Stefano Grossi – yossarian

Stefano Grossi - yossarianNato a Villalago, un ridente paesino dell’appennino abruzzese, a 3 mesi emigra a Luino, dove compie imprese mirabolanti, uccidendo mostri e salvando principesse in pericolo, fino a 6 anni, età in cui avviene il trasferimento a Roma.

Sin da piccolo manifesta una spiccata predilezione per le lavatrici e i trenini elettrici. Scopre in tarda età il computer, ma lo ricopre subito, giudicandolo oggetto di scarso interesse e dall’incerto futuro.

Finito il liceo, in preda ad una crisi mistica, decide di iscriversi ad ingegneria ma, poiché non si sente, a ragione, un novello Rembrandt, sceglie l’unico indirizzo che, all’epoca, gli avrebbe permesso di evitare il temutissimo esame di disegno: elettronica.

Per sbarcare il lunario svolge attività lavorative in svariati ambiti che riguardano l’elaborazione dei segnali digitali e i relativi dispositivi; dai diodi laser ai sensori per la cattura delle immagini ai chip grafici. Nel frattempo, viene a contatto con l’universo femminile, la cui scoperta si rivela più ardua del passaggio agli shader unificati. Una delle sue frasi tipiche è: “fino a poco tempo fa non sapevo neppure dell’esistenza delle donne; ora so che ci sono, ma non ho capito come funzionano”. Così resta single per scelta (altrui) e torna ad occuparsi di arbiter, sequencer, scheduler, alu e relativi registri, fino a che non incontra Barbara, una adorabile ragazza che lo considera un genio: peccato che non faccia testo, in quanto spudoratamente di parte e completamente digiuna di elettronica.