Sistema Elettrico Nazionale – Risparmio Elettrico nel Settore Terziario

Prosegue anche quest’oggi la discussione sul Sistema Elettrico Nazionale e sul risparmio elettrico nei vari settori, in particolare parleremo del Settore Terziario.

RICHIAMI SUL SETTORE TERZIARIO

Il settore terziario rappresenta circa il 32% (riferito al 2009) dei consumi elettrici complessivi Italiani, ed in tale percentuale rilevante risultano racchiuse attività estremamente importanti quali i Trasporti, il Commercio e l’Illuminazione Pubblica oltre a diverse altre che è utile richiamare nel seguito (dati aggiornati al 2010):

  • Servizi vendibili – 75.797 GWh
    • Trasporti – 10.666 GWh
    • Comunicazioni – 4.226 GWh
    • Commercio – 24.083 GWh
    • Alberghi, Ristoranti e bar – 12.430 GWh
    • Credito ed assicurazioni – 2.615 GWh
    • Altri servizi vendibili – 21.776 GWh

  • Servizi non vendibili – 20.488 GWh
    • Pubblica amministrazione – 4.609 GWh
    • Illuminazione pubblica – 6.366 GWh
    • Altri servizi non vendibili – 9.513 GWh

Esaminando più in dettaglio le singole voci è possibile individuare come tali consumi possano venire ridimensionati a parità di servizio.

Per quanto riguarda i trasporti è ipotizzabile che una ampia parte della quota di consumi sia imputabile al trasporto ferrato a motorizzazione elettrica, pertanto più che auspicare una sua riduzione sarebbe preferibile un suo incremento, sia dal punto di vista dell’incremento dei servizi, sia dal punto di vista della sostituzione almeno parziale della trazione diesel attualmente utilizzata.

I consumi del commercio ricadono con molta probabilità principalmente in consumi per illuminazione, alimentazione di banchi refrigerati ed impianti tecnici (raffrescamento e riscaldamento), pertanto la loro riduzione passa attraverso l’impiego di soluzioni a minore consumo (anche se bisogna tenere presente che nel campo dell’illuminazione molto è stato già fatto in termini di sostituzione delle lampade con tipologie moderne), uso razionale dell’illuminazione cercando di realizzare sistemi a luce naturale laddove possibile, e riduzione dell’illuminazione notturna spesso utilizzata come deterrente per i furti, mentre per quanto riguarda i consumi di banchi refrigerati si può operare alla sostituzione dei modelli aperti, laddove utilizzati, con soluzioni che prevedono sportelli di chiusura.

Dal fronte degli impianti tecnici si può ottenere un consistente risparmio progettando gli stessi con maggiore criterio, soprattutto ottimizzandoli dal punto di vista fluidodinamico, ottimizzazione che permetterebbe l’impiego di ventilatori di potenza ridotta, oltre che intervenendo nell’ottimizzazione dei ricambi d’aria e delle temperature di esercizio qualora tutto ciò non risultasse già ottimizzato.

Dal punto di vista della bontà dell’impianto si può notare come da un punto di vista fluidodinamico essi risultino spesso scadenti, in quanto progettati evidentemente con la condizione del risparmio economico sul costo di realizzazione, non su quello d’esercizio, ed è frequente notare diramazioni delle condotte che si innestano senza raccordi opportuni aventi lo scopo di guidare al meglio il flusso, ottenendo una distribuzione dello stesso non ottimale ed introducendo perdite di carico che richiederanno un ventilatore di maggiore potenza rispetto alle condizioni ideali.

Altre voci di consumo rilevanti si individuano negli “altri settori vendibili” e negli “alberghi, ristoranti e bar“, ma mentre nei primi bisogna individuare esattamente la tipologia di servizi, nei secondi valgono in tutto od in parte le considerazioni svolte per il commercio in termini di ottimizzazione di impianti ed utilizzo di attrezzature moderne e più efficienti.

Per quanto riguarda i servizi non vendibili risulta interessante vedere come l’illuminazione pubblica non sia una voce di consumo così elevata come inizialmente si poteva pensare, ma ciò non toglie che anch’essa possa e debba venire ottimizzata.

La sua ottimizzazione passa essenzialmente attraverso due vie, la prima è quella relativa all’impiego di corpi illuminanti più efficienti (cosa che spesso viene fatta già ora) mentre la seconda prevede prima di tutto l’uso razionale dell’illuminazione, andando a definire un vero e proprio piano per l’illuminazione pubblica che individua le esigenze (quanto spesso si trovano zone fortemente illuminate a fronte di zone scarsamente illuminate?) di energia luminosa e definisce il numero e la dislocazione dei corpi illuminanti in modo che non vi siano né eccessi né insufficienze.

Ovviamente questa seconda via impone anche l’uso delle tecnologie più efficienti, o quantomeno più valide in relazione ad una valutazione costi benefici.

Con queste ultime considerazioni termina il post odierno, pertanto vi rinnovo l’appuntamento alla prossima settimana per parlare di risparmio elettrico nel settore domestico e vi aspetto sempre con la rubrica Energia e Futuro, ovviamente sempre su AppuntiDigitali.

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