Errata corrige… la città inquina meno della campagna

Città campagnaDue giorni fa il Corriere della Sera ha riportato una clamorosa notizia; sostenendo che una metropoli come New York, può inquinare meno della campagna. Titolo e contenuto dell’articolo sono sicuramente “ad effetto”, ma di cosa si parla nel Corriere?

Dunque, il tutto sembra nascere da un libro appena uscito in Nord America, libro che si prefigge di ribaltare il classico e diffuso concetto della campagna associata a green living, sostenendo che New York (come molte altre metropoli) inquini meno di un corrispettivo insediamento urbano sito in una zona rurale.

Il libro si intitola: Green Metropolis: Why Living Smaller, Living Closer, and Driving Less Are the Keys to Sustainability ed è stato scritto da David Owen, già famoso per pubblicare articoli sul New Yorker.

In poche parole, sembra che la Grande Mela, in termini di efficienza ambientalista, sia superiore a qualsiasi altra metropoli. Nulla importa se, come sottolinea Alessandra Farkas sul Corriere, un recente studio abbia dimostrato che i cittadini di New York siano molto più a rischio di ammalarsi di cancro rispetto ad altri abitanti degli Usa… Owen è pienamente convinto della sua tesi e l’ha chiaramente descritta nelle 368 pagine del suo libro.

Dal Corriere:

“I newyorchesi condividono le infrastrutture e i servizi in maniera ben più efficiente”, incalza Owen, “vivono in case più piccole e quindi usano meno energia per riscaldarle e raffreddarle”. E mentre gli abitanti di periferia e campagna tendono ad accumulare mostruosi elettrodomestici e gadget divora – benzina (dai tagliaerba agli spalaneve) tutto ciò non serve al popolo della cosiddetta “metropoli verde”.

Inoltre:

Cifre alla mano, Owen dimostra come il consumo pro-capite di elettricità è più che dimezzato tra i newyorchesi, ciascuno dei quali genera meno del 30% della media nazionale di gas serra inquinanti. Ma il dato forse più sorprendente riguarda il consumo di benzina che nella Big Apple è fermo alla media nazionale del 1920, quando l’auto più diffusa degli States era la Ford Model T (visto che avere una macchina a Manhattan costa troppo, pochissimi oggi possono permettersela).

Il libro è diventato subito molto popolare e, ovviamente, controverso. Le polemiche ed obiezioni si sprecano, ma il concetto pare funzionare anche perché è legato più al concetto di “stile di vita” degli abitanti delle aree interessate, piuttosto che alla conformazione naturale dell’area stessa.

Un articolo sullo stesso argomento era già stato pubblicato da Reuters qualche mese fa, riguardo ad un report stilato dall’International Institute for Environment and Development; report all’interno del quale si sostiene che, in proporzione, le emissioni inquinanti sono maggiori in campagna rispetto che in città ed inoltre, che il vero problema del cambiamento climatico non sono le città in se stesse (con il traffico, le industrie, i rifiuti ecc.), ma uno sbagliato stile di vita dei cittadini.

Dati alla mano:

Con una popolazione di circa 7 milioni di persone, London registra una quantità di emissioni pari a 6 tonnellate per persona (annuali) nel 2004, con una media nazionale UK di 11 tonnellate. Stessa cosa pare accada in USA, dove New York registra 7 tonnellate a persona nel 2005, contro una media nazionale di 24 nel 2004. La differenza è oggettivamente molto netta.

Comunque, tanto per essere chiari, da tempo Owen ha abbandonato New York per andare a vivere in campagna…

Image Curtesy Matthieu Roussel.

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