Il buzz a fini sociali dei blog

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Photo Credit: cayusa

Ultimamente sentiamo pronunciare spesso la parola “buzz“, ovvero il passaparola: chi lavora nel marketing sa bene che conquistare la fiducia del consumatore è difficilissimo e che quest’ultimo è sempre più propenso a fare un acquisto di un prodotto se segnalato in modo positivo da un amico, un conoscente. La fonte più seguita come “consiglio all’acquisto” in Us ad esempio sembra sia proprio quella relativa agli amici mentre rimangono comunque forte le precedenti esperienze d’acquisto.

Per questo motivo si sta diffondendo sempre più il Buzz Marketing, un pezzo integrante di quel Marketing Virale o non convenziale di cui ormai siamo soggetti ogni giorno.
Nel passato – ma è un fenomeno ancora presente – questo fenomeno avveniva anche e soprattutto in Rete in maniera genuina e spontanea magari mediante forum e community spesse volte costituite da gruppi reali (o virtuali) di amici e conoscenti, con argomenti specializzati e di nicchia.

Seguendo la regola del Cluetrain Manifesto i “mercati sono conversazioni” (aggiungerei anche): non si è più soltanto dunque dei “consumer”, consumatori, ma dei “prosumer”, ovvero consumatori ed al tempo stesso produttori.
Basti pensare all’esplosione dei blog, uno strumento per la produzione, per l’appunto, di informazione: ed allora ecco che nascono anche iniziative imprenditoriali come l’Italiano Bzzers (che presto cambierà nome) o l’internazionale Buzz Paradise.
Ma è un altro “buzz” che mi preme analizzare e sul quale vorrei far soffermare la vostra attenzione: si tratta di quello realizzato a fini puramente sociali, di umanità e solidarietà.
Nei giorni scorsi alcuni blogger tra i quali il sottoscritto hanno organizzato un azione mondiale di protesta a favore della Birmania, il Free Burma! day: ne parlo in questa puntata su N3Tv. Tutti i blog del mondo e siti web (hanno aderito all’appello più di diecimila persone) potevano per un giorno realizzare un post e focalizzare l’attenzione così sulla crisi di un popolo soggetto ad un regime sanguinario ed anti democratico.

Certo, può essere concretamente una forma d’aiuto inutile e fine a sè stessa ma può per certi versi diffondere l’informazione ed aumentare la sensibilità proponendo discussioni e liberi dibattiti, come dire, una pillola a favore della conversazione, semmai ce ne fosse bisogno: e se non bastasse alcuni hanno realizzato anche un aggregatore specifico di notizie (la maggior parte in italiano) sulla Birmania a questo indirizzo.

Può essere il passaparola solidale, quello tra i blog, la nuova frontierà della solidarietà e della collaborazione umanitaria?

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