up 2D e questo giustifica, nonostante il costo non certo accessibile ancora oggi di questi titoli, l’incredibile longevità della piattaforma SNK (diventata poi SNK Playmore) Neo Geo, e brama di molti collezionisti-retrogamer.

Art of Fighting

Non è un caso quindi che comunità come Neo-Geo.com nonostante gli anni passati, siano ancora molto frequentate e non è neanche un caso che, seppur la parabola sia per certi versi in discesa, giochi come Garou: Mark of the Wolves abbiano un notevole valore sul mercato; senza dimenticare infine come Kizuna Encounter, disponibile al mondo in sole 5 copie nella versione AES Europea, rappresenti forse il titolo più costoso nell’intero panorama dei videogiochi.

L’affetto degli utenti ed il desiderio di rivivere quei momenti “speciali”, si riflette anche nel mondo dell’emulazione il quale ha dato alla luce un prodotto come NeoRageX sicuramente valido e godibile e che rende alcuni piccoli capolavori davvero senza tempo.

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