La Merger doctrine

A poco più di un mese dal lancio del nuovo Windows 8, il sistema che ha inaugurato la “nuova” Microsoft e introdotto le piastrelle sul sistema operativo per personal computer più diffuso al mondo, in Rete si trovano diversi post che effettuano un di paragone (forzato) tra la prima e l’ultima versione di Windows.

La presunta similitudine è tutta incentrata sulla semplificazione della UI e sul fatto che Microsoft abbia abbracciato l’idea di avere in ambito Modern UI (ex Metro) una sola applicazione che “cannibalizza” il display eliminando la marea di finestre a cui siamo normalmente abituati.

 

Windows 8 vs Windows 1.01

Fedeli alla nostra rubrica, andiamo a ripercorre in modo più dettagliato la vicenda che ha accompagnato il rilascio di Windows 1.00 (1.01), in cui, ancora una volta, Microsoft ed Apple hanno scritto il futuro dell’industria del software.

Facciamo un salto indietro agli anni di sviluppo del Mac, anni in cui Microsoft era partner strategico di Apple nel settore dei software applicativi, Word e Multiplan in primis, tanto da essere il primo partner ad ottenere un prototipo del Mac, ribattezzato SAND (Steve’s Amazing New Device) da Bill Gates e Charles Simonyi.

Siamo intorno al 1983 e Microsoft crede fortemente nel potere innovativo del Macintosh, tanto da concentrare sullo sviluppo dei prodotti relativi una parte cospicua delle proprie risorse. Parallelamente Gates non perde minimamente di vista il mondo dei PC IBM e grazie a Simonyi, coadiuvato da altri ingegneri dello Xerox PARC e dalla disponibilità on-site di uno Xerox 8010, comincia a realizzare Interface Manager (IM), una GUI per MS-DOS. Lo sviluppo di IM non è comunque guidato direttamente da Simonyi (che si occupa delle applicazioni Office) ma da Tandy Trower.

 

Interface Manager

Dopo la presentazione pubblica del Mac, Gates scrive direttamente a Sculley (CEO di Apple) invitandolo a rilasciare in licenza il Software e la ROM del nuovo calcolatore in modo da creare un nuovo standard de facto [ne abbiamo parlato qui: https://www.appuntidigitali.it/17385/apple-must-make-macintosh-a-standard/ ]. La proposta viene però seccamente respinta da  Jean-Louis Gassée, subentrato a Jobs come capoprogetto del Mac, che afferma l’assoluta superiorità del prodotto e l’inesistenza di reali competitor, tanto da stimare una penetrazione del mercato del Mac entro i primi anni ’90 del 55%. Sculley, al contrario, vede come un’opportunità la possibilità di soppiantare lo standard IBM e dà mandato a Dan Eilers di studiare possibili forme di accordi, come la concessione in licenza del software o la vendita a OEM terzi dell’hardware.

A tal riguardo è sorprendente il risultato ottenuto da Chuck Berger (Vice Presidente Apple) nella sua attività di verifica di interesse da parte del mercato, attività che lo porta ad indentificare come interessate società del calibro di AT&T e DEC. Ma Gassée resta irremovibile sulla questione e Sculley comincia ad avere altri problemi a cui dover porre rimedio: le vendite del Mac sono di circa il 60% in mero rispetto a quelle stimate (ovvero 20.000 unità al mese contro le 50.000 stimate).

Così il piano di licenziare a terzi “pezzi” del Mac viene definitivamente accantonato e Microsoft decide di spingere su Interface Manager visto che lo standard IBM sembra più che mai inattaccabile. Ad Agosto del 1985 la società di Redmond rilascia, su forte pressione di Steve Ballmer, una Premier Edition di Windows 1.00 (nome definitivo dell’ambiente), ovvero una release dedicata ad esperti e operatori del settore.

Il rilascio ufficiale al pubblico avviene il 20 novembre del 1985, nella versione Windows 1.01 che risolve un grave bug di utilizzo della memoria emerso dalla presentazione della 1.00.

 

Windows 1.01 Package

Nonostante l’interfaccia sia molto più rudimentale di quella del Mac e Gassée non lo reputi un pericolo per Apple, Sculley la pensa diversamente e va su tutte le furie: non può accettare che una società da “soli” 25 milioni di dollari possa mettere nel sacco Apple, che conta oltre un miliardo di dollari di fatturato. Per chiarire la questione invia Jack Brown, uno dei migliori avvocati della società, direttamente al quartier generale di Microsoft, minacciando Gates di avviare una causa per violazione di copyright.

Il CEO della casa di Redmond è stupefatto ed asserisce che Microsoft ha iniziato a sviluppare Interface Manager ancor prima di avere il prototipo del Mac, ispirandosi alle idee introdotte con lo XEROX Star, prodotto presso il PARC con cui Jobs era riuscito a stringere un accordo di scambio (1979) tecnologico. Tale accordo prevedeva la possibilità per XEROX di acquistare azioni, circa 10.000, per 1milioni di dollari (non era semplice entrare in possesso delle azioni Apple e a decidere era quasi sempre Jobs), in cambio dell’ospitalità presso il PARC di una nutrita schiera di ingegneri Apple. Per XEROX non era un problema “condividere” le proprie scoperte con Apple perchè… non sapevano bene cosa farne. Le azioni acquistate, appena Apple diventa pubblica (1980), raggiungono il valore di $17.6 milioni.

La vicenda, a questo punto, si fa romanzata e sembra che Gates chiama direttamente Sculley chiedendogli spiegazioni in merito all’ipotetica causa legale:

“I want to know it, because we’ll stop development on all Mac products. I hope we can find a way to settle this thing. The Mac is important to us and to our sales.”

[Voglio sapere se lo farete , perché fermeremo lo sviluppo di tutti i prodotti Mac. Spero che riusciremo a trovare un modo per risolvere questa cosa. Il Mac è importante per entrambi.]

Quello che è certo è che il CEO di Microsoft (insieme a Bill Neukom) vola a Cupertino e incontra direttamente Sculley per risolvere la questione: nessuno dei due vuole realmente arrivare in tribunale ma entrambi vogliono spuntare un vantaggio da un probabile accordo. Così Microsoft porta a casa la possibilità di utilizzare parte delle peculiarità introdotte con il Mac ed indentificate genericamente come “visual displays” (elementi d’interfaccia), mentre Apple ottiene l’esclusiva per 2 anni del nuovo Excel.

Quello che va puntualizzato è che Apple aveva fatto un importante lavoro di raffinamento ed evoluzione della GUI originale di Xerox e Microsoft aveva avuto modo di vederla in anteprima grazie al SAND e alla necessità di realizzare software adatti al nuovo sistema operativo. Proprio tali elementi rientravano nel “visual displays”.

Il contratto viene firmato quasi in contemporanea al rilascio ufficiale di Windows 1.01 e la tregua tra le due aziende sembra raggiunto, per buona pace degli utenti. Ma con l’arrivo di Windows 2.0 (1 Novembre 1987), Sculley resta sconcertato dagli enormi passi in avanti fatti da Windows (overlapping delle finestre, multitasking, ed un ambiente limitatamente object oriented) che diventa anche la base per il nascente Presentation Manager di OS/2.

Così Apple ritiene violati i vincoli dell’accordo e, senza preavviso, il 17 Marzo del 1988 cita la società di Redmond per l’utilizzo improprio di ben 189 “visual displays” che violavano i brevetti di Cupertino. La situazione era delicata perché se il giudice avesse dato ragione ad Apple, Microsoft poteva trovarsi a rivedere fortemente il proprio ambiente rendendolo teoricamente incompatibile con i software sviluppati per esso.

A tal proposito Philip Kahn, CEO di Borland, dichiara che è come:

“waking up and finding out that your partner might have AIDS.”

[svegliarsi ed accorgersi che il tuo partner ha l’AIDS]

Ma la storia è andata diversamente e il giudice W. Schwarze il 24 Agosto del 1993 decreta che 179 dei 189 elementi sono inclusi nel precedente accordo e che i 10 restanti non violano alcun brevetto Apple poiché rientrano nella Merger doctrine, secondo la quale le idee non possono essere brevettate.

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