Buzz marketing e blogger “prezzolati”: funziona davvero?

Buzz MarketingIn un commento al mio articolo sulla vicenda Skypephone, Lanfi evidenzia come il Web 2.0 si presti anche a diffondere rapidamente notizie e commenti su prodotti “prezzolati”. E’ un fenomeno di cui si parla abbastanza e di cui ho sentito di tanto in tanto parlare ai convegni degli ultimi due mesi.

Si parla a questo proposito di Buzz Marketing (o word of mouth marketing), facendo riferimento a campagne di marketing nelle quali l’azienda rivela informazioni sul prodotto solo ad alcuni soggetti, solitamente blogger abbastanza influenti, in modo che questi le divulghino alla propria audience.

E’ del tutto evidente, infatti, che notizie positive su un prodotto provenienti dal sito della casa costruttrice siano molto meno influenti delle stesse notizie date su un blog “indipendente.”

Il punto è proprio questo, cosa intendiamo per indipendente? Da tempo esiste un sito web, ReviewME, che paga bloggers per recensire prodotti e servizi nel proprio blog. E’ una cosa abbastanza alla luce del sole perchè il blogger indica nel post che si tratta di una recensione sovvenzionata, ma cosa accadrebbe se non lo dicesse? Cosa accadrebbe se l’azienda pagasse un blogger per scrivere post a proprio favore senza avvertire l’audience?

Cosa accade lo sappiamo, basta ricordare il noto caso Wal Mart. La nota catena di distribuzione americana aveva assoldato due blogger che avevano il compito di alimentare un blog nel quale fingevano di girare tutti i Wal Mart d’america: Walmartingacrossamerica. Ebbene il blog era pieno di immagini radiose, dipendenti sempre felici, scaffali perfetti ed altre amenità che hanno insospettito alcuni dei lettori. Questi, dopo qualche indagine, hanno scoperto l’inganno e su Wal Mart si è abbattuta una blogstorm incredibile, che ha rovinanto la loro (già non scintillante) immagine.

Questo episodio ribadisce quanto da me sostenuto in conclusione del post sullo Skypephone e cioè che i nuoi strumenti del web partecipativo danno a tutti noi un immenso potere di conoscenza e, soprattutto, ci danno una forza “distruttiva” (in senso positivo) tale da poter competere con le più grandi multinazionali. In questo senso, quindi, un buzz marketing leggero è sicuramente positivo, mentre uno pesante e volgare avrebbe solo effetti controproducenti perchè prima o poi sarebbe smascherato.

Ricordiamoci, infine, che l’influenza su un network un blogger se la conquista nel tempo. Non credo siano tantissimi i blogger che vogliano rischiare di rovinare per sempre la propria reputazione, per prendere qualche soldo da qualche azienda.

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