Il problema di iPhone è ARM, parola di Intel

In una dichiarazione che ha sorpreso molti analisti e osservatori, il Director, Global Ecosystem Programs, Mobile Internet Devices di Intel ha definito gli smartphone attuali non troppo smart. Il motivo? Non usano processori Intel, e come tutti sanno fin dai tempi del Pentium 3, solo con CPU Intel x86 è possibile ottenere una piena esperienza della rete.

Fa piacere, nel grigiore del mondo informatico, scoprire che c’è ancora qualcuno che ha senso dell’umorismo. Per chi non lo ricordasse ARM, azienda fabless inglese, detiene la proprietà intellettuale delle CPU integrate nella quasi totalità degli smartphone delle ultime generazioni, ma anche di infiniti altri prodotti, che vanno dall’elettrodomestico evoluto fino alla stampante, passando per console portatili come Nintendo DS. Per dirla con John Stokes, quasi tutti i dispositivi dotati di una batteria e uno schermo hanno CPU ARM.

Intel, che ha venduto nel 2006 la sua divisione dedicata alla produzione di chip con architettura ARM, non dev’essere al contrario molto soddisfatta del grado di penetrazione delle sue CPU x86 sui dispositivi del segmento ultramobile. Anzi, è oggi corretto affermare che la partnership di ARM con i produttori di OS per smartphone, Microsoft inclusa, produce numeri molto superiori a quelli del mondo Wintel.

Secondo Kedia dunque uno smartphone non è davvero smart se non usa una CPU x86, il che implica che i produttori di smartphone siano un branco di idioti, a partire ovviamente dall’ultimo arrivato, Steve Jobs, che ha perso l’occasione per offrire ai suoi clienti la vera esperienza di Internet, ignota ai suoi competitor.

L’ansia della battuta ha forse tolto a Kedia il tempo di ricordare che la gamma di chip ARM, offre un’efficienza energetica che la miglior produzione di Intel non può tuttora raggiungere. È vero che Intel ha processi produttivi allo stato dell’arte, ma è pur vero che l’architettura x86 paga il dazio della sua pesantezza, che in un mercato dove 0.1 watt fanno la differenza, non è cosa da poco.

È forse anche per questo che il settore mobile ha sempre fatto, fa, e forse continuerà a fare comodamente a meno di x86. Con buona pace di Kedia e dei suoi mantra.

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