Questa settimana mi sono trovato di fronte ad una di quelle domande che nella loro semplicità riescono a metterti in difficoltà. Un mio caro amico, avendo un fratello di 13 anni che vorrebbe in qualche modo esplorare il mondo della programmazione mi ha chiesto:
“Conosci un testo che sia adatto ad un ragazzino che vorrebbe iniziare a programmare?”
La scelta del linguaggio è ricaduta su python per diversi motivi:
- Lo conosco, lo uso, quindi in caso di necessità mi sento più a mio agio a spiegare come funziona
- Permette di focalizzarsi sulla programmazione senza scendere in dettagli poco interessanti per un novizio
- La shell interattiva incoraggia l’esplorazione del linguaggio
Sul momento ho pensato che la richiesta fosse abbastanza semplice e che tutto sommato con una rapida ricerca su google avrei trovato una quantità di materiale sconfinata. In realtà mi sono ben presto reso conto che la situazione da questo punto di vista non è molto rosea.
Le guide per principianti, per quanto semplici, non sono adatte a chi è completamente digiuno di programmazione. A peggiorare la situazione c’è anche il fatto che spesso l’impostazione di tali guide ha un livello di rigore troppo elevato per essere sopportato da un ragazzino. Pensate che un libro di programmazione di questo tipo dovrebbe lasciarsi leggere nel tempo libero, entrando di fatto in diretta competizione con giochi all’aperto, o pomeriggi alla playstation. Senza dubbio un’impresa non facile.
Se questo ancora non bastasse considerate anche che per essere completamente fruibile un testo del genere dovrebbe essere in Italiano. In definitiva, qualcosa che soddisfi tutti i punti elencati non esiste. Quello che sono riuscito a trovare però si avvicina molto.
Il candidato ideale si è rivelato essere “Snake Wrangling for Kids”
Sul sito del progetto il libro viene presentato in questa maniera:
“Snake Wrangling for Kids” is a printable electronic book, for children 8 years and older, who would like to learn computer programming. It covers the very basics of programming, and uses the Python 3 programming language to teach the concepts.”
A questo punto uno scambio di opinioni con il nostro Cesare Di Mauro mi ha fatto giungere alla conclusione che forse valga la pena provare a tradurre questa risorsa nella nostra lingua madre. Il testo è sotto licenza creative commons Attribution-ShareAlike quindi la traduzione non pone problemi dal punto di vista legale. Anche dal punto di vista tecnico ho iniziato ad esplorare la possibilità di dare il via ad un progetto collaborativo per la traduzione. Tutto sommato si tratta di 160 pagine con figure e molto codice, un lavoro abbastanza sostanzioso per una persona sola (con altri impegni) ma affrontabile con agilità da un gruppo.
Per adesso nei ritagli di tempo sto mettendo le basi per rendere agevole un’opera di traduzione. Il primo passo è stato quello di estrarre dai sorgenti LaTeX del libro le stringhe da tradurre in formato gettext. Per questo compito ho trovato in po4a un buon alleato.
Il passo successivo da compiere è quello di trovare un servizio di traduzione collaborativa online adatto allo scopo. Nella giornata di oggi ho iniziato a vedere come ospitare il progetto su launchpad (piattaforma collaborativa creata da Canonical) che fornisce un buon sistema per le traduzioni.
I motivi per cui ho scritto questo articolo sono due: mi piacerebbe capire se la mancanza di testi in Italiano di questo tipo è un problema sentito o esiste solo nella mia mente e se tra i lettori qualcuno sarebbe disposto a donare un po’ del suo tempo libero per un progetto del genere.
Idea interessante!
Concordo con te, al momento sono già pochi i libri in Italiano per beginner, ancor meno quelli per bambini. Io sarei disponibili ad aiutare a tradurre, fammi sapere quando renderai disponibile la piattaforma di traduzione.
Penso che ci siano molti altri disposti a collaborare, ad esempio su debianizzati.org molti hanno già sviluppato progetti per le scuole o fanno parte di gruppi di traduzione.
Concordo pienamente sul fatto che non è semplice trovare libri o comunque strumenti didattici adattati ai ragazzi nel mondo della programmazione. SIa perchè ci sono pochi testi in italiano, sia perchè questi testi spesso danno per scontato cose e concetti che in realtà non lo sono per tutti, sia perchè gli esempi proposti sono troppo tecnici (quello che si trova spesso, ad esempio, in spiegazioni del Python, è la serie di Fibonacci). Forte di questa mancanza, già da un anno, ho portato avanti una serie di video tutorial (oltre 100 per Python – oltre 200 per Visual Basic) proprio con questo intento, cioè spiegare a chi non ha mai osato provare a programmare. Il risultato è stato che ho oltre 1000 iscritti (youtube) tra i 12 e 16 anni e tra i 50 a salire. Quindi, proprio come giustamente spiegato nell’articolo, c’è carenza di risorse per questa fascia di età. Lodevole è la volontà vostra di tradurre quel testo, e sono sicuro che avrà un ampio successo, perchè questa fascia di utenti chiede a gran voce aiuto. Mi permetto infine di segnalare il mio sito dove trovare queste risorse, e se vìolo qualche regolamento sui commenti, vi prego di cancellarlo. Buon lavoro. http://sites.google.com/site/niktorthenat
I testi in italiano sono davvero pochi, e questa è un’iniziativa davvero lodevole!
Grandi!
Ottima idea.
Recentemente ho cercato testi simile per avvicinarmi alla programmazione web (PHP MySql…) e non sono riuscito a trovare nulla neanche in inglese per chi come me è completamente digiuno.
Grazie
io ho iniziato con questo quando avevo 7 anni :
“MSX BASIC” di Albert Sickler
Ma siete certi che sia un libro interessante per un ragazzo di 8 anni? A me sembra un For Dummies all’ennesima potenza :-) Non sarebbe meglio un approccio basato sulla programmazione visuale come ad esempio l’ottimo Alice (www.alice.org). Come viene riportato sul sito: “Alice is an innovative 3D programming environment that makes it easy to create an animation for telling a story, playing an interactive game, or a video to share on the web. Alice is a teaching tool for introductory computing. It uses 3D graphics and a drag-and-drop interface to facilitate a more engaging, less frustrating first programming experience.”
In effetti è una tematica che mi ha sfiorato qualche volta negli ultimi tempi, sarebbe comunque interessante ripensare anche a noi, a quando iniziammo ad esplorare tale mondo, probabilmente mossi da una curiosità famelica (ed aggiungerei “inusuale” rispetto ai nostri coetanei) nei confronti dei terminali dell’epoca,(ricordo ancora gli L1M20 o i primi 8088), diverso anche l’approccio che adottammo anche in termini di reperibilità della documentazione (di sicuro ben diverso rispetto ad oggi, dove Internet la fa da padrone).
Per la traduzione del testo, la reputo una cosa assai interessante, se c’è un posticino disponibile, tenetemi in considerazione :)
Ottima idea! Mi è sempre interessato provare ad entrare nel mondo della programmazione, ma non ho mai trovato un mezzo che mi portasse “per manina”.
Ho 33 anni ma un libro per ragazzini per me sarebbe l’ideale, lo manderei subito in stampa su boopen!
CONCORDO PIENAMENTE SU TUTTO!!!
sarebbe meraviglioso ma ti prego di non fermarti alla semplice sintassi (per altro semplice) di python. Un ragazzino si appassionerebbe solo se potesse anche creare GUI e pacchettizzarlo per gli OS comuni per far vedere magari tali programmi agli amici. Quindi se manca metterei in coda la creazione di un documento così!!
“mi piacerebbe capire se la mancanza di testi in Italiano di questo tipo è un problema sentito”
Sicuramente è un problema, ma a causa della sua specificità non ne parla nessuno. Mi spiego: se sei un programmatore non vai a leggere questi testi, se sei adulto è più difficile che la lingua sia un problema… se sei un ragazzo la cosa cambia, ma è ben più difficile far sentire la tua voce ;)
Mi piacerebbe partecipare al progetto, anche se il tempo che ho a disposizione è veramente esiguo!
Considerando quello che è diventata la professione oggi, è meglio non iniziarlo alla programmazione.
un programma di traduzione distribuita potrebbe indebolire pesantemente le barriere linguistiche che ostacolano i non anglofoni e a fruire e a creare. Tutti abbiiamo tempo peer tradurre un menù o un capoverso, mentre tradurre 30 pagine, beh, non tutti se la sentono.
@tutti
Ho le mail di tutti quelli che si sono detti interessati a dare una mano. Appena organizzato al meglio la parte infrastrutturale vi contatterò per spiegare come funzionerà la cosa. Naturalmente è ben accetta la partecipazione di tutti. L’unica cosa che vorrei tenere presente è che vorrei riservarmi l’ultima parola sulle traduzioni sottoposte (non prendetela come una smania dittatoriale, la cosa è dettata dalla necessità di mantenere una certa uniformità stilistica all’interno del documento).
@Alex
L’approccio di Alice non mi dispiace ma reputo questo libro uno strumento altrettanto buono per iniziare. Anche perché tutta la parte dedicata alla tartaruga restituisce un certo feedback grafico.
@Griso
Le passioni secondo me vanno alimentate fuori da ogni logica professionale e di mercato. Far pesare queste logiche sulle scelte di un ragazzino secondo me è profondamente sbagliato. ;-)
Sono molto interessato alla partecipazione a questo progetto di traduzione, soprattutto perchè Python è uno dei miei linguaggi preferiti! Tienici aggiornati!
Propongo altri linguaggi, anche se è un po’ difficile convincere una schiera di accaniti Phytoniani ;)
Io ho iniziato a programmare da autodidatta con QBasic (asd), ma il tool che veramente mi ha ispirato (e con il quale ho scritto molti programmi) è stato Blitz Basic, che avevo trovato in versione completa in una rivista. Era fantastico, sopratutto perchè potevi fare la grafica semplicemente e senza complicate inizializzazioni. In più si compilava in un exe e poteva essere distribuito tranquillamente. Peccato che ora non lo fanno più, c’è solo una versione a pagamento…
Eventualmente ci sarebbe anche il Logo.
Cioè, propongo un linguaggio in cui si possa vedere l’output non solo testualmente, ma sopratutto graficamente, e forse neanche il Python raggiunge l’immediatezza di un Logo o di un Blitz Basic…
Ma non è meglio che un ragazzino interessato alla programmazione si impari l’inglese già che c’è?
Alla fine la maggior parte delle risorse e/o le risorse migliori, a tutti i livelli, sono in inglese e il linguaggio di programmazione è in inglese e l’inglese comunque una lingua importantissima.
Quindi tantovale che invece di aspettare la pappa pronta tradotta (spesso in modo approssimativo), meglio imparare l’inglese e spianarsi la via per un mucchio di risorse on line e non solo per quanto riguarda la programmazione.
@Emanuele Rampichini: sono disponibile per aiutare con la traduzione.
Hai la mia mail, se vuoi una mano con la traduzione sono qui!
Non conosco Phyton, ma scrivo manuali in Inglese da una vita e sarei ben contento di dare una mano
Ho letto l’articolo, premetto che è da tempo che mi stavo chiedendo pure io a cosa fosse dovuta la mancanza di testi in italiano per chi volesse iniziare, devo dire che da parte mia ho trovato molto utili per iniziare quello che da molti viene considerato come il migior HowTo per un approccio alla programmazione iniziando da un programma molto intuitivo e nello stesso tempo molto completo come Python, il manuale è reperibile tradotto in italiano al seguente indirizzo http://www.python.it/doc/Howtothink/HowToThink_ITA.pdf dal titolo: Pensare da informatico Imparare con Python.
Personalmente lo ho trovato molto utile, nello stesso tempo mi rendo disponibile per aiutare in questa iniziativa.
Mi permetto di segnalare il libro \Passo dopo passo con Python\ (http://scuola.linux.it/), guida rivolta ai ragazzi dai 10 ai 14 anni.
Saluti e complimenti per il blog.
Adoro python e credo sia una buona idea. Aderisco all’iniziativa! :D
Dalle mie parti si utilizzava il LOGO nelle scuole, io ho cominciato con una versione per TI/99 (o era MSX ?) in seconda elementare. Alle medie invece si è passati allo SLOGO1 della Olivetti, ricordo che oltre alla grafica della tartaruga c’era tutto quanto serviva per la programmazione classica, variabili procedure, cicli d’iterazione, ricorsione e quant’altro. Ricordo anche di aver realizzato un piccola avventura testuale.
Per un bambino avvicinarsi alla programmazione con un linguaggio del genere è molto divertente…
disponibile per la traduzione, magari imparo qualcosa di python :)
L’idea sembra molto bella!
Se serve una mano sarei felice di aiutare, anche se non sono proprio un asso in inglese e Python :P
Però ho visto che gli autori hanno creato tre versioni diverse per Windows/Linux/MacOs… probabilmente il 90% del testo è uguale. Hai intenzione di tradurne solo uno, oppure di trovare un modo per scovare le parti differenti e fare tutte le tre versioni?
@RunAway
Se è vero che la lingua inglese prima o poi va imparata, è anche vero che per iniziare una qualsiasi materia bisognerebbe abbattere tutte quelle difficoltà non strettamente legate ad essa. Non si tratta di pappa pronta ma di fornire uno strumento in più che non escluda coloro che per qualsiasi motivo non hanno confidenza con la lingua inglese.
@Riccardo
Grazie dell’interessante segnalazione.
@Damage
Il progetto è dotato di uno script di build automatiche delle 3 versioni a partire da un unico sorgente LaTeX. Quindi nessun problema… le parti condivise vanno tradotte una sola volta.
Ringrazio ancora una volta tutti quelli che hanno accolto con entusiasmo la proposta. :D
@Z80Fan. Fai partire Python e poi scrivi le seguenti due righe:
import turtle
help(turtle)
:D
@Emanuele: sarebbe ancora più interessante se riuscissimo (mi ci metto pure io, e vediamo cosa possa fare per dare una mano; da papà ho due bambini e mi piacerebbe che imparino a programmare ovviamente :D) a tradurre anche i nomi degli identificatori in italiano, proprio per ridurre al minimo il “trauma” della lingua inglese.
Si potrebbe anche pensare di usare Python 3, che consente di sfruttare qualunque simbolo UTF-8 (a parte alcuni caratteri ASCII di punteggiatura & co.), e quindi anche le lettere accentate, per gli identificatori.
[OT]
programmare è anche disegnare una mappa col radiant.
è un livello superiore, ma è pur sempre un atto di traduzione da un linguaggio, quello scritto su carta, in un altro linguaggio quello rappresentato dagli oggetti sullo schermo.
che a sua volta è interpretato usando un altro linguaggio, quello di scripting, che a sua volta è stato realizzato in un linguaggio inferiore il C, compilato per ottenere un eseguibile in asm.. che non è altro che una rappresentazione di un codice binario..
[/OT]
insomma la storia dell’informatica..
dall’alto o dal basso, per me è uguale, creare è concettualmente è sempre un atto di programmare.
@ Emanuele
Ciao, non ho capito bene l’utilizzo di gettext, mi sembra piu’ uno strumento per tradurre cose come voci di menu’ eccetera all’interno di un programma (cioe’ stringhe brevi, non ambigue, che si ripetono piu’ volte nel codice). Ma per tradurre un libro mi sa che devi fare alla vecchia maniera, un paragrafo dopo l’altro, dall’inizio alla fine, per mantenere coerenza e consistenza nella traduzione. Inoltre, questa mi sa di cosa difficile da suddividere su piu’ persone: il risultato sarebbe probabilmente un collage di traduzioni con “stili” diversi, non omogeneo, difficile da seguire.
@pleg
Utilizzando po4a con documenti latex vengono estratti i paragrafi e non stringhe scollegate. Il vantaggio di un approccio del genere è dato dal fatto che con un paio di script bash riesco a ricostruire a partire dai po il documento latex tradotto e questo è di una comodità assoluta.
Ovviamente la traduzione va fatta con un certo criterio e per suddividere i compiti pensavo di utilizzare dei blueprint da assegnare ai vari volontari. L’altro vantaggio dell’utilizzo di gettext è la possibilità di revisionare ogni piccolo pezzo della traduzione in maniera indipendente.
Comunque ho attivato una mailing list per eventuali dubbi o problemi nella traduzione.
Per quanto riguarda il discorso dell’omogeneità stilistica mi autocito:
Sto anche pensando di stendere delle linee guida generali.
Mettiamola così… oltre ad essere un lavoro di traduzione può essere visto come un esperimento collaborativo.
in effetti a 13 anni il ballottaggio lo vedo soprattutto con linguaggi che creano applicazioni stand alone e quindi sarei indeciso tra python e visual basic
@ Emanuele
Quando aprlavo di omogeneita’ stilistica, mi riferivo soprattutto al fatto che correggere le traduzioni di un altro e’ quasi impossibile… la mia esperienza e’ che bisogna buttare via tutto un paragrafo (o una pagina…) e riscriverlo da zero. Ma forse e’ che sono troppo draconiano :)
@pleg, @Emanuele: Circa il “problema stilistico” penso dipenda anche dal modo un cui si struttura il lavoro di traduzione.
Ad esempio, prendendo ispirazione da questo gruppo [http://wiki.ubuntu-it.org/GruppoTraduzione], dove le traduzioni sono gestite individualmente, si vede che sono ben organizzati:
– viene stabilità l'”unità atomica” di traduzione (per loro è un modulo).
– viene stabilito un metodo di lavoro che prevede, per il singolo traduttore, una fase di “traduzione” e una di “post-traduzione”; per il gruppo una fase successiva di “revisione” delle singole unità tradotte.
– vengono stabilite delle linee-guida a cui il singolo traduttore deve attenersi nel svolgere il lavoro di traduzione.
A naso penso che le linee guida per il singolo traduttore e la fase di revisione delle unità tradotte per tutto il gruppo permettano di ovviare al “problema stilistico”.
@Emanuele: un’aspetto della faccenda stilistica che mi è venuto in mente (mentre sfogliavo il testo per la versione Windows) è relativa alla traduzione/italianizzazione di termini tecnici informatici che tipicamente siamo abituati a considerare come “neologismi” inglesi (forestierismi è il termine corretto).
Un traduttore protebbe trovarsi a decidere se lasciare il termine in inglese (forestierismo di uso comune) oppure potrebbe decidere di tradurlo, nel qual caso potrebbe avere difficoltà a ricondurlo ad un lemma italiano.
Magari potrebbe essere utile preparare anticipatamente un piccolo glossario, per ovviare a questo tipo di situazioni e sempre con l’obiettivo della “coerenza stilistica”, almeno per i termini tecnici nel testo (si potrebbero individuare almeno quelli maggiormente ricorrenti).
x cdmauro
“il “trauma” della lingua inglese”
oggi che l’inglese cominciano a studiarlo alle elementari alle scuole medie dovrebbero già averlo acquisito in maniera discreta…quindi non vedo alcun trauma…anzi…
per quanto riguarda i linguaggi di programmazione….
reputo che a prescindere dal linguaggio il percorso formativo vero si ha con il contatto con la macchina di calcolo…
ossia comprendere che un programma è essenzialmente un metodo di gestire una macchina di calcolo con le sue limitazioni e le sue peculiarità…..io python non lo useri manco sotto tortura per insegnare a programmare un ragazzo…troppi comandi ed in piu’ l’utilizzo delle classi….per imparare a programmare si utilizza il pascal, come si è sempre fatto dalla notte dei tempi…possibilmente con IDE che permette di gestire meglio listato e codice oggetto…in caso in cui il pascal possa apparire antidiluviano….allora il javascript non è tanto male visto che puo’ essere gestito da qualunque browser, si puo’ integrare in una pagina web etc etc etc…..
Lasciamo perdere la sQuola dell’obbligo, per favore. A mia figlia (4a elementare o “primaria”) sto PAGANDO un corso extra-scolastico (che si tiene a scuola!) per sopperire alle scarse ore d’inglese che fa.
Comunque utilizzare termini della lingua comune per gli identificatori rende sicuramente la vita più facile a chi deve iniziare a tenera età. Col tempo nulla toglie che, affinando (forse, visti i tempi) le conoscenze d’inglese, potrà utilizzare direttamente in termini in quest’ultima lingua.
Python, al contrario di quel che dici, è un linguaggio semplicissimo per imparare a programmare. Non ha tanti “comandi” (immagino parli di costrutti sintattici) e, cosa fondamentale, non si perde in dettagli di basso livello.
Esempio: gli interi sono virtualmente illimitati. Non devi specificarne la dimensione, come faresti in Pascal o in altri linguaggi a tipizzazione statica. Anzi, non devi specificare nemmeno il tipo.
Hai presente lo pseudocodice? Bene, Python ci va MOLTO vicino (compresa l’indentazione obbligatoria). Tant’è che per lui è stata coniata l’espressione “pseudocodice eseguibile”. ;)
Gli IDE esistono anche per Python (uso con soddisfazione NetBeans), ma la cosa fondamentale con Python è l’interattività, che permette di smanettare, di fare delle prove, e che a mio avviso è la carta vincente per la produttività personale ma, in questo caso, per chi deve apprendere.
Javascript lo trovo orribile, e macchinoso da utilizzare. Decisamente da scartare.
io non sono addentrato nei problemi della scuola attuale in quanto non ho prole…ma io ho sempre studiato l’inglese anche alle elementari….e benchè non abbia ancora imparato a comprenderlo in maniera soddisfacente nel linguaggio parlato, lo scrivo e le lo leggo correntemente senza problemi dai tempi del liceo…quindi far imparare ai bambini una lingua straniera è una cosa ottima, da perseguire anche al di fuori della sQuola…
su javascript ti do’ perfettamente ragione(proponendolo era una mia provocazione) essendo un linguaggio terribile sotto ogni punto di vista…quello che la maggior parte di voi non si rende conto è proprio che è in quella direzione che sta andando la maggiorparte del mondo della programmazione…un linguaggio confuso in cui ci sono molti(troppi) metodi per fare la stessa cosa, scarsamente tipizzato, scarsamente strutturato, insomma una confusione totale….fai un confronto tra ARexx e javascript per comprendere come i linguaggi di programmazione stiano andando indietro come i gamberi….
Ho cominciato a leggere: Howtothink-html-it, trovando python un linguaggio fra i più semplici da imparare, e sono convinto che sia il più adatto e semplice anche per ragazzi, concordo sul fatto che le cose devono essere rese sempre più semplici possibile per tutti quelli che non conoscono sufficientemente bene l’inglese.
Ottima idea!
“…devono essere rese sempre più semplici possibile per tutti quelli che non conoscono sufficientemente bene l’inglese.”
cosi’ resteranno ignoranti per sempre….
i linguaggio utiliziamo quello piu’ semplice…la lingua utiliziamo quella piu’ familiare….
programmare è un cosa seria…e un ragazzino se vuole programmare deve impegnarsi visto che poi tutto sommato, scrivere un programma in genere è piu’ facile che tradurre una versione di latino…
Cerca anche di capire: già programmare richiede non pochi sforzi, imparare anche un’altra lingua è uno sforzo in più che si aggiunge, e può scoraggiare.
L’importante è iniziare a programmare: poi lo sappiamo bene tutti noi che ci siamo passati, che l’inglese è indispensabile.
Col tempo s’imparerà anche quello.
Comunque la situazione scolastica è quella che t’ho descritto prima (cioè disastrosa), proprio perché la sto vivendo coi miei figli.
Considera, tra l’altro, che grazie all’ultima “riforma” le nuove classi delle primarie (ex elementari) fanno 3 ore in meno la settimana, e i bambini per due giorni escono un’ora e mezza prima.
Ti renderai conto in che situazione siamo messi. E in che mani… -_-
Una volta, quando ero giovane (ho 38 anni…) tutte le lettere alle riviste di informatica o di video games (io leggevo BIT e K), iniziavano con la frase ” Sono un felice possessore di … ecc.” Così volevo iniziare la mia:
“Sono un felice POSSESSORE di …. DUE FIGLI MASCHI DI 4 e 7 ANNI” ( chiaramente sto scherzando)”.
Mi sono sempre chiesto come potergli insegnare la programmazione.
Non mi piace molto il Python, preferirei che iniziassero con il C.
E’ un linguaggio che adoro, grazie al quale, per molti anni, ho campato felicemente.
Comunque sono disponibile a tradurre qualche pagina.
Fammi sapere.
mmm, non è questione di libri e di sintassi. quelli basta leggerli. prima bisogna vedere se cè predisposizione e passione poi si fanno smanettamenti :
requisiti:
-avere capacità logiche e deduttive superiori alla media: capacità di elaborare algoritmi: non è da tutti
-passione e cultura informatica
-avere tanto tempo da spendere al pc (e quindi poche altre attività hobbystiche)
-avere dei maestri bravi, vivere in ambiente “smanettone” e informatico (parenti e amici fanatici aiutano)
Ormai si programma ad oggetti, iniziare da C# o java non è impossible. se al ragazzo gli insegni i concetti di classe, oggetto, ereditarietà il piu è fatto. se il ragazzo non capisce quei concetti cosi basilari non è adatto a fare il programmatore, può sempre fare economia o giurisprudenza da grande.
(un mio amico a 20 anni non capiva il concetto di classe e oggetti, aveva letto libri e glielo anche spiegato. eppure non era tonto, è un genio ma l’informatica non fa per lui)
@bullet time
”
… (un mio amico a 20 anni non capiva il concetto di classe e oggetti, aveva letto libri e glielo anche spiegato. eppure non era tonto, è un genio ma l’informatica non fa per lui)…
”
L’origine del concetto di “classi di oggetti” lo possiamo già trovare con “le categorie” di Aristotele, non occorre scomodare testi di programmazione.
Poi per il resto sono in disaccordo con quasi tutto quello che hai detto, sia detto senza offesa, tranne sul fatto dei bravi maestri.
Ero fuorisede ma ho favvato questo articolo mentre ero intreno. Allora, a distanza di una settimana, chi mi fa un sunto di come siamo messi?
Abbiamo creato un team:
https://launchpad.net/~swfk-it-team
Un progetto:
https://launchpad.net/swfk-it
E iniziato a tradurre:
https://translations.launchpad.net/swfk-it
Se vuoi vedere anche di cosa si è discusso puoi consultare la mailing list:
https://lists.launchpad.net/swfk-it-team/threads.html
C’è ancora molto lavoro da fare quindi ogni nuovo arrivato è ben accetto, ;-)
Ecco quello che ci vuole veramente! Altro che Python!
https://clubcompy.com/
;)
@Z80Fan
Bellissimo!
Veramente un bel post, sono FELICISSIMO che qualcuno la pensi come me, parlo della mia esperienza..
Quando volevo imparare a programmare ho fatto il grossissimo sbaglio di comprarmi il mattone di C, quel manuale non ha fatto che del male grave alla mia psiche!! e mi mise moltissimo a disagio con la programmazione. Poi, un giorno, santa mamma mi comprò un manuale di Python, piccolissimo e decisamente più carino (Python in tasca, edizione Pearson).
E’ incredibile come solo “leggendolo” capì velocemente il concetto di classe, funzione, operatori ecc..
e grazie al semplice uso del terminale potevo avere immediatamente un “feedback” sulle mie operazioni, e se quello che stavo facendo era giusto!
Ora, grazie al supporto “umano” che mi ha dato python, mi sono esteso ad altri linguaggi di programmazione e sto creando dei progetti che danno molta soddisfazione! tutto questo grazie ad uno stupendo, semplice, umano linguaggio di programmazione… e il mio manualetto da 12 euro ;)
Grazie ancora
Daniel Pyrathon
Dunque, la mia sarà sicuramente una voce fuori dal coro comunque a 13 anni non vedo assolutamente problemi con l’inglese… e se l’inglese è un problema allora lascierei perdere anche la programmazione.
Io pur conoscendo e avendo provato linguaggi da voi citati uso anche per lavoro autoit (http://www.autoitscript.com/autoit3/index.shtml) e i suoi fantastici forum.
Molto simile al basic, immediato, volendo si possono non dichiarare le variabili, crea gui in poche righe ed ha istruzioni furbe che in python richiedono pagine di codice, gestisce anche grafica 2d e 3d, DB etc.
Il mio primo libro di programmazione? il manuale del C64 !
Salve,
sembra che il progetto si sia arenato. C’è qualche motivo (tranne la mancanza di tempo), tipo pubblicazione di altri libri simili in italiano?
Ciao,
ma come è finita poi con la traduzione? Sarei interessato per mio nipote. :)
Mi permetto di pubblicare la mia raccolta di link sull’argomento: http://www.delicious.com/gilberto5757/kid+programming
Esistono diversi linguaggi specifici; in particolare mi piace Toontalk, che è stato usato anche nelle scuole materne portoghesi (riferimenti nel relativo sito) e secondo me meriterebbe un porting per Mac e Linux.
Cosa ne pensate?
Il post e i commenti sono ormai vecchi di anni. Nessun update? L’iniziativa è morta sul nascere?
Credo sia rimasto nel limbo perché un po’ tutti siamo spariti per mancanza di tempo.
Ma il progetto è pubblico e “open source”: se qualcuno volesse contribuire per ciò che rimaneva (il solo capitolo 9, se non erro), farebbe una santa cosa.