Defender of the Crown: l’Amiga in tutto il suo splendore

All’assedio!

Nel 1986 per gli utenti PC e Mac, sul fronte videoludico c’era poco da lustrarsi gli occhi. Grafica monocromatica per gli utenti della mela, che al massimo potevano contare su un Macintosh Plus, o CGA su PC, con qualche sporadica EGA – per la VGA bisognava aspettare fino al 1987 ed essere pronti a sborsare l’equivalente del prezzo di un Amiga.

L’Amiga aveva invece le carte per sorprendere qualunque videogiocatore, grazie a caratteristiche hardware e software mirabolanti. Defender of the Crown fu per l’appunto il titolo che dimostrò per la prima volta, e in modo inequivocabile, la superiorità tecnica dell’Amiga, anche in versione OCS.

Prepariamoci dunque a questo nuovo venerdì di Nostalgia Informatica muniti di spada, cotta di maglia ed elmo, ed entriamo nell’affascinante medioevo di questo capolavoro della Cinemaware.

Un castello pronto alla conquistaDefender of the Crown è innanzitutto un gioco graficamente strabiliante. Niente di simile si era mai visto su un home computer prima di allora. Anche il gameplay non delude, per quanto siano spesso circolate voci relative a feature rimosse all’ultimo momento per non ritardare il lancio; feature che avrebbero tuttavia aggiunto più qualità al gameplay e varietà sotto l’aspetto grafico.

Al giocatore tocca scegliere un eroe, con i relativi possedimenti e caratteristiche fisiche (comando, abilità da spadaccino e abilità nella giostra) e quindi lanciarsi all’assalto dei territori minacciati dall’invasione normanna, per raggiungere l’obiettivo di conquistare la corona d’Inghilterra. Sullo sfondo per l’appunto un paesaggio britannico fatto di castelli, colline verdi, tornei con drappi policromi e trombe squillati, damigelle e caminetti ardenti.

Il gioco rientra dunque a pieno titolo nel genere strategico multifase: al nostro eroe tocca destreggiarsi in vari scenari di combattimento – assalti notturni a fil di spada, assedi, giostre – tenendo sempre d’occhio il pannello principale da cui è possibile gestire le proprie armate per la difesa dei territori e seguire il quadro generale della missione.

Una damigella piena di gratitudineAssolutamente memorabili le alleanze con Robin Hood e i salvataggi di nobili donzelle, con relative ricompense in natura – usanza medievale mai troppo rimpianta.

Il tutto reso con una straordinaria cura grafica, numerose e ben fatte animazioni, una colonna sonora avvincente: un marchio di qualità della Cinemaware, che fu confermato in altri titoli semplicemente leggendari come It came from the desert, i vari TV Sports e Rocket Ranger, di cui ci occuperemo presto.

Dinanzi a tanta grafica, e alla possibilità di sbriciolare l’orgoglio dei compagni di classe possessori di PC, si transigeva senza problemi sulla scarsa profondità della trama e il livello di difficoltà piuttosto basso. Dopotutto del proprio Amiga ci si voleva anche vantare. E con i titoli Cinemaware l’impresa riusciva sempre perfettamente!

Press ESC to close