Un primo “sguardo” a iPad

L’annuncio più previsto e speculato dell’anno ha avuto luogo qualche giorno fa, portando alcune conferme e molte smentite ai rumor circolati in abbondanza nel periodo precedente al lancio.

iPad, malgrado qualche pecca, è un dispositivo interessante, che sta riaprendo l’epoca del tablet – complici una serie di fattori giunti a maturazione dentro e fuori dal mondo tecnologico – a partire dai mutamenti nell’editoria – e potrebbe presto scatenare una serie di reazioni a catena.

iPad arriva sul mercato con un prezzo non proibitivo ($ 499 per il modello base Wi-fi, $ 629 per la versione 3G), in quello che per il mondo editoriale appare ormai un crocevia ineludibile: il passaggio ad un nuovo approccio al web, indispensabile per ripensare le economie del mondo editoriale e trarre vantaggio dalle mutate condizioni tecnologiche, sempre più protese verso modelli d’uso in mobilità.

iPad debutta in un momento ancora caotico per il mercato dei contenuti. Un mercato che da un lato non riesce a ricavare utili sufficienti nell’advertising e vive un rapporto problematico coi motori di ricerca, dall’altro si vede sempre più “doppiato” da un’evoluzione tecnologica rapidissima e anarchica.

In questo caos creativo, iPad va ad inserirsi a metà fra il solco tracciato da Kindle, il dispositivo sviluppato da Amazon per la fruizione in mobilità dei contenuti testuali presenti nel suo store, e la concezione “tradizionale” di tablet, un dispositivo orientato a funzionalità più estese rispetto a quelle di un ebook reader.

Anche il prezzo colloca iPad fra i tablet full featured – basati su Atom, Intel CULV o architetture ARM – e gli ebook reader. Il tutto in un formato molto compatto, con un display LED a colori da 9,7″ e un peso di circa 700g.

Andando ad approfondire le caratteristiche tecniche, emergono considerazioni interessanti, particolarmente in rapporto ad alcuni suoi possibili competitor, tutti dotati di connettività Wi-fi + Bluetooth + 3G (tranne lo slate HP).

Iniziamo con Acer Aspire Timeline 1820p, un tablet ripiegabile dotato di tastiera, con display da 11.6″, equipaggiato con processore Intel Core2 e Windows 7 con relative estensioni touch, per un prezzo che dovrebbe superare gli € 600.

Leggermente diversa l’ispirazione dello slate di HP, su cui ancora non sono disponibili dati certi, ma che pare arriverà nel classico formato tablet privo di tastiera da 10″, equipaggiato con un Atom nel comparto CPU e Windows 7, privo di connettività 3G

Più compatto è il Dell Mini 5, display da 5″, CPU Qualcomm Snapdragon (Cortex-A8 single core) a 1Ghz, Android 1.6, il tutto per un prezzo annunciato di 1000 $ – che Dell auspicabilmente rivedrà al ribasso prima del lancio.

Arriviamo infine ai famosi Kindle, disponibili in due versioni: 6″ per $ 259 e DX, da 9.7″ per $ 459.

Rispetto a un tablet full featured come l’Acer, iPad offre un formato molto più compatto e un’autonomia elevata – 10 ore d’uso, un mese di standby – resa perlomeno in parte possibile dall’adozione di un SOC basato, secondo recenti speculazioni, su architettura multicore ARM Cortex-A9 personalizzata da Apple.

Più omogeneo il confronto con lo slate di Dell, il quale però, stando alle specifiche attuali, paga dazio sul fronte del prezzo e su quello del software. A vantaggio del piccolo Dell  la presenza di una videocamera e una maggior portabilità – perlomeno a livello di dimensioni – caratteristiche che tuttavia si pagano con uno schermo di dimensioni sensibilmente ridotte.

Anche rispetto alle due incarnazioni di Kindle, iPad presenta differenze significative. Laddove il Kindle nasce con l’unica funzione di sostituire la carta – a partire dalla tecnologia e-ink per il display, fino al limitatissimo storage (4GB per la versione DX) – iPad accetta un tradeoff sulla leggibilità (e-ink non ha rivali su questo fronte) per adattarsi a svolgere alcune funzioni tipiche di un personal computer, comprese applicazioni office (iWork) adattate al formato.

Il nuovo gioiello di Apple paga questa scelta in termini di autonomia – 10 ore d’uso contro 1/2 settimane del Kindle DX – a causa probabilmente del display LED di generose dimensioni e del diverso modello di utilizzo a cui si presta.

Ciò che rende il confronto con Kindle obbligatorio, malgrado le differenze riscontrate sul fronte hardware, è il ruolo che con iPad Apple spera di conquistare nel mondo editoriale, molto simile a quello che Amazon – assieme ad altri e-tailer – sta cercando di giocare con il suo dispositivo.

Volendo trarre delle conclusioni, appare chiaro che esse sono legate al genere di dispositivo con cui iPad viene confrontato. Se si vuole classificare iPad come un ebook reader evoluto, quel che costa in più di Kindle è ampiamente compensato dalle feature aggiuntive, ammesso che si sia dispositi a rinunciare alla tecnologia e-ink.

Messo a confronto con i tablet – pardon, slate – basati su Windows o su Android prossimi al debutto, emergono una serie di handicap a carico del nuovo dispositivo Apple: la mancanza di accessori come foto/videocamera, la limitazione del multitasking, l’impossibilità di utilizzare applicazioni flash – per quanto sia possibile “confezionarle” dentro singole App, vedi Youtube di cui iPhone è dotato di serie – l’assenza di espansioni di  memoria, l’impossibilità di organizzare i propri documenti con un file manager e via discorrendo.

Proprio in quanto soluzione intermedia fra i dispositivi individuati, iPad può essere considerato, a seconda delle proprie esigenze, come un dispositivo straordinario o immotivatamente chiuso e limitato.

Chi lo valuta in rapporto al Kindle, ne apprezzerà l’integrazione verticale con le piattaforme e-commerce iTunes e iBooks e probabilmente lo riterrà la soluzione ideale per fruire in mobilità dei contenuti disponibili sulle piattaforme e-commerce Apple – oltre a considerarlo un ottimo dispositivo per lo sfruttamento delle altre funzionalità che Apple vi ha integrato.

Chi lo valuta in rapporto ai tablet full-featured ne rimarcherà le mancanze e le limitazioni, gli preferirà dispositivi più accessoriati, dai quali cercherà – forse rimanendo deluso, forse no – le funzionalità di un personal computer, compresi magari i vari tweak e hack che tanto appassionano gli utenti PC.

Fra luci ed ombre, pregi e difetti, un dato emerge con certezza: ancora una volta Apple spacca la platea con un dispositivo che non s’incasella in alcune delle nicchie occupate dalla concorrenza. Chi lo apprezza si soffermerà su quel che offre, chi lo critica si baserà su quel che non ha, e come sempre mancherà ai più un terreno di discussione condiviso.

I cultori dell’integrazione verticale troveranno in iPad un dispositivo straordinariamente capace, senza tener troppo da conto le comodità a cui rinunciano.

Gli amanti delle piattaforme aperte continueranno a reputare irrinunciabili le opportunità di personalizzazione ed espansione dei tablet full feature, e magari mancheranno di prendere in considerazione un’interfaccia che non temo di definire fin d’ora allo stato dell’arte come quella di iPad, in quanto strettamente focalizzata su un insieme limitato di funzioni, e per esse ottimizzata.

Gli “indecisi” – come il sottoscritto, che già ebbe la pazienza di attendere la “maggiore età” di iPhone – aspetteranno di vedere iPad risolvere problemi concreti e presenti nella loro vita quotidiana; preferiranno forse attendere che il dispositivo s’inquadri in un modello d’uso ben preciso; vorranno infine osservare la maturazione di tutti quei fattori esterni all’hardware cui è comunque legata la sorte del dispositivo – il semi-fiasco di AppleTV dà ottime indicazioni in questa direzione.

Una considerazione vale a prescindere dalla propria posizione rispetto ad iPad: il mercato mobile è terreno di conquista per due paradigmi opposti, quello che discende dalla compressione del computer portatile, e quello che risulta dall’evoluzione degli smartphone.

I dispositivi che deriveranno da questa evoluzione saranno sempre più convergenti, fino al punto in cui si arriverà a un device unico, capace di sostituire telefono cellulare, laptop e computer di casa, oltre a lettore multimediale, ebook reader, fotocamera etc.

A quale degli approcci esistenti somiglierà il dispositivo unificato di cui parlo? A deciderlo non sarà un’azienda ma il mercato, che nei prossimi anni, preferendo determinati prodotti ad altri, indicherà ai produttori quali caratteristiche è bene tener dentro e di cosa l’utente medio è disposto a fare a meno.

In questo percorso iPad rappresenta un’ottima sintesi della visione di Apple riguardo alla convergenza, e in qualche modo indica la strada che la casa della mela seguirà nei prossimi anni, sul fronte hardware ma ancor più su quello dell’integrazione con le piattaforme e-commerce in suo possesso.

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