Le auto del futuro sono già tra noi, basta saperle cercare

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In un momento di crisi economica e di crisi economica sono in tanti a sperare in un cambiamento che però in pochi si preoccupano di mettere in pratica. Tanta fiducia viene riposta nell’innovazione e così è anche nel settore della mobilità.

Dopo averci appioppato auto con vane promesse di efficienza ed ecologia, che puntualmente si sono dimostrate specchietti per le allodole e averci fatto fantasticare su mirabolanti tecnologie basate sui più svariati carburanti si sta arrivando finalmente alla soluzione più ovvia: l’auto elettrica.

Tesla Motor, al cui capitale partecipa uno dei fondatori di Google , cerca di lanciare la moda elettrica proponendola in una veste super sportiva ed ha in cantiere altre novità su cui torneremo in futuro. Anche la General Motors lancerà la sua seconda auto elettrica. La stessa auto sarà venduta anche in Europa sotto il marchio Opel, sempre che questa non deciderà di sganciarsi dalla crisi nera del colosso statunitense.

Quello che hanno in comune tutti i modelli elettrici di grande risonanza è che non sono mostrati come l’evoluzione della specie e che non sono di fatto ancora reperibili sul mercato. Eppure c’è chi non si è dato per vinto, e piuttosto che arrendersi ha deciso di fare da solo.

Sto parlando dei membri di ASPO Italia , che dopo aver dimostrato che si può trasformare con facilità nell’auto del futuro anche una Fiat 500 (video) degli anni ’70, ora fanno sapere che il Presidente Ugo Bardi ha rimesso in funzione una vecchia Citroen AX elettrica (presentazione) del ’96, aggiornando gli accumulatori con una unità ai polimeri di litio contro le due al nichel-cadmio originali, risparmiando ben 300 chili di peso. Funziona benissimo, e non c’è nulla di strano.


Non so come, ma alcuni di noi sembrano essere decisamente controcorrente in tutto quello che fanno. Io, perlomeno, mi ci trovo spesso. Così, il governo spende i nostri soldi per incoraggiarci a buttar via macchine perfettamente efficienti in nome di un dubbio “vantaggio ecologico”. Viceversa, io e altri di ASPO-Italia stiamo facendo esattamente l’opposto: recuperare macchine non più nuove e farle diventare veramente ecologiche. L’idea e di far del bene non solo all’atmosfera ma anche al nostro portafoglio.

Questo che ho riportato qui sopra, è in sintesi lo stimolo che spinto Ugo Bardi a seguire l’osteggiata strada dell’elettrico.
Il Parlamento nel 2008 ha bocciato quasi all’unanimità (quando si tratta di rovinarmi la giornata lì dentro si mettono sempre tutti d’accordo) un emendamento dei Verdi al DdL Bersani che voleva permettere di riconvertire auto usate a benzina alla trazione elettrica.
Nonostante ciò esistono diverse officine sul territorio nazionale che converto le auto con motori a scoppio alla trazione elettrica (e poi vanno a reimmatricolare i mezzi in Germania, con somma gioia del ministro dell’economia tedesco).

Esistono anche aziende, sempre italiane, che vendono auto e veicoli commerciali con motore elettrico, montata su mezzi del gruppo Fiat . L’unico scotto è il prezzo: come spiega anche Ugo Bardi, non sono giustificati i listini attuali, dai costi di produzione o di conversione, vista la semplicità meccanica. Il risparmio è comunque assicurato dalle irrisorie spese per l’alimentazione.

L’auto elettrica quindi non è soltanto un’incerta prospettiva futura, se siete interessati basta una Googlata.

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