di  -  lunedì 7 Aprile 2008

Non sempre il nemico sta dall’altra parte del cavo: è questo il caso di una ragazza saudita, picchiata e uccisa con un colpo di pistola dal padre, dopo essere stata colta a conversare con un uomo incontrato su Facebook.

Il fatto, risalente ad Agosto 2007, non ha avuto alcuna visibilità in occidente fino a qualche giorno fa, quando è stato riportato in calce alle accese critiche nei confronti della rete da parte di Alì al-Maliki, un predicatore saudita noto per la sua avversione alle nuove tecnologie.

Il numero di utenti sauditi di Facebook, stimato intorno alle 30.000 unità, lascia intendere il potenziale dirompente del confronto fra una concezione rigida dei dettami religiosi islamici, e le opportunità di socializzazione offerte dal web: al-Maliki si è spinto fino ad auspicare l’interdizione delle donne da Facebook.

In ossequio alle correnti religiose più estremiste, l’Arabia Saudita potrebbe presto bloccare tout-court l’accesso al popolare social network. Fa riflettere il fatto che un simile atto di censura avrebbe salvato la vita di quella ragazza.

Fonte: The Inquirer

9 Commenti »

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  • # 1
    BrightSoul
     scrive: 

    Mi fanno schifo le società fallocentriche, e ancor di più gli uomini che rivendicano la proprietà delle donne, mogli o figlie che siano, con atti violenti.

  • # 2
    Nando
     scrive: 

    che tristezza….

  • # 3
    dj mtt
     scrive: 

    Ste robe e sta gente mi fan semplicemente schifo…

  • # 4
    edmondo dantes
     scrive: 

    hai dimenticato la parola fondamentale sotituendola con una inutile, ti porto l’esempio corretto:

    Padre “credente” o “religioso” uccide la figlia nel nome di dio[minuscolo]

    che merde le religoni[ please..I.R.A]

  • # 5
    keeper1h
     scrive: 

    Morte al medioevo, in qualunque epoca si ripresenti, qualunque paese ne sia colpito.

  • # 6
    Tudhalyas
     scrive: 

    Solo un commento è possibile: che schifo!!!

  • # 7
    battagliacom
     scrive: 

    Non riesco proprio a capire queste persone che uccidono altri solo perchè hanno usato internet o un suo servizio, il fato che stia parlando con un uomo poi non c’è niente di male, purtroppo ci sono ancora troppe persone che non vogliono passare alle nuove tecnologie perchè hanno PAURA, e ribadisco, hanno solo PAURA ma non riesco a capire di che cosa possano aver paura e non capiscono che in questo modo si mettono contro tutto il mondo.
    La tecnologia avanza come avanza l’uomo, qualcuno puo spiegare a quell'”essere umano” che se fossimo stati tutti come lui adesso saremmo ancora delle scimmie?

  • # 8
    Free Gordon
     scrive: 

    Questo è un problema di ignoranza spirituale.

    Le religioni, intese come sistema dogmatico di regole, hanno la loro influenza in questo genere di barbarie ma farei MOLTA attenzione a non sminuire la responsabilità di un atto che è principalmente autonomo.

    Quella persona, al di là del suo credo religioso, ha commesso un grave errore e in nessun modo la sua coscienza ne uscirà intonsa…

  • # 9
    Alessio
     scrive: 

    Un pò mi preoccupa anche l’ultima riga, quel “Fa riflettere il fatto che un simile atto di censura avrebbe salvato la vita di quella ragazza.”. Ok, capisco il pragmatismo, ma penso sia un pò come dire “se la ragazza nn si fosse ribellata il violentatore nn l’avrebbe uccisa” o il “se quel tizio nn avesse salvato il bambino dalle fiamme nn sarebbe morto intossicato”. Cmq la si metta il problema è solo quel padre deficente, che si è arrogato il diritto di ammazzare la figlia perchè faceva qualcosa che nn gli andava. In base alla stessa logica qualcuno in disaccordo con lui potrebbe ammazzarlo….. insomma, è una cosa folle. Passi il politically correct e tutto, ma la verità è che in quei paesi sono quasi tutti (anche le donne, eh! sono inserite anche loro, pur rimanendo svantaggiate) delle bestie, e cio è dovuto esclusivamente alla loro cultura barbarica.

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