Il prossimo MacOSX alleggerito e il felino ne guadagna in agilità

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La nuova major release di cui avevamo accennato la (forse) anticipata comparsa sul mercato, sta viaggiando spedita lungo la roadmap prestabilita da Apple. Il focus di questo aggiornamento non sarà incentrato tanto sull’esperienza-utente (e infatti non sono previste novità così salienti per quanto riguarda l’interfaccia grafica) ma su quel che c’è sotto il cofano.
Pare infatti che Snow Leopard sia veloce, molto veloce, anche rispetto alla stesso MacOSX 10.5, alias Leopard.

Ed è stato possibile grazie sia ad una rivisitazione del “motore” (banalmente il kernel) sia ad una “cura dimagrante” dovuta soprattutto alla necessità di rendere il sistema operativo pienamente adatto ai device mobili che già fanno parte del listino Apple e che in futuro (stando ai rumors si parla di un interessamento per quanto riguarda il settore dei netbook) contribuiranno a rafforzare la posizione della Mela Morsicata in questo settore. Dal punto di vista tecnico, in particolare, l’alleggerimento è dovuto in particolare a tre scelte progettuali:

  • rimozione della localizzazione da ogni applicativo: adesso i file deputati allo scopo sono tutti riuniti in un unico package contenitore ed utilizzati di volta in volta, quando richiesti dal programma che ne necessita la presenza
  • compressione e revisione: è stata completata la rimozione di alcuni file XML, HTML e NIB che erano stati utilizzati durante il ciclo di vita delle applicazioni ma non aggiornati una volta che queste avevano raggiunto lo stato finale (e quindi non avevano bisogno più di file di configurazione o di monitoraggio delle build precedenti; i cosiddetti designable.nib files)
  • risoluzione indipendente: possibile grazie all’utilizzo di grafica vettoriale per la parte UI (User-Interface), che necessita mediamente di un minor numero di file per descrivere un’immagine e può essere manipolata matematicamente senza perdite qualitative

Oltre a questi dettagli si vocifera che la maggior leggerezza sia dovuta anche alla rimozione del codice che permette l’esecuzione su piattaforme PPC ma è altrettanto vero che gli Universal Binaries non sono scomparsi e che quindi l’impatto, se comparato per esempio alla compressione di file XML, è minimo.

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