Timex Data Link, gli albori dell’iWatch

Da quando sono cominciati i primi rumors di un possibile smart watch targato Apple, noto informalmente come iWatch, l’interesse per tale classe di dispositivi è aumentato esponenzialmente e alcune importanti multinazionali, Samsung in primis, hanno rilasciato prodotti specifici.

L’idea di uno smart watch, però, non è né nuova e né rivoluzionaria, contando diversi esemplari nei decenni scorsi, tra cui uno dei più evoluti ed interessanti è sicuramente il Timex Datalink Watch.

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Il package del Timex Data Link

Il prodotto nasce da una collaborazione tra Timex e Microsoft, ed il primo modello viene presentato nel 1994: si tratta del Datalink 50, dove “50” indica la possibilità di memorizzare l’analogo numero di contatti nell’orologio, visualizzabili sul piccolo display LCD. In alternativa ai contatti, l’esigua quantità di memoria può essere sfruttata per registrare appuntamenti e note.

La vera novità, però, non è tanto nella possibilità di immagazzinare direttamente informazioni nell’orologio, ma nell’alta sinergia del dispositivo con i computer Windows e, soprattutto, nella modalità di comunicazione tra i due dispositivi: by light!

Infatti, i numeri della rubrica (o le altre informazioni) vengono inseriti sul PC, tramite l’apposito software, e trasferiti al telefono in modalità wireless-ottica: basta posizionare l’orologio a distanza ravvicinata dal monitor e avviare la procedura di trasferimento. Fatto ciò, sul monitor compare una sorta di codice a barre, composto da linee bianche orizzontali, e vengono emessi una serie di “flash bianchi” che, una volta catturati dall’apposito sensore dell’orologio, trasferiscono i dati direttamente nella piccola memoria sul nostro polso.

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 Il “codice a barre” e il sensore del Timex Data Link

Si tratta di una funzionalità decisamente avveniristica per il tempo, tant’è che, due anni prima (1992), la stessa procedura raccontata nel libro di fantascienza L’uomo di Turing (Harry Harrison e Marvin Minsky, Editrice Nord):

“Mise l’orologio da polso a contatto del terminale (del computer). Lo schermo gli diede un Attendere e un istante dopo un rosso Fine, quand’ebbe trasferito all’orologio il contenuto dell’agenda. Solita routine.”

era sembrata qualcosa appartenente soltanto alla fantasia degli autori.

Va sottolineato che il dispositivo funziona solo con monitor CRT e per venire incontro agli utilizzatori di display LCD (all’epoca tipicamente montati solo sui portatili), Timex realizza un adattatore ad infrarossi per permettere comunque la sincronizzazione dei dati.

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Il software Windows a corredo

Il modello originale viene aggiornato più volte negli anni con modelli evolutivi (70, 150, ecc…) dotati anche di connessione USB, ma, nel complesso, l’orologio non ha mai riscosso un grande successo.

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