Una delle ragioni per cui sono appassionato di retrogaming è che nel passato videoludico sono frequenti – vuoi per le limitazioni imposte dall’hardware, vuoi per la creatività dei game designer della prima ora – autentici capolavori realizzati combinando idee semplicissime e una grafica minimale.
A questo proposito, è difficile trovare un titolo che meglio di Lemmings (1991) combini immediatezza e divertimento: un gioco che tante diottrie è costato a schiere di videogiocatori esposti alle radiazioni di vetusti CRT, di cui ci occuperemo in questa nuova puntata della rubrica dedicata al “rinascimento informatico”.
Parlare di Lemmings è semplice e complesso allo stesso tempo: la struttura del gioco consiste nell’aiutare schiere di ometti ad uscire da quadri dalle più varie forme, sempre più pieni di ostacoli, assegnando ad alcuni od ognuno di loro varie abilità speciali. Il tutto in un tempo limitato, con il minimo possibile di perdite.
Sembra facile eh? Non lo è affatto: mano a mano che si progredisce per i 120 livelli del titolo originale, per i nostri poveri lemmings la strada che porta verso il quadro successivo è sempre più irta di enigmi, trabocchetti e pericoli mortali.
Se questo non bastasse, la possibilità di controllo che il giocatore ha sui lemmings è piuttosto limitata: le creaturine infatti non fanno che camminare nella prima direzione che trovano libera, a meno che il giocatore non assegni loro dei ruoli specifici: bloccare il flusso per proteggerli da un precipizio o una trappola, scavare orizzontalmente o verticalmente per rimuovere ostacoli, scalare pareti verticali, usare paracadute, costruire ponti, esplodere (!!!).
I livelli di difficoltà disponibili sono 4 ed a ciascuno di loro corrisponde una serie di livelli di complessità crescente: limiti di tempo restrittivi o scenari estremamente intricati mettono il giocatore nell’obbligo di scervellarsi per giungere a posizioni apparentemente impossibili, o piuttosto di prendere delle decisioni fulminee, prima che il tempo si esaurisca o che alle malcapitate creaturine tocchi in sorte una morte violenta.
Il che finisce per generare una vera dipendenza fisica, un senso di sfida che si rinnova livello dopo livello, ma che coinvolge molto più di quello trasmesso da puzzle più “statici”.
Sviluppato dalla DMA Design (poi divenuta Rockstar North) e distribuito dalla Psygnosis, il gioco fu lanciato circa vent’anni or sono, dopo mesi di crescente hype, su Amiga.
L’immediato successo ne suggerì subito la conversione su moltissime piattaforme, mentre numerosi sequel non sempre all’altezza dell’originale furono realizzati negli anni successivi. Innumerevoli sono anche i porting “postumi”, fra i quali segnalo questa “conversione” in DHTML, fruibile da browser.
Ciò che a vent’anni di distanza è più difficile notare, è che Lemmings rappresentò un titolo controcorrente rispetto quella pletora di giochi, più o meno validi, che negli anni ’90 mettevano alla frusta l’hardware con una grafica spettacolare, bidimensionale o addirittura in 3D.
Va dunque riconosciuto alla Psygnosis – una software house il cui successo fu sempre legato a titoli graficamente impeccabili come Shadow of the Beast – il coraggio di puntare tutto sulla semplicità e l’immediatezza del gameplay, veri antidoti contro quel “consumismo informatico” a cui la dittatura dei requisiti di sistema ci ha ridotto negli ultimi anni.
Se qualche videogioco meritasse di essere messo accanto all’arte, ai libri, ai quadri o ai dischi del 900… ecco, io ci metterei Lemmings.
Intere giornate a giocare con questo capolavoro su IBM PS/1 286 e DOS 4.0 :-)g
Aaah, io l’ho scoperto tardi… Capolavoro! Mi riprometto sempre di finirlo prima o poi!
un capolavoro indiscusso
La recensione di TGM, quasi 20 anni fa:
http://www.old-computer-mags.com/magazine/magazine_viewer.php?idx=TGM%20ITA.htm&base=TgmIta&num=029&page=53
beh…per chi “frequenta” le console sony ,psp e ps3, vi girano delle versioni dannatamente divertenti, le ultime incarnazioni di questo gioco indimenticabile, che nulla hanno perso in magia e divertimento rispetto al primo del ’90. se potete, provateli.
definirlo come “droga” mi sembra un po esagerato considerato quello che succede nel presente… vedi WOW e gli achievements della xbox360…
Finito sia su Amiga 500 che su 486. Il tipo di gioco che rimpiango di più in assoluto, divertente profondo ma allo stesso tempo spensierato. Ogni tanto mi diletto ancora con il clone per linux pingus: http://pingus.seul.org/ :D
> …consiste nell’aiutare schiere di OMETTI (?!?) ad uscire…
“Psygnosis presents a DMA Design game… Let’s go!”
Ricordiamo anche una delle più belle introduzioni animate su Amiga (quella di Another World è fuori concorso)
Ho giocato su PC Lemmings 3D, uscito una decina di anni fa, che non snaturava affatto l’originale e l’ho trovato molto godibile, soprattutto per la possibilità di zoommare sul roditore da cliccare…
Questo videogioco posso dire che è entrato a far parte della mia “cultura” quando ho abortito dei livelli della mia vita immaginando un countdown sopra la testa delle persone…
“Oh No! More Lemmings!” Uno dei miei preferiti su Amiga! :D C’è un remake anche per Gnu/Linux, Pingus.
Ops, non avevo visto il commento di Emanuele! :D
Qui trovate una versione free per Windows
http://winlems.it.malavida.com/d2405-scaricare-gratis-windows
Che ricordi! Guardavo mio padre giocarci quan’ero piccolo *__*
ODDIO! MA È DEL ’91 O__O avevo 3 anni! eppure lo ricordo come se fosse ieri!
la mia amiga 500 ne ha saputo qualcosa dei lemmings :)
bellissimi…ripresi su psp go l’ultimo remake..
che dire..semplicemente geniale :)
Ehi ragazzi non dimentichiamoci Lemmings 2!!
E’ come il primo, ma all’ennesima potenza!
Bellissimo Lemmings! Quante ore passate a giocarci!
Fantastico, unico, divertentissimo: quante ore padssate. Mi ricordo anche il livello mayeh, per veri maghi, con velocità di uscita dei Lemmings superveloce.