Quanto sono sicure le nuove macchine elettriche?

Luglio è un mese importante per chi è interessato a viaggiare in automobile senza inquinare. Le nuove auto verdi stanno arrivando! Mitsubishi Motor sarà la prima grande industria automobilistica a cominciare la produzione di massa di una macchina totalmente elettrica: la mini-car i-MiEV.

A fine mese questo gioiellino dovrebbe essere disponibile per il governo giapponese per 48,000$. La macchina ha un’autonomia dichiarata di 160 km con una singola carica e sarà disponibile all’acquisto per tutti i cittadini giapponesi nei mesi immediatamente successivi.

I privati potranno sfruttare degli incentivi statali per portarsela a casa con “soli” 33,000$.  Seppur la prima, la Mitsubishi non è certamente l’unica grande azienda con un simile progetto. La Subaru e la Nissan, per esempio, seguono a ruota, così come l’azienda cinese BYD Auto. Altri nomi importanti rimasti finora fuori da questo campo, come la GM e la Ford stanno cominciando a produrre anch’essi automobili ibride.

Sembrerebbe quindi che il futuro fatto di automobili pulite sia ormai vicino, possiamo quindi dormire sonni tranquilli? Secondo alcuni analisti sembrerebbe proprio di no, in quanto temono che le batterie al litio presenti in queste macchine elettriche possano non essere del tutto sicure.

Nello scenario più pessimistico in assoluto, è possibile che una fuga termica, per esempio causata da un corto circuito interno alla batteria, causi un eccessivo surriscaldamento della batteria stessa, fino a portare, nel caso peggiore, all’incendio della batteria. Secondo Brian Barnett dell’Università di Cambdridge, MA, nel caso dei cellulari capita una volta ogni 5-10 milioni di celle.

Nel caso delle batterie delle automobili, però, questo numero potrebbe aumentare considerevolmente. Innanzi tutto bisogna tener conto del fatto che la tecnologia per costruire queste batterie è al momento ancora immatura, rispetto a quella per le batterie di cellulari e laptop. Nel caso dei laptop, per esempio, ricordiamo il richiamo di massa delle batterie da parte di Sony. Ed in genere i laptop hanno batterie a 6 celle.

Nel caso delle macchine le batterie saranno più probabilmente a 75 o 80 celle, aumentando così la possibilità di incappare in problemi. Anche la potenza erogata è molto diversa, con conseguenze quindi molto maggiori. Sicuramente, non è un problema che ci si aspetta di dover affrontare molto spesso. Nonostante questo, le conseguenze potrebbero essere catastrofiche, se si considera che la macchina contiene ovviamente passeggeri e probabilmente viene utilizzata per girare in città e in luoghi affollati.

Per fortuna le aziende automobilistiche sembrano accorgersi di questo rischio e di sicuro non vogliono avere il proprio nome collegato con qualche brutto incidente. Per questo è da anni che studiano questo campo in modo molto approfondito. La Nissan, per esempio, ha collaborato con la Sony, mentre ora si avvale della collaborazione della NEC.

Per testare le sue batterie la Nissan una una “terapia d’urto”, sottoponendole a enormi stress di sbalzi di temperatura, da condizioni di temperatura elevatissima a condizioni di temperatura bassissima, e a cicli di carica scarica continui e ripetuti per settimane intere senza sosta. Inoltre ha anche un sistema per simulare un possibile urto, sottoponendo le batterie a forze estreme in diversi punti.

La Mitsubishi, per la sua i-MiEV, utilizza un sistema di sicurezza diverso, proteggendo la batteria con una gabbia di acciaio e un secondo involucro protettivo. Inoltre un computer di bordo fornirà al conducente tutte le informazioni necessarie per monitorare in tempo reale le condizioni della batteria.

Le automobili ibride attualmente sul mercato utilizzano batterie al nickel, ma si sente la necessità di un prossimo passaggio alle batterie al litio, per aumentare l’energia immagazzinata e per diminuirne il costo. Molte aziende automobilistiche, però, credono che i tempi siano ancora immaturi per riuscire ad utilizzare batterie al litio nelle automobili elettriche, come si può notare dal fatto che le Toyota Prius di terza generazione siano ancora dotate di battierie al nickel.

La Toyota, però, ha intenzione di commercializzare alcuni modelli di Prius con batterie al litio, e sta progettando un’automobile completamente elettrica con batteria al litio per il 2012. Secondo il responsabile Toyota delle macchine ibride, Koei Saga, il problema non sta nella tecnologia della batteria al litio, ma nella produzione di massa richiesta per la commercializzazione di automobili elettriche.

In questo caso, infatti, la casa produttrice deve assicurare il perfetto funzionamento e la sicurezza di milioni di batterie. Al momento la Toyota non si sente pronta di affrontare questo passo, e metterà in commercio il modesto numero di 500 unità di Prius con batteria al litio.

Siamo tutti rassegnati a cambiare la batteria del nostro cellulare o del laptop dopo un paio d’anni di utilizzo. Nel caso di un’automobile, però, la durata della batteria dovrebbe essere assicurata idealmente per almeno una decina d’anni. E non è solo la batteria in sé che può creare problemi, ma l’intero sistema di carica/scarica e il sistema di controllo della batteria sono molto complessi e vanno studiati a fondo.

Il gruppo Nissan/NEC sostiene di essere in grado di produrre batterie estremamente sicure entro l’anno 2012. Speriamo che sia vero, e che fra un paio d’anni potremo finalmente andare a lavorare con la coscienza pulita nei confronti dell’ambiente!

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