Le buone maniere sul web diventeranno uno standard

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Il titolo non propone una visione ottimistica di un futuro telematico senza troll, lamer o cheater, ma riguarda un’interessante e nuova iniziativa promossa dal W3C , organizzazione no profit che si occupa di mantenere ed evolvere le specifiche delle tecnologie liberamente utilizzabili che rappresentano in larga parte le fondamenta tecniche del web, tra cui ad esempio xhtml, css e il formato png.

Se il lavoro del W3C fin’ora ha posto le basi per la creazione di servizi tanto potenti quanto facili e veloci nell’uso, ora è giunto il momento di insegnare agli utilizzatori e sviluppatori come fare un buon uso della rete.
L’Open Web Education Alliance Incubator Group è un progetto che intende definire le giuste procedure e le buone maniere nello scambio e nella pubblicazione di dati attraverso la rete: la buona educazione verrà standardizzata.

Ogni tanto, per gioco, mi diverto a prendere di mira un nominativo sconosciuto a caso preso da qualche social network per vedere se riesco a trovare il suo indirizzo di casa e il suo numero di telefono, semplicemente usando gli strumenti messi a disposizione da Google e poco altro.

L’operazione in molti casi si dimostra relativamente semplice, e solitamente passa per la visione di documenti che mostrano dati che le mie “vittime” potrebbe considerare personali.

Le ricerche risultano facili in molti casi per l’incoscienza dei singoli utenti che peccano di eccessiva fiducia nei confronti dei servizi che utilizzano e non essendo coscienti del fatto che un qualsiasi motore di ricerca permette di fare ricerche incrociate per raggruppare insieme in un profilo esaustivo informazioni sparpagliate in diversi siti, che da sole sarebbero insignificanti.

In altre situazioni il problema diventa ancora più grave, perché sono aziende o più spesso enti pubblici (uffici amministrativi, scuole e università) a mettere in rete dati sensibili, in alcuni casi persino nella convinzione di rendere un servizio utile.

Così spesso raggiungo il mio obiettivo passando per liste di nomi e cognomi di studenti che hanno diritto al rimborso della retta universitaria in base al reddito familiare, elenchi di persone accettati a corsi di formazione e così via.

In alcuni casi, tali comportamenti sono punibili a termini di legge, con pene equiparate a quelle per l’inadempienza delle procedure di sicurezza nel trattamento di sostanze pericolose o esplosive, anche se l’amministratore dei servizi online, che probabilmente è il figlio della sorella di un’amica del rettore, probabilmente lo ignora. In altri casi invece le normative sono ancora inadeguate per garantire una reale sicurezza dei dati sensibili.

Open Web Education Alliance Incubator Group si preoccupa di definire delle procedure pratiche da utilizzare in tutte quelle situazioni in cui occorre fare attenzione al trattamento dei dati, come nel caso dello scambio di curriculum vitae tra diverse entità (aziende, enti pubblici ecc.), ma anche per la definizione di strutture logiche standard nella realizzazione di spazi di condivisione evoluti e uniformati.

Saranno riuniti esperti e parti interessate per la creazione di architetture uniformate, così come lo sono già diventate ad oggi i blog e i forum di discussione, che rappresentano consolidati standard di fatto. Se l’iniziativa sarà tenuta in considerazione dagli sviluppatori di servizi online, il web ne guadagnerà in usabilità e razionalità, senza necessariamente esserne frenato nell’evoluzione.

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