Le vicissitudini dei sistemi Amiga “NG” sono state oggetto di attenzione già diverse volte in queste pagine. L’ultimo caso riguarda lo spropositato costo di acquisto della CPU dell’AmigaOne X1000, che è arrivato a toccare i 1000 dollari.
D’altra parte dovendo attingere a del materiale per realizzare macchine a uso “desktop” (sarebbe forse meglio dire “personale”), per la famiglia PowerPC non esistono più delle alternative valide, per cui bisogna ricorrere a costosissimi fondi di magazzino, come quelli citati, oppure al settore embedded, quindi riciclando roba pensata per router et similia.
Nei forum Amiga si continua a favoleggiare di nuovi processori che arriveranno da Freescale, ma che continuano a essere pensati per il suddetto settore, quindi tutt’altro che ottimali per un uso “desktop“: tanti piccoli core impaccati, ognuno con discrete prestazioni single thread.
Fanno un po’ tenerezza le citazioni dei membri della famiglia POWER di IBM, autentici mostri macina numeri, non v’è dubbio, ma destinati a ben altri scopi. Segno, questo, che i più affezionati integralisti coltivano (e vivono) sogni del tutto irrealizzabili, aggrappandosi a qualunque cosa o notizia abbia appiccicata l’etichetta PowerPC.
E così via coi processori progettati da IBM per i suoi supercomputer BlueGene (prodotti che notoriamente si possono comprare nel supermercato dietro l’angolo), oppure il continuo rispolvero delle console (queste sì che si possono trovare a buon mercato ovunque), autentico cavallo di battaglia degli affezionati a questa famiglia di microprocessori.
Purtroppo anche da quest’ultimo fronte arrivano pessime notizie. La prossima Playstation verrà realizzata da AMD e non da IBM, e sfrutterà le sue ben note APU, basate su x86. Microsoft non sembra essere da meno, in quanto già da tempo le voci che si susseguono per la prossima console hanno parlato di core ARM, e successivamente di core x86; magari la realtà starà in mezzo, con un sistema eterogeneo di core x86 e ARM a spartirsi precisi compiti.
Rimane patriotticamente Nintendo con la Wii U, erede della Wii (aka GameCube 1.5), che continua ad affidarsi a IBM e, quindi, ai PowerPC. Dalle voci che circolano, però, la sua potenza di calcolo sarà paragonabile o leggermente superiore alle console di questa generazione. Roba di 6-7 anni fa, insomma. Nulla di cui potersi vantare o da prendere come esempio o speranza a cui aggrapparsi disperatamente…
Ce n’è abbastanza per comprendere che questa strada non è più conveniente, e bisogna cercare delle valide alternative sulle quali poggiarsi. L’ha capito persino Apple, prima forza a puntare sui PowerPC creando il relativo consorzio con IBM e Motorola, che quest’epoca d’oro era finita, sancendo il definitivo passaggio a Intel 7 anni fa, e abbandonando senza troppi rimpianti un progetto che ormai aveva fatto il suo tempo.
Non lo capiscono o non vogliono capirlo i fanatici amighisti “new gen”, in una sorta di difesa dell’ultimo baluardo della fede costituita. PowerPC o morte. Perché per essere amighisti, oggi, non si può essere “omologati”: ARM o, peggio ancora, x86. La biodiversità, in quest’ambito, è ancora un valore; forse IL valore sopravvissuto, ormai. Ma di questo ne abbiamo già discusso nel precedente articolo.
Eppure i vantaggi di un passaggio a un’architettura più prospera, come quelle citate, sono innumerevoli. Componenti a basso costo, con prestazioni elevate (ma anche consumi ridotti), e un supporto eccezionale oltre che estremamente longevo (difficile pensare al declino di x86 e/o ARM), con un parco macchine già disponibile e vastissimo. Cose, anche queste, arcinote.
Cose che dovrebbero essere prese in seria considerazione da chi tira le redini della piccola carovana amighista, specialmente nel momento in cui il prezzo di una CPU, già molto cara inizialmente, raddoppia di colpo.
Oggi una CPU x86 che offre caratteristiche “fisiche” comparabili (numero di core, frequenza, dimensione delle cache, banda verso la memoria, ecc.) costa meno di un ventesimo (sì, avete letto bene, poiché parliamo della più bassa fascia di mercato) del PA6T della defunta P.A. Semi, pur rimanendo nettamente superiore in termini prestazionali, e potendo anche contare su una GPU integrata (eccellente quella in dotazione dei prodotti AMD). Gli ultimi listini di Intel e AMD sono a dir poco impietosi.
Piuttosto che regalare fiumi di denaro per una CPU obsoleta (il cui unico valore aggiunto è rappresentato dall’essere un PowerPC; quindi papabile per AmigaOS 4 in primis; al momento), sarebbe di gran lunga più saggio investire la differenza finanziando il porting di AmigaOS 4 (ma MorphOS si trova nelle stesse condizioni) verso x86 o ARM.
Non sappiamo quante macchine prevedeva il piano del benefattore Trevor Dickinson. Si è parlato di qualche centinaio; alcuni si sono spinti ben oltre azzardando addirittura qualche migliaio (praticamente buona parte della comunità Amiga avrebbe comprato un X1000: del tutto irrealistico). Numeri non ne sono mai stati divulgati, e non si capisce bene il perché.
Comunque qualche cifra la si può tirare fuori giusto per illustrare rozzamente l’idea. Supponiamo che ci siano da realizzare altre 50 macchine, ma che si voglia impiegare x86 come architettura. Con 200 dollari si può pagare una scheda madre di discreta fattura, un processore dotato anche di GPU, e 8GB di RAM. Altri 200 serviranno per il case, l’alimentatore e l’hard disk, e infine 100 per la licenza di AmigaOS. Totale: 500 dollari (tasse incluse).
Aggiungendo 1000 dollari per il porting di AmigaOS su x86, si arriva a 1500. Da qui ai 2682 (senza tasse; più circa 100 di licenza AmigaOS 4) a cui sono state vendute le prime macchine X1000 si va ben oltre i 1000 dollari, che si possono ripartire fra spese di distribuzione, guadagni, e magari anche un forte sconto per gli acquirenti finali.
Vendere 50 macchine in queste condizioni significa mettere da parte ben 50 mila dollari per il porting di AmigaOS 4. Ricordiamo che per portare AmigaOS 3.1 (più alcune parti di 3.5 e 3.9) da Motorola 68000 a PowerPC la cifra concordata fra Amiga Inc. e Hyperion fu della metà, quindi 25 mila dollari. E’ vero che in quest’arco di tempo quel valore è aumentato a causa dell’inflazione, ma non è di certo raddoppiato e in ogni caso lo sforzo non è comparabile.
x86 (ma il discorso, in misura minore, vale anche per ARM), infatti, è un’architettura diffusissima, e non manca di certo documentazione, esempi, siti di riferimento, e perfino interi sistemi operativi open source dai quali attingere informazioni e/o codice per facilitare e accorciare i tempi. C’è talmente abbondanza di materiale, che singole persone si permettono il lusso di scrivere nuovi s.o. da zero per x86 per puro diletto…
Inoltre a venire in aiuto dei “cugini” potrebbe essere ancora una volta quello che è sempre stato ritenuto il brutto anatroccolo della comunità Amiga: AROS. Già in passato AmigaOS per le versioni 3.5 e 3.9 aveva attinto al suo codice per alcune cose, e lo stesso ha fatto il team di MorphOS per molto altro, per cui eventuali “puristi” avrebbero ben poco da schifarsi se l’operazione venisse nuovamente ripetuta.
AROS gira già su x86 (e x64), ed è disponibile per altre architetture (ARM attualmente non è disponibile in versione nativa, ma soltanto hosted), inclusa la gloriosa 68000. Dunque tutto ciò che serve per far partire un altro kernel si potrebbe tranquillamente riciclare, riducendo i costi di questa parte del porting. Per la compilazione dei sorgenti non dovrebbe esserci alcun problema, perché la toolchain di sviluppo dovrebbe essere quella GNU per tutti; nel bene e nel male.
AROS può essere utile anche per prendere spunto (anche pezzi di codice) per le API e operazioni di più basso livello. Alla fine parliamo pur sempre di s.o. AmigaOS/like, che hanno esigenze comuni e spesso identiche, le cui problematiche sono state già affrontate dagli sviluppatori di questo s.o.. Ovviamente ce ne saranno altre, ad esempio legate all’uso dell’MMU, ma documentazione ed esempi non mancano di certo per x86, per cui possono essere risolte velocemente.
Comunque in un’operazione di questa portata il maggior intoppo è rappresentato dalle applicazioni. Nello specifico, ce ne sono di due tipi: “native” / PowerPC, e “legacy” / 68000.
Per quelle native non dovrebbero esserci problemi, visto che generalmente vengono aggiornate, quindi dovrebbe essere sufficiente una ricompilazione cambiando il target della CPU per ottenere gli eseguibili funzionanti per la nuova piattaforma hardware.
L’unico grattacapo potrebbe essere rappresentato dalla presenza di codice assembly PowerPC, ma inizialmente dovrebbe essere sufficiente passare al normale codice C/C++ (o altro), eventualmente pensando dopo a tradurre quelle parti in assembly x86, se ciò fosse necessario.
A mio avviso non ha senso prendere in considerazione l’idea di realizzare un emulatore PowerPC per far girare questo tipo di applicazioni su x86, per quanto detto. Posto che esistono già emulatori e compilatori JIT da PowerPC a x86 (per cui il lavoro non sarebbe poi tanto), è inutile sprecare preziose risorse allo scopo, quando c’è ben altro da fare.
Il dramma potrebbe essere rappresentato dalle applicazioni 68000, di cui difficilmente esistono sorgenti (altrimenti sarebbero già state portate per PowerPC, appunto, e la stessa cosa si potrebbe fare per farle girare su x86 o altro), che generalmente sono ancora molto utilizzate.
AmigaOS 4 e MorphOS offrono due soluzioni (Petunia e Trance), per farle girare (quasi) in maniera completamente trasparente rispetto a quelle PowerPC, trattandole quindi “alla pari”. Sono, infatti, in grado di condividere e manipolare praticamente tutto, persino le strutture del s.o.; croce e delizia della tradizione AmigaOS.
Poiché la mera emulazione risulterebbe troppo lenta, entrambi gli strumenti consentono di compilare al volo codice 68000 in binario PowerPC, accelerando parecchio la velocità d’esecuzione delle vecchie applicazioni, che traggono parecchio giovamento da questa funzionalità.
C’è da dire che in realtà eseguire codice 68000 per AmigaOS 4 rappresenta anche una necessità, visto che alcune parti del vecchio AmigaOS continuano a rimanere come binario 68000 e non sono mai state portate su PowerPC (quindi il porting, alla fine, non è nemmeno stato completato). AREXX è l’esempio più noto, ma a questo punto non è escluso che possano esservi altre parti del s.o. nella stessa situazione.
AREXX per buona parte è disponibile anche su AROS, per cui si potrebbe riciclare tutto il lavoro che è stato fatto. Inoltre non mancano di certo emulatori per 68000, e compilatori JIT che generano codice x86.
Ciò che frena, in questo caso, è la diversa “endianess“, cioè l’organizzazione in memoria dei dati costituiti da più di un byte (2 o 4 byte, visto che i 68000 sono macchine a 32 bit). 68000 e PowerPC sono big-endian, mentre x86 è little-endian. ARM nativamente è little-endian, ma è in grado di cambiare al volo modalità, passando a leggere e scrivere dati in formato big-endian.
Da tutto ciò sembrerebbe che x86 sia tagliata fuori dai giochi, ma non è affatto così, perché è sempre possibile convertire dati dall’una all’altra endianess. Il problema è il costo dell’operazione, che potrebbe risultare troppo penalizzante in termini puramente prestazionali.
Convertire una word a 16 bit (due byte) è piuttosto semplice con x86: una volta letta, oppure prima di scriverla, è sufficiente eseguire una sola istruzione di rotazione di 8 bit della word per ottenere il risultato richiesto. Il costo dipende dall’implementazione specifica dell’architettura x86, ma da parecchi anni è di 1 ciclo di clock (quindi non molto). Nel caso in cui il dato si trovasse nei registri AX, BX, CX, o DX, si potrebbe utilizzare, invece, una ancora più comoda e generalmente più efficiente istruzione XCHG (XCHG AL,AH, ecc.).
Un discorso analogo vale per le word a 32 bit (quattro byte), che per la conversione richiedono un’apposita istruzione introdotta da Intel con l’80486, BSWAP. A seconda dell’implementazione, richiede 1 o due cicli di clock; un costo abbastanza sostenibile, anche questo (specialmente con architetture out-of-order).
In condizioni migliori dovrebbero trovarsi gli Atom, coi quali Intel ha introdotto l’istruzione MOVBE, che serve a leggere o scrivere dati direttamente in formato big-endian, quindi senza alcuna operazione di conversione preliminare. E’ difficile trovare dati su latenza e throughput, ma trattandosi di istruzioni di MOV mi aspetto che siano allineati a quelle normali (quindi eccellenti).
Oltre agli Atom, dovrebbero essere presenti nei futuri core Haswell di Intel, e negli Steamroller di AMD (si trovano anche nei suoi core a basso consumo, a partire da Jaguar, il successore di Bobcat).
La situazione, quindi, non è così drammatica per gli x86, e inoltre è destinata a migliorare enormemente grazie all’introduzione della suddetta istruzione MOVBE, che verrà implementata in tutte le future architetture x86 (e x64).
E’ possibile, poi, applicare ulteriori ottimizzazioni in casi particolari (ad esempio nel caso di MOVE eseguite da memoria a memoria, con le MOVE16 dei 68040, le MOVEM, e altro ancora). Facendo ricorso a tecniche di data-flow analysis si può anche eliminare codice ridondante, o ancora ottimizzare altri casi particolari.
C’è, insomma, parecchio margine per aumentare le prestazioni, e probabilmente molte ottimizzazioni saranno già presenti nei compilatori JIT 68000 per x86, ma i problemi più grossi per far convivere e trattare come “first class” le applicazioni 68000 su x86 sono altri, e uno si trova celato nelle implementazioni dei compilatori.
Si tratta, infatti, dell’allineamento delle strutture dati, in particolare per dati di 16 o più bit. In questi casi i compilatori provvedono al cosiddetto “padding“, cioè a riempire opportunamente i dati che non sono perfettamente allineati alla loro dimensione (esempio: una word a 16 bit che sta a un indirizzo dispari; si aggiunge un byte prima dell’inizio della word, in modo che risulti allineata 16 bit).
Lo si fa esclusivamente per questioni di velocità per x86, mentre per alcune architetture RISC (anche le versioni più vecchie degli ARM) lo richiedono espressamente, perché non sono in grado di leggere word disallineate (cosa che, peraltro, capitava anche sui 68000, dove l’allineamento minimo per word a 16 e 32 bit era di 16 bit, in mancanza del quale veniva sollevata un’apposita eccezione).
Per x86 non c’è alcun problema, perché fin dall’antenato 8086 è sempre stato possibile leggere word disallineate; in questi casi l’unica motivazione che porta al padding / allineamento dei dati è quella prestazionale, come già detto.
Quindi volendo mantenere piena compatibilità ed esecuzione completamente trasparente delle applicazioni 68000 su x86, sarebbe necessario compilare AmigaOS 4 e MorphOS con apposite direttive che escludano qualunque allineamento, in modo tale che la medesima struttura dati (ad esempio Node, Library, ecc.) utilizzata da un’applicazione 68000 per comunicare col s.o. x86 abbia fisicamente la stessa dimensione e i campi si trovino, oltre che della medesima dimensione, esattamente allo stesso offset.
In questo modo una struct allocata o manipolata da un’applicazione 68000 può essere tranquillamente passata al s.o. x86 (o ad altre applicazioni “native”), e viceversa per le strutture allocate da x86 e passate al mondo 68000.
Fortunatamente per sistemare i problemi di allineamento / padding esiste un’apposita direttiva di compilazione per GCC & compagnia: -fpack-struct . Una volta specificata, il compilatore “impacchetta” le strutture senza ricorrere al padding, facendo occupare ai dati esattamente e soltanto lo spazio richiesto dalla loro dimensione effettiva.
A questo punto sembrerebbe tutto risolto, ma in realtà è rimasto il secondo, ben più grave problema rispetto al padding. Essere in grado di convertire, o leggere/scrivere velocemente dati in formato big-endian, e viceversa, non è sufficiente per risolvere i problemi di comunicazione fra i due mondi con endianess diversa.
Se il s.o. alloca una struttura e la inizializza, per poi passarla alle applicazioni, i dati costituiti da word (sempre 16 o 32 bit) saranno memorizzati in formato little-endian. Nessun problema per le applicazioni native x86, ma quando una 68000 andrà leggere questi dati, effettuerà la citata conversione, ottenendo… spazzatura (tranne per casi banali, come ad esempio il valore zero e il puntatore nullo).
Idem per un’applicazione 68000 che alloca una struttura, ma provvede poi lei a inizializzarla opportunamente: i dati che scriverà sono in formato big-endian, mentre il s.o. (e le altre applicazioni) li leggeranno come little-endian…
E’ bene precisare che queste difficoltà esistono esclusivamente per le strutture che devono essere condivise fra i due mondi con diverse endianess, perché un’applicazione 68000 può tranquillamente creare strutture a uso interno o passarle ad altre applicazioni 68000 senza alcun problema, e la stessa cosa vale per quelle native.
In questo caso le architetture ARM hanno già la soluzione pronta: possono lavorare sempre in modalità big-endian, per cui tutto viene risolto a monte. x86 non è in grado di farlo, quindi serve cercare altre soluzioni.
Una è quella di “intrappolare” tutti gli accessi a word che avvengono in strutture “pubbliche” (scambiate fra tutti gli attori), sfruttando delle apposite macro che ne regolano la manipolazione, e memorizzando sempre tutti questi dati in formato big-endian.
Questo significa che se c’è, ad esempio, un campo word a 16 bit, si utilizzerà la macro READ16 (ad esempio) per leggerne il contenuto. Questa provvederà a leggere i due byte, scambiarli, e restituire finalmente il risultato. Idem per tutte le scritture.
Ciò vuol dire pure che si dovrà passare in rassegna tutto il codice, individuare le strutture “pubbliche” utilizzate, e sostituire gli accessi diretti ai campi con le macro di cui sopra.
In questo modo sia il s.o. x86 che le applicazioni native lavoreranno sostanzialmente in big-endian in questi casi, con una certa penalizzazione a livello prestazionale (descritta in precedenza), garantendo alle applicazioni 68000 di trovare i dati nel formato che si aspettano.
I s.o. AmigaOS/like non sono molto grandi e complessi, ma in ogni caso parliamo sempre di un’operazione di revisione e modifica di codice che impegnerebbe parecchio tempo per una piccola azienda o team di sviluppatori, per cui molto difficilmente praticabile.
Si tratterebbe, in ogni caso, di lavoro che sarebbe poi buttato via nel giro di qualche anno, quando si presenterà la necessità di passare ad architetture a 64 bit per superare il limite attuale dei 2GB di spazio d’indirizzamento per tutto (s.o. e applicazioni).
Questo perché almeno i puntatori passeranno dai 32 bit attuali ai 64 bit, ovviamente per indirizzare memoria ben oltre i 4GB teorici (in realtà ci sarebbero tecniche come la PAE che lo consentono rimanendo con puntatori a 32 bit, ma si tratta di soluzioni complicate da implementare). Ciò significa che le strutture di cui abbiamo parlato finora sono gioco forza destinate a cambiare sia come dimensione che come posizione dei campi in esse contenute (un puntatore di dimensione doppia fa “slittare” di 4 byte avanti tutti i campi che lo seguono).
Dunque con le architetture a 64 bit diverrà impossibile per AmigaOS 4 e MorphOS poter gestire le applicazioni 68000 in maniera trasparente, come fanno adesso, per cui dovranno rinunciare a questi strumenti e passare ad altre soluzioni, come ad esempio una sandbox in cui farle girare cercando di condividere le risorse fra i due mondi in maniera meno invasiva. Cioè la soluzione adottata già da AROS con Janus-UAE, e dal quale, ancora una volta, si potrebbe attingere.
Per quanto detto, pensare di passare a un’architettura PowerPC a 64 bit sarebbe letteralmente un suicidio, perché non ci sarebbe alcun vantaggio, visto che si dovrebbe rinunciare comunque a Petunia e Trance, e dunque quello di operare con un’architettura big-endian risulterebbe sostanzialmente nullo da questo punto di vista.
In conclusione, se questi s.o. AmigaOS/like vogliono garantire un futuro ai loro appassionati e affezionati utenti, prima o poi dovranno decidere di fare questo grande passo, come ha dovuto fare anche ARM, che alla fine di quest’anno proporrà ARM64, la sua nuova architettura a 64 bit. Perché l’esigenza di manipolare grosse quantità di dati coinvolge tutti ormai, anche gli utenti AmigaOS/like.
Meglio, quindi, portarsi avanti e traghettare l’utenza verso una nuova piattaforma, investendo adesso quei soldi per l’operazione, che altrimenti andrebbero sprecati pagando a peso d’oro una CPU morta e sepolta, e ritardando un cambiamento che sarà inevitabile…
UPDATE. Sebbene la fonte sia da prendere accuratamente con le molle, sembra che AMD sia impegnata non soltanto con la GPU, ma anche con la CPU della prossima XBox.
em
Articolo come sempre perfetto e che offre tanti spunti e riflessioni.
Inutile dire che sono daccordo in toto.
meno male che c’è Aros. poichè son sicuro che se Hyperion avesse 1 milione di euro cash più 35 programmatori a tempo pieno non effettuerebbe comunque tale porting (il perchè lo sappiamo tutti fanatismo).
Grande Cesare
Aggiunta una “notizia” dell’ultima ora alla fine dell’articolo. ;)
Ragionamento logico e ragionevole, nonché inevitabile.
Per questo non verrà preso in considerazione dalla comunità amighista :D
bell’articolo.
Possiedo ancora un amiga 500 funzionante che ogni tanto accendo per nostalgia.
Mi sembra che il succo del discorso sia: tantissimo lavoro da fare con poche risorse a disposizione, anche se tu indichi possibili modalità di reperimento delle stesse.
Però mi sembra che la domanda cruciale sia questa:
scirvi “Meglio, quindi, portarsi avanti e traghettare l’utenza verso una nuova piattaforma”
ma….di quale utenza stiamo parlando? Numericamente?
Personalmente penso che i sogni siano belli e vadano inseguiti, ma questo sogno ormai mi sembra irrealizzabile.
Amiga OS penso sia solo un bel ricordo per chi lo ha utilizzato quando era il momento giusto, cioè ormai decenni fa.
Ma, una buona volta, smetterla di preoccuparsi se il programma scemo dell’era 68000 digerisce male l’evoluzione odierna dell’informatica, si può ?
Una buona volta, piantarla di voler cercare la quadratura del cerchio con emulazioni “trasparenti” necessarie solo su hardware da distributore di bibite quali gli attuali amigaone ma di sicuro non su sistemi realmente recenti, x86 o ARM che siano, è troppo complicato ?
Una volta e per sempre, smetterla di perdere tempo a cercare di trascinarsi le zavorre del passato, prendere quel poco ancora che c’hanno lasciato di buono (più a livello di concetti che non di codice) e RISCRIVERLE DA ZERO tenendo conto di quali sono le REALI NECESSITA’ DEL MERCATO, buttando in un angolo nostalgie e capricci ?
I tempi di crisi che corrono porteranno ad una sempre maggiore riduzione degli investimenti, si taglieranno i rami morti, spesso si tagliano anche quelli che possono sembrare asfittici pur non essendolo (symbian, webos, meego…): cosa si crede che sia attualmente amiga ? Un ramo morto fossile, ecco cos’è.
Scusate se vado un po’ ot con l’articolo che comunque prima di un eventuale commento devo ancora rileggere per bene.
“La prossima Playstation verrà realizzata da AMD”
Io ero rimasto che era solo una voce esitva, ci sono stati dei riscontri?
per gli arm c’è tempo visto che stanno ancora ai livelli dell’atom
http://www.phoronix.com/scan.php?page=article&item=gentoo_arm_x32&num=1
@floriano:
phoronix ha commesso due errori:
1. hanno confrontato un cortex a9 dual core con un atom single core
2. l’a9 è vecchio di 4 anni ormai, tra pochi mesi avremo l’a15 con ben altre performance
Gli articoli son sempre precisi ma è la sostanza alla base che non capisco.
Che senso ha portare avanti una cosa (amigaOS) con l’avanzare della tecnologia HW e SW, per un briciolo di utenti, cioè voler adattare un s.o. di 20 anni fa su HW recenti, a che fine? di riuscirci e basta?
Quoto [D] che sostiene che son solo “trascinarsi le zavorre del passato”.
Visto che c’è gente che si scrive un kernel da zero, prendete le IDEE buone del passato e fateci qualcosa adesso per il mercato di adesso, piccolo o grande che sia. Alla fine anche Android co. è nata come startup da zero, la storia poi la sappiamo tutti.
@Alessio: si ma non è Amiga e non puoi far pagare 3000 euro per un computer che va come un pentium 4
“Si tratterebbe, in ogni caso, di lavoro che sarebbe poi buttato via nel giro di qualche anno, quando si presenterà la necessità di passare ad architetture a 64 bit per superare il limite attuale dei 2GB di spazio d’indirizzamento per tutto (s.o. e applicazioni).”
Beh ma, assumendo la presenza di memoria paginata e JIT, basta mettere un flag nella definizione del processo e controllarlo quando si devono passare strutture al processo, e passare strutture a 32 bit se necessario; tanto passa tutto prima per l’OS. Il problema è presente solo nel caso si voglia tenere l’OS senza memoria paginata e con le app che accedono direttamente alle strutture dell’OS come fa il vecchio AmigaOS.
Secondo me è meglio andare sulla strada della completa virtualizzazione delle app 68000, dato che esistono già ottimi e veloci emulatori.
“…singole persone si permettono il lusso di scrivere nuovi s.o. da zero per x86 per puro diletto.”
:D
Winuae non è solo uno dei migliori emulatori della scena amiga ma uno dei migliori emulatori in assoluto: un progetto serio consisterebbe nel finanziare una sua “conversione” come componente di un nuovo sistema amiga e demandare ad esso ogni paturnia relativa il passato. Slegato a quel punto il resto del sistema si potrebbe tranquillamente lavorare senza limitazioni di sorta verso architetture a 64 bit senza pasticci di alcun tipo, senza workaround, senza problemi dovuti a legami con l’architettura. Si potrebbero finalmente implementare cose come la separazione dei processi, sistemi atti a garantire svariati livelli di sicurezza come ASLR, sicuramente ci vorrà del tempo a realizzare tutto questo ma si parla di una base che non sarà da buttare entro una manciata di anni.
@maurilio968: parliamo di circa 4-5 mila utenti AmigaOS 4 e sul migliaio per MorphOS.
Briciole microscopiche rispetto al mercato “mainstream” (Windows, OS X, Linux, ma anche s.o. come Free/Net/OpenBSD hanno un seguito enormemente migliore). Ma è comunque un mercato, perché quei s.o. vengono ancora venduti e questa gente li compra; dunque val la pena di valutare alternative migliori per i loro giocattoli.
@[D]: una riscrittura completa è impossibile con le poche risorse in gioco. Inoltre quei cambiamenti che auspichi richiederebbero un notevole lavoro anche per gli sviluppatori di applicazioni.
Concordo sull’inutilità (e sulla pericolosità) dell’esecuzione “first class” delle applicazioni 68000, e sulla necessità di passare all’emulazione all’interno di una sandbox con UAE integrato. Cosa che, come già detto, fa AROS con Janus-UAE.
@biometallo: sì, sono le informazioni che circolano ormai da parecchio tempo, e mai smentite da Sony.
@floriano & alex: in realtà quei test sono falsati, perché hanno portato le frequenze di tutti i processori a 1GHz. I confronti NON vanno effettuati sulla base dello stesso clock, perché architetture diverse scalano in maniera diversa.
Se Atom, pur derivando dal vecchio Pentium, è arrivato a 1,67Ghz di frequenza, è dovuto proprio al fatto che è stato progettato per scalare molto più in frequenza; infatti ha un numero molto elevato di stadi rispetto al vecchio progenitore (all’incirca il triplo: 16 contro 5).
Per cui ridurgli artificiosamente il clock per “normalizzare” i test, equivale a castrarlo vanificando il lavoro fatto da Intel per ottenere un buon bilanciamento fra consumo e prestazioni.
@alex: l’Atom utilizzato è single core, ma ha pur sempre l’HyperThreading, che è la soluzione scelta da Intel per bilanciare costi, consumi, e prestazioni.
A9 è dual-core perché si può permettere il lusso di avere 2 core completi anziché uno con alcune risorse duplicate (register file), e non va stigmatizzato per questo.
Infine anche Atom è un core molto vecchio. Difatti è ancora in-order, mentre il Cortex-A9 è out-of-order (A8, invece, è in-order).
Inoltre i test vanno fatti con prodotti reali, attualmente disponibili. Quelli con A15 si faranno… quando arriveranno.
@Alessio: come dicevo a maurilio968, è pur sempre un mercato.
Android è basato su Linux, per cui non hanno riscritto da zero il kernel, ma gli hanno messo sopra un’altra infrastruttura. Su piattaforme mobile sarebbe stato meglio ricorrere a kernel più leggeri, come hanno fatto tutti gli altri.
@Z80Fan: non è una strada fattibile, per due motivi. Il primo l’hai detto, ed è proprio il fatto che le applicazioni possono accedere tranquillamente alle strutture del s.o..
Il secondo è che la soluzione che proponi funziona soltanto con strutture semplici, che non hanno riferimenti ad altre strutture, ma anche a dati grezzi. Una struttura può far parte, e in genere fa parte, di un “grafo” di strutture (esempio: una lista dei font caricati possiede puntatore ai vari nodi, e magari fa parte di una lista delle risorse del s.o., che a sua volta fa parte di un’altra struttura che contiene tutto); per il mondo a 32 bit dovresti avere un’esatta replica di questo grafo, e quindi aggiornare sempre contemporaneamente i due grafi a 32 e 64 bit.
In pratica il s.o. dovrebbe essere “sdoppiato”, con API e strutture in doppia versione, a 32 e 64 bit, e lavoro doppio per qualunque operazione che le coinvolga (con copie continue dei dati contenuti nelle strutture).
Altra cosa importante sono i dati. Mettiamo che ho un’immagine da caricare e mettere a disposizione delle applicazioni. Con l’MMU posso mapparla usando puntatori a 32 e 64 bit per i rispettivi ambienti, in modo da farla apparire e renderla utilizzabile in maniera efficiente (c’è una sola copia in memoria), ma… fino a un certo limite, che è il tetto dei 2GB appunto. Inoltre funziona con dati grezzi (sono array di byte), ma non con dati più avanzati come un vettore di puntatori a byte, per cui dovrebbero essere previste in ogni caso operazioni di duplicazione & copia, come per le strutture.
In buona sostanza il principale vantaggio di AmigaOS & compagnia, la leggerezza del s.o. (ma anche delle applicazioni), andrebbe a farsi benedire…
” Inoltre quei cambiamenti che auspichi richiederebbero un notevole lavoro anche per gli sviluppatori di applicazioni.”
Dal momento che il grosso delle applicazioni è dell’epoca 68000 e questa finisce relegata dentro un emulatore, il resto può scegliere se mangiare la minestra o saltare dalla finestra, in fin dei conti non stiamo parlando roba professionale o in chissà che modo esclusiva.
@Cesare di Mauro: come sempre lodo tua la realistica visione della situazione a fronte delle fantasticherie degli integralisti (e parlo da amighista nostalgico di vecchia data).
A volte rimango perplesso davanti alle affermazioni di D, ma questa volta sono completamente daccordo.
Cesare, i tuoi ragionamenti su come risolvere determinati problemi sono ammirevoli e “spettacolari”, ma, secondo me, completamente inutili (immagino tu li abbia fatti solo per puro “gioco” mentale).
Le applicazioni 68000 DEVONO girare in emulazione, con tutti i limiti (?) che ciò comporta. Alcune funzioni non “funzionano”? chi se ne frega, applicazione morta. Punto.
L’SO deve essere nuovo (non intendo scritto da zero, ma risistemato per sfruttare i nuovi processori ELIMINANDO quello che non serve o che crea problemi e sostituendolo con codice nuovo), come già detto da alcuni, prendendo idee e filosofia dalla storia amiga, ma non ci si può porre limiti dovuti all’assurdità di dover far girare tutto su un i7 come se si avesse un 68000. Ma davvero fatico a comprendere il masochismo di voler usare certe applicazioni.
Per la nostalgia c’è l’emulazione.
E basta anche con questa storia che le applicazioni debbano prendere il controllo della macchina, è una mentalità anni ’80 che non è più “consentita” adesso, quindi quelle applicazioni che richiedono ciò saranno castrate oppure non funzioneranno, fin della fiera (ma era C. stessa a sconsigliare questa pratica per poi “vietarla”).
Certe volte mi innervosisco a vedere certi accanimenti.
I 5000 “fondamentalisti” amiga non saranno contenti e si suicideranno? e va bene, possono anche farlo, scommetto che se si facesse un AmigaOS come si deve per x86 sarebbero molti, ma molti di più i nuovi utenti (ovvero noi della vecchia guardia utenti anni 80/90, classe 197x) che “ritornerebbero” ad utilizzarlo rispetto a quei 5000 zombies immolati sul fondo del fiume o sotto il treno o arsi vivi davanti ad un A500 guasto… ed almeno ci sarebbe la possibilità di incuriosire ed avere nuovi utenti freschi freschi.
:(
“non intendo scritto da zero”
Ma sinceramente cosa puoi salvare da un sistema che poggia le proprie basi su concetti a dir poco arcaici, validi quando cpu, memorie e molto altro erano eoni diversi e meno potenti di quelli d’oggi ?
Possiamo raccontarcela finchè vogliamo ma qui si tratta di prendere una cosa vecchia, antica, freezata a più di vent’anni fa, di fatto “aggiornata” solo di cosettucole più eye candy che altro e di colpo pretendere che evolva in maniera massiccia a nuovi standard, nuovi concetti, nuovo tutto.
Si possono salvare alcuni (neppure tutti) concetti d’uso, alcuni si possono e si devono espandere (i datatype) ma la maggior parte della roba è da museo della battaglia di Waterloo dove il turista si stupisce che a quei tempi avevano già il cibo in scatola.
C’è poco da fare: o si riscrive da zero o si deve prendere una base già pronta tipo linux e costruirci sopra un accrocchio come apple ha fatto mescolando lo stile di macos 9 con unix.
O si tenta la strada del rilancio serio anche a livello tecnologico o ci si deve inventare qualche teatrino che punti alla continuità solo di facciata.
@Neutrino76: credo che il più grosso difetto degli amighisti integralisti sia quello di non essere maturati, rimanendo aggrappati ai sogni di un’epoca fanciullesca.
@Wilfrick: non ti nascondo che più i problemi sono complicati, più mi diverto a rivoltarli come un calzino per analizzarli in tutti i dettagli e presentare le varie possibilità di soluzione o impedimento.
Ma a parte questo “giocare” (che comunque mi richiede parecchio tempo), lo scopo è un altro, ed è tutt’altro che inutile. Quando si presenta una tesi come quella esposta nel titolo dell’articolo, non bisogna lasciare spazio all’immaginazione o possibili “vie di fuga”: tutto deve portare a un ben preciso punto della discussione.
Il punto è poi quello esposto alla fine dell’articolo: basta con l’esecuzione di applicazioni 68000 in maniera trasparente; passiamo, invece, a un emulatore racchiuso in una sandbox. Che poi è quello che sia tu che D auspicate.
Per quanto riguarda i s.o. AmigaOS/like, già da tempo dico che è necessario aggiornarli portando tutte le tipiche funzionalità dei s.o. più moderni e avanzati (oltre che solidi). Questo comporterà necessariamente il taglio della retrocompatibilità col passato, anche per quanto riguarda le applicazioni. Ma è un prezzo che è necessario pagare.
Infine ai fondamentalisti devi dare principalmente il look & feel di AmigaOS, la sua reattività, e le vecchie applicazioni. Per il resto se sotto girasse Windows camuffato e non ne fossero a conoscenza, per loro sarebbe tutto a posto.
Ad esempio AROS hosted su Windows è un fulmine quanto a reattività (anche se non è stabile): messo a tutto schermo senza far apparire alcun elemento del s.o. che c’è sotto, farebbe la sua porca figura, come si suol dire.
Quindi mi pare che siamo abbastanza allineati, non credi? ;)
@[D]: basta con Linux alla base di tutto. E’ anni luce lontano da AmigaOS e la sua filosofia.
Poi non vedo perché affidarsi necessariamente a un s.o. esistente. Si può anche cambiare l’esistente, come già detto prima.
“basta con Linux alla base di tutto. E’ anni luce lontano da AmigaOS e la sua filosofia.”
Ne sei veramente sicuro ? Se dovessi in questo momento riscrivere da zero amiga os, prendendo in considerazione le necessità attuali del mercato e le attuali evoluzioni tecnologiche, a lavoro concluso, potresti stupirti di quanto potrebbe risultare simile il nuovo amiga os ad un sistema unix-like.
Anche windows, macos e haiku sembrano tanto diversi e poi, scava scava, t’accorgi che i punti in comune sono molti più di quelli che sembrano tanto che puoi concludere che “filosofia non implica dogma”.
“Poi non vedo perché affidarsi necessariamente a un s.o. esistente”
Migliaia di sviluppatori che lavorano attorno al kernel e le librerie di base, driver per ogni cosa e le architetture più disparate (poi certo, se pretendi mips allora i guai te li cerchi), framework veramente avanzati (a volte a vedere la mancanza di determinati programmi sia su amiga che morphos mi porta a dubitare perfino della bontà delle tanto decantate reaction e mui) supporto da subito a “cosettucole” quali stampanti e scanner (nel 2012 queste due cose sono tutto meno che da darsi per scontate nel mondo amiga, qualunque sia la ragione è comunque una vergogna). Si piange tanto miseria che non ci sono le braccia poi quando vengono offerte ci si volta dall’altra parte…ecchetelamenti allora…
il problema del mantenere ed evolvere AmigaOS nelle sue ben note incarnazioni è che forse il gioco inizia a non essere più tanto divertente e a non valere la candela.
Probabilmente la crisi economica, l’avanzare dell’età e il fatto che l’evoluzione informatica sta distaccandosi dal personal computer “classico”, restringerà l’interesse per amigaos a poche centinaia di persone al mondo e ciò nel giro di pochi anni, almeno in assenza di radicali cambiamenti di rotta.
Il salto di architettura, l’innovazione, etc sono tutti discorsi interessanti ma destinati a rimanere teorici, amigaos è in mano a chi specula sull’ormai palese fede religiosa di pochissimi appassionati, Aros è un giocattolo molto carino ma di certo non può interessare un’utenza particolarmente più ampia di quella che già ha…
Certo Cesare, non avevo alcun dubbio che tu la pensassi così, infatti il mio “sfogo” non era rivolto a te ma inveivo verso chi, di fatto, vive in un mondo a se stante pretendendo di aver ragione.
Se la “comunità Amiga” avesse avuto il cervello un pochetto ricettivo già 15 anni fa, adesso gli utenti magari sarebbero 500mila, 5milioni forse… ed avremmo un SO che lotterebbe seriamente con win…
Quante persone come te, Cesare, come D, avrebbero come minimo il dual boot? (per non dire una macchina esclusivamente AOS).
In quanto tempo si potrebbe compilare un’applicazione per AOS o per Win? Se guardiamo, ad esempio, a gimp, che nasce su linux, viene compilato per win il giorno dopo che esce la versione linux. Non sarebbe la stessa cosa per AOS su intel?
Io è già tanto se mi tengo uno scassone fatto con i pezzi della discarica per Aros… e neanche riesco a farci andare juae come si deve… uno sfizio proprio.
Di sicuro allo stato attuale delle cose non ci dedicherei niente di più
Se dovessi fare io un nuovo AmigaOS, semplicemente mi preoccuperei solo di replicare la funzionalità a livello utente e butterei a mare tutto il resto, e come contentino un emulatore integrato per i vecchi programmi (che gli utenti smetteranno comunque di usare appena arriveranno quelli nuovi – o quantomeno un porting serio).
Con Haiku ad esempio non mi preoccupo più della compatibilità binaria con i vecchi programmi BeOS – che sarebbe il punto fermo dell’intero progetto – e mi scarico direttamente le build GCC4.
Conservo gelosamente un portatile P3 per l’originale.
Naturalmente butterei a mare anche l’hardware PowerPC e tutti quelli che ci sono affezionati – a parte il fatto che il vero Amiga è 68k, se proprio lo volete usare tenetevi l’hardware vecchio e il software vecchio e godetevelo finché funziona.
Come per il discorso Haiku-BeOS di cui sopra, è quello che faccio con i miei vecchi Mac… per quello che li uso, i loro OS originali vanno benissimo.
P.S. I PowerPC possono funzionare anche in modalità little-endian, era il trucco usato dalla MS per farci girare NT. Anche gli emulatori PC per Mac come VirtualPC funzionavano grazie a quello, almeno fino all’arrivo dei G5 che non avevano questa capacità, e infatti fu necessario un aggiornamento degli emulatori che risultavano più lenti rispetto ai G4.
L’intervento di Biffuz mi ha fatto riflettere su una cosa. Siccome ha nominato Haiku, mi chiedo perchè mai l’utente Amiga aficionado dovrebbe restare attaccato al passato invece di optare appunto per Haiku.
Tanto l’eredità filosofica di AmigaOS è stata ereditata da BeOS prima e Haiku poi. Il software per AmigaOS è onestamente troppo vecchio; quante funzionalità mancano? Suppongo parecchie rispetto agli equivalenti software windows/linux/mac.
Quindi va bene l’attaccamento ma preferirei fosse rivolto verso una filosofia del software piuttosto che verso un determinato prodotto.
Altrimenti si rischia di attaccarsi al passato e non voler nemmeno sentir parlare del futuro.
Il discorso linux si, linux no è ozioso. Difficile dire quale strada converrebbe. Esistono kernel con un’architettura migliore di linux? Uh, hai voglia! Esistono già pronti? Ehm, qui la cosa si fa difficile.
Considerando che la scarse risorse degli amighisti, sarebbe opportuno puntare su Hurd ( ebbene si, non linciatemi ). Si potrebbe optare per uno dei kernel della famiglia L4, ma vengono sviluppati seriamente? Io ho l’impressione che ci giochino un pò le università per scopi di ricerca ma che siano carenti per l’uso che ne deve fare un OS general purpose.
Un’altra possibilità sarebbe prendere il kernel di Haiku o addirittura andare alla radice e prendere NewOS.
“Aggiungendo 1000 dollari per il porting di AmigaOS su x86…”
Non ho capito questa frase. Non penso tu intenda letteralmente quello che c’e’ scritto, vero? Con $1000 non si farebbe quasi manco l’analisi di un progetto del genere…
Comunque l’articolo è – come sempre – davvero ben strutturato. cdmauro for president.
@alex
“ma vengono sviluppati seriamente?”
Ecco la domanda da un milione di dollari. Che esistano kernel migliori di linux è pacifico ma se poi sono carenti lato driver e periferiche cosa ci fai ? Si ricomincia a giocare con una selezione elitaria di hardware col quale al massimo pilotare il macinacaffè ?
@[D]: premesso che non è mi chiaro quali sarebbe tutti questi punti in comune fra Windows (ma anche AmigaOS) e gli altri s.o. POSIX che hai citato, ciò che chiedi esiste già e si chiama AEROS.
Comunque per come la metti, allora sarebbe meglio prendere Windows come base, perché fra i s.o. è quello che offre più garanzie rispetto alle caratteristiche che hai elencato.
Con ciò rispondo anche ad altri commenti che vertevano all’incirca sullo stesso argomento.
@Wilfrick: l’intercambialità delle piattaforme rispetto a un determinato software si ottiene, però, aggiungendo altri strati, anche pesanti, nei quali convogliare le diversità fra i vari s.o. e le loro librerie.
Pesantezza che mal si sposa con AmigaOS & co.. Inoltre tante volte bisogna fare i salti mortali perché AmigaOS è MOLTO diverso dai s.o. POSIX, e implementare l’infrastruttura di cui sopra richiede tempo e risorse.
Lo stesso problema ce l’ha Windows, anch’esso molto diverso da POSIX, ma con le quote di mercato che ha non mancano braccia per arrivarci. AmigaOS & co., invece, non se lo possono permettere.
Comunque negli anni sono arrivate librerie per aiutare in questo lavoro, col risultato che questi s.o. stanno sempre più perdendo la loro identità.
@Biffuz: non ricordavo che i PowerPC G4 potessero funzionare in modalità little-endian. Grazie per l’interessante informazione (ma ho apprezzato anche il resto del commento).
@alex: sì, molti amighisti si sono aggrappati a BeOS dopo che la Commodore è fallita. Ma non per questioni puramente tecniche, quanto perché i due s.o. sono molto diversi (BeOS è anch’esso un s.o. POSIX-compliant). Da questo punto di vista non può certo esserci alcuna “eredità”.
@Uebmaestro: i 1000 dollari erano riferiti per ogni singola macchina venduta. Nell’ipotesi delle 50 macchine vendute che avevo fatto nell’articolo, i soldi per il porting sarebbero quindi arrivati a 50 mila dollari; cifra di tutto rispetto e, a mio modesto avviso, ben più che sufficiente allo scopo, per quanto già detto. ;)
“premesso che non è mi chiaro quali sarebbe tutti questi punti in comune fra Windows (ma anche AmigaOS) e gli altri s.o. POSIX che hai citato, ciò che chiedi esiste già e si chiama AEROS.”
Nessun sistema operativo moderno prevede la possibilità al singolo programma di macinare direttamente bit in memoria senza passare da api stabili.
Tutti i sistemi moderni prevedono sistemi gerarchici di utenze (pure haiku anche se al momento la cosa è grezza e molto wip come ai tempi di beos) così da evitare pasticci a zonzo.
Aeros è solo un mezzo giocattolo creato per far capire che del mondo amiga quel poco che si può ancora salvare non orbita nella parte bassa del sistema e della sua filosofia in generale. E’ un progetto destinato ad avere vita breve se il kernel originale di aros si evolverà seriamente o se verrà avviato un progetto di riscrittura partendo da una base seria e sviluppata da migliaia di persone come linux.
Penso che il kernel di windows non si possa prendere :D
L’esistenza stessa di AEROS indica, invece, che non è così assurdo considerare un Amigaos “on top of linux”.
Linux non sarà elegante al livello di codice ed architettura, ma è robusto e molto molto performante. La base ideale da cui partire per costruire qualsiasi cosa si voglia.
Alla fine il bello di Amigaos non sta nel kernel.
Citavo BeOS perchè, escludendo il fatto di essere posix compliant, ha fatto proprie molte idee della filosofia Amiga. Ad esempio il boot e lo spegnimento quasi istantanei, la struttura del file system ben organizzata e CHIARA, i datatypes ( chiamati accelerants ). E’ sicuramente il sistema che filosoficamente si avvicina di più ad AmigaOS.
propendo per haiku come base, invece della barretta si può usare la dock di amiga per conservare l’interfaccia grafica, e un emulatore ben integrato nel sistema per i programmi 68000 (in fondo apple ha usato rosetta per il passaggio da ppc a x86).
ecco alcuni validi motivi per preferire haiku a linux:
* gli schizofrenici sviluppatori dek kernel linux che cambiano ogni tanto api di stistema senza motivi validi e costringono continuamente la povera Nvidia a inseguirli
* la gestione del realtime visto che haiku sta messo meglio, la gestione multiutente per ora non credo serva a granchè e quindi ha
* drivers stabili visto che non soffrono dei problemi di ricompilazione che affliggono linux (e anche android a causa del kernel monolitico)
i difetti possono essere la scarsità di drivers e la gestione multiutente (che secondo me non serve un granchè)
Lo sviluppo di haiku sta procedendo a rilento (più di un anno dall’ultima release alpha) e comunque presenta proprio uno dei problemi che andrebbero evitati: la scarsità di driver.
Quello che qui si deve capire è che non si può pretendere di rilanciare alcunche se poi, anche avendo il miglior os del mondo, non si trova il ferro al quale accoppiarlo.
Super miliardari filantropi in grado sia di riunire dei novelli Da Vinci del codice (ammesso di trovarne) che di produrre hw dedicati in perdita non ne esistono quindi qualsiasi progetto volto ad evolvere il passato o di supporto verso kernel, come dire, “incompresi” sono da escludere a priori.
Lo scarso numero di persone capaci di realizzare qualcosa impone la scelta di un sistema con alle spalle fior di sviluppatori, anche se la sua filosofia può non piacere, in modo da potersi concentrare su quelle cose che possono realmente trasmettere un’esperienza d’uso amiga-like.
@[D]: quelle che hai citato sono, appunto, caratteristiche (di molto alto livello) di un s.o. moderno. Ma da qui a paragonare Windows con OS X e Linux, permettimi, ci passa la fossa delle Marianne.
AEROS, ribadisco, è ciò che hai auspicato che si facesse con AmigaOS. Non capisco perché adesso non andrebbe bene. Posto che, come già detto, preferirei che fosse AmigaOS & co. a evolversi aggiungendo ciò che manca.
Perché, e qui rispondo anche agli altri che hanno commentato sulla questione, se il problema più importante da risolvere è quello dei driver, allora il s.o. principe a cui guardare rimane Windows. Che, peraltro, si trova nel 90% delle macchine, per cui si può benissimo sfruttare anche per farci girare sopra il surrogato rimasto da AmigaOS dopo avergli strappato l’anima.
Inoltre l’idea di doversi rivolgere ad altri s.o. la trovo arida, perché in questo modo non si fa innovazione in questo campo (a maggior ragione con un kernel monolitico e mostruosamente complesso oltre che pesante, come quello di Linux). Invece personalmente trovo interessante che siano proposte nuove soluzioni.
Per questo non mi attira neppure il kernel di Haiku, che peraltro trovo sempre troppo distante da AmigaOS (il quale E’ anche costituito dal suo kernel). A parte le API che NON sono fortunatamente POSIX-compliant, anche i comandi / shell, i volumi, le librerie (codice puramente rientrate), driver & filesystem (a tal proposito il MultiUserFileSystem permetteva la multiutenza anche sui normali Amiga), gli schermi, ecc. fanno parte dell’ecosistema che si differenzia da tutto il resto, e che gradirei rimasse lo stesso.
Mia opinione, sia chiaro, che non voglio imporre a nessuno. ;)
Aeros è un pochino meglio di quei giocattoli di Amithlon e Amiga Forever ma si può fare molto di più, basta accettare il fatto che altrove c’è molto di meglio ed è un peccato lasciarlo lì dov’è.
Comunque sia a forza di guardare in bocca al cavallo, finirà che non resterà neanche un mulo a tirare la carretta. Se è questo ciò che si vuole…
Comunque sia il kernel di windows non si può prendere per ovvi motivi legali.
Detto questo, è bene restare coi piedi per terra. Il punto è capire se è più conveniente mettere mano ad AmigaOS o portare l’api su un altro kernel.
L’altro problema è quello del ferro, da non sottovalutare sicuramente ma si possono trovare compromessi. In fondo l’amighista è disposto anche a comprare hardware compatibile, purchè non sia datato/inferiore alla concorrenza e non sia davvero pochissimo.
In questo senso ci vorrebbe una sinergia tra produttori di hardware e chi sviluppa il sistema operativo. Non capisco perchè si fissano nel supportare hardware di millemila anni fa, non più competitivo in termini di prezzo, caratteristiche, performance.
Non penso che sia impossibile per loro andare da gente tipo Nvidia e soci, firmare un nda e farsi dare le specifiche per sviluppare driver. Basterebbe mettersi d’accordo con 5-6 produttori hardware, in modo da avere una base accettabile di hardware supportato dal sistema operativo.
Così si risolve il problema di basarsi su altri kernel, si fanno contenti i duri e puri e si rende il sistema operativo un pò più adatto ai tempi attuali.
Parole come “sinergia tra” è come quando una persona con un’idea cerca dei soci in un affare: se quest’ultimo presenta dei rischi, quasi certamente non ci sarà nessuna “sinergia tra”.
I produttori di hardware non hanno bisogno di aspettare amiga per fare affari, non sono loro che devono approcciarsi ad amiga per sopravvivere ma il contrario. La necessità di stare su qualcosa tipo linux serve proprio ad avere in mano qualcosa senza diventare matti dietro alleanze e sinergie che poi non vanno lontano.
Quella tra Anima Inc., Eyetech, Mai ed Hyperion dovrebbe essere un esempio di come finiscono certi progetti quando la carne alla fine non c’è
Mi rendo conto, ma quello che io propongo è innanzitutto avere un prodotto, ovvero “noi lanceremo tra un anno il computer XYZ che fa questo e quest’altro in più rispetto ad un pc”.
In quel caso si trova gente che produce hardware e disposta ad ascoltarti.
Soprattutto il mercato ARM è fatto di player che non si tirano indietro e vendono proprio grazie a partnership con aziende medio/piccole. Ad esempio Allwinner è un noto produttore cinese di SoC ARM, che fornisce i chip ad un mucchio di aziende che producono hardware di nicchia.
Ovviamente potresti farmi notare che Allwinner il supporto lo dà e ne dà tanto, ma solo su linux. E infatti tutti i produttori di board con SoC Allwinner fanno girare linux. Tuttavia, essendoci driver opensource, si potrebbe fare lo sforzo di portarli su AmigaOS.
Seguendo questo ragionamento diventa ancora più spiazzante l’atteggiamento dei soggetti coinvolti attualmente nell’affare Amiga. Perchè non passano ad ARM? Possono non montano un A10? E’ mai possibile che non vedono queste possibilità? Non sanno che ci sono fab cinesi che ti producono anche poche migliaia di pezzi?
Tutto questo mi lascia sinceramente perplesso, perchè basterebbe raccattare hardware in Cina e sfruttare i driver opensource per fornire AmigaOS del necessario supporto. Alla fine non avresti una macchina che compete con un Core i7, ma sicuramente qualcosa di meglio di quell’accrocchio da 3000$ che spacciano per il nuovo Amiga.
“noi lanceremo tra un anno il computer XYZ che fa questo e quest’altro in più rispetto ad un pc”.
Viva il celodurismo in divenire. Neanche la HiToro aveva osato tanto avendo presentato un mezzo prototipo.
Poi non appena qualcuno chiede cosa dovrebbe montare questa macchina delle meraviglie in grado di fare il mazzo a fior fiore di pc e mac con i7 e xeon da 12 core e successivi si risponde “quel cosino di allcoso che trovate dentro le calcolatrici del fustino” unito ad sistema operativo che fino a quel momento sarebbe una totale incognita.
Cioè no per carità, il tendone di zelig potrebbe anche farselo un tour internazione in quel del CES e dei comici lato tecnologia non li hanno ancora presentati, magari un posticcino salta pure fuori…
@alex: il kernel di Windows non devi mica rubarlo. Windows è già installato, per cui basterebbe installarci AROS di sopra. ;)
Comunque AROS è già disponibile da tempo come soluzione hosted. Io l’ho provato di recente proprio su Windows, ed è molto fluido e reattivo (anche se ci sono troppi bug per essere utilizzabile).
Per quanto già detto non ritengo opportuno usare altri kernel da mettere come base per AmigaOS, ma si possono aggiungere le caratteristiche che mancano all’esistente.
Riguardo all’hardware, è morto con Commodore: non ha senso svenarsi in soluzioni pseudo-custom che costano un occhio; basta attingere al mercato esistente.
Ed è impensabile chiedere a produttori di schede video supporto per i driver, quando già per Windows, OS, Linux e FreeBSD Nvidia non ne vuole sapere e fa tutto in casa, conservando gelosamente codice e documentazione.
Infine questa gente non passa ad ARM (o x86) perché è visceralmente e fanaticamente legata ai PowerPC. Forse non hanno voglia o hanno paura di passare a una piattaforma diversa, che conosco poco o per nulla…
Grazie per il bell’articolo, che spiega tante cose e rinforza, se ancora ce n’era bisogno, la mia posizione sull’argomento (emulazione vs “nativazione” delle applicazioni 68K). Aggiungerò come nota di folklore il fatto che AROS in versione 68000 cerca di essere compatibile con l’AmigaOS 3.x originale e, per molti versi, ci riesce. Quindi, per far girare le applicazioni 68000 “noialtri” usiamo una macchina virtuale Amiga (Janus-UAE) su cui gira un’istanza di AROS per 68000 e di cui “esportiamo” le finestre sul desktop principale. La figata di questa soluzione è che possiamo condividere molte impostazioni dei due sistemi (host e guest) e fare sì che i programmi per 68000 appaiano del tutto identici a quelli nativi, esattamente come gli amighisti-ng si aspettano dai loro sistemi con Petunia e Trance (o come diavolo si chiamano).
Preciso e puntuale, ma a che pro?
Ad oggi il mercato amiga esiste perchè esiste questa situazione. Nel momento in cui si passa ad x86 non è che muore l’os come molti su awnet o aorg paventano, piuttosto muoiono aeon e acube che tengono in piedi giocoforza il mercato.
Queste case con i loro prezzi altissimi rafforzano il senso di nicchia e di tana. Se sparissero sparirebbe molto del collante che ancora tiene insieme la comunità superstite.
Non credo la pirateria avrebbe grossa influenza, anzi sono convinto che le licenze aumenterebbero.
Riguardo linucs, iunics, beeeos e schifezze varie, con amiga non hanno niente a che vedere. Meglio o peggio non lo so ma niente a che vedere.
Nel frattempo pubblicizzo alla grande Icaros e Aspire Os. Due distro di Aros. Provatele che sono un bijoux (per chi ha un aspire one la seconda è tagliata su misura).
@Paolo: AROS ha pure il vantaggio che eventualmente è possibile realizzare una versione “custom” della versione 68000, da usare con Janus-UAE.
@rebraist: A-Eon non esisteva prima del progetto di Trevor, e il suo lavoro è rivolto a nicchia di facoltosi (l’X1000 è carissimo). Per cui a fare da collante effettivamente sarebbe ACube.
Ma il progetto di AmigaOS 4 è ben precedente anche ad ACube, ed è portato avanti da una software house (Hyperion), non da un produttore di hardware. Quindi l’interesse dovrebbe essere quello di vendere il software, non l’hardware.
Capisco, comunque, il tuo punto di vista, che mi pare molto realistico della situazione in cui versa la comunità Amiga NG.
@cdimauro:
Sai cos’è?
Amiga mi piace (e non poco come diceva Filini riferendosi al pesce-ratto di Fantozzi).
Chiaramente è una cosa sentimentale: non c’è nessun motivo razionale per usarlo. Ma d’altronde non ho nessun motivo razionale per non preferirlo.
Uso windows perchè lo ritengo il miglior sistema operativo in giro, uso pochissimo linux perchè non ho praticità con esso (ieri per cercare di copiare due file su android sono impazzito perchè ignoro la disposizione delle cartelle).
Ora un os4 (o un morphos), portato su piattaforma papabile e fruibile (x86) sarebbe solo un bene.
Sfido chiunque dei fanatici amighisti domandandogli: “chi di voi non lo comprerebbe?”. Siamo tutti quarantenni o giù di lì e al di la di un paio di irriducibili tutti lo compreremmo.
Anzi sono sicuro (arcisicuro) che aumenterebbe l’utenza.
Aumenterebbe la pirateria, ma questo può essere un bene.
Io ho un hackintosh, ma ciò non toglie che io, come altre tonnellate di persone, hanno comprato (dato anche il prezzo basso) osx originale. Mettiamo che (dato il prezzo) solo la decima parte di quelli che lo scaricano pirata lo comprino originale. Beh, sono sicuro che gli utenti aumenterebbero solo.
Poi dopo sta alle sw house: non essendoci solo gli irriducibili quarantenni a seguire (che ingoiano tutto sorridendo) hyperion dovrebbe assumere personale. Idem il team morphos. Il ragazzino di quindici anni inizialmente stupito dalla velocità dell’os dopo quindici giorni manderebbe tutti a quel paese.
@rebraist
Come non quotarti :)
Io lo comprerei, anche se non tradirei mai la fiducia riposta su Aros (ti dirò di più se anche Aros fosse a pagamento comprerei anche quello se questo aiuterebbe una più veloce diffusione, anche se per questo ci sono i Bounty).
Beh, direi che rebraist ci ha costretti a rimettere i piedi per terra.
Dunque niente che non sia AmigaOS? Quindi pure la soluzione windows è bocciata.
A questo punto rimane solo la possibilità di mettere mano ad AmigaOS, portarlo su altre architetture, migliorarlo, aggiungere quello che manca, ecc…
Solo che in quel caso, chi produce hardware Amiga sarebbe fuori dai giochi, visto che il sistema girerebbe pure su hardware comune.
Per cui non lo faranno mai.
ottimo articolo, anche se non sono riuscito a rileggerlo….
AROS fa la sua parte e arm fa la propria…
x86 lo lascerei stare per il momento…
come detto in precedenza amigaOS lo vedo bene al posto di android su macchine con tegra3…..
ma questi sono sogni….
amiga è finito nel 1996 quando tutte le sue migliori applicazioni sono state portate su piattaforma windows…..
oggi ne rimane un bel ricordo….
E vabbuò, tra altri 25 anni sarete ancora qui a parlare di chipset arcaici.
Perdere treni in corsa è oramai diventata una specialità della piattaforma: una volta per non scontentare il fanatico religioso, un’altra per non dispiacere quello tecnologico che alla soglia degli anta riscopre la filosofia ed intanto la piattaforma muore.
RIP
(se non fosse che i venture capitalist pazzi sono tutt’altro che abbondanti, ci vorrebbe proprio qualcuno che comprasse tutto il pacchetto e ci facesse sopra il bello ed il cattivo tempo dandovi da scegliere esclusivamente tra ingerire la minestra o volare dalla finestra)
mmm, alla fine della fiera mi pare di capire che non se ne esce
AmigaOS senza un Amiga kernel non è Amiga
AmigaOS senza l’hardware “strano” rischia di far estinguere tutte le azienducole che ci campicchiano intorno
quindi che fare? continuare a mungere la mucca fino a che dura
il punto che a me interessa è l’eredità di Amiga, ovvero se c’è un sistema operativo che in qualche modo ha ereditato il meglio dell’AmigaOS
imho Haiku implementa molte caratteristiche presenti in Amiga e altre sono chiaramente in linea con la filosofia Amiga
gli altri hanno fatto guazzabugli enormi, addirittura col mobile hanno abolito pure il concetto di file ( almeno a livello utente )
i risultati di queste scelte scellerate onestamente non mi piacciono nemmeno un pò
Ma perche’ no MIPS?! La societa’ ha spaventosamente bisogno di rilanciarsi vendendo processori….
L’architettura e’ ottima,ha i 64 bit…..
Perchè no MIPS ? Perchè c’è scarso supporto software ed i prezzi sono mediamente più alti. Per pagare tanto ed avere poco si può continuare con i powerpc.
Sinceramente visti i numeri in campo, molto scarsi, mi chiedo come si può, con quale coraggio, ci si può permettere di sputare contro soluzioni in grado di offrire risultati concreti nel giro di un paio d’anni, costi di sviluppo minimo, prestazioni mica da ridere, software e driver per tutti i gusti, solo perchè non perfettamente allineate ad una filosofia completamente fuori dal tempo (anche perchè i computer si sono leggermente evoluti dal 1985).
Ci fosse ancora un’alternativa valida rispetto agli anni di questo nuovo secolo ma non c’è: una costante “campagna nostalgia” fa polpette di qualsiasi tentativo di riportare amiga tra i vivi e giovani imponendo in dote la macchina per la dialisi ed il polmone meccanico.
Emulazioni trasparenti ed api monche che ne fanno una questione di stato se il programmuzzo realizzato quasi trent’anni prima fa i capricci invece di preoccuparsi di dare di nuovo lustro ad un nome che è stato un faro finchè il buon senso trionfava sulla follia di massa.
Ci si lamenta che non si trovano investitori ma voglio proprio vedere chi ha il coraggio di investire due lire in un progetto che non vuole staccarsi dal passato, che non vuole mai compiere il salto di qualità necessario a ripartire.
Il jolly del folle è stato buttato con Trevor: d’ora in avanti non resterà più niente.
@D:
La leva degli irriducibili è ridottissima: chi ci campa, ci marcia e ci guadagna è hyperion.
Il vero problema per il passaggio ad altre piattaforme non sono gli irriducibili quanto la sw house che ne detiene i diritti:
1) motivo legale: c’è un accordo tra hyperion e ainc per lo sviluppo di amigaos. Bisognerebbe leggerlo e capire se loro possono portarlo su “non amigaone” (amigaone è una piattaforma ben precisa che prevede il ppc come cpu).
2) motivo reale: hyperion ha due programmatori full time dediti ad amiga os: i gemelli frieden. E basta… non c’è altri che si occupi a tempo pieno di quello che fu un grande os.
Ti ci vedi due persone che riescono a portare in tempi umani l’os su x86, a scrivere driver, e fare testing?
Sotto aros ci sono 4 o 5 coder fissi (peraltro parttime perchè è un hobby) e ci mettono mesi per realizzare piccole cose. Immaginati il porting di un intero sistema sotto x86.
Morale? Amiga Os, questo Amiga Os, morirà. C’è poco da fare. Per tutte le ragioni che sappiamo. E lo dico a malincuore perchè a me piace. Ma morirà. Perchè a meno di una nuova rivoluzione che porti ppc al potere del mondo, l’attuale piattaforma è legata a qualche migliaio di hobbisti (tra cui io). Hobbisti che non sempre hanno tempo, voglia e denaro di seguire.
Si spera in morphos e aros.
Il primo (di cui non amo il silenzio che vedo nel forum apposito) già ha una sua strada indipendente e sono sicuro che si evolverà ancora.
Il secondo sarà più legato all’originale commodore ma va da sè che è in continuo (benchè lento) miglioramento.
Poi è capace che finisce tutto a prescindere e amen. Ce ne faremo una ragione.
Allora, se un gruppo di studenti (il famoso mito del mondo linux, intendiamoci) decidesse un giorno di cominciare a realizzare prima una GUI, poi un DE e via fino a tirare fuori una distribuzione che tenderà a mascherare sempre più l’origine linux e far sembrare il tutto qualcosa di diverso (sembra la storia di macosx senza apple alle spalle), nessuno si potrebbe permettere di dire di un accidente.
Al principio tutto questo non si chiamerebbe Amiga bensì Cugina (mi vedo un pinguino con la parrucca e la giarrettiera) e l’utilizzo di una licenza open integralista come la gpl impedirebbe a furboni come quelli di Hyperion di fare la spesa a costo zero e nel giro di qualche anno il vecchio sarebbe costretto a cedere il passo al nuovo. A quel punto può arrivare veramente un pezzente qualunque con un dollaro, comprare il marchio amiga ed avviare una riunificazione.
Dimenticavo: 2 o 5 persone non possono tirare fuori dal nulla un sistema operativo con tutti i crismi richiesti adesso, però possono tentare la strada dela GUI.
Nel mondo linux anche i DE migliori sono partiti come progetti di pochi, a volte di singoli, poi si sono espansi e senza patemi causa stipendio.
E infatti lo scenario da te descritto è plausibilissimo. Cosa che capita più o meno ogni giorno. Poi progetti del generte nascono e muoiono continuamente.
Ora, parlare di qualcosa che sia il seguito di “questa amiga” è come parlare di aria fritta. Siamo tanto lontani ideologicamente da quel che fu il vero sistema (e lo dico a nome di tutte e tre le comunità poi chi vuole mi dimostri il contrario) che oggi amiga è un mostro panteista: tutto è amiga e niente e amiga.
Psx? E’amiga. Le gpu? Ovviamente amiga. Le sblive? Che te lo dico a fa? Il plug and play? amiga ancora. Windows? naturale evoluzione di amiga. Osx? Non ne parliamo.
Tutti vedono un pò di amiga in tutto. Anche in naturali opposti e contemporaneamente nello stesso soggetto.
L’eredità lasciata da quella macchina è effettivamente enorme.
Ma amiga è come il prog rock: passato il 75 abbiamo oggi gli spock’s beard che fanno il verso ai genesis e i porcupine tree ai king crymson (non parlatemi dei dream theater per carità).
Quel che nel 70 si fregiava del termine “progressive” nel 2012 usa gli stessi moog, controtempi e tempi dispari del 1975. Per carità, bellissimo, specie dal vivo. Ma ormai lo fanno tutti.
Per il bene di Amiga (A maiuscola) è necessaria una rottura ulteriore col passato. Qualcosa, anche solo sw, che sia segno visibile. Anche la morte.
Un periodo di pausa vera, continua e spassionata. Potrebbe far ricaricare le molle e creare qualcosa di nuovo. Cugina. Che certo non è unix (vogliamo qualcosa di nuovo non di decrepito). Qualsiasi altra cosa. Aria!!!!
Unix certamente è decrepito ma ha dalla sua una base di programmatori enorme che nel corso degli anni l’ha fatto crescere al punto che oggi te lo potresti ritrovare anche dentro una lavatrice.
Unix è un vecchietto che fa sport: ha 95 anni suonati ma gioca a tennis e tiene testa ai giovani perchè è vivo ed ha soprattutto voglia di vivere. Lo vedi, sai che è vecchio eppure ti stupisci perchè ci sono giovani che a confronto paiono già tenere un piede nella tomba.
Amiga invece è la vecchia babbiona che passa tutto il suo tempo a rimuginare il passato: ha diverse punte di Alzheimer e si diletta a rompere le scatole a tutti ripetendo i soliti quattro aneddoti sulla guerra vissuti nel ’43 incominciando sempre il discorso con “questa non la sai, te la devo proprio raccontare”. Sta seduta in poltrona a guardare la De Filippi, senza neanche capire cosa le passa davanti e si nutre più di pastiglie contro ogni accidente che farsi venire la voglia di uscire una volta a fare una passeggiata, anche solo sedersi su una panchina e vedere il mondo.
@alex: gli amighisti preferiscono far evolvere i s.o. AmigaOS/like piuttosto che attingere da sistemi “alieni”.
Poi ci sono ancora quelli convinti che senza hardware particolare non possiamo parlare di Amiga. Ma si tratta di gente che non riesce ad accettare di avere in mano pur sempre un PC, anche se cambia soltanto la CPU (che è un PowerPC).
Ma morta la Commodore, è morto l’hardware Amiga, ed è una situazione che, dopo tutti anni, si dovrebbe accettare.
Per quanto mi riguarda un s.o. “degno erede” di AmigaOS dovrebbe portarsi dietro tutte le caratteristiche peculiari (NON mi riferisco all’allegra gestione della memoria, ad esempio) e buona parte delle API (togliendo di mezzo o modificando quelle di cui prima).
@Giacomo: MIPS è morto come PowerPC. Inutile continuare sulla strada di processori il cui destino è segnato, altrimenti tanto vale rimanere coi PowerPC.
@rebraist: 1) dall’accordo si evince che si può portare AmigaOS ovunque. Quindi anche su x86 o ARM. Se non lo fanno, sai perché…
2) AROS è stato portato su diverse architetture. Inoltre… c’è il mio articolo che spiega un po’ di cose.
Quel che manca è la volontà, a mio avviso.
@[D]: dovrebbe esser chiaro che agli amighisti non piacciano Unix et similia. Accettiamolo una buona volta…
Gli amighisti non hanno diritto di dire cosa loro piace oppure no così come un naufrago che si butta da una nave che affonda non ha diritto di lamentarsi se si attacca ad un pezzo di legno piuttosto che una scialuppa.
L’imperativo è sopravvivere, il resto sono solo capricci.
E tu che diritto hai?
Sei tale e quale a un noto comico che ha la verità assoluta in tasca e pretende di imporla agli altri.
Se ti piacciono tanto Unix & derivati, sono affari tuoi. Ma non puoi imporre le tue idee e i tuoi gusti agli altri…
@D:
Ma qui non c’è nessuna barca che affonda!
Gli amighisti (e metto insieme le 3 comunità che fanno capo agli os like amiga dai più pacifici ai più fanatici), a un’affermazione di “barche che affondano” ti guarderebbero perplessi perchè le comunità sono vive fin troppo.
Quando io mi auguro che questa situazione finisca (Amiga muoia) so bene, purtroppo, che non sarà così.
Sono 20 anni che la piattaforma è morta eppure sono 20 anni che è viva e vegeta. Arretrata ma viva.
Si può dire lo stesso di unix che per proporlo alle masse lo devono nascondere? (leggasi osx e android) E dove appare visibilmente non supera il 4% di parco utenti? (linux).
Quello stesso ricordo affettivo che ha fatto sopravvivere amiga a sè stessa non si potrà mai verificare per linux. Tuttalpiù potrebbe sopravvivere il ricordo di osx in quanto apple l’ha proposta come qualcosa di fortemente inquadrato, visibile, brandizzato, tipizzato e così via.
Il vecchietto ha 95 anni, è vero ha molti, moltissimi anni. Ma non se l’è mai filato nessuno al di fuori degli ambienti universitari (dove lo davano a gratis e completo di codice quindi adatto agli studi, non perchè più valido). Non fosse stato per ubuntu manco il 4% avevano.
Per sintetizzare meglio questo unics pensiero riporto un link da un sito dove il redattore cerca di capire perchè linux sia poco diffuso. Tra alcune ragioni anche tanti torti e ciò che emerge spesso è il razzismo stupido che l’utenza gnu/linux ha verso il resto del pianeta… riporto solo un passo per esempio:
“Per l’utente GNU/Linux, l’utente desktop è una via di mezzo tra il prototipo del cretino e il demonio. L’utente GNU/Linux non riesce a concepire la sconsideratezza con cui l’utente desktop usa le applicazioni che non comprende e con cui configura un sistema che non capisce; si irrita di fronte alla sua irritazione per dover studiare prima di ottenere un risultato; si sente personalmente ferito dall’ignoranza delle implicazioni etiche dell’uso del software proprietario anziché del software libero.
Bene, l’utente GNU/Linux ha ragione, ma ha anche torto marcio.
Nessun uomo può arrivare dappertutto e nessun uomo può essere perfetto”
Siamo al filosofico: l’uomo non arriva a certe cose, non sempre l’uomo è perfetto. Chi non usa (o non sa usare) linux non è perfetto. Chi usa linux evidentemente è invece perfetto…
No comment: per non ammettere un fallimento si espone una concezione del prossimo spesso da disadattati.. Buona lettura.
http://www.claudioromeo.it/Joomla/index.php/informatica/105-la-diffusione-di-gnu-linux-l%E2%80%99ottimo-%C3%A8-nemico-del-bene.html
Cesare i casi sono due: o si mangia la minestra che, piaccia o no, sa di Unix e derivati o si salta dalla finestra. Amiga vuol saltare dalla finestra ? Vuol buttarsi a mare ? Si ricordi allora di legare il blocco di cemento anche a tutti i suoi integralisti pseudo religiosi ma pure tecnici, tutti buoni a parlare, a masturbarsi su architetture e righe di assembly con articoloni chilometrici ma quando si tratta di tirare fuori qualcosa di concreto vanno avanti a editor di testo e port di programmi guarda caso nativi del mondo unix perchè non sono neanche capaci di cacciare fuori una suite d’ufficio monca o un supporto basilare per far funzionare una cavolo di stampante. Poi tutti a lamentarsi di quanto il mondo è brutto e cattivo, dei complotti delle altre compagnie, dell’ignoranza della gente e via verso l’infinito, un sogno dietro l’altro mentre la realtà è fatta di polvere e cenere.
@Rebraist
“comunità sono vive fin troppo.”
Comunità composte sempre dagli stessi tizi, totalmente chiuse ed incapaci di accettare contributi dall’esterno anche quando si definiscono aperte, me le definisci vive ?
Sono morte viventi, sono morte dentro, come la brace dentro la stufa.
“Sono 20 anni che la piattaforma è morta eppure sono 20 anni che è viva e vegeta.”
Alla faccia… sono tre anni che perfino pianeta amiga è saltato e si ha ancora il coraggio di parlare di piattaforma viva e vegeta ? Vegeta nel senso che è un vegetale.
“Si può dire lo stesso di unix che per proporlo alle masse lo devono nascondere? (leggasi osx e android)”
Funziona come strategia ? Sì, allora si può tranquillamente riapplicare per amiga.
Quale sarebbe la percentuale di penetrazione di windows se tutt’oggi obbligasse la gente ad usare la linea di comando o desse per scontato che la massa deve conoscere la struttura del file system per poter modificare il file di configurazione dove sono segnate le risoluzioni dello schermo ?
Non nascondiamoci dietro un dito, unix è prima di tutto una serie di regole ed interpretazioni dell’informatica talmente buona che ha saputo sopravvivere al tempo ed ai cambiamenti tecnologici, riuscendo anche ad evolvere e rendersi comunemente umano.
KDE era nato per dare una maschera windowsiana a linux e c’è riuscito talmente bene che adesso tanti manco si rendono conto di cosa c’è sotto il cofano. Basterebbe giusto qualche ritocco qua e là come un file system più umano e chi si accorgerebbe più delle origini “complicate” di tutto il pacchetto.
Troppo complicato fare un simile tentativo verso amiga ? Meglio non provarci, meglio demonizzare il tutto a priori perchè se (rido, se… quando!) i risultati dovessero essere veramente migliori, fior di guru dovrebbero prendere la vanga e tornare nei campi.
“(dove lo davano a gratis e completo di codice quindi adatto agli studi, non perchè più valido)”
Davano Irix, Aix e Solaris gratis per pc ? Tolti gli ultimi anni di Sun (e comunque non girava molto bene su macchine normali), gli altri due manco per scherzo. Se li volevi, compravi le rispettive workstation e le pagavi a peso d’oro.
“Per l’utente GNU/Linux, l’utente desktop è una via di mezzo tra il prototipo del cretino e il demonio.”
Lascia perdere gli utenti GNU/Linux e preoccupati solo di quelli Linux senza troppi fanatismi da barboni ancora più fuori del tempo e soprattutto del buon senso.
Il tuo problema è che vedi soltanto Unix & co. Lo si evince dai tuoi commenti, dove sembra che non esista al mondo altra soluzione come kernel moderni dai quali attingere.
E fai il passo più lungo della gamba quando affermi o Unix o morte per AmigaOS/like.
Beh, nonostante tutto, la comunità Amiga continua a utilizzarli, anche se c’è “di meglio”.
Fattene una ragione…
Hehe, mi costringete a studiarmi un pò di cose su Amiga a questo punto. Ammetto di essere abbastanza ignorante riguardo questo sistema. Stranamente sono stato un utente di commodore 64 per anni, ma Amiga manca nel mio bagaglio culturale ( tranne qualche fugace incontro con la piattaforma ).
Mi ha incuriosito soprattutto l’affermazione di rebraist circa “il nascondere le complicazioni di unix”. Voglio dire, un filesystem è un filesystem, lo è in unix così come lo è in Amiga. Quale differenze sostanziali lo rendono “brutto” rispetto a quella Amiga? Alla fine non si arriva sempre a nasconderlo sotto una coltre di icone, avviatori, ecc… ?
Pure nel mondo windows facciamo così. I file sono brutti, con nomi orribili, una gerarchia di directory incomprensibile, ma poi tutto viene nascosto sotto il manto di una gui organizzata, che addirittura è arrivata proprio ad occultare completamente la struttura sottostante con i windows recenti ( parlo di libraries, virtual folders ).
BeOS è stato il primo ( che io conosca ) ad implementare questo concetto. Attualmente pure windows, macos e linux ( gnome ) lo implemetano.
Quindi dove sta la differenza con Amiga? AmigaOS ha, in qualche modo, questi concetti implementati a livello di filesystem?
Il punto qui non è trovare kernel moderni ma trovarne intorno ai quali orbiti finalmente un ecosistema fatto di programmi per ogni esigenza, driver in abbondanza così da non essere più legati ad hardware di padre ignoto senza dimenticare fior di know how da parte di giovani come di “vecchi” con tanta esperienza alle spalle.
Un kernel moderno tutto questo non lo può offrire a meno che non goda di finanziamenti a dir poco immensi alle spalle.
La FED ha intenzione di inondare il pianeta con un miliardo di dollari al giorno, per fronteggiare la crisi dicono: ecco se si riuscisse Bernanke a convincere a dare un giorno di tipografia ad amiga, ci sarebbero sicuramente tutti i soldi di questo mondo per cercare o creare ex novo il super kernel alieno che ti sogni la notte, fornirlo di programmi e driver come dico io, trovando la quadra a tutti i capricci filosofici del karma.
Peccato che la FED non si trova lì per fare veramente gli interessi della gente e che quel miliardo di carta stampata a loro rende sicuramente di più iniettarlo con la forza nelle altre nazioni del globo quindi se si vuole fare veramente qualcosa e non solo parlare si deve giocare con quello che passa il convento.
è inutile continuare a dire Amiga(OS) morirà… morirà… per colpa di hyperion o di chissa chì. E’ già morta, si tratta solo di elaborare il lutto.
Hyperion è semplicemente il becchino che lavora e guadagna nel seppellire definitivamente ciò che è morto.
Aeon i cassamortari…
@alex
“Alla fine non si arriva sempre a nasconderlo sotto una coltre di icone, avviatori, ecc… ?”
Infatti è quello che dico io. Si può tranquillamente prendere il cuore maturo di unix (ma poi perchè unix, io parlavo di linux) e mascherarlo al punto da farlo scomparire senza perdere i vantaggi che offre.
– Si accende il computer, invece di un log testuale, si trova un boing che salta (e l’avevano già fatto per amithlon).
– Tempo 10 secondi (tra ottimizzazioni lato distribuzione e maggiore potenza netta dei pc moderni si può arrivare a questo risultato senza cercare scorciatoie rischiose per la stabilità generale) e si ha a disposizione un workbench aggiornato basato ad esempio su qualcosa di solido come le QT (si potrebbe prendere tranquillamente Ambient di MorphOS che è GPL e riscriverlo levando di mezzo le MUI nell’eventualità che l’autore di quelle librerie si metta anche lui a rompere l’anima per non meglio precisate filosofie)
– Il filesystem si riorganizza tranquillamente secondo lo stile amiga (le cartelle classiche di linux o si levano di brutto sobbarcandosi però del lavoro extra al fine di garantire la compatibilità a monte o si nascondono alla vista proprio come succede in beos e haiku)
– Non piacciono i vari FS classici del mondo unix e linux come EXT4, Reiser e XFS ? Pace: qualche anno fa hanno aperto i sorgenti del Professional File System 3 ! Si fa qualche lavoretto giusto per renderlo capace di lavorare con dischi molto grandi e s’è recuperato un pezzo di amiga. Dove possibile è bene prendere dal passato, ma non bisogna impuntarsi sulle cose impossibili.
– Se la multiutenza brucia si può levare con un colpo di spugna non essendo questa parte integrante dello stesso linux (ma perchè poi ? una suddivisione anche solo tra utente root, normale e guest, starebbe bene ai fini della sicurezza)
– Qualcuno vuole rompere le scatole e cerca di smanettare per far venire alla luce l’origine linux della baracca ?
Comincia a fare CTRL-ALT-F1 per cercare la bash in emulazione e ti becchi l’amiga shell con i comandi amiga dos tutti portati per l’occasione. Tutte le cose che tradiscono l’origine del sistema se ne stanno nascoste e non risultano raggiungibili se non attraverso procedure di sblocco ben definite.
Sfido un utente comune vedere una cosa fatta così e dire “non è amiga”. I programmatori invece conosceranno la verità ma si presume che siano leggermente meno ottusi della media e se ne facciano una ragione. In fin dei conti se ci sono riusciti quelli che hanno lavorato per oltre vent’anni su macos classic, vuol dire che non è uno sforzo così disumano ed inaccettabile.
@alex: riguarda il sistema operativo di per sé più che il filesystem.
AmigaOS presenta il concetto di “volume”, che è pervasivo: te lo ritrovi ovunque, perché aiuta a gestire (e capire) meglio le risorse.
Tutti i dispositivi di archiviazione di massa hanno un nome di volume che li identifica (i due punti alla fine non sono memorizzati assieme al nome, ma servono a livello di AmigaDOS per capire che stiamo parlando di un volume e non di un’altra cosa): DF0: (primo floppy), DH0: (primo hard disk), RAM: (ram disk), ecc. Su Windows avresti A: C: R:, tanto per fare degli esempi.
Tutte le risorse mappate nei dispositivi di archiviazione hanno un nome di volume logico, in genere assegnato/ibile dall’utente: DefenderOfTheCrown: (il floppy inserito in DF0:), System: (l’hard disk montato come DH0:), Ram Disk (la ram disk mappata come RAM:), ecc.
La cosa interessante è che nel momento in cui, ad esempio, hai inserito un floppy e ci stai lavorando, lo hai “lockato”, ma puoi sempre smontare/rimuovere il floppy inserendone un altro (solo se non stai fisicamente leggendo o scrivendovi, ovviamente), e continuando a lavorarci; nel momento in cui sarà necessario leggere o scrivere nel floppy precedente, il sistema mostrerà una finestra di dialogo in cui chiederà di inserire il precedente floppy mostrandone il nome (“Inserire il volume DefenderOfTheCrown”), e non importa nemmeno in quale drive, perché potrebbe anche essere DF1: anziché DF0:.
Quella che in altri sistemi viene chiamata “label” ed è opzionale risulta, al contrario, utilizzatissima e fondamentale per il sistema.
A queste tipologie di volumi si aggiungono poi le “assegnazioni”, che sono dei volumi che “puntano” ad altre risorse (che possono essere di qualunque natura: volumi di dispositivi, volumi logici, altre assegnazioni, e infine anche path completi). Ad esempio, tutti i comandi in genere vengono cercati nell’assegnazione C: (che magari li cercherà nella cartella in System:C, dove System è il volume logico di cui sopra), e così via per tante altre risorse (font, librerie, device). La cosa interessante è che alle assegnazioni si possono aggiungere più risorse, in modo che il sistema possa cercare fra le varie risorse finché non trova ciò che gli serve (esempio: i comandi li posso cercare in System:C, Sys:C, DF0:C, Ram:Comandi, ecc. ecc.).
Grazie ai volumi AmigaOS risulta estremamente pulito e ordinato, con un’organizzazione delle risorse molto semplice e comoda, oltre che intuitiva. Ovviamente anche la normale organizzazione del filesystem riflette ciò: file e cartelle sono ben disposti, e con nomi autoesplicativi; l’esatto opposto di Unix & compagnia, che a forza di cercare acronimi o riduzioni ha prodotto porcherie come cat, ps, ls, ecc.; se apri una shell in AmigaOS e scrivi Dir Sys: o Dir C: ti accorgi subito della differenza.
I comandi, inoltre, hanno una sintassi molto pulita (e razionale) anche per quanto riguarda il nome e la tipologia dei parametri. Il tutto viene gestito da AmigaDOS in maniera omogenea (il parsing dei parametri in genere viene svolto da un’apposita API esposta da AmigaDOS, alla quale attingono tutti i comando).
Anche il sistema dei permessi su file è più razionale. Non esistono soltanto quelli di lettura, scrittura, esecuzione, ma ce ne sono di diversi tipi, con una granularità più fine, insomma, ma anche altro.
Ad esempio, i file di script sono marcati anche col flag S, cosicché il sistema possa eseguirli correttamente come fossero degli eseguibili, senza specificare il comando di esecuzione (Execute; sh, zsh, ecc. nel caso di Unix & co.).
Oppure un’altra caratterista molto utile è quella di marcare dei comandi come “residenti” con appositi flag, in modo che il sistema li mantenga poi in memoria dopo la prima esecuzione, velocizzando ovviamente tutte le successive chiamate.
Riguardo alle risorse nascoste, non esiste nessuna schifezza come il punto presente all’inizio del suo nome. Se non vuoi che un file sia visibile, basta non dotarlo dell’icona annessa (che è un altro file, col nome identico a quello della risorsa, ma che finisce per .info), e il sistema non lo mostrerà. Ovviamente puoi sempre far apparire tutti i file, se lo vorrai. Da shell tutte le risorse sono sempre visibili.
Altra cosa, i filesystem sono case insensitive, ed è così che il sistema stesso gestisce tutte le risorse. Com’è giusto che sia, visto che siamo esseri umani e non macchine.
OK, per il momento è tutto. Sicuramente avrò dimenticato qualche altra cosa riguardo al solo argomento filesystem. Se ricordo altro te lo scrivo.
Tutte queste cose che hai descritto sarebbero facilmente replicabili a livello di DE su *nix. L’utente vede quello che vuoi te e se ne sbatte se sotto il cofano si ragiona in cuneiforme.
Si potrebbe obiettare al massimo che nel mio esempio ci sono diversi strati per raggiungere lo stesso scopo, quindi che sarebbe più “lento” ma non facciamone un dramma: non è prevista una versione per 68k a 8Mhz di Cugina, non interessa a nessuno di portarci qualcosa sopra, tanto meno importa bloccare e far girare tutto lo sviluppo della baracca intorno ad una cpu buona ai tempi nostri solo per far andare una calcolatrice grafica.
@[D]:
Vorrei capire perché esistono tanti s.o. più o meno amatoriali, siano essi Unix/Posix che non, che hanno un loro driver model (e le problematiche che ne derivano), e tu vorresti che proprio quelli AmigaOS/like debbano abbracciare un kernel Unix gettando alle ortiche la loro identità (che non ha nulla a che spartire con Unix).
Si parlava di Haiku prima. Haiku ha forse lo stesso kernel / driver model di Linux? Non mi pare. E lo stesso si può dire di tanti altri s.o..
Quindi se qualcuno NON vuole omologarsi, beh, affari suoi. E se “‘a da morì” per questo, lasciamolo morire.
Secondo la tua ideologia, a questo mondo dovrebbe esistere soltanto 3 kernel: di Windows, OS X, e Linux. Beh, è una visione che non sposo, nella maniera più assoluta.
Non si può fare, perché sono troppo diversi. Se vuoi riprodurre (fedelmente) tutte le caratteristiche di AmigaOS devi snaturare Linux, con tanto di quel lavoro dietro che il progetto morirebbe nel giro di poco.
Anzi, è già morto: http://sourceforge.net/projects/arix/files/
http://scarabocchibinari.ilcannocchiale.it/post/2087157.html
Se basandosi su Linux servissero 10 secondi, su AmigaOS ne servirebbero di meno…
Solido e… pesante. Proprio uguale uguale ai framework e APi disponibili su AmigaOS…
Se ad Ambient togli le MUI, hai la minima idea dell’ENORME lavoro che dovresti fare per fargli usar le Qt? Dovresti riscriverlo da zero, in sostanza…
Poi esistono delle implementazioni “free” di MUI, per cui non sono destinate a morire.
Su questo ho già scritto ad Alex. Prova soltanto pensare a tutto il lavoro che sarebbe necessario per implementare quelle caratteristiche.
Mai avuto problemi coi filesystem. Sono, appunto, filesystem, e AmigaOS è abbastanza agnostico da poterne supportare anche di molto diversi da quelli “originali”. Tant’è che non si usa più l’FFS nei s.o. AmigaOS/like moderni.
La multiutenza ce l’avevo anche sul vecchio AmigaOS 3.0, grazie al MultiUserFileSystem.
Inoltre non devi confondere la multiutenza coi privilegi “speciali”, che sono cose diverse.
Me lo vedo già tutto il lavoro necessario per portare ogni singolo comando AmigaDOS su Linux…
Se gli presenti TUTTO, ma proprio TUTTO quello che c’era, e com’era, è chiaro che hai raggiunto il tuo obiettivo.
Dubito, però, che sia così semplice arrivarci. La fai troppo facile…
Ti svelo un segreto: il vecchio MacOS è stato buttato via. E relegato nella sandbox “Classic”.
MacOS X è un NUOVO sistema operativo, che ha persino delle API completamente diverse da quello vecchio.
Non credo che sia questo il desiderio degli amighisti, perché AmigaOS era un s.o. ben fatto e con delle buone API. Per essere chiari, non serve buttare a mare tutto, come ha fatto Apple, per “rivitalizzare” la piattaforma.
Anche perché la storia insegna che Apple è stata incapace di sviluppare un s.o. moderno, e alla fine ha dovuto ripiegare su roba esistente. Nulla da dire sulle GUI (anche se come utente non mi piacciono), dove ha mostrato di saperci fare.
Si tratta, in ogni caso, di scenari ben diversi da quelli relativi ad AmigaOS.
@[D]: se pensi che sia così facile, beh, accomodati.
Perché non è certo con un DE ad hoc che puoi pensare di replicare TUTTE le funzionalità che ho descritto (e per il solo filesystem; figuriamoci per tutto il resto).
Anche perché la tua visione si limita soltanto a quella di un utente che vede le icone e le finestre come quelle di AmigaOS, ma l’utilizzo è diverso, e un esempio è rappresentato proprio dai volumi.
Poi dimentichi i programmatori amighisti. A loro del solo look non interessa, visto che sono abituati alle API e, in generale, all’ecosistema AmigaOS. Cosa proponi loro per lavorare? Sempre le Qt?
Allora tanto vale che migrino tutti su Linux, visto che alla fine è proprio quello che otterresti…
“Vorrei capire perché esistono tanti s.o. più o meno amatoriali, siano essi Unix/Posix che non, che hanno un loro driver model (e le problematiche che ne derivano), e tu vorresti che proprio quelli AmigaOS/like debbano abbracciare un kernel Unix gettando alle ortiche la loro identità (che non ha nulla a che spartire con Unix).”
Vedo che continui ad essere ottuso e tutt’altro che realista. Credi che indico la strada in unix perchè mi piace unix ? Indico la strada che al momento offre il più sviluppato ecosistema disponibile a costo (quasi) zero. Il bivio davanti al quale mi trovo è se dare la precedenza alla sopravvivenza del sistema e quindi al suo rilancio o se tirare la carretta con soluzioni che non si fila nessuno (una volta perchè non ci sono i driver sviluppati per bene, un’altra perchè mancano i programmi, un’altra ancora perchè l’hardware di riferimento ha prezzi da mercato illegale degli organi ecc.ecc.) .
Io ho scelto sopravvivenza e rilancio, te e gli amighisti preferite l’altra tanto quando si fallisce ci si può sempre paraculare con un po’ di sano vittimismo come si è sempre fatto da venticinque anni a sta parte.
“Si parlava di Haiku prima. Haiku ha forse lo stesso kernel / driver model di Linux? Non mi pare. E lo stesso si può dire di tanti altri s.o..”
Hai provato a fare la conta di quanti anni sono che è sotto i ferri il clone open di beos ? Te lo dico io: undici anni, senza ancora aver cacciato fuori una beta e tanto meno una R1 completa che nei progetti originali vuol dire clone di un sistema vecchio di dieci anni perchè le novità serie si vedranno con la R2…
Lo sai com’era openbeos nel 2001 ? C’era già disponibile un nuovo kernel open source derivato da quello di beos e la Be, prima di vendere baracca e burattini a Palm, aveva rilasciato diversi sorgenti come il desktop. Ad occhio croce si trattava di sistemare solo alcuni aspetti minoritari, un lavoretto di pochi anni che invece s’è trasformato un bordello di roba da fare perchè ci sono voluti oltre 7 anni per avere non una alpha version ma una pre-alpha.
E te vorresti uscirtene fuori con un nuovo amiga os, con un nuovo kernel fatto da zero, tutto riscritto eccetera eccetera, blablabla e yada yada ? Non ti basterebbero altri 25 anni di sviluppo ma si vede che tra gli amighisti gira il segreto dell’eterna giovinezza visto che la cosa pare non preoccupare.
Di sicuro programmatori con le OO quadrate non ci sono più perchè altrimenti gli attuali sistemi farebbero un po’ meno pena e non ci sarebbe bisogno di fare questa discussione.
“Non si può fare, perché sono troppo diversi. Se vuoi riprodurre (fedelmente) tutte le caratteristiche di AmigaOS devi snaturare Linux, con tanto di quel lavoro dietro che il progetto morirebbe nel giro di poco.”
Non si può scrivere una GUI ed una serie di utilità che si avviano al posto dei classici kde e bash, replicando quanto più fedelmente possibile un sistema amiga ? Ma che stai a dì…
Certo che se per “fedelmente” pretendi tutta una serie di caratteristiche che vanno contro l’evoluzione moderna dell’informatica allora, stai pure comodo e vedi morire tutto intorno a te mentre attendi il miracolo.
“Se basandosi su Linux servissero 10 secondi, su AmigaOS ne servirebbero di meno… ”
Com’era quella storia delle prime versioni di Amiga os che il sistema non si degnava neanche di controllare come i programmi allocavano i loro dati in memoria così due applicazioni diverse potevano addirittura sovrapporsi creando casini magistrali ?
Certo che se per avere una maggiore velocità si deve programmare così allora c’è veramente qualcosa che non funziona nella testa dei suoi sostenitori.
“Solido e… pesante. Proprio uguale uguale ai framework e APi disponibili su AmigaOS…”
Primo, non deve girare su amiga 500 e, secondo, a differenza dei framework per amiga os viene usato per fare un bel po’ di programmi.
Hai voglia a comprare il razzo e non poter andare sulla luna.
“Se ad Ambient togli le MUI, hai la minima idea dell’ENORME lavoro che dovresti fare per fargli usar le Qt? Dovresti riscriverlo da zero, in sostanza…”
Ovvio che al principio sarebbe un lavoraccio ma in seguito il nuovo ambientQT sarebbe libero da una gabbia che mescola fanatismo da una parte e passione per gli orticelli dall’altra.
“Su questo ho già scritto ad Alex. Prova soltanto pensare a tutto il lavoro che sarebbe necessario per implementare quelle caratteristiche.”
La parte dell’organizzazione delle cartelle sarebbe la più facile in assoluto. Se cerchi gobolinux scoprirai che si è già riusciti in tal senso e poi abbiamo proprio l’esempio di Haiku che nasconde una gerarchia di cartelle sullo stile di unix lasciando in vista all’utente solo quelle “umane”.
“La multiutenza ce l’avevo anche sul vecchio AmigaOS 3.0, grazie al MultiUserFileSystem.
Inoltre non devi confondere la multiutenza coi privilegi “speciali”, che sono cose diverse.”
Si può fare in tanti modi ma a leggere certe cose sembra una bestemmia tentare qualcosa di diverso dal Dogma quindi meglio aggiungere un appunto.
“Me lo vedo già tutto il lavoro necessario per portare ogni singolo comando AmigaDOS su Linux… ”
I comandi Amiga DOS potrebbero essere o dei volgari script di bash atti ad istruire i comandi della shell di linux nel caso di un filesystem tradizionale unix o dei comandi fatti ad hoc nel caso si pensi di utilizzare in pianta stabile qualcosa come il PFS3.
Anche questo è meno difficile di quanto si vuole ammettere.
“Anche perché la storia insegna che Apple è stata incapace di sviluppare un s.o. moderno, e alla fine ha dovuto ripiegare su roba esistente.”
La comunità amiga invece s’è dimostrata capace di qualcosa ? Oltre a farsi prendere in giro s’intende…
Forse è più simile ad Apple di quanto vuole far credere (differenze di bilancio a parte, merito tra le altre cose proprio di aver saputo rivendere per nuovo qualcosa di esistente)
“Non credo che sia questo il desiderio degli amighisti, perché AmigaOS era un s.o. ben fatto e con delle buone API. Per essere chiari, non serve buttare a mare tutto, come ha fatto Apple, per “rivitalizzare” la piattaforma.”
AmigaOS era un buon S.O. quando il calendario segnava la seconda metà degli anni 80, quando le cpu erano veloci se orbitavano sui 10MHz, la singola stecca di ram di riferimento teneva 1MB ed il monitor era una TV a tubo catodico.
Oggi che il calendario segnala come 2012, le cpu che tirano 3000 MHz se non hanno almeno 4 core sono solo dei fornetti lenti, la ram si calcola a botte di 2GB ed i monitor sono a led, le esigenze generali sono sufficientemente mutate da rendere ciò che era valido ieri, patetico oggi. I trucchi che al tempo rendevano veloce o rivoluzionario amiga os, oggi non hanno più senso di esistere così come la manovella d’avviamento nell’era del pulsante Start/Stop sulle auto.
Se si vuole ragionare in tempi esclusivamente di esercizio di stile come fa il tipo che ha realizzato SymbOS per Amstrad CPC allora va bene tutto, ma se si vuole rimettere in piedi amiga per affrontare il mondo invece di rifiutarlo allora bisogna accettare il fatto che vanno effettuati molti cambiamenti e se non si vuole perdere ulteriormente il treno bisogna farli da furbi, da intelligenti, sfruttando al meglio quello che c’è smettendola di correre dietro sogni e chimere che dovrebbero garantire un’esasperata retrocompatibilità.
“se pensi che sia così facile, beh, accomodati”
Il kernel alieno super moderno con driver a profusione lo scrivi invece te ? Quanti mesi conti di metterci ? Mesi terrestri s’intende…
“Perché non è certo con un DE ad hoc che puoi pensare di replicare TUTTE le funzionalità che ho descritto (e per il solo filesystem; figuriamoci per tutto il resto).”
Dove sarebbe linux senza kde e gnome, i quali rispettivamente hanno fatto fino a dare un’impressione d’utilizzo di windows o macos ? Al 4% ? No… molto sotto.
“Poi dimentichi i programmatori amighisti. A loro del solo look non interessa, visto che sono abituati alle API e, in generale, all’ecosistema AmigaOS. Cosa proponi loro per lavorare? Sempre le Qt?”
A loro chi ? Quattro gatti ? Sembra che parli di un esercito che però visti i risultati finora ottenuti è tutto meno che pervenuto.
Propongo le QT ? Schifo non fanno, sono moderne e abbastanza reattive con pc anche mediamente schifosetti (ma sempre dei bolidi rispetto amigaone e x1000).
Se proprio non piacciono, la roba su linux non manca. Lo sviluppo dei programmi mica si ferma perchè l’unico framework esistente non implementa qualcosa.
Ovvio che per ridurre le complicazioni e tenere il core del sistema snello, sarebbe cosa saggia scegliere un determinato framework e restare su quello, possibilmente utilizzarlo come trampolino per realizzare in futuro delle api più vicine al mondo amiga.
“Allora tanto vale che migrino tutti su Linux, visto che alla fine è proprio quello che otterresti…”
Non mi sembra che i programmatori di macosx siano migrati su unix. C’è una base unix che è stata evoluta fino ad essere diversa dal sistema classico ed è tutto da vedere quanto “unix” conoscono i programmatori di macosx oltre a qualche comando della shell.
@[D]:
Vedo che continui a offendere, e siccome sono anni che lo fai e sei recidivo, da questo momento in poi qualunque tuo commento che ripoterà offese verrà cestinato.
Bene. Spero tu abbia finalmente capito che agli amighisti non interessa altro che AmigaOS. Nel bene e nel male.
Chi se ne frega. A un po’ di gente piaceve BeOS, e ha provato a riprodurlo. Sono in alto mare? Beh, sono in buona compagnia: anche ReactOS, che prova a riprodurre Windows compreso il suo driver model che può portare VAGONATE di driver, è in mezzo a una strada. Ma ciò non impedisce a entrambi i team di continuare.
Spero sia chiaro il concetto, una volta per tutte.
Si scrive “tu”, non “te”.
Anche qui ti rivelo un segreto: non soltanto è stato fatto, ma ci sono non uno, ma un paio di progetti di questo tipo.
Su quale base ti arroghi il diritto di giudicare i programmatori che lavorano ai s.o. AmigaOS/like?
Come già, fallo tu. O, almeno, spiegaci come riprodurre tutte quelle caratteristiche.
Non cercare di cambiare il discorso, perché non ho mai detto nulla del genere. Mi quoto:
“Per quanto mi riguarda un s.o. “degno erede” di AmigaOS dovrebbe portarsi dietro tutte le caratteristiche peculiari (NON mi riferisco all’allegra gestione della memoria, ad esempio) e buona parte delle API (togliendo di mezzo o modificando quelle di cui prima).”
Cosa non ti è chiaro delle parti tra parentesi?
Non la ricordo, e comunque, da come la descrive, ricade nella definizione di bug. Che molto probabilmente è stato risolto secoli fa.
E’ un esempio che lascia il tempo che trova, per quanto detto poco sopra. Evidentemente non sai cosa significhi il concetto di bug, e inoltre la tua “logica” induttiva è priva di fondamento.
No, ma anche se dovesse girare su un netbook avrebbe i suoi problemi.
La sola cartella bin dentro Qt occupa 508 (CINQUECENTOOTTO) MB. Di questi, 116MB li occupano le librerie (dll): quasi CINQUE VOLTE un’intera distribuzione di AROS (che include tutto: dal kernel ai comandi di AmigaDOS, alle font, ai driver, ecc. ecc.)
Pertanto dubito fortemente che una qualunque applicazione basata sulle Qt possa minimamente competere con un’equivalente scritta con Intuition & co. o con le MUI, quanto a reattività.
E allora? I framework per Amiga vengono usati… per fare programmi per Amiga. A cosa dovrebbero servire, altrimenti?
Certo che puoi sprecare tutte le risorse che vuoi per andare sulla Luna: chi te lo impedisce?
Puoi anche costruire la base spaziale Yasdam per arrivarci, quando altri possono farlo con un razzo, appunto…
A parte il fatto che tirare in ballo il fanatismo quando si parla di questioni prettamente tecniche dimostra come tu sia a corto di argomenti, perché evidentemente non sai di cosa parli, cosa non ti è chiaro del fatto che di MUI esistono già delle versioni open source che… funzionano… e vengono usate dalle applicazioni Amiga?
Mi spieghi perché si dovrebbe fare un lavoro ENORME di conversione di Ambient, quando funziona già con le MUI?
Per caso non esistono già altri DE moderni che fanno uso delle Qt? Se sì, allora perché fare un lavoro bestiale per portare Ambient alle Qt, quando c’è già la pappa pronta?
Peraltro Ambient è un nuovo DE, più moderno, che si discosta abbastanza dal classico Workbench et similia.
Ovvio: questa è la parte più banale…
Prova a implementare i volumi di AmigaOS e renderli parte di TUTTO il sistema (es: la fopen a cui passi “ENVARC:My.prefs” e… riesce a leggerti il file ), e poi ne riparliamo…
Stai cambiando ancora una volta il discorso. Come già detto, la multiutenza era già possibile più di 20 anni fa e c’era gente che la usava.
NON era una bestemmia, perché non ho visto nessuno stracciarsi le vesti additandola come frutto del demonio.
Questo succede perché nella tua vita non hai mai provato a scrivere nemmeno un banale comando AmigaDOS sfruttando la dos.library e integrandoti col sistema. Scopriresti che non te ne usciresti con un “volgare script bash”, ma avresti bisogno di costruire un’infrastuttura per emulare quanto messo a disposizione dall’ambiente AmigaOS.
Esempio: le wildcard. Si gestiscono in maniera completamente diversa da Unix & co., e pure con una sintassi diversa.
Quanto alla sintassi dei comandi, dovresti scrivere anche un parser che metta a disposizione lo stesso meccanismo di AmigaDOS
Ovviamente sono cose ben note a chi ha avuto modo di lavorarci. Quindi non tu.
C’è una leggerissima differenza: la comunità amiga è composta da gente comune. Apple, invece, è una multinazionale…
Comunque da quando Commodore è morta ormai il mondo Amiga (AmigaOS, per la precisione) è relegato a una nicchia di hobbisti. Che, nonostante le poche risorse, continua a sopravvivere…
Non te lo lascio dire. Se fosse soltanto una questione di potenza bruta, non si continuerebbero a fare ricerche per avere s.o. sempre più reattivi e più parchi di risorse, e si scaricherebbe tutto sulle spalle del progresso tecnologico (nuovo software -> nuovo hardware).
Windows 8 sulla stessa macchina potrebbe benissimo essere più lento di 7. Invece è mediamente più reattivo.
Se poi andiamo sul mercato mobile, questa situazione è di MOLTO più accentuata. Basti confrontare le soluzioni offerte dai 3 player del mercato, e vedere quale è il più pesante e meno reattivo a parità di hardware.
La retrocompatibilità è destinata a essere abbandonata e sostituita da sandbox, come peraltro ampiamente descritto nell’articolo.
Per il resto, rimettere in piedi Amiga non è possibile senza un grande finanziatore dietro. Dunque rimarrà nella sua nicchia (hobbistica) di mercato, e con le logiche che lo caratterizzano.
L’ho già detto: non serve nel dominio di AmigaOS. AmigaOS va aggiornato. O morirà. Come sono morti i tentativi di trapiantare roba completamente aliena e porla come nuova base sulla quale farci girare un surrogato di AmigaOS.
Gli amighisti sono molto più esigenti. Sono due nicchie di mercato completamente diverse.
Tu vorresti dare agli amighisti ciò che loro NON vogliono. E’ gente che conosce già il resto del mondo, e sa che ci sono delle alternative. Se preferisco usare AmigaOS anziché Linux, hanno le loro ragioni. Sic et simpliciter.
Mai parlato di un esercito, mi pare, ma sei sempre libero di quotarmi.
Cosa non ti è chiaro del fatto che esiste una comunità Amiga, inclusi i programmatori, a cui piace lavorare con AmigaOS?
Se hanno prodotto poco è proprio perché sono quattro gatti, e magari in futuro diventeranno tre.
Ho già scritto sopra la mia opinione sulle Qt: NON sono compatibili con la filosofia di utilizzo (figuriamoci di programmazione) di AmigaOS.
E no, non esistono soltanto le macchine desktop superpompate. Il tuo pensiero di sopperire con l’hardware alla mostruosa complessità del software è sbagliata in partenza, a maggior ragione quando restringiamo il discorso ad AmigaOS, che è un mondo diametralmente opposto.
Anche qui, ti svelerò un altro segreto: la comunità Amiga sa che esiste Linux, i suoi driver, le sue applicazioni, i suoi framework.
Ma continua a preferire AmigaOS.
Non è forse il caso di farsene una ragione?
E quale framework si dovrebbe usare? Le Qt, che sono un pachiderma? O le Gtk che sono un altro mostro che già solo a vedere come si inizializza un oggetto vengono i brividi?
Cosa proponi tu?
Basta aprire la documentazione Apple per rendersi conto che lo Unix che c’è sotto non può e non è certo ignorato.
Poi è chiaro che con GUI et similia fortunatamente non devi avere a che fare con roba di 40 anni fa, come il protocollo X11…
Ciò detto, e per chiudere il discorso visto che siamo mostruosamente OT, finora hai proposto di usare Linux come kernel e le Qt come framework per sviluppare.
In pratica a te di AmigaOS non frega proprio niente.
Come agli amighisti non interessa Linux.
Solo che loro se ne sono fatta una ragione, e usano ciò che gli piace. Tu, invece, vorresti imporre loro una cosa a cui hanno già detto di no.
E’ una battaglia persa in partenza, come potresti leggere anche in un recente thread della sezione AROS Hardware di AmigaWorld. Non è quello che vogliono, e devi imparare ad accettare la loro diversa opinione sull’argomento.
E va bene continua in coro con gli altri a fare articoli sui bei tempi del 68k vs 8086 (perchè si sa il mondo pc è rimasto ancorato al passato come amiga), sui copper, sui blitter, l’abaco ed il regolo.
Trincerati dietro una filosofia morta (il mondo è andato avanti senza amiga, forse qualche ragione ci sarà e non esclusivamente economica), schiaffaci un po’ di what if e chiudi il discorso dietro un trasognante “only amiga make it possible” (oh sì, solo amiga riesce a sputare in faccia al futuro anche a costo di giocarsi le penne).
L’importante è solo far andare la favella con buona pace di chi vuole vedere concreti cambiamenti nel panorama generale avendo quest’ultimo compreso che l’evoluzione non è una retta isolata dalle altre ma si interseca come un rampicante prendendo il meglio di quello che trova in giro.
Amiga continui a fare pure l’elitaria, fino a scomparire completamente dal panorama globale.
Aeon è destinata a scomparire perchè l’x1000 non ha alcun futuro ed un eventuale x500, salvo improbabili colpi di genio, sarà anche peggio.
Acube continua a spacciare macchinette del caffè per computer desktop di questo millennio e passi (tanto gente che non sa dare valore al denaro se ne trova sempre), peccato che si tratta di un’azienda italiana quindi prima o dopo la psicopolizia tributaria troverà da ridire anche nei suoi confronti: quel giorno scomparirà l’unica realtà hw del mondo amiga se non sarà riuscita a scappare via in tempo.
Hyperion, per l’ennesima volta senza un produttore hw (per quanto indecente), si ricorderà di essere uno studio di avvocati prima di una software house e mollerà tutto. Finirà a fare consulenze per dilazionare i debiti degli imprenditori tedeschi rispetto la loro agenzia delle entrate.
Morphos continuerà a tirarsi il belino dietro gli ancora più vetusti powermac (chissà se la divina provvidenza vorrà che scoprano nel frattempo i G5 ed i 64bit o se ci vorrà una guerra intestina pure lì per svegliare altre menti ottenebrate dalla paura del futuro) e resterà Aros che proseguirà deciso con il passo del gambero verso i gli amiga classic ed il fantomatico natami giunto per allora alla cinquantesima revisione sempre e solo su carta e qualche foto dal sito ufficiale.
Questo sarà il futuro di amiga. Vuoi renderti complice di tutto questo ? Accomodati pure.
Ho letto un pò di cose in giro e mi sono fatto un’idea più o meno chiara della filosofia Amiga.
In effetti ho notato che c’è un discreto numero di funzionalità di AmigaOS che sarebbe molto difficile portare su un altro kernel. Inutile dire che il resto ( intendo a parte il kernel Linux ) andrebbe completamente sostituito.
L’esempio fatto da Cesare e cioè la “fopen a cui passi “ENVARC:My.prefs”” mi ha un pò spaventato. Ho fatto due conti e implementare una cosa del genere richiederebbe seri interventi sul kernel.
Comincio a credere anch’io che sia proibitivo il porting dell’api AmigaOS su Linux. Il fatto che nessuno dei due cloni principali ( MorphOS e Aros ) l’abbia fatto, mi induce a pensare che questa strada sia stata valuta e ritenuta impercorribile.
L’utilizzo di QT come framework per la programmazione, credo non sia contemplabile e per via di differenze filosofiche profonde.
Ad esempio ( spulciando materiale su MUI ) mi sono trovato di fronte questo
app = ApplicationObject,
MUIA_Application_Title, “A MUI Window”,
MUIA_Application_Version, “$VER: Window 41.0 (11.04.10)”,
SubWindow, window = WindowObject,
MUIA_Window_Title, “My Window”,
MUIA_Windows_ID, MAKE_ID(‘W’,’I’,’N’,’1′),
MUIA_Window_Activate, TRUE,
MUIA_Window_Height, 100,
MUIA_Window_Width, 200,
MUIA_Window_LeftEdge, 75,
MUIA_Window_TopEdge, 75,
MUIA_Window_CloseGadget, TRUE,
MUIA_Window_DepthGadget, TRUE,
MUIA_Window_SizeGadget, TRUE,
A freddo mi ha lasciato scioccato, poi ho letto che c’è dietro un abile gioco di macro. Ma rimane il fatto che questo modo di programmare è frutto di una ben precisa filosofia. Penso che il programmatore Amiga tipo non accetterebbe mai di adottare un modello “classico”.
L’unico vero problema mi sembra essere l’hardware e soprattutto 700 euro per una scheda madre Sam440 sono fuori dal mondo. Credo che è su questo punto che bisogna lavorare.
Ad esempio l’iPhone è un prodotto di nicchia ( una nicchia molto grande e redditizia in verità ), usa una quantità di hardware estremamente ridotta, il che permette di supportarlo con estrema facilità. Nonostante tutto ciò ha successo!
Amiga dovrebbe seguire la stessa strada. Allo stato attuale, c’è una quantità discreta di hardware le cui specifiche sono open. Penso ai chipset Ralink, Atheros, Broadcom, le gpu AMD, molta roba Intel. Ancora meglio, ci sono driver opensource da cui trarre almeno informazioni utili per lo sviluppo di eventuali driver per sistemi Amiga.
Non dico che bisogna supportare tutto l’hardware in circolazione, anzi è proprio questo che si deve evitare. Si deve creare un’ecosistema Amiga, ma non dev’essere un’ecosistema basato sulla speculazione, in cui una cpu che va quanto un pentium 3 costa 3 volte un core i7.
Ho visto che il sistema operativo, bene o male, sopravvive e va avanti, ma sul fronte hardware non ci siamo proprio. La palla al piede è quest’ultimo elemento.
Un’ultimo dubbio che mi è rimasto è “MorphOS e AmigaOS, cosa esattamente implementano di AmigaOS? Cioè, sono intercambiali? O hanno qualcosa in meno?”
” “fopen a cui passi “ENVARC:My.prefs”” mi ha un pò spaventato. Ho fatto due conti e implementare una cosa del genere richiederebbe seri interventi sul kernel. ”
Ne sei veramente sicuro ? Se tra il DE “cugino” ed il kernel linux ci piazzi un qualcosa che traduca il linguaggio di uno in quello dell’altro (un wrapper in altre parole) fai passare ad fopen anche le formule magiche di mago merlino ed i simboli dello stargate.
Lo stesso vale per le chiamate di MUI. Quando parlavo di cominciare ad usare QT e col tempo realizzare delle API verso amiga, intendevo proprio cercare di costruire un ponte tra le due filosofie.
Quando un linguista prende una frase da una lingua e la traduce in un’altra ci deve sempre, per forza, aggiungere dell’interpretazione che trasmetta il senso perchè la traduzione
letterale 99 volte su 100 fa schifo.
Quello che non si vuole capire, da ottusi, è che con gli hardware attuali non è più necessario dover trovare per forza la strada più breve per arrivare al “ferro”, alla cpu. Ci si può permettere tanti livelli intermedi, quanti bastano, per fare in modo che una determinata istruzione venga compresa e gestita come fa più comodo.
Qui non ci sono vecchi computer su 68k, anche espansi, a cui dover per forza tornare o limiti imposti anche da eventuali sistemi ppc vecchi di almeno 10 anni, non ci sono problemi di ram o hard disk che non possono superare certe dimensioni.
Il pacco di librerie pesa quattro volte amiga os completo ? Chi se ne frega ! Windows 7 appena installato occupa 20 GB eppure non ci mette 20 minuti a partire (anzi è bello fluido) così come con hard disk da 500GB e oltre nessuno si strappa i capelli per “tanto” consumo di spazio.
La cosa poi a dir poco ridicola, proprio pensando ad amigaone e powermac g4 del mercatino, è che si fanno tanti capricci e si fa tanto i difficili per ottenere degli os super leggeri e poi per vedere un misero divx si va a ricompilare mplayer che è un lettore multimediale nativo per linux e che non si fa problemi ad esigere potenze largamente fuori portata. Tralascio i matroska ed i film in HD perchè lì sembra di tornare ai tempi di fiorello che pubblicizza l’adsl col corso di giapponese.
Guarda alla fine, il discorso è semplicissimo: non ci si vuole neanche provare perchè in fin dei conti per tornare alla ribalta bastano due articoli sul chipset, fare un po’ di amarcord su turrican e shadow of the beast, tanto vittimismo d’accatto rimestando vecchie dicerie su fantomatici complotti (quasi ogni os e sistema fallito del passato, ha il suo fantomatico torto subito ad opera di microsoft o apple, due vere e proprie spectre dell’informatica volte solo a conquistare il mondo, calpestando libertà ed innovazione casualmente sempre realizzate dalla vittima di turno), una spruzzata di “se”, qualche “sliding doors” e avanti tutta nel mondo dei sogni.
Ricreare un amiga moderno vuol dire accettare per la seconda volta la sfida della vita e piuttosto che rischiare di perderla preferiscono inventarsi un loro mondo a parte dove sono gli unici partecipanti quindi vincitori a prescindere.
Oh bhè, che (non) facciano: ci penserà la crisi a fare una volta per tutte pulizia.
@[D]: sono d’accordo anch’io sul fatto che si può fare, ma mi preoccupa il costo in termini di tempo e denaro.
Il punto è che ci sono due strade. La prima è di usare linux e portare tutto ciò che serve e modificare tutto ciò che va modificato. La seconda è aggiungere ad amigaos quello che manca.
Spulciando in giro, mi sono fatto l’idea che la seconda strada sia più corta e conveniente. Alla fine l’amighista non ha bisogno di supportare tutto l’hardware del mondo e subito.
Apple rilanciò i mac nel 1997 e all’epoca supportavano 4 periferiche in croce ( oggi ne supportano qualcuna di più, ma addirittura meno di linux!!! ). Eppure ha avuto un successo enorme.
Il punto è che il supporto di tutto l’hardware in circolazione è un falso problema, è una feature che non serve alla comunità amiga. Servirebbe invece avere accesso ad hardware moderno a prezzi modesti ( 300-400 euro per un pc amiga! ).
Assolutamente d’accordo. D’altra parte la stessa Apple mica supporta tutto l’hardware in circolazione per il suo OS X, e dovrebbe farlo uno sparito numero di sviluppatori?
Certamente il problema dell’hardware è molto importante, ma riguarda principalmente le macchine e traspare anche nei commenti di [D]. D’altra parte questo stesso articolo non è certo stato scritto per caso…
Il software, però, è un altro paio di maniche, e mi fa piacere che almeno tu ti sia documentato e abbia capito che ci sono troppe differenze fra AmigaOS e Linux, e il costo di trapiantare il primo sul secondo (ma non come banale applicazione: quello c’è già per lo meno con AROS, disponibile in versione hosted e con AEROS) sarebbe troppo elevato. Meglio far evolvere quel che c’è, aggiungendo ciò che manca.
Altra cosa importante, come dicevo anche prima, sono i programmatori. Quelli AmigaOS, per quanto pochi, sono quelli che mantengono viva questa nicchia.
Se dovessero limitarsi a portare roba aliena, non ci sarebbe alcun motivo per continuare a usare le stesse applicazioni / giochi su AmigaOS/like, visto che sono già disponibili per altri s.o. mainstream che girano pure su macchine molto potenti e al contempo estremamente economiche.
I programmatori AmigaOS, al pari degli utenti di questo s.o., sono abituati a lavorarci e magari ne traggono pure piacere. Se avessero voluto altro, non sarebbero rimasti in questa comunità, visto che sanno benissimo che esiste Linux. Ma Linux e gli strumenti di sviluppo che ci sono, framework inclusi, sono molto, troppo diversi, da AmigaOS.
Come già detto, ognuno utilizzi il software che vuole. Ma pensare di sostituire il kernel di AmigaOS con Linux, e le librerie con le Qt, non ha senso, perché significa fregarsene altamente di AmigaOS, del quale rimarrebbe ben poco. Tanto vale passare direttamente a Linux…
@[D]: la prossima volta che dai dell’ottuso a chi la pensa diversamente da te, il tuo commento sarà moderato. Sei già stato avvisato,e stai nuovamente abusando dello spazio che ti viene concesso. Non per insultare il tuo prossimo, però.
@alex
“Il punto è che ci sono due strade. La prima è di usare linux e portare tutto ciò che serve e modificare tutto ciò che va modificato. La seconda è aggiungere ad amigaos quello che manca.”
Vedi, per poter aggiungere ad amigaos ciò che manca devi prendere mezzo kernel e buttarlo nel cesso, senza se e senza ma e probabilmente dovrai fare lo stesso di concerto con il resto delle librerie.
SMP, 64 bit, separazione dei processi, ASLR, sono giusto le prime quattro cose che mi vengono in mente, tutte indispensabili e tutte rivoluzionarie proprio della fantomatica filosofia mista a dogma che non si deve toccare, pena, strali a non finire dai bambini non cresciuti.
Cambiamenti di questo tipo non li ottieni in poco tempo neanche potessi fare a polpette i dogmi, figuriamoci così.
Non dico che bisogna arrivare ad un livello di astrazione assurdo come in AS/400 ma uno o due livelli ci vogliono per forza e sono tranquillamente sostenibili dalla stragrande maggioranza del hardware da 300/400 euro, roba che non si potrà mai trovare in circolazione fino a quando lo sviluppo rimarrà legato ad una software house sola che lavora legata a doppio filo con un paio di produttori hardware di serie C a voler essere buoni.
“Il punto è che il supporto di tutto l’hardware in circolazione è un falso problema, è una feature che non serve alla comunità amiga. ”
Considera che al momento uno stack usb 2 ed un chip audio integrato sulla sam460 che funzionino come ci si aspetta sono considerati grasso che cola
@cdimauro
“e dovrebbe farlo uno sparito numero di sviluppatori?”
Se prendessi il kernel di linux non dovresti più scrivere un driver in vita tua e ne avresti a frotte ed una volta messi a punto i wrapper ed i frontend che ti servono te ne sbatteresti altamente di qualsiasi problematica di driver model.
“Meglio far evolvere quel che c’è, aggiungendo ciò che manca.”
Hai liquidato i 10 anni di sviluppo di haiku come se fossero un esclusivo problema di quei sviluppatori. T’assicuro che tra dieci anni amiga o il presunto nuovo tale non sarà neanche a metà di quello che offre haiku adesso. Il primo passo per evolversi passa dall’apertura mentale, dal prendere atto di una barriera ed impegnarsi ad abbatterla. Qui è come pretendere di fare l’orto nel deserto.
“Ma Linux e gli strumenti di sviluppo che ci sono, framework inclusi, sono molto, troppo diversi, da AmigaOS.”
E se ci creassi delle librerie di mezzo ? Magari un giorno potresti avere addirittura un qualcosa dove prendi un sorgente mui e semplicemente sostituendo i nomi delle funzioni riusciresti a farle digerire alle QT.
Non si vogliono fare cambiamenti che potrebbero offrire risultati nell’arco di pochi anni ma si punta a progettoni senza una data di scadenza. Sono 18 anni che si parla di progettoni ed intanto l’unica certezza è lo schifo attualmente in atto. Ne aggiungiamo altri 18 così tanto per ?
“la prossima volta che dai dell’ottuso a chi la pensa diversamente da te, il tuo commento sarà moderato.”
Certo, fuggi dal discorso e continua a sognare. E’ così che si ottengono le grandi conquiste.
Giungo per puro caso a questo lungo e tecnico articolo. Non pensavo davvero che amiga esistesse ancora. Oggi ho sfogliato una mia vecchia rivista (microcomputer e poi a seguire visto che c’ero mi son preso la briga di rileggere K magazine), da qui mi è venuta voglia di cercare qualcosa su internet a proposito del caro amiga.
Ora, la mia domanda, è, ma a cosa serve tutto questo? Io faccio di professione il grafico 3d (faccio personaggi per videogiochi, illustrazioni, qualche animazione nel campo medico etc. etc.). So per certo che, come per le console, il successo di un sistema non è fatto tanto dal sistema in se, ma dai programmi (giochi, software vari) che girano su quel sistema e che magari sono esclusivi di quel sistema. Cosa avrebbe oggi da offrire un sistema con Amiga Os ad un utente come me?
Cavolo, mi piacerebbe poter avere un amiga fra le mani e lavorare con quello, non fosse altro che per essere alternativo :) , ma i mie cari (in tutti i sensi) software di grafica girano su amiga? Trovo la versione di softimage sviluppata per Amiga OS? So per certo che è stata portata una versione di blender (la 2.48? Siamo alla 2.64 su window, linux e mac), ma a parte questo cosa trovo? Insomma, io potrei anche fare il salto e spendere una cifra per una macchina sconosciuta, ma almeno sulla carta mi deve promettere non solo di farmi usare i miei software preferiti (impensabile nel campo della grafica che si affacci un nuovo competitor su macchina diversa da PC o Mac e sia anche competitivo) e magari anche con una promessa in termini di potenza e stabilità superiore a quello che di contro mi offrono PC e Mac.
Insomma, cosa dovrebbe essere questo nuovo amiga per i suoi sviluppatori? Mi pare tutto troppo nebuloso e amatoriale.
Spero di non offendere nessuno con questo mio messaggio (magari un po’ off topic, comprendo), ma mi piacerebbe molto avere delucidazioni chiare in merito, avevo un’ammirazione smisurata per il caro vecchio amiga.
@[D]:
Questo come l’hai dedotto? Hai fatto qualche studio in merito?
I 64 bit sono arrivati da un pezzo con AROS, che… è AmigaOS 3.1-compatible (a livello di API). Chi l’avrebbe mai detto…
ASLR non vedo perché non si potrebbe implementare; al momento l’MMU non è utilizzata (per lo meno in AROS; AmigaOS 4 la usa per gli shared object e la memoria virtuale), ma lo sarà quando si dovrà implementare questa funzionalità (che peraltro non richiede nemmeno cambi alle API).
Rimangono SMP e separazione dei processi, che richiederanno nuove (poche) API per lockare le risorse in maniera “fair” (non mi viene altro termine al momento), e quelle esistenti che internamente dovranno fare lo stesso quando serve.
Non mi sembra un gran lavoro. AROS, ad esempio, usa già delle macro per definire e incapsulare tutte le API, per cui sarà più semplice “marcare” opportunamente le API che richiedono locking et similia, e gestirle in maniera adeguata.
Piuttosto il più grosso problema di tutto ciò sarà la perdita di retrocompatibilità, che richiederà un bel po’ di lavoro per far funzionare le vecchie applicazioni che possono fare capricci.
Ma sulla mancanza di retrocompatibilità a fronte di una modernizzazione del s.o. mi sembra che ci sia un generale consenso.
Su questo ti ho già risposto nei commenti precedenti. Sei fissato con Linux, ma NON è quello che vuole né la comunità Amiga né tutti gli altri s.o. che hanno un proprio kernel.
Non vedo il nesso. Potresti essere più chiaro?
Non ho sfere di cristallo, per cui non so come sarà la situazione fra 10 anni…
A differenza tua, alex ha almeno dato un’occhiata alle MUI e ha visto che non c’entrano nulla con le Qt che tanto adori.
Un adattamento è impensabile. Richiederebbe tanto di quel lavoro, che AmigaOS arriverebbe di gran lunga ad avere implementate tutte le caratteristiche di cui abbiamo parlato prima.
Ma poi mica servirebbe un “adapter”. La soluzione più semplice a questo punto sarebbe quella di portare le MUI su Linux & co., facendo compagnia a Qt, Gtk, e altri framework nati per scopi similari.
Poi se proprio ti fanno schifo le MUI, beh, è un problema tuo. Sai, su Amiga sono molto diffuse e apprezzate. Ah, già, ma AmigaOS non è Linux…
Come già detto, AmigaOS in salsa Linux ce l’hai già: sono la versione hosted di AROS e AEROS, e il defunto AnubisOS.
Che poi agli amighisti non piacciono o preferiscano le versioni native di AROS, beh, è questione di gusti. Anche a te piacciono Linux e le Qt, ma ci sono tanti altri che non lo condividono…
Vorrei capire quand’è che sarei “fuggito”. Mi sembra di aver risposto a tutto. Cosa che, invece, non si può certo dire di te, che hai “stranamente” lasciato cadere alcune domande e osservazioni che avevo fatto ai tuoi commenti.
D’altra parte se continui a parlare senza nemmeno renderti conto delle implicazioni di quello che dici, non sono certo io a sognare…
P.S. Se non rispondo subito è perché ovviamente sono subissato da impegni. Ma tranquillo che non “scappo”.
@Francesco: purtroppo puoi farci poco.
Come hai avuto modo di vedere, qualche applicazione per AmigaOS/like esiste, ma il parco software è minuscolo, e molta gente utilizza ancora le vecchie applicazioni AmigaOS 3.x.
Purtroppo la realtà è quella che hai citato alla fine: si tratta di una nicchia amatoriale. Per cui se ti hai tempo e voglia di ributtarti nel passato, c’è spazio, ma per lavorarci è meglio lasciar perdere.
Per gli amanti di Linux & ARM (e Android): http://amigaworld.net/modules/newbb/viewtopic.php?topic_id=36454&forum=2&0
Salve a tutti allora bisogna fare 2 distinzioni il pc macchina da lavoro ufficio per indenderci amiga personal computer
il punto e che incredibilmente la tecnologia di amiga dopo la 1200
se ne e andata a farsi friggere cosi amiga e divenuto un comune pc assenblato MA CHE BELLO
io lo trovo vergognoso non ha capito nessuno un cacchio
secondo il sottoscritto doveva continuare la tecnologia commodore
migliorandola con una cpu quad core arm o power risk e una serie di chip custom dedicati grafica audio etc avanzati un paula 2 un fatagnus 2 etc
pultroppo e stata presa in considerazione dalla sony con la sua amata ps2
stranamente si assomigliano e poi non dimentichiamo che il multitaskin e
nato su amiga come la pmcia grazie al nostro giocattolono per dire che oggi microsoft e sony sono giunti al successo mondiale grazie commodore
da premettere che il suo fallimento mi vengono dei sospetti da qualke azienda che amiga dava fastidio e oggi abbiamo il risultato di chi comanda
io sarei propenso nel fare una proposta alla Samsung e sicuro che il pc avra pane per i suoi denti un grande ostacolo
dobbiamo tutti scrivere alla samsung perche questo miracolo avvenga
la rinascita dell amiga IL PERSONAL COMPUTER DA CASA
Viva Amiga
Tocca mettere mano qui:
@[D] Attualmente ARIX e’ ancora sviluppato: sono tra i beta testers e ho provato diverse nightly builds nei mesi scorsi; so che stan lavorando a farne modifiche sostanziali, volte a farlo realmente multipiattaforma, quindi l’ARIX che ho provato (sistema tipo Amithlon basato su kernel linux) non e’ piu’ l’ARIX su cui Michal, Terminills,Sam ed altri stan rivedendo (sta andando verso l’astrazione da piattaforma e JIT) ma e’ in giro… magari se ti metti in contatto con Terminills su a.org o aw.net per entrare nel Beta testing aiuta…
Conoscendolo, non credo che sia interessato. Tutt’altro.
@Cesare
Io glielo ho detto, poi cavoli suoi :)
No, cavoli di tutti, se inizia con la sua crociata contro Amiga & derivati. :-/
siamo in ostaggio di 3 aziende che voglino lucrare e non hanno la minima capacità manageriale. Non servono soldi , ma visioni di come andrà il mondo nel breve futuro. Ci mettono 20 anni per far eun aggiornamento, sinceramente ho perso le speranze.
Dipende da quello che vuoi. Io ho scelto AROS (Icaros) già da diversi anni, per cui non ho aziende da aspettare e, peggio ancora, foraggiare profumatamente per le poche funzionalità che offrono.
chi ha scritto questo articolo non conosce la reale filosofia di amiga.. ha una incompetenza che raggiunge livelli stratosferici …fate chiudere questa ciofeca di sito..di cui fan parte gente di quell schifo di forum di non solo amiga
Chi ha scritto questo commento qui sopra, invece, è sicuramente lo stesso sgrammaticato analfabeta funzionale che ieri rantolava più o meno le stesse bestialità (incluso il preciso riferimento a NonSoloAmiga, che non frequento più da più di 2 anni e mezzo) nel mio post su Facebook del gruppo Commodore Amiga.
Se pensi di iniziare a fare la stessa cosa qui ti sei fatto male i conti. Alla prossima ti cancello il commento. E se continui ti banno.
Vai a trollare le tue farneticazioni con quell’altro idiota di Garzelli, tuo pari in demenza nonché compagno di merende.