Il work space del futuro: trasportabile e gelatinoso

JellyQualche giorno fa a Londra, in occasione dell’evento di design Urbantine Project 2008, è stato presentato un progetto di work space abbastanza singolare: The Jelly Box, ideato dall’architetto inglese David Hingamp dello studio Archic.

Il concorso Urbantine di quest’anno richiedeva l’invio di progetti su un argomento molto specifico: creare uno work space che riflettesse la natura mutevole e rapida del ventunesimo secolo.

E che cosa può soddisfare appieno questa richiesta se non l’anima liquida e molliccia della gelatina?

Basata sul concetto complesso di nascosto/esposto, David ha creato uno spazio di lavoro semi-trasparente che sembra, a prima vista, essere privato invece, sotto sotto, non lo è (vedere immagini). Chi sta dentro vede chi sta fuori e viceversa. Questo è il nostro secolo, dove tutto viene esposto, dove tutto viene messo in mostra sulla pubblica piazza. Inoltre, sempre secondo le parole dell’architetto: “La Jelly Box crea una falsa sensazione di ‘interno’, dove non ti puoi nascondere, lo spazio è oscillante, distorto, in continuo cambiamento, vivo”.

La struttura è realizzata in plastica, è modulare, economica e facile da trasportare. Per montarla bastano due persone e quattro ore di tempo, per smontarla ed impacchettarla, 5 ore.

La Jelly Box si propone come un un’eccitante nuovo concetto di work space portatile, adatto a conferenze, convegni, esibizioni oppure feste…

Ecco alcune foto:

JellyBox1

JellyBox2

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