Top Comments: Gendo Ikari sulla tecnologia e il Movimento 5 Stelle

Riporto di seguito un interessante commento scritto da Gendo Ikari nel precedente articolo in cui si discuteva del rapporto non proprio idilliaco esistente fra la tecnologia e il Movimento 5 Stelle, che chiarisce meglio alcuni aspetti che nel pezzo non erano approfonditi, portando alla luce anche altri aspetti non considerati.

Tutto quanto riportato dall’articolo non solo e’ facilmente verificabile, e quindi inoppugnabile nei fatti, ma e’ anche assolutamente in linea con il profilo di Beppe Grillo e del movimento.
Beppe Grillo nasce nella sua popolarita’ come tecnofobico. Famosissimi i suoi sketch comici contro i computer, contro le nuove tecnologie, etc… ( http://youtu.be/4jdHN4edCqA?t=1m40s )
Poi si e’ riciclato dopo aver trovato Casaleggio. Non Stallman. Non Torvalds. Non Knut Yrvin. Non Wales. Casaleggio. L’intera comunita’ che Grillo si e’ costruito prima come comico e poi come politico e’ completamente estranea alla comunita’ di sviluppatori, informatici, hacker e nerds. Estranea e nemmeno in contatto.
Il loro essere per il software libero e’ una vaga idea che si sono appiccicati, anche in buona fede, senza essere dentro alle meccaniche e all’anima di questo mondo.
L’uso della piattaforma chiusa Meetup, la pubblicita’ al protocollo chiuso voip di Skype, l’uso continuo di tecnologie proprietarie per scrivere documenti, per il blog, etc… sono l’evidente segnale che la cultura open non e’ nel loro DNA. Non e’ mai stato cosi’. Non sono ne’ hacker ne’ programmatori, ne’ hanno nel loro entourage hacker o programmatori. Ne’ hanno collegamenti con questo mondo, con le startup, con le comunita’ di sviluppo e ricerca opensource e simili.

E’ evidente che l’uso della tecnologia in seno al movimento rappresenti la funzione di collante, quale canale di comunicazione e sistema di aggregazione degli attivisti e dei simpatizzanti. In tutto ciò internet rimane al centro dell’attenzione esclusivamente in qualità di mezzo e come tale, essendo il propellente, va tutelato e diffuso (come da programma), in modo da innescare un meccanismo “virtuoso” che favorisca la diffusione e il coordinamento di tutto ciò.

Non serve necessariamente schierarsi a favore di un’ideologia che nei fatti non trova riscontro, come ampiamente illustrato. Non dovrebbe nemmeno servire perché, a mio modesto avviso, il rapporto con la tecnologia dovrebbe essere sostanzialmente neutro, e volto a soddisfare i bisogni dei cittadini e dello stato, piuttosto che a perorare soltanto certe cause.

Grillo ha smesso di sfasciare i computer, ma mi auguro che adesso non rivolga le sue attenzioni al software, poiché da persona assolutamente non esperta in materia potrebbe nuovamente indirizzare male gli attivisti che lo seguono.

Il Movimento 5 Stelle non rappresenta niente della tecnologia moderna informatica. Il Movimento 5 Stelle rappresenta la visione che l’italiano medio ha della tecnologia moderna informatica, di internet, del web. Lo stesso Beppe Grillo, con il suo blog, non usa nessuno dei paradigmi social&share del momento. Il confronto con paradigmi comunicativi moderni e’ impietoso.
Dove sono gli hangout di Beppe Grillo? Dove sono i video su youtube, in streaming, delle riunioni del M5S, delle decisioni di Grillo. Dov’e’ la comunicazione bilaterale? Dov’e’ l’API REST per ottenere tutte le informazioni del movimento?
Se un Notch fosse il leader del M5S avrebbe condiviso in streaming diretta su Twitch Tv la scrittura del non-statuto. Se Stallman fosse il leader del movimento tutto il software coinvolto nella piattaforma web sarebbe stato open, gpl, trasparente. La realta’ e’ diametralmente opposta a tutto cio’.
Questo movimento incarna l’idea che l’italiano medio ha della tecnologia, di internet. Gli obiettivi del movimento in campo informatico sono in linea con quelli che l’italiano medio pensa siano le priorita’ informatiche. La comunicazione del movimento usa le tecnologie informatiche come l’italiano medio farebbe se dovesse allestire un sito.

Indubbiamente, ma è anche da sottolineare come l’uso degli strumenti di cui hai parlato contribuirebbe a promuovere ancora meglio sia l’immagine del movimento, che le sinergie per portare avanti i progetti e idee. Soprattutto consentirebbe di ottenere maggior chiarezza su aspetti oscuri riguardo alla gestione dello stesso, di cui parlo meglio dopo.

Perfino Google, che e’ un’azienda privata, ha un approccio più democratico e simmetrico nella propria comunicazione del Movimento 5 Stelle. La Blizzard nello sviluppo dei suoi giochi ha coinvolto la community nel processo di sviluppo, più di quanto Beppe Grillo ha coinvolto i cittadini nella costruzione del programma, dello statuto, della piattaforma. Due mondi completamente diversi. Completamente. Il Movimento 5 Stelle e’ italianissimo e provincialissimo, in un mondo che sempre più parla una lingua diversa, in un modo diverso.

Non a caso sono piovute molte critiche riguardo alla recenti parlamentarie, ultimo tassello delle iniziative che hai riportato, sulle quali sono stati sollevati non pochi dubbi riguardo sia le modalità che lo svolgimento democratico, nonché la validità, come peraltro è stato sviscerato in un recente articolo.

Sappiamo bene, da tecnici, quanto comoda ed efficace possa essere la tecnologia per risolvere parecchi problemi e rendere la vita facile all’uomo e alla società in cui vive, ma sappiamo altrettanto bene come sia pure facile utilizzarla male o, peggio ancora, manipolarla a proprio uso e consumo.

Le recenti elezioni americane, con le macchine che “sbagliavano” e attribuivano il voto a Romney piuttosto che ad Obama, candidato scelto dall’elettore, sono un chiaro segnale che se un fatto particolarmente grave come quello si sia verificato nella più grande “democrazia” del mondo, nonché nazione ad elevatissimo tasso tecnologico, figuriamoci cosa potrebbe succedere da altre parti.

Il Movimento 5 Stelle, che si affida interamente alla società di Casaleggio per il sito e all’egualmente chiusa piattaforma per i meetup, deve trovare il modo di distaccarsene e convogliare in altri strumenti le sinergie e le attenzioni, se vuole garantire realmente, coi fatti, la trasparenza, la democraticità, e la gestione “dal basso” non soltanto agli attivisti, ma anche ai simpatizzanti e in generale a chi potrebbe anche soltanto voler accertare che alla propaganda facciano seguito le effettive azioni.

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