Auto che comunicano per evitare gli incidenti

nel traffico

Nissan e Toyota stanno lavorando a due sistemi innovativi per la prevenzione degli incidenti stradali. L’idea è quella di permettere al dispositivo in auto di comunicare, non solo con i medesimi apparecchi installati negli altri veicoli, ma anche con smartphone e palmari, allo scopo di scongiurare gli investimenti dei pedoni.

Si chiamano ITS [Intelligent Transportation System], ed in particolare la Nissan lo sta sviluppando in collaborazione con la NTT DoCoMo, operatore telefonico nipponico, con cui sta cercando di individuare quali siano i dati più importanti da trasmettere per prevenire eventuali investimenti in incroci pericolosi o in condizioni di scarsa visibilità.

Oltre che i dati ricevuti da altri veicoli e dai pedoni, il sistema ITS allo studio della Toyota sarebbe in grado di ricevere anche comunicazioni dall’ambiente, segnalando in anticipo incroci semaforizzati o code impreviste sulla strada, ed intervenendo se necessario per ridurre la velocità del veicolo.
Le due case automobilistiche non hanno finora dichiarato quali potrebbero essere i tempi necessari all’effettiva messa su strada di tali dispositivi.

[via Engadget ]

Se questi strumenti saranno in grado di mantenere le promesse non potranno che essere le benvenute. Però non nascondo che non riesco a farmi prendere dall’entusiasmo.

Innanzitutto non viene detto nulla sulla possibilità di questi dispositivi di comunicare tra loro, cioè quello Nissan con quello Toyota e viceversa, ed eventualmente con altri sistemi analoghi sviluppati da altre case. Si arriverà ad uno standard? Altrimenti ogni sforzo è praticamente inutile.

Inoltre il timore è che ci si affidi troppo a questi strumenti, che purtroppo possono avere un guasto, o semplicemente potrebbe esserci dietro l’angolo qualcuno che non ha il cellulare con sé, e se svoltiamo tranquilli e rilassati perché il dispositivo non ci ha segnalato nulla, potremmo non avere i riflessi pronti per evitare il peggio. Bisognerebbe averlo e non saperlo, uno strumento del genere, o semplicemente fare finta che non ci sia e guidare sempre con il massimo dell’attenzione.

Infine, come si fa a condurre una sperimentazione seria e completa se questi dispositivi non vengono messi alla prova in condizioni di traffico intenso, dove tutte le auto e i pedoni trasmettono dati? E come e quando sarà possibile realizzare questa sperimentazione?

Insomma, mi pare che i passi da fare siano ancora parecchi, e forse è proprio per questo che le due case giapponesi non si sbilanciano rispetto alla data di messa su strada di questi dispositivi, però credo sia indiscutibile che la tecnologia possa fare molto di più per aiutare gli automobilisti, in un ambiente che diventa sempre più complesso e pericoloso.

[photo credit: clix ]

Markingegno

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