Come sarà il “netbook” Apple?

La “rumor mill” è ripartita a pieno regime attorno a un presunto “netbook” targato Apple. Dopo le allusioni giunte da parte di Tim Cook, e la notevole assenza dalla griglia di prodotti Apple di quello che, nel mondo dell’informatica, è fuor di dubbio l’oggetto del momento, alcuni indizi provenienti dall’estremo oriente sembrano suggerire l’arrivo imminente (Q3 2009) di un nuovo anello nella griglia di prodotti made in Cupertino.

Qualche mese fa abbiamo ragionato sui motivi che hanno spinto Apple ad adottare un approccio attendista. Oggi, in vista della congiuntura economica, un ulteriore motivo emerge a giustificare l’atteggiamento di Apple: fino a qualche mese fa il mercato tirava, ed era economicamente poco sensato spingere su prodotti di fascia bassa, mentre i volumi dei prodotti di fascia alta crescevano.

Con l’economia globale che scricchiola, le crescite registrate da Apple negli ultimi quadrimestri potrebbero divenire presto un ricordo, rendendo urgente il ricorso a prodotti che, pur non producendo fatturati o margini straordinari, diano impulso alle vendite della piattaforma alternativa per eccellenza.

Fatta questa premessa, diamo uno sguardo alle prospettive di un eventuale “netbook” Apple. Gli ultimi indizi sembrano ricondurre ad un prodotto che faccia ampio uso di tecnologia touchscreen. Magari non proprio un tablet, ma pur sempre un dispositivo dotato di un’interfaccia non standard.

Sul fronte hardware c’è da speculare in abbondanza, particolarmente sul versante CPU. Personalmente, sono piuttosto convinto del fatto che il “netbook” Apple non sarà equipaggiato con una CPU x86, neppure con ION. Vi spiego perché.

Come ho già sottolineato altrove, possiamo intendere il netbook come un prolungamento dello smartphone o una riduzione del notebook. Gli indizi finora disponibili, mi fanno pensare che Apple stia lavorando sulla prima traccia, onde scongiurare possibili sovrapposizioni con la gamma Macbook/Air, e non solo.

Dico di più: tutti i produttori che hanno realizzato finora netbook (basati su Atom), hanno proceduto sulla strada del “notebook in miniatura”, spesso equipaggiato con Windows XP, ottenendone in cambio ricche vendite, in certa parte tuttavia propulse dalla cannibalizzazione delle vendite di portatili di primo prezzo.

Apple è impegnata sia sul fronte notebook che smartphone ed è dunque attorno a entrambi questi oggetti che dovrebbe costruire il posizionamento di un suo eventuale “netbook”. Sempre per questo motivo, ha già in casa tutta la tecnologia necessaria per realizzare un “netbook” costruito intorno all’evoluzione di tecnologia iPhone: esperienza sull’interfaccia touch, disponibilità di una versione ristretta di OS X, adatta a girare su un’architettura hardware non x86, con il compromesso giusto fra performance e portabilità.

Veniamo al prossimo tassello del puzzle: l’acquisizione nel 2008 di PA-Semi, azienda specializzata nello sviluppo di processori a basso consumo energetico basati su architettura PPC, che, secondo alcuni rumor, starebbe lavorando su un processore ARM evoluto per la nuove generazione di iPhone: una sinergia evidente anche per il progetto “netbook”.

Le ultime evoluzioni multicore della physical IP di ARM, in abbinamento a sottosistemi grafici dedicati (qui interviene la collaborazione con PowerVR), sono in grado di offrire ad Apple tutta la potenza necessaria per un’ottima esperienza di una versione mobile di OS X, mantenendo performance energetiche inaccessibili per Atom – anche col prezioso contributo del team di PA-Semi, proveniente da esperienze del calibro di Itanium, DEC Alpha, Opteron, e di Imagination Technologies, titolare della tecnologia PowerVR.

In pratica, cosa ne verrebbe fuori? Dando per buona l’interfaccia touch su OS X personalizzato e l’architettura HW basata su ARM, sul fronte software, il “netbook” avrebbe accesso non al parco applicazioni OS X ma a quello iPhone/iPod Touch via AppStore, con software estesi, in grado di mettere a frutto le caratteristiche del nuovo dispositivo (più schermo, maggiore potenza di calcolo).

C’è da augurarsi che la politica di Apple in questo caso preveda un pieno accesso al file system del dispositivo, che ne aumenti la flessibilità d’impiego al di là degli stringenti limiti posti a iPhone/iPod touch.

Avrete notato che fino ad ora ho usato le virgolette attorno alla parola netbook. Il motivo è semplice: credo che il prossimo ultraportatile Apple, non avrà nulla a che vedere con ciò che finora abbiamo definito netbook, compreso il Vaio P, che rappresenta il prodotto che molti ritenevano dovesse essere il “netbook” Apple.

Per difendere il suo ruolo di portatrice di innovazione, pilastro della sua identità di brand, Apple sfornerà qualcosa di molto diverso da quanto vediamo oggi sul mercato. Un oggetto innovativo, che proprio per questo sfuggirà ad una comparazione di prezzo con i vari eeePC et similia.

Già, perché, nel caso in cui non si fosse capito, non costerà poco. Dai 600 agli 800 Euro direi, un prezzo sufficiente distante da quello dell’iPhone e del Macbook, per un prodotto che non vuole togliere utenti né all’uno né all’altro.

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