Italia.it: oltre allo spreco, la beffa!

Italia.itE’ di questi giorni la notizia che il governo si è rifiutato di mostrare al pubblico i dati di spesa relativi al maxi progetto “Italia.it“, che doveva essere il portale d’accesso per il turismo in Italia costato la sproporzionata e astronomica somma di 50 milioni di euro. Cifra che, per chiunque abbia almeno una volta nella vita avuto a che fare con progetti web, è assolutamente fuori dal più costoso e lussuoso range di prezzo si possa immaginare.

Già a luglio 2007 si raccolsero ben 1500 firme, grazie a Scandalo Italiano, con le quali si chiedeva al Governo di mostrare pubblicamente i dati relativi al progetto, per fare chiarezza sullo spreco di denaro pubblico e capire a chi e dove fossero finiti tutti questi soldi: richiesta negata per carenza di interesse.

L’impresa è stata poi tentata una seconda volta da Generazione Attiva, che ha formulato nuovamente la richiesta di accesso ai documenti caduta nel vuoto. Essenzialmente il Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie, che dipende dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, rileva che non sussistono i requisti previsti dalla legge sul diritto d’accesso ai documenti di procedimenti amministrativi 241/90. In particolare si contesta il fatto che questa richiesta punterebbe ad un controllo generico e indistinto della spesa pubblica, giudicato interesse non sufficiente a garantire l’accesso ai documenti.

Ebbene, si tratta per la precisione di ben 56,1 milioni di euro andati letteralmente in fumo per un progetto pessimo durato tre anni e mezzo, mal pensato e ancor peggio realizzato, che ha ricevuto critiche da tutti gli esperti del settore. Trattandosi di denaro pubblico e trattandosi di una richiesta relativa ad un progetto specifico e circostanziato, Italia.it appunto, mi pare pretestuoso affermare che i cittadini non abbiano diritto di conoscere i dettagli dell’operazione perchè questa sarebbe una richiesta “generica”.

Personalmente ritengo che sia doveroso, soprattutto alla luce del “triplo fischio finale” che cala il sipario su Italia.it, auspicato dal Ministro Rutelli, mostrare la verità ai cittadini che, con i propri soldi, hanno finanziato questo spreco.

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