Dopo avere introdotto il processo di Pirolisi ed averne discusso i principi fondamentali sui quali si basa, andiamo ora a concludere con questo argomento esaminandone le applicazioni reali, facendo riferimento ad alcuni impianti esistenti in giro per il mondo per i quali ho avuto modo di individuare dei report completi.
L’IMPIANTO PER IL TRATTAMENTO DI RIFIUTI DI BURGAU
Un esempio di impianto di pirolisi applicato al trattamento dei rifiuti è quello installato a Burgau (Germania), impianto realizzato tra il 1983 ed il 1984 al fine di trattare varie tipologie di materiali, in particolare:
- rifiuti domestici
- rifiuti industriali assimilabili a rifiuti domestici
- rifiuti ingombranti
- grandi quantità di fanghi di acque reflue
Lo schema di questo impianto è stato proposto in un precedente post, ed è il seguente:
Il materiale in ingresso all’impianto viene depositato in un bunker dal quale viene successivamente prelevato e sminuzzato tramite due tamburi rotanti fino a raggiungere una dimensione non superiore ai 30cm.
Tale materiale viene mescolato con i fanghi delle acque reflue e successivamente a tale processo viene introdotto nell’impianto di pirolisi vero e proprio.
Nei due forni rotanti impiegati nell’impianto viene raggiunta una temperatura interna di circa 450 – 470°C mediante riscaldamento indiretto del forno ad una temperatura di circa 550°C, riscaldamento effettuato mediante combustione del gas di pirolisi ad una temperatura di circa 1200°C.
Per evitare fuoriuscite di fumi e prodotti di reazione interni al forno si opera in leggera depressione (circa 100Pa al di sotto della pressione atmosferica) e si impedisce l’ingresso del’aria mediante opportune tenute.
Per via delle condizioni termiche all’interno dei forni, una serie di reazioni chimiche si sviluppano e portano alla produzione di varie sostanze da trattare, quali acido cloridrico, fluoridrico e composti dello zolfo.
Il loro trattamento avviene direttamente nel forno mediante l’introduzione di calce viva (se ne è fatto un cenno anche in occasione dei post sul trattamento delle emissioni di SOx negli impianti termoelettrici) al fine di ridurre il successivo post-trattamento.
Per quanto riguarda le caratteristiche dei rifiuti ed il bacino di interesse dell’impianto (distretto regionale di Günzburg), i dati sono i seguenti:
- Estensione: 762 km2
- Numero di abitanti: 120.000
- Quantità di rifiuti smaltiti 35.000 Ton/a
- Potere calorifico medio dei rifiuti: 8.500 kJ/kg
- Potere calorifico massimo dei rifiuti: 10.000 kJ/kg
- Potere calorifico minimo dei rifiuti: 5.000 kJ/kg
- Composizione media dei rifiuti: 25% umidità – 30% incombustibile - 45% organico
Le emissioni rilevate in continuo in termini di valore medio annuo (riferite al 1997) sono state le seguenti (tra parentesi i limiti normativi normalizzati a 0°C, 1013 mbar e 11% O2):
- Polveri: 1.8 mg/m3 (10 mg/m3)
- Acido cloridrico – HCl: 5,5 mg/m3 (10 mg/m3)
- Anidride solforosa – SO2: 8,0 mg/m3 (50 mg/m3)
Come si può notare, le emissioni sono state notevolmente inferiori ai limiti normativi, ed inferiori sono anche le emissioni di altre sostanze inquinanti non misurabili in continuo, quali i metalli, le diossine, ecc., le quali si attestano tra valori pari a 1,2 – 1,3% rispetto al limite ammesso.
Per quanto riguarda la combustione del pyrogas, utilizzato per il riscaldamento dei forni, essendo questo molto simile al gas naturale, si ha un contributo alle emissioni piuttosto contenuto.
L’IMPIANTO PER IL TRATTAMENTO DI RIFIUTI DI HAMM-UENTROP
Rispetto al precedente impianto, nato con lo scopo principale di massimizzare lo smaltimento dei rifiuti, l’impianto di Hamm-Uentrop prevede lo sfruttamento dell’energia termica prodotta nel sistema per la produzione di energia elettrica.
Tale impianto è sostanzialmente analogo a quello di Burgau, ovvero è dotato di due forni di pirolisi a tamburo rotante da 13.300kg/h di capacità (per un trattamento annuo pari a 100.000 t/h) nei quali vengono trattati rifiuti quali RSU differenziati (al contrario dell’impianto di Burgau), rifiuti industriali e commerciali anch’essi differenziati, oltre che residui dalla demolizione delle automobili (autofluff).
Tali materiali presentano un elevato potere calorifico (18.100 kJ/Kg) e permettono di produrre 7.200 Nm3/h di pyrogas utilizzato per il processo di riscaldamento dei forni e per la produzione di vapore (unitamente alla combustione del pyrocoke, ovvero il char prodotto nell’impianto) per una potenza termica netta di circa 260 GJ/h che viene convertita in energia elettrica in una turbina a vapore.
Anche per oggi è tutto, sperando che questa panoramica sulla pirolisi sia stata sufficientemente chiara ed esaustiva, vi invito a continuare a seguirci, sempre su AppuntiDigitali, sempre con la rubrica Energia e Futuro.
bei giocattoli..
peccato che in italia siano così tanto osteggiati visto gli indubbi vantaggi economici ed ecologici.. se penso alla miriade di discariche a cielo aperto che esistono sia per rifiuti convenzionali che per rifiuti speciali …
cmq.. chi lo sa.. la crisi potrebbe portare consiglio :D
p.s. sarebbe stato carino dire che nell’impianto di Hamm-Uentrop sono montate due turbine Siemens per un totale di 850 MW per fare un bellissimo ciclo combinato.. per sfizio le turbine sono delle SGT5-Pac 4000F
l’impianto ha una capacità teoria di ben 6.8TWh anno.. da solo potrebbe coprire oltre il 2% del fabbisogno italiano..
O se vogliamo.. equivale ad un impianto FV di circa 6GW.. 6000MW.. “qualche” ettaro :D hehe..
cmq.. sarebbe un impianto di cui ne abbiamo bisogno.. tenendo conto della capacità dell’impianto e delle discariche italiane.. e tenendo conto che li finiscono solo la parte RSU differenziata.. 5-6 impianti di quella dimensione in italia ci starebbero.. sarebbe un 10-12% di rinnovabile in più con ringraziamenti da parte dell’ambiente per le discariche che si potrebbero eliminare e un miglior controllo sull’abusivo.
speriamo.. qua si stavano cercando finanziatori per fare un impianto più piccino.. un 350MW.. ma fra dimostranti e altro alla fine il comune ha vietato il progetto affossando l’investimento.. e buona notte..
Ma le motivazioni quali sarebbero? Perché mi pare di aver capito che un impianto del genere sia molto vantaggioso, da qualunque parte lo si guardi:
– eliminazione dei rifiuti solidi urbani;
– bilancio energetico strettamente positivo e, mi sembra, anche vantaggioso rispetto ad altre tecnologie;
– emissioni di sostanze nocive un paio di ordini di grandezza inferiori ai limiti di legge;
– nessuno rischio “esplosioni”, “radiazioni”, ecc.
Sarebbe da stupidi non utilizzarli. Sempre se ho capito (non sono ferrato in materia, e cerco di farmi un’idea grazie a questi articoli).
effettivamente le motivazioni sono sbagliate..
alcuni ignoranti parificano questi sistemi a volgari inceneritori.. poi parlano delle polveri sottili (dopo che perdono la battaglia parlando di diossine..) quindi alludono al fatto che ci sarebbe più traffico pesante perchè il bacino di utenza supera il comune stesso.. etc…
in pratica di norma si usa un monte di ignoranza e menzogne pur di non cambiare una situazione di fatto che in realtà è peggiore della soluzione.. ma se la soluzione la proponi tu è sbagliata.. se la porto io è quella giusta :-D
è un tipico caso all’italiana.. l’importante è che non si faccia niente per cambiare lo status quo.. per quanto schifoso esso sia.. pensa che si trattava di sfruttare anche i rifiuti fangosi della più grande discarica industriale d’europa.. che oggi costano dollaro-cifrone smaltire e domani diventavano prezioso combustibile.. oggi invece si usano post-bruciatori per distruggerli in modo del tutto inutile e si interra il resto… in enormi vasche che ogni anno aumentano e crescono.. da quando ero piccolo ad oggi è sorta una collina di oltre 30 metri e con una superficie di non so quanti km quadrati..
@ Cesare
Un impianto di pirolisi presenta parecchi vantaggi per il trattamento dei rifiuti, prima di tutto perché opera molto bene anche con rifiuti non differenziati, fatte salve alcune eccezioni, e permette di avere una bassa quantità di rifiuti finali sostanzialmente inerti e vetrificati a fronte di un recupero di energia piuttosto spinto, ma dall’altra parte permette un recupero dell’energia dei rifiuti inferiore a quello dei termovalorizzatori, in quanto per la pirolisi una parte (più o meno consistente) dell’energia contenuta in essi (solitamente quella relativa al pyrogas prodotto) viene utilizzata per il processo stesso… bisogna inoltre aggiungere che la pirolisi è “meno nota” ai media e questo la rende misteriosa e fantastica, al punto che quando se ne sente parlare ci si fa l’idea che funzioni senza combustione alcuna (vero in parte, perché abbiamo visto che la pirolisi produce dei materiali, char, pyrogas ed olio combustibile in assenza di combustione diretta, ma per ottenere poi energia elettrica questi prodotti devo bruciarli).
Sui termovalorizzatori d’altra parte se ne dicono tante, forse troppe, e troppo spesso se ne parla senza competenza alcuna, e trattandosi di argomenti tramite i quali è facile creare schieramenti (salute pubblica ed ambiente) li si utilizza spesso per campagne “politiche”, e se ne sono lette tante anche su certi commenti qui su AD… direi che sono un analogo in piccolo dei discorsi sul nucleare
@Notturnia: lo dici a me, che ho vissuto per 25 anni nel triangolo della morte Priolo-Augusta-Melilli? Siamo strapieni di discariche, legali e non, e le torrette di combustione sono perennemente accese. -_-
In questi giorni nella zona si parla di un nuovo rigassificatore e di un termovalorizzatore. Appena ne avrò la possibilità parlerò con gli ex-compaesani di questi impianti pirolitici, perché sono decisamente interessanti.
@ Notturnia
In questa frase c’è la sintesi dei problemi…
@Simone: grazie per le ulteriori spiegazioni.
Sarebbe utile magari qualche articolo sui termovalorizzatori, per cercare di comprenderli meglio e operare una corretta informazione (il fatto che, SEMBRA, producano diossina mi lascia perplesso; il disastro di Seveso, sebbene lontano nel tempo, è ancora fra i miei ricordi), ma la mia preoccupazione è che poi s’inneschino flame, com’è capitato quando abbiamo parlato di nucleare, appunto.
Mumble. Mi rendo conto di essere stato un po’ ambiguo e forse troppo superficiale parlando della diossina.
Preciso che sono gli effetti di questa sostanza che mi indispongono nei suoi confronti e in ciò che la riguarda.
Per questo mi piacerebbe capire meglio come funziona un termovalorizzatore. Finora ne ho sentite di brutte e basta, per cui mi sono fatto un’idea che probabilmente è distorta dalla realtà, come d’altra parte capita a chi non ha competenza in materia e il cui unico “filtro” è quello dei mass-media.
Per me, comunque, lo smaltimento dei rifiuti è una problematica che abbiamo bisogno di affrontare, e quello energetico un’altra completamente diversa.
Se poi ci sono soluzioni che li “connettono” entrambi, si possono valutare in base ai pregi e ai difetti di ognuna. Conoscendole…
Spero di aver chiarito meglio il mio pensiero e la mia posizione.
Ci sono comuni grandi dove le risorse finanziarie non sono un problema che non trattano i rifiuti e piccoli comuni da 700 abitanti che raggiungono quote di differenziata del 80%.
Non è vero che tutti i comuni piccoli sono un peso e ci sono quelli che i soldi li gestiscono molto meglio delle città grandi. Il problema che sarebbe meglio differenziata all’1% in un comune di 700 abitanti e 50% di differenziata (per esempio) a Romache la situazione attuale dove sono i grandi numeri a fare la differenza.
@ Cesare
La tua posizione è comprensibilissima e ragionevole… credo di poterla sintetizzare così: “ci sono dei problemi di varia natura, affrontiamoli”… la demonizzazione di alcune soluzioni e tecnologie purtroppo porta all’effetto opposto, ovvero al mantenimento dello status quo, ovvero al continuare ad andare male (e questo lo troviamo ad ogni livello in Italia, dove assurdamente qualunque decisione trova sempre qualche veto)… comunque di termovalorizzatori ed inceneritori ne riparlerò (dei cenni sulle emissioni li feci nei miei primissimi post sulle emissioni inquinanti degli impianti termoelettrici)
http://www.ufg.de/Downloads/TT-REF-LIST-EN-072008.pdf
consiglio di spulciare questo bellissimo elenco di centrali con sistemi a pyrolisi (non ci sono solo quelli.. qua parla dei forni rotativi usati con sistemi che usano ANCHE la pyrolisi..)
ma è interessante vedere le nazioni che sfruttano questa tecnologia oltre che le ditte che usano questi giocattoli e loro derivati.. la Bayer.. la Mitsubishi Heavy Industries .. la Sea Marconi in italia per generare energia rinnovabile (solo dal 2008.. che strano..).. la Basf..per il solo incenerimento di scarti speciali.. l’ENEA .. la Mannesmann.. la Hitachi..
in germania se ne fa un uso enorme nei settori più disparati.. in japon idem.. in india anche.. pian piano chissà che si arrivi anche qua nel terzo mondo :-D
p.s.
“Dioxins and furans are decomposed in absence of oxygen above approximately 500 °C – for this application only an indirectly heated kiln is of use. “
termovalorizzatori o inceneritori o come volete chiamarli..l’importante è sapere cosa si va a bruciare.il rifiuto solido urbano differenziato al 27% -50% poi comunque finisce caricato sui compattatori comunali assieme alla indifferenziata e arriva in discarica mischiata a rifiuti che in discariche RSU non dovrebbero nemmeno arrivarci.avendolo visto con i miei occhi posso assicurarvi che l’inciviltà raggiunta dalla nostra generazione ha raggiunto livelli massimi.gli stessi che raggiunge la presa per i fondelli quando in discarica la frazione umida che il bravo e speranzoso cittadino ha provveduto a separare dalla frazione secca(plastiche carta vetri ecc.)viene riversata assieme alla stessa frazione secca ;camion di carta e cartone accuratamente separati mischiata a balle di plastica .Batterie ancora piene di acido (e Piombo),fustini pieni di liquidi di provenienza sconosciuta e non mi prolungo oltre perchè starei ore a scrivere.Che genere di filtri bisogna montare all’uscita dei forni per filtrare tutto quello che arriva all’impianto?Secondo me l’unico vantaggio dell’incenerire la spazzzatura (in qualsiasi modo lo si possa effettuare)sta nella riduzione volumica (oltre i KW prodotti),di certo non nell’abbattimento dell’inquinamento.Se mettiamo che il 20-30 % della popolazione ha a cuore la nostra terra al restante 70% non gliene importa un fico secco;se le stesse percentuali le riportiamo tra gli industriali (senza tenere conto dell’influenza del dio denaro sulle menti pure…)che hanno in gestione gli impianti come si fa ad avere fiducia nelle emissioni dei camini.E non venitemi a parlare di controlli perchè l’ARPA avvisa prima, che sta arrivando, dando il tempo di aprire la valvola dell’ammoniaca per abbattere i fumi(un esempio eh)
la raccolta differenziata fatta fare ai cittadini è una cretinata.. e continuerò a sostenerlo visto che i paesi più evoluti la fanno fare in centri specializzati con il risultato di fare il 100% di differenziata.. vedi il canada.. ho l’esempio di Montreal.. Toronto.. etc.. è vergognoso che qui scosti di più e non serva a molto..
se si facesse la differenziazione direttamente nei centri di pirolisi-recupero energetico sarebbe uno spettacolo.. meno cassonetti.. più igiene.. meno inquinamento.. e recupero certo..
ma meno persone mangerebbero :-D
Come no, l’inceneritore fa tanto bene, produce energia e i fumi che ne escono possono essere utilizzati come benefico areosol per rinvigorire gli alveoli polmonari.
Ah, per non parlare poi degli scarti della combustione, facilmente riutilizzabili come ottimo concime per produre succosi frutti dalla terra.
E poi c’erano le marmotte che confezionavano la cioccolata…
@Notturnia
Senza andare in Canada la differenziata fatta nei centri di recupero esiste già da molto tempo in Italia.
Tra l altro ce l ‘hai vicino a casa tua a Vedelago e ricicla oltre il 95% della spazzatura, senza bisogno di bruciarla, per un bacino di 1 milione di persone.
L’unica condizione necessaria è separare l’organico dal resto, che è un minimo di buon senso dato che impedisce anche al resto di puzzare.
Ovvio che se recuperi vetro e carta a monte il valore economico del recuperato aumenta molto.
Ma al solito quello che non si fa mai in Italia è di presentare ai cittadini varie alternative chiare , con costi economici, risvolti ambientali e occupazionali e lasciare democraticamente decidere ai cittadini (che pagano).
Purtroppo $ono $empre in pochi a decidere $ulla te$ta di molti.
@Joe.. è vero.. mi ero scordato di treviso.. erano andati anche in tv per via del ciclo della plastica..
@DrSlump.. è grazie a quel tipo di ignoranza che è palesata nel tuo discorso che la gente non si evolve e continua a pensare che un termovalorizzatore sia emanazione del diavolo..
i fumi che escono non saranno aerosol ma sono meglio di quelli delle automobili con filtro epa ed euro5.. sono meglio dei fumi dela tua caldaia (metano o gasolio ?).. sono migliori della maggior parte dell’aria che si respira nella maggior parte delle città italiane.. e di certo migliori di quelli delle discariche..
scarti di combustione ?.. in austria ci asfaltano le strade.. fra l’altro.. riducendo gli incidenti grazie alla miglior tenuta dei pneumatici in caso di pioggia..
le marmotte ? :-D evito di dire dove le sto immaginando :-D
@joe.. dimenticavo.. il problema della differenziata è che si è preso un sistema valido e lo si è implementato male.. seguo alcune persone che lavorano in trentino ed alto adige ma anche in alto veneto per la realizzazione dei sistemi porta a porta per la differenziata.. spesso abbiamo parlato dello spreco immane di soldi con un sistema di quel genere.. ma visto che i soldi ci sono dicono che non è un problema.. inoltre.. spesso.. dopo la differenziazione viene nuovamente fatto un check per la verifica.. e quindi è come se si facesse due volte.. a vedelago se non ricordo male era una società privata che aveva lanciato l’iniziativa.. d’altro canto le immondizie valgono parecchio se riusate.. nons erve il riciclo.. basta trovarli una destinazione d’uso.. eliminati i metalli e il vetro il resto è un buon combustibile.. la carta si ricicla facilmente.. etc.. purtroppo chi puo’ scegliere (i pochi di cui sopra) preferiscono che le scelte le prenda .. quello che viene dopo.. a lui le rogne.. e così si procrastina..
citavo il canada erchè lo fanno da decenni.. vedelago è una mosca bianca “recente”.. in canada si faceva già negli anni ’90.. e forse prima.. ma io prima non ero li ;-)
@Notturnia
http://www.youtube.com/watch?v=Y8GuPmr8zeY (Vedelago)
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=BYaC3EqsGyQ
(Tel Aviv)
Comunque credo che la pirolisi per i rifiuti urbani non è il massimo anche se produce solo un decimo delle diossine dell’inceneritore.
Invece per le spiaggie inquinate di petrolio va bene e credo non esistano alternative praticabili.
Anni avevo visitato un’azienda che aveva messo a punto un piccolo impianto di pirolisi per gli pneumatici.
Il vantaggio era che oltre a produrre olio combustibile, la temperatura relativamente bassa consente di recuperare anche il ferro della carcassa, senza che fonda o venga ossidato come succederebbe in una combustione tradizionale.
Purtroppo il titolare morì e non credo ne abbiano fatto niente.
Comunque anche dai commenti qui, vedo che alcuni temi scatenano reazioni pavloviane, senza che ci sia spazio per una soluzione ragionata.
joe.vanni .. pirolisi un decimo delle diossine rispetto ad un inceneritore tradizionale..
puoi darei dei dati ?.. sai.. se fosse un decimo di zero non sarebbe male..
quindi.. puoi fornire dei dati reali alle tue strane tesi ?.. o parli solo per infangare la discussione che a te non piace .. la tua soluzione ?.. sai che se uccidessimo tutta la popolazione mondiale ridurremmo lo smog di molto ? :D
ti piace come idea ? incontra le tue aspettattive ?.. perchè io non ho capito cosa di COSTRUTTIVO tu stia proponendo per mantenere il benessere ed aumentarne il godimento e ridurre l’inquinamento.. la tua soluzione è “quello no”.. “quell’altro no”.. “quello li pure no”..
bel ragionamento.. porterà molto lontano :rotfl:
@Notturnia
Il male minore, questo è il mio metro di giudizio, per scegliere la soluzione migliore, senza pregiudizio.
La pirolisi per i rifiuti è meglio dell’ incenerimento, per meno diossine, NOx,CO e assenza di nanopolveri, anche se i metalli pesanti non diminuiscono. (dipende sempre dalle temperature dei vari processi, più bassa è e meno rischi ci sono).
Il dato lo trovi su wikipedia alla voce inceneritori, in cui si confrontano le emissioni di varie tecnologie. Non vado oltre per non anticipare materia a Simone per le prossime puntate.
Ma se esiste qualcose di meglio della pirolisi per i rifiuti, perchè non adottarla? I costruttori di impianti possono anche loro innovare, comprare tecnologie da altri.
Per quello che vedo sono impianti molto costosi e finisce che li pagano i cittadini sotto forma di CIP6 o in altri modi più o meno trasparenti.
Scusa, se esistesse un processo meno costoso e che inquina meno a te dispiacerebbe?
La pirolisi la vedo per trattare materiali omogenei, ad esempio gli scarti di raffinazione.
Poi, anche se fosse, che non ci siano alternative migliori, per questi impianti è indispensabile un controllo delle emissioni da parte di un ente indipendente 24h su 24. Diossine e furani anche se a piccole dosi, si accumulano perchè non sono biodegradabili.
Scusami, “joe.vanni”, ma se mi parli di “male minore” la questione diventa opinabile, in quanto per te può essere una cosa, e per un altro tutt’altra cosa.
A mio avviso l’argomento va affrontato in ottica di buon senso, valutando tutti i pregi e difetti di ogni soluzione, cercando quella che possa bilanciare “nel migliore dei modi” le varie componenti.
Metto le virgolette apposta perché anche così è comunque difficile trovare una soluzione univocamente e oggettivamente determinata, perché magari una persona valuta più positivamente il minor impatto ambientale, mentre un’altra applicherà lo stesso giudizio, ma per il minor costo.
Trovare, come dici tu alla fine, soluzioni che costino meno e inquinino pure meno è un po’ come cercare il santo Graal o la pietra filosofale: è molto difficile che ciò accada.
In medio stat virtus dicevano gli antichi latini.
Per questo sono molto curioso di conoscere quante più informazioni su tutte le metodologie e i prodotti che sono stati e vengono pubblicati in queste pagine, perché la conoscenza ci consente di valutare meglio ogni cosa.
Essendo abbastanza a digiuno in materia, non ti nascondo (e appare anche nei miei commenti) che mi sento parte della massa e che tendenzialmente sono prevenuto già soltanto quando leggo certe etichette, ma sono disposto e faccio uno sforzo enorme per cercare di rimuovere questi pregiudizi alla luce della ragione e della razionalità.
richard77 un’impianto di pirolisi sperimentale per gli pneumatici ha funzionato fino a pochi anni fa in Liguria ma ha continuato ad incontrare parecchi “intoppi” burocratici.Hanno pure cercato di piazzarlo: un’importante casa produttrice di gomme nostrana avrebbe comprato il brevetto ma solo per tenerlo fermo.E di altre idee interessanti chissà quante ne vengono nascoste perchè non sono “economicamente” vantaggiose :decidono il modo di fare una marea di soldi con un metodo e allora si crea una campagna mediatica ad hoc per far credere alla massa che l’inceneritore prima e adesso il “termovalorizzatore” siano la panacea.Se non c’era Fukushima adesso avevamo in costruzione le centrali nucleari sul nostro territorio nonostante il 1° referendum:avete visto la campagna di informazione che ci inculcava l’idea del nucleare pulito, come piano piano si insinuava nelle menti della popolazione?E come veniva tacciato di prevenzione,di ignoranza,di irrazionalità chi provava ad opporsi all’ondata di consensi indotti dai tanti imbonitori dell’informazione.Tutti esperti e scienziati che asserivano con i loro sorrisi che la loro era la soluzione a tutti i problemi energetici del futuro.Abbiamo visto tutti cosa sarebbe il nostro futuro se li avessimo ascoltati.E adesso è il momento di bruciare la spazzatura ,e spazio così agli imbonitori più o meno prezzolati che ricominciano martellando a dirci quale direzione bisogna prendere.Tutti pronti a dire sì purchè non sia vicino a casa loro ,basta che non si parli di inceneritori (bisogna però cambiare nome quello ricorda troppo Auschwitz ).Nessuno che parla come ridurla la spazzatura prodotta ,in Germania mi pare che i produttori devono pagare più tasse per ogni confezionamento che fanno al prodotto,fare prodotti facili da riciclare non bottiglie in PET,il tappo in PVC che va svitato a mano dall’omino e l’etichetta di carta incollata,e così via. Concludo con una domanda :ma visto che dobbiamo ridurre i gas serra allora perchè insistiamo con le combustioni che producono co2?
@Cesare di Mauro
Concordo pienamente sul fatto che è importante essere informati per potere avere un idea riguardo al trattamento dei rifiuti.
L’informazione è più credibile se proviene da fonte indipendente, che non ha alcun legame con le parti in causa.
Invece l’idea del compromesso, ( la verità sta nel mezzo), cozza contro alcune evidenze.
Oltre 400 studi epidemiologici in tutto il mondo hanno correlato aumenti significativi di tumori con la vicinanza ad un impianto di incenerimento di rifiuti.. Lasciamo scegliere a chi rischia la pelle..
In Usa non si costruiscono più inceneritori. Non si fanno i pirolizzatori ma si fa il trattamento meccanico biologico a freddo (TMB) e la cosa non è casuale .
Le emissioni dei pirolizzatori contengono i metalli pesanti ed anche diossina (1/10 di quella degli inceneritori) Le ceneri prodotte da un inceneritore o impianto di pirolisi, contengono diossine, metalli pesanti e idrocarburi aromatici, e sono rifiuti speciali altamente pericolosi.
In ogni caso in Italia i TMB vanno fatti perché la CEE impone un ciclo di rifiuti con almeno il 65% di differenziata.
In Italia , le cronache recenti lo dimostrano (esempio Torino, Parma e Firenze), si spinge per gli inceneritori, senza prendere in considerazione impianti di pirolisi o di altro tipo, senza dar modo alla cittadinanza di scegliere, e questo fa pensare a rapporti di clientela tra politica e costruttori di inceneritori.
Quanto al TMB ne esistono in tutto il mondo varie tipologie. A San Francisco, Sidney, Tel Aviv o Vedelago abbiamo esempi in cui si arriva vicini alla soglia rifiuti zero.
Credo che Simone, visto che ha parlato di inceneritori e pirolisi, quando potrà farà almeno un cenno a questo tipi di impianti, in modo da completare il quadro.
Ecco alcune informazioni che si possono verificare in rete.
Esistono studi che dicono che riciclare un rifiuto rispetto alla soluzione di “termovalorizzarlo” si ha un grosso risparmio energetico per la maggior parte della massa del rifiuto urbano (es. vetro carta metalli, PET)
http://msl1.mit.edu/classes/esd123/2003/bottles/MunicipalSolidWasterRecyclingIssues.pdf
Le ceneri prodotte da un inceneritore o impianto di pirolisi sono molto costose nello smaltimento.
Inoltre la parte di trattamento dei fumi di inceneritori (di meno per i pirolizzatori ) incide molto nel costo di impianto
Questi tre aspetti da soli fanno intuire come siano nettamente economicamente convenienti i TMB.
http://www.arrowbio.com/technology/advantages/ (confronto tra inceneritore pirolisi e TMB)
http://www.scribd.com/doc/7886406/Confronto-IncEnia-Tmb (Confronto tra Inceneritore e TMB)
http://ripuliamocolleferro.blogspot.com/2010/06/incenerimento-pirolisi-tmb-tecnologie.html (confronto tra inceneritore pirolisi e TMB)
Questi tre link pur essendo di parte dicono cose plausibili, (non ho trovato altre fonti)
Un impianto TMB costa molto meno (circa metà o meno) di un inceneritore o un pirolizzatore e permette di dare lavoro a tante più persone. Inoltre non compromette aree agricole che producono prodotti DOC.
Grande Simone, mi hai aiutato a capire bene il principio di funzionamento di un impianto di pirolisi per trattare rifiuti.. Molto molto utile davvero, perchè probabilmente lavorerò in uno di questi impianti fra non molto.
anche a me è servito molto questo articolo! conosci qualche impianto nel mondo che utilizzi la tecnologia della pirolisi e che tratti esclusivamente pneumatici fuori uso?
@ Francesco
venni contattato proprio a tal riguardo da un’azienda della mia zona che lavorava sui pneumatici a fine vita, ma a causa della poca chiarezza e confusione di chi mi contattò non venni più coinvolto… so che c’era una richiesta di autorizzazione pendente alla provincia, ma non sono a conoscenza dell’evoluzione della faccenda
grazie dell’info! dove doveva sorgere questo impianto?
Nel territorio del Sulcis Iglesiente, in Sardegna
@pierdole
@richard77
sono interessato a studiare la tecnologia della pirolisi applicata ai pneumatici fuori uso e relativi impianti. di quali impianti parlate?
Il fatto è che alcuni comuni come Rieti vorrebbero costruire l’impianto in zona urbanizzata. Un quartiere di 16.000 abitanti, e ciò per via dell’utilizzo di aree scelte da coloro che propongono l’impianto.