30anni di DOS, gli Albori

Nella nostra rubrica non potevamo non ripercorrere la storia del Disk Operating System, visto che quest’anno compie ben 30anni.

Gli Albori

Era il luglio del 1981 quando Microsoft, allora nota quasi esclusivamente per il Basic,  fa un investimento da molti ritenuto folle e quasi incomprensibile: per circa 50.000 dollari acquista i diritti di uno sparuto sistema operativo prodotto dalla Seattle Computer chiamato 86-DOS (o anche SCP-DOS e Q-DOS).

La stessa Seattle Computer, piccola società costituita da giovani appassionati di microcalcolatori,  è inizialmente convita di aver fatto un grande affare, visto il basso costo di sviluppo sostenuto.

Il sistema era stato interamente realizzato dal giovane programmatore Tim Paterson basandosi sul kit hardware Intel pensato per fornire alle aziende un sistema di pre-produzione i8086 e acquistato da SCP per iniziare la realizzazione di sistemi personal basati sulla nuova architettura. Il nome inziale Q-DOS (Quick and Dirty DOS), stava a rappresentare la sua scrittura veloce (2 mesi circa) e non proprio perfetta ma “sporca”.

Figura 1 – Tim Paterson

Paterson realizza il Q-DOS ispirandosi al CP/M e clonandone i comandi e le API del sistema, ma decide di gestire in modo diverso la cache del disco, facendo sincronizzare automaticamente i dati, mentre il CP/M obbligava l’utente ad effettuare manualmente la sincronizzazione dei dati tra disco e cache, caratteristica che rendeva il sistema più veloce ma rischiava di far trovare gli utenti meno attenti con file completamente corrotti. Anche il file system scelto è diverso: si preferisce il FAT per compatibilità con le precedenti soluzioni SCP e Paterson dota il proprio OS di uno specifico comando Copy.

L’acquisto di Microsoft è conseguente  alla scelta di IBM di realizzare il Personal Computer ed alla sua ricerca di un sistema operativo per tale calcolatore. Inizialmente Big Blue si rivolge al leader in fatto di sistemi operativi per computer personal, ovvero la Digital Research di Gery Kildall. Digital R. vanta un numero impressionante di installazioni del proprio CP/M, sia per quantità assolute sia per numero di sistemi eterogenei supportati.

Figura 2 – Gary Kildall

I colloqui con Kildall sono molteplici, ma le società non riescono a raggiungere un intesa, alimentando le ipotesi sul perché del fallimento di tale accordo, come, ad esempio, l’aneddoto secondo il quale Kildall avrebbe disertato l’incontro decisivo per occuparsi del suo hobby preferito: il volo.

La motivazione più plausibile è che, in realtà, Digital Research chiedesse una royalty troppo alta per pre-installare il proprio sistema sui nuovi Personal Computer (circa 250$) e rifiutasse assolutamente l’idea di cedere il sorgente ad IBM, che invece voleva averne il completo controllo.

Fatto sta che IBM, stanca di dover continuare a discutere con Kildall, si rivolge a Microsoft, con cui ha già degli accordi relativamente al Basic. Gates promette a IBM lo sviluppo rapido di un sistema CP/M like ad un costo irrisorio per copia (circa 60$) al patto di mantenerne i diritti. Quest’ultimo punto è stato fondamentale per la strategia di Microsoft: fino ad allora il software era considerato un accessorio dell’hardware e nessuno si sognava di investire somme ingenti in tale settore, ne tanto meno di pensare ad un modello di business basato su di esso.

IBM accetta, ma la vera questione è che la Microsoft non ha alcun sistema operativo da offrire a Big Blue. E qui nasce lo spirito che ha un po’ caratterizzato tutta la storia del colosso di Redmond (e che lo caratterizza anche ora, basti pensare all’acquisizione di Skype): acquisire quello che non si ha, ma che è necessario avere.

Allen è infatti a conoscenza del lavoro fatto dalla Seattle Computer e Microsoft riesce a firmare un accordo di acquisizione per la licenza commerciale e relativa personalizzazione dell’86-DOS (10.000dollari una tantum e 15.000 per ogni OEM a cui il sistema sarebbe stato venduto), senza far trapelare il nome di IBM e come il sistema verrà utilizzato.

Così il Big di Redmond si mette al lavoro sul sistema operativo e pianifica la road-map per l’introduzione dell’ “IBM Personal Computer DOS 1.0” (ovvero l’MS-DOS con revisione IBM) che avviene nell’ottobre 1981. Ad aprile dello stesso anno, per lavorare più velocemente sul sistema e rispettare le scadenze, la società di Gates assume lo stesso Paterson, che riesce agevolmente ad adattare il sistema in modo da funzionare sul più modesto i8088, scelto come CPU per la primissima versione del PC IBM.

Figura 3 – Dal Q-DOS all’IBM/MS DOS

Dal canto suo, congiuntamente a Microsoft, IBM sottopone il sistema operativo ad un ampio programma di revisione qualitativa che porta alla luce circa 300bug e costringe i propri ingegneri a riscrivere parte dell’OS stesso, marchiando il PC-DOS con copyright congiunto IBM e Microsoft.

Come detto, a luglio del 1981 Microsoft acquista definitivamente il Q-DOS e ad Agosto del 1981 nasce il PC-DOS 1.0.

Gates vende il DOS che non ha a IBM

(il viewer integrato non riesce a visualizzandolo)

 

Nel prossimo post analizzeremo i primi step evolutivi fino alla versione 4 e le mosse dei concorrenti con i DOS “alternativi”.

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