Il nucleare al capolinea: il governo italiano controcorrente

centrali nucleari

Durante la recente conferenza di fine anno, il Presidente Berlusconi ha parlato a 360° di intercettazioni, presidenzialismo, giustizia, questione morale e, soprattutto, di nucleare.

NUCLEARE – «Per colpa della sinistra e dei Verdi, le infrastrutture non sono state realizzate negli ultimi 20-30 anni. Abbiamo anche rischiato un black out. Avevamo pronte due centrali nucleari per la produzione dell’energia elettrica e la sinistra ambientalista ecologista e i Verdi hanno proibito che questo accadesse», ha accusato il capo del governo. «Abbiamo varato il piano da 16,5 miliardi, per il momento iniziale per la riapertura dei grandi cantieri». Berlusconi ha confermato di puntare ancora sul nucleare, nonostante il crollo dei prezzi del petrolio: «Per arrivare occorrono sette anni, ma se non si comincia non si arriva mai».

Fonte: Corriere.it

Tralasciando l’attacco politico iniziale, è indubbio che ovunque, nel mondo, il nucleare sia una degli argomenti principi dei partiti “verdi”. Argomento spesso sfruttato più a scopi elettorali che reali, sembra che ultimamente stia perdendo consensi.

In Sud Africa, considerato uno dei mercati più promettenti al mondo in termini di energia nucleare, il colosso Eskom, che da tempo aveva pubblicizzato la futura costruzione di un enorme impianto nucleare, ha recentemente deciso di cancellare il progetto e di tornarsene a casa.

Ovviamente, una delle ragioni principali dello smantellamento del progetto è la crisi economica mondiale e, la dichiarazione della Eskom, è arrivata in maniera del tutto inaspettata esattamente una settimana dopo le preoccupanti rivelazioni fatte dalla illustre pubblicazione economica francese Les Echos che ha dichiarato che il gruppo francese “Sortir du nucléaire” ha accusato la EdF di fornire dati falsi durante una consultazione pubblica per la costruzione di una nuova centrale nucleare a Flamanville in Francia. Sembra infatti che la EdF si sia “dimenticata” di rendere noto ai cittadini che i costi per la costruzione della centrale siano da subito lievitati vertiginosamente, rendendo il progetto insostenibile.

Attualmente, in Europa, l’unica altra centrale in costruzione è quella di Olikuoto in Finlandia, dello stesso tipo di quella di Flamanville. La costruzione di questa centrale, ha subito molti rallentamenti, uno spavento aumento dei costi e ha visto uno scontro Finlandia-Francia con accuse di utilizzo di personale non specializzato (accuse rivolte alla Bouygues, considerate azienda leader mondiale nella costruzione di impianti nucleari). Tralasciando i frequenti incidenti agli impianti già esistenti.

La crisi economica ha dato un’altra “mazzata” ai classici e costosissimi sistemi di produzione energetica. Si stanno tirando i remi del nucleare in barca…mentre altre nazioni chiave, come la Germania (anche gli USA stanno facendo una inversione a U), stanno passando gradualmente alle energie rinnovabili (oltre alla grande quantità di posti di lavoro creati) prima di raggiungere un probabile punto di non ritorno.

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