

Le performance di Paul vengono notate più o meno contemporaneamente da Wired (non l’ultimo dei magazine online), con una piccola ma significativa differenza: quest’ultimo cita chiaramente e linka la fonte e l’autore, quando invece il Corriere si era limitato a dire di aver trovato le immagini su Flickr.
Nessuno ha intenzione di crocifiggere il Corriere, va subito detto che quantomeno, Marco Pratellesi, seppur sollecitato dalla reazione di numerosi blogger e a distanza di un paio di giorni abbondanti, ha posto rimedio, scusandosi a nome della redazione e promettendo di porre maggiore attenzione in futuro.
Francamente io leggo tra le righe del post di Marco un certo timore che le circostanze possano verificarsi nuovamente. Non so perché immagino, e spero di essere smentito dai fatti, che si trovi nella condizione di dover convincere colleghi un po’ restii a prestare attenzione a queste “sciocchezze da smanettoni”.
Forse hanno ragione loro, o forse no. Forse è il mondo dell’informazione che sta cambiando, evolve rapidamente, e si sa, chi non è capace di seguire l’evoluzione finisce con l’estinguersi.
Negli Usa a quanto pare sono in molti a pensarla come Sarah Meyers:
Traditional journalists are not fast enough to compete with bloggers. The world doesn’t need to take traditional steps to spread news anymore.
E qualcuno comincia a pensarlo anche in Italia. D’altronde è provato, quello che succede oltreoceano oggi, arriva qui da noi con qualche anno di ritardo, ma arriva prima o poi. Alcuni giornalisti saranno pronti, altri si estingueranno.
PS
Vediamo se sei attento: cosa manca in questo post?