Se seguite da qualche tempo la rubrica dedicata alla nostalgia informatica, mi avete visto esaurire l’elenco dei superlativi esistenti in lingua italiana, per descrivere alcune vecchie glorie del passato. Non è certo un atteggiamento di circostanza: qui si trattano pochi e selezionatissimi giochi, le punte di diamante di una produzione enorme – prevalentemente quella per Amiga – d’altronde non avara di titoli mediocri.
In attesa di riservarmi un po’ di spazio per raccontarvi qualche orrore di quell’epoca, voglio dedicarmi a un titolo talmente noto e reputato, da rappresentare direi oggettivamente un cult.
Prima di passare al gioco, vorrei domandarmi e domandarvi: cosa sarebbe la simulazione automobilistica senza Geoff Crammond, il programmatore inglese laureato in fisica che ha acceso i motori prima sugli home a 8 bit, poi su Amiga ed ST, quindi su PC, realizzando i primi “cult” del genere?
Per giovani e smemorati, Crammond è fra i primi – e i migliori, se non il migliore – sviluppatori di giochi di simulazione motoristica sportiva su home e personal computer fra gli anni ’80 e il 2002, anno del suo ultimo, storico titolo dedicato alla Formula 1.
Il titolo che raccontiamo oggi, devia tuttavia rispetto al filone sportivo seguito dal programmatore anglosassone, e forse proprio per questo, riuscì a guadagnare popolarità anche fuori la cerchia degli impallinati della simulazione agonistica.
Bando alle ciance: col casco in testa ben allacciato, entriamo nella scricchiolante buggy di Stunt Car Racer (1989), un titolo indimenticabile e spassosissimo da rigiocare, unico nel suo genere in quanto inclassificabile secondo le tassonomie tradizionali.
In effetti il gioco non può dirsi al 100% una simulazione sportiva, in quanto manca – oltre che della fedeltà a qualsivoglia sport esistente – di quella croccante sezione dedicata al setup del veicolo; neppure può dirsi un arcade, in quanto porta in dote una fisica straordinariamente accurata – cento volte più della saga Lotus per intenderci – benché non propriamente simulativa.
In Stunt Car Racer ci ritroviamo al comando di una buggy superpompata, di cui vediamo solo il motore e parte delle ruote anteriori. Il primo, un americanissimo V8 con tanto di scarico non silenziato, incute timore al primo sguardo. Non altrettanto le gomme, più adatte ad uno spargiletame che a tenerci in strada a 200 miglia orarie.
Poco male: le curve ci sono, sono anche strette, ma per fortuna sono paraboliche, e perdonano qualche ingresso “col coltello fra i denti”. Piccola nota: il circuito ad occhio e croce è sopraelevato di un centinaio di metri, dove più dove meno: mettere le ruote fuori pista significa avere il tempo per recitare un pater, tre ave e un gloria prima di toccare terra.
Quel che più conta, mentre preghiamo per la salvezza, l’avversario si allontana. Già, perché l’obiettivo di Stunt Car Racer non consiste solo nel rischiare la pelle su improbabili circuiti sopraelevati, fare salti apparentemente senza fine, o gettarsi a capofitto in discese quasi verticali, seguite a breve distanza da una curva a gomito: in SCR l’obiettivo è vincere gare e tornei, battendo un avversario alla volta, che sia il computer o un amico collegato via porta seriale (dotato indifferentemente di Amiga o ST).
Per rendere tutto questo un filo più rischioso, quel mattacchione di Geoff Crammond, oltre ad averci equipaggiato con le citate gomme da spargiletame, ci mette a disposizione una quantità finita di non meglio specificato “nitro”, una sostanza chimica capace di spingere i nostri 8 grassi cilindri oltre i limiti della termica, facendogli sputare fiamme giallognole. Ecco che quindi la tecnica da cintura nera non è quella di accelerare in rettilineo e frenare prima di una curva, ma usare il nitro nel rettilineo, per poi toglierlo in curva.
Il tutto, stando ben attenti ad affrontare salti e curve alla velocità giusta: sui primi, esiste infatti la concreta possibilità di andare corti o lunghi; sulle seconde, quella di essere catapultati fuori dalla pista a velocità smodata. Il che comporterebbe danni irreparabili alla nostra auto, riducendola a un rottame.
Ricordo ancora le recensioni emozionate dell’epoca: l’auto dell’avversario era “eccitante” da guardare, per la fedeltà della resa e delle reazioni fisiche. Nel 2009 non è niente più di un poliedro cuneiforme con quattro cubi neri alle estremità, ma per un vero nostalgico queste sono inezie.
A dire il vero il gioco, sui primi Amiga con 68000 e chipset OCS, metteva il pur capace hardware alla frusta, e risultava un po’ lento. Nondimeno rimaneva capace di offrire un senso di vertigine da luna park, che conservo inalterato nella memoria. E poi era grafica tridimensionale, nel 1989!
Per chi volesse cimentarsi oggi con Stunt Car Racer, è quindi consigliabile settare il fido UAE per l’esecuzione del titolo alla massima velocità, con CPU 68010 o 68020 a tutta birra.
Piccola nota conclusiva: si racconta che, attorno al 2002, Crammond stesse lavorando a Stunt Car Racer Pro, riedizione aggiornata dello storico titolo, per PC. Ad oggi, le speranze di vederlo sugli scaffali sono molto flebili, né si ha notizia di progetti in cui il mitico Crammond sia attualmente coinvolto.
In attesa che il divino metta le sue mani fatate su qualche console di nuova generazione, non ci resta che consolarci coi capolavori che ci ha lasciato: comunque abbastanza per passare qualche altro mese incollati al monitor, ricordando i bei tempi che furono.
Ragazzi… che titolo!
E che titoli sto rivedendo grazie a questo blog :-)
Grazie davvero
era davvero un gioco fantastico… certi balzi facevano venire scariche di adrenalina incredibili! Peccato che la parte di campionato dopo un po’ diventava troppo difficile, i piloti del computer non sbagliavano mai! (o ero io troppo scarso :))
ke dire…ci ho passato i mesi su sto gioko….
che bello quando atterravi leggermente corto sui dentelli che tiravi una mina assurda, metà barra wreck e quattro buchi. :D
Però mi pare che io lo chiamassi car crash…
Quante gare, un gioco mitico pieno di percorsi fantastici!
Non ero un fanatico di giochi di corse ma su questo ci ho passato i mesi anche io.
uhm… premetto che non ho mai avuto la fortuna di possedere un amiga, pertanto nn ho mai visto il suddetto gioco in azione, ma mi sembra una sorta di precursore di Trackmania o sbaglio?
Molti elementi sono in comune: la pista spericolata, la velocità alta, i salti e “acrbazie”…
Comqunque molto bello!
Beh, io a questo non ho mai giocato, sembra carino vista l’età (89)..però sono stra-sicuro che il migliore di tutti i tempi sia STUNTS!!! C’ho giocano ANNI!!
Che dire… il monte ore speso su questo capolavoro è incalcolabile. La grafica in vero 3D era di sicuro appeal per l’epoca ma soprattutto il sonoro, con gli urlacci del v8, e la giocabilità eccelsa lo issano fra le pietri miliari.
Ma che ne sanno ‘sti ragazzini col joypad…
A quando il post su Shadow of the Beast?
… Perchè invece non una classifica con il miglior gioco Amiga? Magari dopo qualche altro articolo ocme questo?
P.S.: SOTB era spettacolare ma poco giocabile: Troppo complesso. E sviluppato su di un pc!
Tornerei anche sulla demoscene!
@ phabio76
Ahi ahi ahi siamo impreparati…
http://www.appuntidigitali.it/1567/shadow-of-the-beast-arte-in-movimento/
Mi cospargo il capo di cenere e ginuflesso chiedo umilmente venia.
Non conoscevo il gioco… ma il link sulla velocità smodata è fantastico!!!
Mitico!
avrò avuto forse una decina d’anni all’epoca! il “Wreck!” era diventata moda tra gli amici..
Quanto tempo a tentare i salti delle due piste piu difficili! quello con la “torre” nel mezzo su cui appoggiarsi a metà salto e quella col saltone infinito da prendere alla massima velocità possibile. inutile dire che, se ricordo bene,il secondo non sono mai riuscito a farlo sano e salvo!
anche io ho giocato tantissimo a STUNTS, c’era un editor delle piste fantastico, e un sacco di mezzi tra cui scegliere :Sisi:
gioco fantastico che avevo dimenticato… a rivedere il filmato avevo le lacrime agli occhi! quante gare, quanti esperimenti, quanti voli…. grazie per avermelo ricordato!