L’epopea di Street Fighter e dei picchiaduro 2D – Parte 1

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 Tra le tante saghe che hanno fatto storia, una di quelle più conosciute e una di quelle più giocate è senz’altro quella di Street Fighter.
Gli anni 80, come abbiamo intravisto, sono stati l’anticamera dell’attuale business rappresentato dai videogiochi ed uno degli introiti maggiori sono derivato dall’esplosione del fenomeno delle sale giochi.
Ed una sala giochi, per definizione doveva avere almeno una macchina coin-op su cui giravano le evoluzioni di Ryu&soci.

Alzi la mano chi tra voi non ha mai speso un gettone combattendo a forza di calci, pugni (virtuali si intende) e “mezzelune”, che consentivano l’esecuzione di tecniche speciali come le “bolle” o gli “aduken“!

Mi ricordo ancora quando comprai il numero 11 di ConsoleMania con la copertina di Taz e la recensione del porting di Street Fighter 2 su SuperNintendo, con tanto di 99 come voto finale; ok, con i voti sono sempre stati piuttosto generosi ma ragazzi che conversione, che dettagli! Praticamente si poteva giocare comodamente sul divano di casa con i propri personaggi preferiti ma senza dilapidare le paghette in gettoni.

Vediamo brevemente la cronistoria del titolo che tanto lustro ha dato alla Captive Communication, più conosciuta con il nome di Capcom.
Nel 1987 esce Street Fighter, che non ebbe lo stesso successo dei seguiti ma si fece notare per le numerose novità rispetto agli altri beat’em up (o l’italianizzato “picchiaduro” ), tra cui la facoltà di decidere il primo Paese e i relativi combattenti, i bonus stage e la potenza del colpo base, cioè pugno o calcio, a seconda della pressione del tasto.
Proprio quest’ultima funzionalità fu aspramente criticata per la difficoltà nel riuscire a bilanciare la propria forza su una macchina e pulsantiera arcade, che molto spesso risultavano danneggiate per la troppa irruenza del giocatore umano.
Il che ci porta al 1991, la data in cui Street Fighter II fa la sua comparsa e, per usare un termine televisivo, buca letteralmente lo schermo.
Joystick direzionale con layout a 6 tasti, 8 personaggi selezionabili ed in gran parte nuovi rispetto al precedente capitolo (solo Ryu, Ken e Sagat “sopravvivono”), maggiore fluidità nei movimenti, background ed effetti sonori molto più curati e realistici.
Fu un successo talmente internazionale che la CapCom fu in qualche modo costretta ad accelerare la propria tabella di marcia, pubblicando capitoli che non erano veri e propri seguiti ma piuttosto lo stesso gioco modificato e arricchito di qualche dettaglio, mossa speciale o personaggio: ed ecco quindi la comparsa di Street Fighter II Champion Edition, Turbo Edition e Super Street Fighter II: The New Challengers.
Nel 1995 esce Street Fighter Alpha: Warriors’ Dreams, il primo della serie chiamata Alpha ed è una mezza rivoluzione. Viene ampliato il sistema di combo (cioè le combinazioni di mosse) già intravisto nella Turbo Edition, il character design riprende lo stile della versione Super ma viene allo stesso tempo pesantemente influenzato da Street Fighter II: The Animated Movie (l’OAV basato sul videogioco) e che caratterizzerà altri videogiochi prodotti dalla Capcom, come DarkStalkers e  X-Men: Children of the Atom.
Il 1997 invece è l’anno di Street Fighter III, che rivedrà la comparsa di alcuni dei personaggi scartati precedentemente e si segnalerà in particolare perché girava su CPS-3, la chimera per tutti gli appassionati di retrogaming e rimasta non emulata per ben 10 anni (l’algoritmo di protezione del sistema arcade Capcom è rimasto inviolato fino all’anno scorso).
Contemporaneamente alla serie Alpha e III usciranno altri due capitoli e relativi seguiti: alcuni, sotto la dicitura Ex, in realtà furono rilasciati dalla e si discostavano da tutti gli altri fino ad allora pubblicati perchè caratterizzati da grafica 3D, altri invece facevano parte della saga dei Versus, ovvero quei giochi in cui si mescolavano i personaggi della serie Street Fighter o con altri provenienti per esempio dai fumetti ( X-Men VS Street Fighter per esempio) o da altre altre software house (vedere SNK vs. Capcom: The Match of the Millennium )

Negli anni, possiamo affermare che lo stile inconfondibile della serie è rimasto, pur con alcune variazioni sul tema a volte necessarie e che sono state oggetto di non poche critiche, tanto che, per alcuni addetti ai lavori, l’apice della perfezione è stato raggiunto con il secondo capitolo.

Il successo è stato enorme, tanto da spingere Capcom stessa a trasferire la storia su pellicola  e trasformare il videogioco in lungometraggio.
Il film non si segnalerà certo per la sua bellezza, anzi, nonostante qualche attore di grido sarà uno dei più brutti nella storia del cinema, ma tanto basta per affermare che questa serie ha lasciato il segno.
Anche perchè dal 1994 Hollywood non si fermerà più e gli script tratti da titoli conosciuti nelle sale giochi o nei salotti dotati di console saranno davvero tanti (Mortal Kombat, Resident Evil e Silent Hill per citarne alcuni).
A breve uscirà il tanto atteso quarto episodio. Conosciamo già le caratteristiche principali, sappiamo che verrà distribuito sulla maggiorparte delle piattaforme disponibili (Xbox360, Playstation 3 e Arcade).
E’ difficile prevedere le reazioni degli utenti, perché il nome Street Fighter ha coinvolto almeno due generazioni di videogamer.
Ma come si dice in questi casi, comunque vada sarà un successo.

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