Jef Raskin è notoriamente ricordato come colui che ha dato origine al progetto “Macintosh” (1979), poi preso d’assalto da Steve Jobs per trasformarlo in quello che tutti conosciamo. Nella visione di Raskin, in Macintosh era qualcosa di decisamente diverso: un personal computer economico e compatto, basato su una interfaccia testuale controllata esclusivamente tramite tastiera.
La storia ci racconta come Jobs sovverte completamente l’idea alla base del progetto Macintosh, relegando il suo ideatore ad un ruolo irrilevante, tanto da spingerlo ad abbandonare Apple nel 1982 per fondare la Information Appliance, Inc. con la quale perseguire la propria idea di personal computer.
Nasce così SWYFT, il cui lavoro di prototipazione iniziale si avvale di un Apple IIe ampiamente modificato.
l’Apple IIe usato da Raskin e venduto nel 2008 su ebay per 800 dollari
Raskin aggiunge al calcolatore di Cupertino una scheda con un nuovo firmware (prototipo della futura SwyftCard) e ne modifica la tastiera, aggiungendo ai lati della barra spaziatrice due tasti speciali di navigazione, alternativi, secondo la propria visione, al mouse, che vengono battezzati Leap.
Il progetto cattura l’attenzione di Canon che decide di finanziare lo sviluppo di nuovo calcolatore e di commercializzarlo nel 1987 con il nome di Cat.
Raskin mostra un concept di SWYFT
Prototipo del CatCanon Cat
Come si può vedere nella foto precedente, il Cat segue la filosofia dell’all-in-one del progetto Macintosh, racchiudendo in un unico case tutto l’hardware, compresa anche la tastiera. Il personal Canon viene commercializzato come work processor, ovvero come un calcolatore pensato per la creazione di testi, cosa che condiziona fortemente lo sviluppo del sistema operativo in dotazione (scritto in Forth, come tutto il software a corredo), basato su una interfaccia testuale ispirata alla UI dei più comuni word processor del periodo.
Cat UI
I tasti “Leap” presenti, come detto, fin dal lavoro prototipale sull’Apple IIe, consentono all’utente di muoversi agevolmente attraverso documenti molto lunghi. Tale caratteristica definita “Leaping” (saltando), è alla base della scelta del nome “Cat”, scelto per indicare l’agilità del sistema idealmente paragonabile a quella dell’omonimo felino domestico.
I due tasti Leap
Il calcolatore è dotato di una serie di tasti speciali per richiamare funzionalità particolarmente utili: da [CALC], per avviare una sorta di fogli elettronico, a [EXPLAIN], per la visualizzazione di un dizionario con oltre 90.000 termini, pensato per minimizzare gli errori di ortografia.
Cat dispone, inoltre, di un modem integrato che consente di inviare/ricevere il testo (o parte di esso), ad/da altri sistemi o altri Cat, semplicemente premendo il tasto [SEND]. Caratteristica unica è la possibilità di operare come una segreteria digitale, memorizzando il testo in arrivo direttamente su floppy.
Il sistema di Canon non riscuote particolare successo e, dopo solo sei mesi e 20.000 esemplari venduti, la società decide di terminarne la commercializzazione. Alcuni analisti affermano che una decisione così drastica legata ad una finestra temporale così ristretta di vendita (solo sei mesi) non può essere di per sé sufficiente a spiegare la marcia indietro di Canon, rafforzando così l’ipotesi che ad incidere sulla scelta siano stati i rapporti tra Canon e NeXT, e le forti pressioni di Jobs in tale direzione.
Da sottolineare, infine, che anche la SwyftCard (opportunamente ingegnerizzata) viene venduta direttamente all’utenza finale, al fine di essere installata all’interno di un comune Apple IIe per trasformarlo in un sistema Swyft/work processor like.
work processor o word processor?
@doclight, Raskin parla proprio di “work processor”, perchè immagina il cat come un sistema di lavoro anche se principalmente orientato alla scrittura del testo.
Si tratta di una roba veramente poco utile. Per capirlo basta guardare questo video.
http://www.youtube.com/watch?v=o_TlE_U_X3c
In pratica sti due tasti si comportano come un pulsante tabulazione avanti e indietro con alcune estensioni tipo page up e page down e al limite un sistema di taglia/incolla che riconosce la parola precedente alla posizione del cursore.
Già il fatto che il video ponga le basi del discorso, pontificando sui 6 secondi risparmiati tra lo spostamento a freccette ed il leap fa capire in partenza la debolezza dell’idea in se: si parla di un prodotto destinato ad un ufficio non alla linea del fiat 126.
Oltretutto l’errore “tipo” corretto è classico di un correttore di bozze, di qualcuno che sta rileggendo per l’ennesima volta lo stesso documento e si pone questioni stilistiche prima che ortografiche.
La vedo dura, in un simile contesto, porsi problemi sui 6 secondi persi (tra l’altro ridotti a 2 se si usa il mouse).
Gli altri due utilizzi, i movimenti di pagina e le tabulazioni sono sicuramente più utili se non fosse che ieri come oggi sono facilmente implementabili via software senza bisogno di schede ne pulsanti aggiuntivi. Se escludiamo l’apple II che effettivamente non li prevede (ma solo nella versione originale) tutti i sistemi successivi già li prevedevano.
La tabulazione all’indietro, utile nelle tabelle, si è sempre potuta fare usando lo shift mentre lo spostamento tra le righe è accelerabile tenendo premuto il tasto della freccia corrispondente.
Personalmente non ci vedo nessun complotto nell’esclusione di questa roba dai primi macintosh perchè non forniva un particolare valore aggiunto non ottenibile con altri e più economici sistemi e poi sinceramente non ho mai visto nessuno dannarsi perchè durante la stesura di documento si mangiava anche qualche minuto in più.
Chi ha reali necessità di scrivere veloce e bene non utilizza la classica macchina da scrivere e derivati elettronici ma cose come la macchina michela.